Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: ShawnArms    04/05/2014    5 recensioni
Hermione sorrise.
- E vuoi tu Hermione Jean Granger prendere Harry James Potter come tuo sposo?
- Lo voglio.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Ginny, Harry/Hermione, Luna/Ron
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Come d'incanto'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

L’euforia che genera il matrimonio può condurre a fare mosse avventate. Ronald Weasley, ovviamente, ne stava per provare le conseguenze.

Dalla fine della scuola Ron e Luna Lovegood erano diventati sempre più amici. La bionda trovava divertente il modo di fare del rosso e la sua naturale mancanza di tatto. Lui invece era stato ammaliato dalla facilità con cui lei incantava gli sconosciuti, raccontando di animali di cui nessuno avesse mai provato l’esistenza.

Quando uscivano insieme, molte persone li guardavano male. Luna era solita mettersi ai lobi bizzarri orecchini, fatti di altrettanti strani oggetti. I suoi preferiti erano formati da lamine d’oro intrecciate da cui pendevano foglie d’ulivo fresche.

Nell’insieme però era molto carina. Gli sgargianti vestiti che indossava erano di ottima fattura. Molly Weasley, che gliene aveva fabbricati molti, le faceva spesso i complimenti.

La donna all’inizio non aveva approvato la loro stretta amicizia, ma poi vedendo come la ragazza riuscisse a far sembrare il figlio minore meno imbranato si era arresa all’evidenza: quei due erano fatti l’uno per l’altra.

Ron era tutto il giorno che vagava per Diagon Alley. Era agitato e svariate goccioline di sudore gli scendevano lungo il viso macchiato di lentiggini. Era pronto? Cosa gli avrebbe risposto?

Erano le cinque del pomeriggio e alle sette aveva un appuntamento con Luna. Anche se il sole stava calando velocemente picchiava ancora inesorabile sulla schiena del giovane.

Poca gente passeggiava davanti alle vetrine, alcune coppie e un paio di famiglie con bambini piccoli. Lentamente, la strada acciottolata che terminava davanti alla Gringott, si stava tingendo di arancione.

La maglietta di Ron era tutta sudata e mandava un tanfo incredibile. Come se tutto ciò non fosse già abbastanza, un rumoroso languore, ricordò al ragazzo che, l’unica cosa che aveva mangiato, era stato un “microscopico” panino di sua madre.

Miseriaccia, dov’è quello stupido negozio?

Il rosso guardò l’orologio ammaccato che aveva sul polso sinistro: le sei meno dieci. Velocizzò il passo.

Era appena passato davanti al negozio di Olivander quando …

Il ragazzo biondo si massaggiò il capo. Ron si rialzò da terra.

- Sono mortificato … non ti ho visto … aspetta un attimo! Tu … che cosa ci fai qui? –Ron riuscì a riconoscere con chi si era appena scontrato.

- Sì sono io Lenticchia e perché sono qui, non t’interessa. Dov’è lo sfregiato? – Draco Malfoy si spolverò i pantaloni.

- È in viaggio di nozze, lo sai benissimo. – brontolò seccato.

- Ah già, è vero. – sghignazzò l’altro sprezzante - Beh Weasley, ora devo andare. Ti consiglio di andare da un oculista, mi sa che non ci vedi troppo bene.

Un oculasta? Ma che diavolo è?

Dopo aver mandato al diavolo Malfoy, Ron si avviò in una viuzza laterale. Le case erano talmente alte che il sole riusciva a trapelare a stento. Ciò giustificava il pessimo stato dell’intonaco delle case e l’orrenda puzza di muffa che aleggiava nell’aria.

Finalmente il ragazzo trovò il negozio che per tutto il giorno aveva cercato. Una logora insegna di legno recitava: “Da Danny; La bottega dei gioielli”.

Pessima rima.

Da fuori il negozio era insignificante :le polverose vetrine lasciavano intravedere i gioielli esposti, vecchi cartelli scritti a mano informavano i clienti degli sconti in corso.

I muri erano di semplici mattoni marroni che stavano cominciando a sgretolarsi. La porta che conduceva all’interno era scrostata e il legno era tutto tarlato.

