Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Ibelieve93    04/05/2014    5 recensioni
Seguito di : "Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti" ma chiunque può avventurarsi in questa nuova storia , anche senza aver letto la parte precedente ;)
Può essere presa come storia a sé ^^
Los Angeles .
Stella Rossi , da hostess di aerei qual era , ha deciso di diventar segretaria di un importante azionista presso una delle società più in rilievo della città californiana .
Un nuovo lavoro che le consente di star più vicina alla propria famiglia .
Gabriel Gray , ora detective , è costretto invece a collaborare sul lavoro con chi non si sarebbe mai aspettato , e che renderà le sue giornate decisamente più "frizzanti" .
E se un giorno qualcosa dovesse minacciare l'unione d'amore tra Stella e Gabriel ?
Gabriel davvero rinuncerà al suo amore ? E Stella ?
E se un assassino in circolazione costringesse i due giovani a collaborare ancora una volta ?
Stella e Gabriel si lasceranno guidare dall'Amore ?
E Kevin ? Il ragazzo combina-guai , nonché fratello minore di Stella , cosa farà quando per il suo nuovo lavoro sarà costretto a ritornare al Liceo ?
Il suo cuore si addolcirà e si abbandonerà all'amore per una ragazza scontrosa, ma al tempo stesso molto sensibile ?
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Oltre il mare del mio cuore

Image and video hosting by TinyPic


Capitolo10. Isola di Salvezza 



Kevin

 

Urlavo da più di un'ora davanti a quella stupidissima porta bianca della sua camera , ovviamente rigorosamente chiusa con tre giri di chiave .

"Vattene via" gridava in risposta, furiosa.

Fortuna in casa sua non c'erano i suoi, altrimenti non avrei avuto nemmeno una minima possibilità di urlarle contro in quel modo , ma specialmente di spiegarle ogni cosa dal mio punto di vista .

"Jess. Apri questa porta oppure ti prometto che la butterò giù e la ridurrò in pezzetti piccoli piccoli fino a renderla polvere. Poi non ti lamentare se dovrai pulire e comprarne una nuova prima che venga tua madre . " gridai sbattendo il palmo della mano destra sulla porta facendola vibrare .

Dall'interno sentivo solo il suo singhiozzare, che sicuramente stava cercando di controllare con una mano davanti la bocca, seduta sul suo letto con le ginocchia strette al petto.

L'immaginavo così , assieme al suo viso rigato da copiose lacrime , che le stavano arrossando i suoi bellissimi occhi e le guance per via del loro sale .

"Jess"

Nulla. Non voleva aprirmi .

In quel momento era come se mi ascoltasse soltanto l'ossigeno , che immettevo nei polmoni per pronunciare quel suo dolcissimo nome .

" Dammi modo di spiegare , ti prego" continuai battendo entrambi i pugni su quella porta che si ostinava a dividermi da lei , che era diventata importante per me.

Da quella sera, in quella che era stata una stranissima festa svoltasi nella villa di Bea, ogni cosa era cambiata.

Era come se un velo mi fosse stato tolto davanti agli occhi.

Non riuscivo più a vederla come prima, con quei suoi occhiali capaci di nasconderle la meravigliosa luce racchiusa in quei suoi occhi scuri ed un pò a mandorla , quell'elastico nero che teneva i suoi voluminosi capelli ramati raccolti in una coda bassa, non riuscivo a vedere neanche la semplicità dei suoi vestiti che la rendevano unica ai miei occhi , per colpa dei quali forse nessun ragazzo riusciva effettivamente ad immaginare cosa ci fosse sotto , in tutti i sensi, ma questo anche perché ormai erano pochi quei ragazzi che preferivano immaginare , scoprire, quel che la maggior parte invece amava notare già perfettamente, senza troppi sforzi .

Ed io prima ero tra questi.

Ma adesso no.

Jess...ora era tutto chiaro, limpido ai miei occhi.

Avevo imparato a conoscerla.

Riuscivo a vedere oltre

Strano, eppure vero

Jess era speciale, era diventata preziosa .

Mi ritrovai a riflettere su noi e compresi che ormai lei per me era diventata molto più di una ragazza semplice, qualsiasi.

Cos'era cambiato?

Sapevo soltanto che da quando avevo avuto il desiderio di baciarla , tra l'altro senza alcun motivo apparente su quel tetto, la guardavo con occhi diversi.

La sua fragilità, ma al tempo stesso la sua forza nascosta, erano un qualcosa che mi affascinavano molto .

Il suo combattere contro sé stessa, il suo rispondere in maniera acida per difendersi.

Amavo i suoi scudi, le sue battute, le sue gelosie, i suoi modi di fare.

Sorrisi fra me e me , ormai rassegnato a quel che il mio cuore stava dettando alla mia anima .

Poggiai la fronte sulla porta e trassi un profondo respiro con i pugni ai lati della mia testa.

"Jess?" la chiamai per l'ennesima volta.

Sentirla singhiozzare ancora e non poter far nulla per consolarla mi distruggeva.

Il mio cuore si stava sgretolando pezzo per pezzo, diventando briciole sotto i miei piedi. Stavo cedendo alla disperazione , volevo stringerla tra le mie braccia, consolarla...ma non potevo.

Io...volevo amarla .

Sgranai gli occhi.

In quel momento perché ero lì, davanti la porta della sua camera?

Un poliziotto con il solo incarico di proteggerla non si sarebbe dovuto interessare così tanto di questa sua scoperta, ed invece io ero lì .

Come se m'importasse di lei più di qualsiasi altra cosa , più di quel che ero diventato e quel che dovevo semplicemente essere per lei .

Io ero lì per lei.

Per noi.

Per l'amicizia che era nata fra noi, per quel qualcosa in più che era nato in noi.

" Jess. All'inizio per me eri una semplice ragazza sfigata da proteggere, l'ammetto . Ero perfino dispiaciuto nel dover sprecare il mio tempo con te , vedi ? Sono sincero . Ma poi giorno dopo giorno standoti accanto in ogni singolo momento della giornata, comprese quelle ore in cui ti spiavo anche semplicemente da una finestra per la tua protezione...io...io ho capito che voglio essere tuo amico per davvero , non soltanto un agente di polizia che ha la semplice funzione di farti da scorta , e forse vorrei essere anche qualcosa in più se tu mi permetterai . Da quella festa nella villa di Bea ho capito che per me sei veramente importante, altrimenti non sarei nemmeno qui in questo momento a chiederti...perdono. Perdonami Jessica. Stare al tuo fianco come un liceale e non come poliziotto era un modo efficace per non farti spaventare ancor di più da quelle numerose minacce di morte che tuo padre continua a ricevere da mesi .

In questi giorni sono venuto a conoscenza di verità incredibili, perfino su tuo padre , ma so benissimo che non mi crederesti quindi..."

Feci un passo indietro e mi grattai la nuca con una smorfia, silenzio : " D'accordo, facciamo come vuoi. Dimmi qualcosa almeno " risposi , mettendomi le mani sui fianchi e fissando la porta con occhi speranzosi.

Ma quella porta non si aprì e lei non disse neanche una sola parola .

" Domani ci vedremo a scuola, non fingerò più di essere un alunno. Sarò lì nel mio ruolo e ti starò accanto anche se non mi vorrai , è mio dovere farlo ma è anche un qualcosa che voglio fare io personalmente . Io non ti lascerò Jess, sarò al tuo fianco fino a quando questa storia non sarà finita , poi prometto che se ancora non mi vorrai più vedere andrò via dalla tua vita. Ma almeno adesso dammi una possibilità, una soltanto"

 

 

Stella

 

La cena era pronta, il tavolo nel soggiorno era apparecchiato .

Battei le mani compiaciuta , finalmente una cena di famiglia come non facevamo da tempo.

Diedi una sbirciatina all'orologio a pendolo poco distante dal tavolo , erano le venti e venti.

Gabriel era in ritardo come al solito .

Feci una smorfia, se non si sarebbe presentato a casa entro le venti e trenta l'avrei assillato di squilli e chiamate .

L'ultima volta che l'avevo sentito erano state le...diciassette ?