Ron entrò facendo scampanellare la porta. Una fioca luce illuminava il piccolo negozio.

Un grande bancone circolare col ripiano superiore rivestito di vetro graffiato girava tutto il negozio. Qua e la, alcune vetrinette mostravano gioielli di ogni tipo: bracciali, collane e anelli.

Il ragazzo andò al balcone. Sembrava che non ci fosse anima viva. Un piccolo campanello d’argento annerito era posto vicino alla cassa. Ron lo suonò. Il limpido trillo echeggiò per qualche secondo nel negozio vuoto.

Dopo poco, una giovane strega apparve davanti al ragazzo che, spaventato, aveva imprecato sonoramente.

- Benvenuto nel nostro negozio. Qui troverà gioielli di ogni tipo e fattura. Non si lasci sfuggire la nostra offerta speciale: sconto del dieci percento ogni venti articoli acquistati. – recitò a memoria la ragazza. Sembrava parecchio annoiata.

Aveva dei lisci capelli castani che le arrivavano alla vita, lunghe unghie pitturate con un brillante smalto rosso e grandi e tempestosi occhi grigi.

Dalle orecchie le pendevano due eleganti orecchini di perle di fiume.

- Emh grazie ma cercavo solo un anello – mormorò Ron imbarazzato.

- Per quale occasione: matrimonio, fidanzamento, compleanno?

- Seconda opzione – le orecchie gli si colorarono di rosso

- Ecco questi sono i modelli disponibili - la ragazza era più interessata.

E adesso come faccio a decidere?

Una miriade di anelli erano adagiati sul bancone: d’oro, d’argento, di platino. Alcuni erano molto elaborati: delicate incisioni davano un tocco di classe al monile; altri invece erano semplici cerchietti.

Il suo sguardo fu catturato da un bellissimo modello: d’argento con tanti piccoli cristalli incastonati sopra. Gli bastò uno sguardo per capire che era proprio quello che cercava. Era semplice ma romantico.

- Ottima scelta. Sono settanta galeoni. Paga adesso o glielo metto in conto? Nel secondo caso il denaro sarà poi prelevato dalla sua camera blindata.

- Me lo metta in conto grazie.

Mi ci vorrà una settimana di stipendio per pagarlo!

Ron uscì dal negozio e si smaterializzò, sperando di far cadere la dolce Luna tra le sue braccia.

***

Harry era seduto su gradini del bungalow che avevano affittato. Le onde che s’infrangevano sulla risacca spezzavano il rilassante silenzio che lo circondava.

Mentre teneva i piedi sotto la sabbia calda il sole tramontava pacifico dietro l’altro promontorio a Est. Era la loro prima vacanza da marito e moglie e se la stavano godendo un sacco.

Durante il giorno stava sdraiato con la moglie sotto il sole ad abbronzarsi, la quale aveva assunto un bel colorito uniforme. Harry per scherzare aveva iniziato a chiamarla “Gianduiotta”, soprannome che le piaceva molto.

Un altro passatempo era fare lunghe passeggiate sulla spiaggia, ammirando i riflessi del sole sull’acqua cristallina e ascoltando gli acuti richiami dei gabbiani, che comunicavano da una scogliera all’altra.

Harry, suo malgrado, non aveva mai fatto snorkeling, così Hermione l’aveva obbligato a infilarsi maschera e boccaglio per vedere i pesci dai mille colori che nuotavano pacifici poco sotto di loro o, quei pochi temerari che si divertivano a entrare e uscire dalla fluttuante chioma della ragazza.

I due adoravano l’Italia e le sue bellissime città d’arte; Venezia, Roma, Firenze e Torino gli avevano tolto il fiato. I neo sposini avevano poi scelto la Sardegna come meta finale della vacanza.

Quel viaggio di nozze sarebbe dovuto essere all’insegna del riposo, infatti, le bacchette dei due maghi giacevano abbandonate in fondo alla valigia.

Gli c’erano voluti parecchi spicci per prenotare tutto; il volo di andata e ritorno aveva gravato sul conto di entrambi i ragazzi.