E mi aveva detto che era nel suo ufficio , ma che presto sarebbe andato dal suo capo per informarlo su quanto aveva scoperto dalla madre di Robert , la signora Mils .

Sospirai.

"Ho una fame tremenda" annunciò Dafne, la moglie di mio padre, mia matrigna nonché madre del mio amato fratellino Kevin , aveva quasi finito di armeggiare con il suo robot da cucina nel tentativo di preparare anche un dessert per la serata .

Era una donna gentile e disponibile, e non poteva essere proprio paragonata alla spaventosa matrigna di Cenerentola .

" Se tuo marito non sarà qui entro due minuti andrò a prenderlo. Non possiamo permettere che questi spaghetti allo scoglio facciano una brutta fine " avvisò mio padre , seduto sulla sua poltrona ed intento a veder il notiziario.

" Kevin?" domandai curiosa , guardandomi intorno .

Sapevo che era rientrato , ma ancora non ero riuscita a beccarlo : " dove è finito?"

Dafne fece spallucce mentre posava un vassoio colmo di fette di pane sul tavolo.

" Dovrebbe essere in giro per casa , come suo solito. Era piuttosto turbato , ha visto la signora Mils morire sotto i suoi occ..."

" Dafne! Sssh " tuonò mio padre , irato.

Guardai Dafne e mio padre riducendo gli occhi a due fessure: " Vedere morire chi ? Che cosa? Mils è morta ? Gabriel e Kevin hanno preso il colpevole ? Non hanno corso alcun pericolo, vero ? Ora Kevin e Gabriel mi sentiranno...non mi hanno detto niente. " sbraitai fuori controllo .

Mio padre mi afferrò le spalle: " Relax, il medico hai sentito cosa ha detto , no? Troppe emozioni fanno male al bambino "

"Papà, ho il diritto di sapere cosa succede, specie in tutta questa faccenda." precisai in tono duro

Lui mi guardò di sottecchi: " questa faccenda si sarebbe potuta svolgere in un altro modo se qualcuno di mia conoscenza non avesse fatto tutto di testa sua"

Sbuffai sonoramente sollevando il ciuffo di capelli che mi era cascato davanti agli occhi.

Mio fratello, proprio in quel momento fece capolino dalla porta del soggiorno: " Si mangia?" chiese speranzoso , aveva un taglietto su una guancia...mmm.

" Fratellino vieni qui" ordinai con un tono che non ammetteva repliche, sbattendo anche un piede per terra per fargli notare tutta la mia impazienza e rabbia .

Inarcò un sopracciglio ed avanzò nella stanza con le cuffiette del piccolo iPod nelle orecchie "Qualche problema , sorellona?" chiese titubante, strabuzzando gli occhi

" TU. Tu e Gabriel siete il mio problema, quando pensavate di dirmi che avete rischiato grosso oggi ? La signora Mils...tu l'hai vista morire. Chi l'ha uccisa ? Suo figlio ? Ma è impossibile ? Avete preso il colpevole ed avete..."

Alzò le mani :" Ehi...ehi...con calma. Hai gli ormoni impazziti , eh ?" domandò con un sorrisetto sulle labbra .

Ma c'era qualcosa che non andava, era evidente .

Kevin non era lo stesso di sempre.

Il suo sorriso sembrava spento, triste.

Trassi un profondo respiro e gli sfiorai una guancia con una mano, decisamente più calma e dolce : " Perdona i miei cambi d'umore improvvisi , sono dovuti alla gravidanza lo sai , no? " e un lieve sorriso affiorò sulle mie labbra : "Tutto ok?"

Si sforzava di mantenere un certo contegno, non mi piaceva per niente vederlo in quello stato.

"Tutto ok, sto benone" sminuì mordicchiandosi le labbra " domani andrà decisamente meglio vedrai. Oggi sono successe un pò di cose ma...recupererò" spiegò brevemente dandomi una pacca sulle spalle tanto da farmi vibrare il torace, intontita continuai a fissarlo: " D'accordo , ma se hai bisogno...sai che per te ci sarò sempre."

Mi scoccò un bacio sulla guancia e mi sorrise: " Oh, lo so per certo"

Din don . Qualcuno aveva suonato il campanello.

Mio fratello indicò la porta: " Credo che sia arrivata la tua dolce metà"

Il mio sorriso sulle labbra si allargò in maniera automatica , e corsi verso la porta.

Quando l'aprii la prima cosa che mi ritrovai sotto al naso furono undici rose rosse , ben avvolte in un meravigliosa composizione con tanto di nastri in raso rosso e nebbiolina.

"Oh" esclamai sorpresa.

"Perdonami, ti autorizzo a mandarmi via a calci nel sedere se ormai è troppo tardi per la cena" Afferrai le mie rose , e mi ritrovai ad affondare gli occhi in quei due abissi verdi dove non volevo fare altro che continuare a smarrirmi per il resto dei miei giorni , ed amarli a tal punto da insinuarmi attraverso di loro in ogni parte di lui , fino a mirare dritto al suo cuore, ormai già conquistato da tempo dalla sottoscritta .

" Per questa volta passa" risposi " ma la prossima non ti salverà nemmeno un camion di rose rosse a gambo lungo posteggiato sotto casa " e gli feci una linguaccia.

Lui sorrise ed io gli feci spazio per farlo entrare in casa mentre posavo le rose su un mobiletto lì accanto .

" Dafne ha preparato un..." non mi lasciò il tempo di finire.

Con una mano chiuse la porta alle nostre spalle mentre con l'altra mi cinse i fianchi per attirarmi a sé , contro il suo petto .

Mi sforzai di non far uscire dalle labbra un gridolino di sorpresa , per non rendere gli altri partecipi di ciò che stava accadendo .

E le sue labbra lambirono le mie.

Si tuffarono con passione , e la mia bocca l'accolse con gioia .

Gabriel mi baciò con un trasporto tale da farmi sentire ossigeno per i suoi polmoni , e cibo e acqua capaci di nutrirlo e mantenerlo in salute .

" Non ho fatto altro che pensarti oggi" ammise in un sussurro , continuando a mordicchiarmi le labbra.

Respirai il suo intenso profumo per aver parte di lui anche dentro di me , per poi sospirare ed afferrarlo per il colletto della camicia per costringerlo a baciarmi ancora.

" Gabriel sei tu? Stella tutto bene?" domandò mio padre dal soggiorno.

Mi staccai da mio marito controvoglia: " Andiamo, ci stanno aspettando" borbottai

Lui rise e mi sfiorò la punta del naso con l'indice: " Ti stai riprendendo vedo" notò , con un sorrisetto malizioso sulle labbra .

" Sì, sto già molto meglio" risposi , ed era vero.

Nonostante fossi uscita quella mattina dall'ospedale mi sentivo già in forze.

La costola incrinata ogni tanto si faceva sentire , ma per il resto i miei lividi non davano tanto fastidio, perfino il mio occhio nero aveva avuto un netto miglioramento...ero riuscita ad aprirlo...vedevo perfettamente.

Sicuramente ancora non avevo l'aspetto di sempre ma non m'importava.

"Oh , Gabriel era ora" esordì mio padre con un gesto teatrale .

Il mio amato sbirro si grattò il mento in evidente imbarazzo: " Chiedo venia , ma il mio capo non voleva proprio lasciarmi andare"

Dafne iniziò a fare grosse porzioni in tutta allegria mentre noi ci sedevano a tavola.

Kevin si mise proprio di fronte a me , già con la forchetta in pugno.

Scossi la testa con un sorriso: " Pronto per far piazza pulita?"

"Ovvio" disse lui

 

                                                              *****

La cena proseguì con tutta calma ed in completa armonia .

Era proprio quello che ci voleva.

Non mi sentivo così bene da mesi, e finalmente era arrivato anche per me il tempo di sorridere e guardare avanti nonostante le avversità .

Fu splendido e divertente sentir mio padre raccontare le sue marachelle fatte in gioventù, oppure i numerosi spasimanti di Dafne , che la corteggiavano in strani modi del tutto differenti e per lei senza speranze .