Durante il viaggio di andata Harry era stato incollato al sedile: aveva una paura tremenda degli aerei. Quando decollavano, le nocche del ragazzo diventavano bianche a causa della tremenda pressione che con le mani esercitava sui braccioli del comodo sedile.

Hermione si era preoccupata quando Harry all’atterraggio era di colpo sbiancato. Mentre la voce del capitano invitava tutti a scendere lui aveva preso la moglie per la mano, facendola voltare sorpresa

- Fammi questo piccolo favore: al ritorno schiantami! Non sopporterei un altro volo così. – aveva chiesto lui supplicante.

- Per te questo e altro amore – con un bacio aveva lo aveva rassicurato.

Mancavano pochi giorni alla partenza e finalmente anche Harry era riuscito ad abbronzarsi un po’, smettendo di essere pallido come al solito.

Quella sera Hermione era turbata, un idea folle nella testa. Era pronta? Forse era troppo presto, avrebbe magari dovuto aspettare qualche anno.

La ragazza stava preparando la cena con l’immane quantità di pesce pescata da Harry, che aveva messo gli ami in una grotta semi sommersa poco lontano dalla spiaggia.

Quando il ragazzo rientrò in casa, lei stava affettando una grossa orata.

Il giovane le si avvicinò e delicatamente le cinse i fianchi con le braccia e cominciò a darle baci sulla guancia, i capelli di Harry le ostruivano la visuale del suo operato.

-Smettila! Ma sai com’è, con il cespuglio che ti ostini a chiamare capelli, non rischio assolutamente di tagliarmi, no no. – rise lei.

- Uffa! Quand’è che la finirai di fare battutacce sulla mia bellissima chioma?

- Quando la farai vedere a un barbiere

Venti minuti dopo si sedettero al piccolo tavolo della cucina, Hermione che rispondeva a monosillabi agli insistenti tentativi di attaccare discorso.

Come faccio a chiederglielo?

- Che bella giornata oggi! Ce la siamo goduta, non trovi?- cominciò lui incoraggiante.

- Mhmh … - rispose lei senza staccare gli occhi dal piatto.

- Senti, stavo pensando di andare a fare una passeggiata domani … ti va?

La ragazza fece un cenno di assenso, poi appoggiò la forchetta che tintinnò a contatto con la ceramica.

- Che cos’hai oggi? Non parli nemmeno.

La ragazza sorrise al marito che la guardava pensieroso. Non voleva ancora affrontare il discorso, non a tavola, poiché era sicura che Harry sarebbe caduto dalla sedia.

Quella sera a letto non riusciva a dormire, il vento che si era alzato dopo cena sferzava con forza le finestre di legno della casetta.

Basta devo dirglielo. Non ce la faccio più!

Hermione svegliò il ragazzo che russava sonoramente al suo fianco con una carezza. Harry si girò verso la moglie, gli occhi verdi ancora impastati di sonno.

- Hey amore. Perché mi hai svegliato? – le chiese mezzo indormento.

- Ecco …. È da un po’ che ci penso. Siamo sposati, abbiamo una bella casa, lavoriamo … - cominciò lei incerta.

- Gianduiotta mia, stringi o ti ritroverai a parlare con la mia schiena

- Ci ho pensato e credo di voler allargare la nostra famiglia. Magari non subito, però … vorrei tanto avere un figlio. Un piccolo te o una mini me.

- Oh Hermione – le disse lui emozionato.

- Ecco lo sapevo. Sto correndo troppo. – gli occhi di lei s’inumidirono.

Il ragazzo la zittì con un bacio.

- Cucciola, mi hai fatto la domanda più bella del mondo. Come potrei non volerlo?

I due si abbracciarono a lungo, Harry che piangeva in silenzio, la testa appoggiata alla spalla della ragazza. Era vero, tutto vero e già s’immaginava il suo piccolino che gattonava per la casa, loro che lo ascoltavano pronunciare la sua prima parola.

Con questi pensieri felici si addormentò vicino alla moglie, sapendo che prima o poi qualcuno avrebbe riempito di vagiti assordanti la sua nottata.

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ShawnArms