Kevin ritornò in sé quasi del tutto , la sua voglia smisurata di far battute era ricomparsa .

Quando mio padre e Dafne filarono in cucina per affettare il buon dolce che era appena stato sfornato proprio da loro, a tavola rimasi soltanto in compagnia di mio marito .

Mio fratello sembrava essere sparito nei meandri del bagno.

Gabriel recuperò un foglio di carta da una tasca dei jeans e mi guardò attentamente: "Stracciamo insieme questo pezzo di carta ormai inutile?"

Guardai quel foglio che avrebbe potuto distruggere il nostro matrimonio e sorrisi: " Distruggilo. Non deve rimanerne visibile neppure un pezzettino. Disintegralo."

"Kevin, l'accendino?" domandò traboccante di gioia e voglioso quanto me di dar fuoco a quel foglio con su scritto a carattere cubitali : divorzio .

Il ragazzo appena ritornato nel soggiorno sospirò sonoramente e scosse la testa allargando le braccia , come fosse rassegnato di qualcosa : " Non ho più accendini con me, Jess mi distrugge ogni pacchetto di sigaretta ed ogni accendino che nota in mio possesso"

Lo guardai attentamente : " Un momento. Non sarete mica diventati amici intimi."

Il ragazzo fece una smorfia e rimase sul vago : " Sì , secondo me siamo diventati qualcosa di più che amici , ma oggi abbiamo litigato di brutto . Spero che le passi questa voglia di tener la bocca chiusa e di non farsi sentire. Odio essere ignorato del tutto. "

"Quanto intimi?" domandai ansiosa, ignorando tutto il resto .

Il saper che mio fratello si era innamorato mi urtava non poco i nervi .

Lui era ancora troppo giovane, era...era...il mio fratellino.

Kevin mi guardò sconvolto: " Posso capire un fratello geloso nei confronti della sorella , ma una sorella gelosa nei confronti del fratello è roba da non credere, è inammissibile. "

M'indispettii : " Ah sì ? Vedremo quando le dirò ogni tuo difetto , tra cui il tuo essere vagabondo nel lasciare la tua biancheria intima sul letto"

"Stella" mi rimproverò " Gabriel dì qualcosa"

Cercava il sostegno di suo cognato , ma mio marito si limitò a sorridere e a dir questo :

" Avresti fatto bene a non legarti a lei . Se quel che ci ha detto Mils fosse vero , anche Barnas potrebbe diventar un nostro problema."

Kevin sbuffò: " Cosa c'entra la figlia con il padre ? Sono due persone completamente diverse. "

Gabriel lo guardò severo , alzandosi in piedi : " Voglio che tu non corra alcun rischio. Questa è una guerra tra due famiglie dobbiamo essere cauti , tra l'altro non so se Robert veda di buon occhio anche te visto quanto accaduto cinque anni fa . "

Guardai entrambi confusa.

" Oh andiamo , cosa potrebbe succedere se io decidessi di aver una relazione con Jess ?"

Gabriel fece una smorfia: " Come pensi che reagirà quando scoprirà che sospetti di suo padre? "

" Potreste spiegarmi?" urlai isterica.

Mi ignorarono, come se non avessi parlato .

Kevin fece spallucce: " Vedremo cosa diranno le prove che troveremo . Può darsi che Barnas non c'entri niente con tutta questa storia, ma che sia solo frutto d'immaginazione di Robert . "

" Ma cosa ? " domandai

" No, non credo che sia innocente" continuò mio marito.

Sentii le tempie iniziare a pulsare e le orecchie fischiare come un vecchio treno a vapore, vedevo già uscire il fumo : " SILENZIO" urlai

I due si ammutolirono all'istante .

" Spiegatemi ogni cosa , senza tralasciare nulla. Neanche una virgola, sono stata chiara?" ordinai furiosa.

Quando ritornarono mio padre e Dafne il loro racconto era quasi giunto al termine , e Gabriel e Kevin furono costretti a tornar indietro per far capire anche a loro la situazione .

Quando compresi che Robert era il fratello minore di James , quello fu un vero e brutto colpo da mandar giù , così come quello di venir a conoscenza del fatto che Robert reputava responsabile della morte di suo fratello anche mio marito . Adesso capivo il perché Robert conoscesse tutto su Gabriel.

Voleva usare me per portare a termine questa sua vendetta , era impazzito ?

Sfiorai una spalla di Gabriel per dargli un pò di conforto .

Doveva essere davvero dura per lui .

James...no, non era stata colpa di Gabriel se era morto per quella bomba esplosa all'improvviso in quel piccolo distretto romano . Era colpa di Johnny che ormai non era neanche più tra noi.

" Non è colpa tua" sussurrai dolcemente ad un orecchio di mio marito .

Lui mi sorrise , ma non mi rispose .

Posai la testa contro il suo petto : " Adesso capisco ogni cosa. Pensi che sia stato Barnas ad ordinare a quell'uomo di uccidere Mils?" chiesi

Gabriel sospirò: " Credo che sia stato anche lui a voler far fuori te in prigione"

Mi staccai da lui e lo guardai attentamente: " Cosa?"

"Robert non avrebbe avuto motivo di farti del male . Tu ormai eri già stata accusata di omicidio al suo posto, era tutto nei suoi piani . Facendo del male a te avrebbe soltanto fatto sorgere dei sospetti , dubbi, e lui voleva essere sicuro di non finire in carcere continuando a minacciarti , cosa che invece voleva Barnas per lui , per sbarazzarsi delle sue minacce e delle sue accuse . "

Il discorso filava, ma adesso la situazione era ancora più complessa.

Come sarebbe andata a finire?

Avevo davvero lavorato per un uomo che non era altro che un socio di mio zio Walter ?

Se sì, Barnas era venuto a conoscenza del fatto che io stessa ero stata una testimone in grado di mandare all'aria i suoi affari ?

Rabbrividii e Gabriel se ne accorse.

Mi strinse a sé scoccandomi un bacio fra i capelli: " Non ti preoccupare andrà tutto bene"

Dopo aver terminato di sparecchiare , Dafne e mio padre filarono a letto gridando buona notte a squarciagola .

Kevin fece altrettanto ritirandosi in camera sua , infilando nelle orecchie le sue cuffie ancora una volta .

Alla sottoscritta toccarono invece i patti .

Stavo insaponando un coltello quando delle dolci labbra si posarono sul mio collo , sorrisi: " Dai, altrimenti non finisco più. "

Lui sorrise e il suo caldo respiro a contatto con la mia pelle mi fece rabbrividire e venir la pelle d'oca : " Amore? "

Fece scorrere un dito sulla mia schiena , tracciando la linea creata dalla mia spina dorsale , e una scarica elettrica mi percorse tutto il corpo .

Poi mi sganciò il grembiulino da cucina che avevo indossato per non bagnarmi, ed io mi voltai verso di lui con ancora il coltello insaponato in mano: " Tesoro sono armata di coltello, non...fare...così...lasciami finire di lavare questa catasta di piatti . "

"Altrimenti?" mi provocò lui con un sorriso irresistibile.

Mi tremarono le ginocchia, quando sorrideva in quel modo era difficile far un pensiero coerente .

Deglutii : " Potrei non rispondere più delle mie azioni"

"Perfetto" rispose lui con voce calda " anche se nelle tue condizioni non dovresti stancarti troppo " aggiunse stringendomi in un dolce abbraccio.

Il mio orecchio sinistro sopra il suo cuore, che sentivo battere chiaramente.

Roteai gli occhi : " Sono incinta non malata" puntualizzai affondandogli un dito nel braccio che mi capitò a tiro.

Lui mi sfiorò il ventre con entrambe le mani , poi si chinò per baciare quella dolce curva che si era venuta a creare grazie all'esistenza del nostro bambino : "Vi amo" sussurrò a fior di labbra, per poi alzare gli occhi per incrociare i miei.

"Lavo io i piatti, e poi ti porterò in un bel posto."

Strabuzzai gli occhi: " A quest'ora?"

Mi fece un occhiolino: " Fidati di me"

*****

Salsedine.

Amavo l'odore di salsedine.

Sentirla pizzicare sulla pelle, stuzzicare gli occhi.

Respirare a pieni polmoni quella meravigliosa aria frizzantina era meraviglioso .

Le onde dell'Oceano si infrangevano con poca forza lungo tutta la costa, lasciando qualche piccolo sprazzo di schiuma sui miei piedi nudi , che si beavano di quell'acqua così fresca ma anche così piacevole .

Non faceva freddo, anzi tutt'altro...ormai il clima era estivo .

Lungo la spiaggia c'era qualche altra coppietta , come noi, intenta a godersi il cielo stellato .

Era una serata meravigliosa , e il paesaggio tutt' intorno non era da meno .

La ruota panoramica era illuminata e girava lentamente , riflettendosi nelle acque cristalline sottostanti e facendo da incredibile sfondo a risate e chiacchiere spensierate .

Molo di Santa Monica .

Io e Gabriel ci trovavamo proprio lì , avvolti teneramente in un telo da mare al chiaro di luna.

" E' un assaggio di paradiso , non trovi?"

Annuii mentre mi aggrappavo ancor di più al suo petto, stringendo forte la sua camicia fra le dita .

" Vorrei che questa notte non finisse mai" aggiunsi io.

Fece scorrere una mano fra i miei capelli e cercò il mio sguardo nonostante fossimo immersi nel buio , schiarito appena dalle luci della ruota panoramica non molto distante , e dalla luna che ci osservava attenta dall'alto : " Lo vorrei tanto anch'io, ma possiamo sempre ritornare qui quando vogliamo" e mi scoccò un bacio sulla fronte.

Mi strinsi ancor di più contro di lui, avvolgendogli le gambe con le mie mentre un'onda più forte ci bagnò fino ai polpacci : " Non credevo di ritornare ad essere così...così..."

" libera " concluse lui per me .

Sorrisi e gli diedi un pizzicotto su una guancia: " Sì, proprio così. Oltre quel mare di dolore che ho vissuto nel mio cuore c'era e c'è ancora il mio amore per te .

In mezzo ed oltre al dolore , l'Amore è sempre stato lì , presente , come un' isola di salvezza .

Il nostro amore non si è mai spento, nemmeno per un attimo mi ha abbandonata , vive in me "

Non rispose, ma sentii il tocco delle sue mani farsi strada fra i miei vestiti.

Rotolai sulla sabbia trascinando anche lui e ridendo liberamente .

Ero colma di gioia .

Mi sembrava di aver toccato per davvero il cielo con un dito.

Perché se quella notte era un angolo di Paradiso , allora il Paradiso era senza alcun ombra di dubbio un bellissimo posto .

*****

Quella notte mi convinse a salire sulla ruota panoramica .

Due giri nei quali io mi avvinghiai a lui per la paura di cadere giù , mentre mio marito per il mio comportamento si sbellicava dalle risate.

Il furbacchione aveva persino prenotato una stanza d'albergo tutta per noi per quella notte.

" Quanto hai speso?" chiesi

Mi stampò un bacio sulla bocca: "Ssssh , non ti preoccupare. Tutto calcolato. Non ci divertiamo come si deve dal nostro viaggio di nozze , ricordi ? " e mi sollevò di peso non lasciandomi neanche il tempo di reagire.

Nella stanza trovai petali di rose rosse sparse un pò dovunque, candele accese in ogni angolo, perfino nel bagno, per rendere l'atmosfera più romantica .

Ed un meraviglioso letto matrimoniale , dalle lenzuola bianche di seta , era poco distante da un ampio balcone dalle imposte spalancate . La ringhiera elegante era in ferro battuto , ed oltre questa era possibile vedere l'Oceano e sentirne le onde infrangersi lungo la costa .

Quando mi lasciò toccare terra con i piedi, corsi verso il letto e mi lasciai cadere fra le lenzuola , con un sorriso. Poco dopo su un cuscino notai una piccola scatolina blu che prima non avevo notato .

"Aprilo" sussurrò mio marito .

Con dovuta calma, ma senza nascondere il tremore delle mani, aprii la scatolina e rimasi senza fiato.

"Sei..."

"Matto...lo so."

Scossi la testa incapace di staccare gli occhi da quel solitario sublime: " Come...io..."

Lui rise e m'infilò l'anello all'anulare destro. Il sinistro era già occupato da ben due anelli, la fede e quel suo anello d'argento di cui mi aveva fatto dono cinque anni prima, su quel bellissimo ponte sul Tevere , a Roma.

Si sdraiò accanto a me sbottonandosi la camicia , rimanendo così a petto nudo .

" Siamo completamente invasi dalla sabbia" comunicai divertita mentre toglievo le scarpe dalle quali uscivano numerosi granellini di sabbia .

"Champagne?" propose prendendo una bottiglia da un secchiello colmo di ghiaccio, comparso chissà da dove.

Annuii .

Dopo aver bevuto soltanto una goccia di Champagne-per il bene del mio bambino- m'infilai sotto le lenzuola e lui fece altrettanto .

Come una bambina , ancora non del tutto stanca per cedere al sonno , presi a giocare e obbligai mio marito a tuffarsi sotto le lenzuola assieme a me .

Prese a farmi il solletico , ed io presi a mordicchiarlo in risposta .

M'imprigionò fra le lenzuola non so nemmeno come ed in tono soddisfatto disse : " Amore...adesso che fai?" mi sfidò

Mi lasciai amare...ecco cosa feci .

In tutto e per tutto , come non facevamo da mesi .

Mi liberò di ogni indumento con estrema calma ed io feci altrettanto con lui .

Le sue mani presero a percorrere ogni centimetro di pelle del mio corpo , ormai non più curiose, vogliose di conoscerlo - lui conosceva già a memoria ogni parte di me - ma desiderose di amarlo ancora una volta e per altre innumerevoli volte . Si soffermavano di più sul mio petto , e spesso tracciavano simpatici percorsi fra i miei capelli , al contrario di me che circondavo la sua schiena ed i suoi fianchi con le mie braccia .

Lo baciai fino a togliergli il respiro, almeno fino a quando la mia costola ed i miei lividi non richiamarono la mia attenzione .

A quel punto Gabriel trasformò il suo tocco .

Diventò più leggero, come una lieve carezza sulla pelle.

" Ti amo" era tutto ciò che riuscii a dirgli in quel momento.

*****

Aprii gli occhi, era già mattina da come potevo notare dalla gran luce che irradiava la stanza attraverso il balcone aperto .

La brezza mattutina mi accarezzava una gamba nuda sfuggita da sotto le lenzuola .

Allungai con un sospiro un braccio alla ricerca del mio amore, ma lui non c'era .

Non era più disteso al mio fianco, perchè?

Mi voltai verso la sua parte , le lenzuola erano ancora tiepide, segno che non doveva essersi alzato da molto .

Al suo posto trovai un vassoio con dentro un cornetto al cioccolato ed un cappuccino , dove sopra vidi disegnato un tenero cuore .

Sorrisi. C'era anche un biglietto.

Amore mio, dormivi così bene che non ti sei nemmeno accorta dei numerosi baci che ti ho scoccato sulla fronte , meglio così...mi sarei sentito un pò in colpa se tu ti fossi svegliata a causa mia . Sarei voluto restare con te ancora un pò , per coccolarti , tenerti stretta fra le mie braccia , ma il dovere mi chiama . Ci sentiamo appena possibile. Buona colazione.

TI AMO

                                               Gabriel

 

Poggiai ancora una volta la testa sul cuscino e sorrisi .

Il nostro legame è , e sarà sempre più forte . Nessuno potrà impedirmi di amarti e di vivere con te al mio fianco





Angolo autrice 


Ciaooooo ragazzi ^^ Spero che questo capitolo vi sia piaciuto con tutto il cuore <3
Ringrazio _lalla27_ , noemi_ST , tonia90 e Novalis per le loro meravigliose recensioni *______* 
E tutti voi che preferite , seguite e ricordate questa storia <3 
Al prossimo capitolo ;) 
Un bacione a presto ;) 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Ibelieve93