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Autore: ambra_chiara    05/05/2014    1 recensioni
Buonsalve a tutti! Mi chiamo Ambra, sono una mezzosangue figlia di Era e di Zeus, sembrerebbe epico detto così, ma non lo è molto... prima di tutto non li ho mai visti e non mi hanno certo ereditato i loro poteri, sono una comune mezzosangue.
L'unico mio contatto con i miei genitori è quella collana che porto al collo, un piccolo cordoncino nero con appeso un pezzo di ossidiana lavorato con estrema cura, lunga e sottile.
Quello non è solo un semplice gioiello, è allo stesso tempo un cappio al collo...
Grazie all'aiuto dei miei amici riuscirò a sconfiggere un nemico invisibile?
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le tre pietre '
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Mi avviai da Clarisse, avevo scoperto che era lei che indagava sull’esplosione: meglio, così ci avrei messo poco a convincerla a dirmi tutto ciò che sapeva a riguardo, meno ancora sul fatto che avrei lavorato con lei.
Chirone non me lo aveva proibito, aveva detto che era meglio di no… però non aveva proprio detto che era da escludere.
La trovai che camminava diretta verso il bosco
“Clarisse!” lei mi salutò      
“Ehi! Come è andata?” per un attimo stavo per dirle tutto, poi mi bloccai tenendo la bocca aperta, la figlia di Ares mi guardò perplessa
“Bene” riuscì a dire.
Aveva perfettamente capito che mentivo, ma sapeva quando si voleva prendere i propri spazi, e capiva che in questi casi poteva starmi solo vicino
“Sei sicura?” annuì e lei mi diede una pacca sulla spalla, il massimo della tenerezza che si potesse pretendere da lei, ma per me andava benissimo
“posso collaborare sull’indagine riguardo all’esplosione?” chiesi con tutta la tenerezza che potessi esprimere
“Hai quattordici anni, l’età della tenerezza l’hai passata da un pezzo!” scherzò “Ma comunque… sei sicura? Magari…”
“Sicura come la morte” dissi con un tono fermo e autoritario
“Bel paragone. Andiamo, seguimi piccoletta!” sorrisi contenta e la seguì.
“Dopo non devi andare da Chris?” domandai passando sotto un ramo
“No, gli ho detto che molto probabilmente avrei dovuto passare del tempo con te, e avevo ragione” alzai un sopracciglio per chiedere ulteriori spiegazioni
“Insomma, ti conosco bene… so che avresti avuto bisogno di qualcuno con cui parlare, o almeno avresti avuto bisogno di me per sapere qualcosa di più sulle indagini della tua esplosione” disse
“Mi conosci troppo bene…” dissi
“Certo, insieme a Michelle e Jim…” sorrise
“Si, è questo il problema, mi conoscete tutti e tre meglio di me” magari fosse stato così, magari avessi potuto rivelare il mio segreto della maledizione, ma non potevo… la cosa mi pesava così tanto.
“Sei pronta?” disse Clarisse fermandosi
“Certo…” si scostò e oltrepassò un grande albero, seguita a ruota da me.
Il paesaggio cambiò radicalmente, al terreno umido e fertile se ne sostituì uno arido e ricoperto da una polvere grigia.
Gli alberi erano scomparsi, c’era solo cenere dentro quello spazio circolare abbastanza grande.
Al centro di tutto questo stava la pietra: splendeva e mi chiamava, ma non osai avvicinarmi.
Clarisse mi mise un braccio intorno al collo
“Stai tremando… sapevo che non era una buona idea…” stava per portarmi indietro ma mi divincolai dalla sua stretta
“No. Voglio aiutarti. Allora, cosa volevi fare per prima cosa?”
“Ricostruire i fatti” annuì
“Stavo su un albero che era qui” dissi mettendomi nel punto preciso “Poi sentì brillare qualcosa alla sua base… mi avvicinai” guardai lontano, come se fossi una spettatrice di questa vicenda.
“Nel tronco c’era questa cazzo di pietra. L’ho toccata, ed è esploso tutto” Clarisse si avvicinò all’enorme pietra, era tentata di toccarla.
“Non farlo” dissi, lei annuì poi mi guardò con gli occhi sbarrati
“La tua collana…” il ciondolo levitava e puntava in direzione della pietra.
La staccai dal collo, tenendola in mano, si dimenava e voleva raggiungere quella pietra.
“Sono stufa di sta’ cosa… ” disse Clarisse, prese la sua lancia e iniziò a colpirla, ma non successe nulla
 “Fa provare a me…” estrassi il pugnale e porsi la collana alla mia amica, perché mi stava davvero infastidendo, poi mi accovacciai verso la minaccia.
“Am, dubito che il tuo pugnale possa fare qualcosa” detto fatto, l’ossidiana sotto ai miei colpi si tagliò come burro dividendosi in tanti piccoli sassolini.
“Wow” disse Michelle sbucando dal nulla dietro di me “Ma sapete che poteva esplodere? E magari uccidervi anche…”
Mi venne un colpo, era comparsa senza fare alcun rumore.
“Si, avevo calcolato questa possibilità” disse Clarisse, evidentemente mentendo
“Ovvio” disse Michelle “Ora Clarisse te la rubo, e devi venire anche tu”
“Dove?” chiesi
“è un sorpresa”
“Possiamo tardare le indagini?” chiesi alla figlia di Ares
“Certo, se è per quello…” pure Clarisse sapeva di che si trattava, l’unica all’oscuro ero io.
Intanto la pietra si riformava, i pezzi si ricongiungevano silenziosamente senza che noi tre ce ne accorgessimo.
 
Ce ne andammo dal bosco
“Tieni questa” mi disse Michelle porgendomi la sua bandana blu
“Ok” me la stavo per mettere in testa
“No! Sugli occhi!” disse Clarisse mettendomela giusta
“D’accordo, grazie per il regalo Michelle!” dissi
“Non è un regalo, ma non importa… vieni” mi prese la mano mentre io non vedevo niente, qualcuno cercava di fermarmi per chiedermi come stavo, ma le mie amiche gli rispondevano che non c’era tempo ed erano aspettati stasera, non so per cosa, ma non chiesi per non confondermi ulteriormente le idee.
Iniziarono a correre, il che non fu un’ ottima idea perché inciampai e caddi di ginocchio
“Scusa Am!” disse Michelle sollevandomi “Ok, nulla di rotto, vieni! Vieni!”
“Mi preoccupate!” mi fecero schiantare contro il più bel fratello di Clarisse, lui dato che era alto e muscoloso non si fece niente, mentre io caddi per la seconda volta.
“Scusa Alex, andiamo di fretta!” si scusò Clarisse per poi rimetterci nuovamente a correre.
“Siete impazzite? Alla fine di questo tragitto sarò caduta un centinaio di volte…” si bloccarono di colpo e fecero frenare anche a me.
“Jim… tutto pronto?” chiese la figlia di Afrodite
“Certo! Non vedi?” rispose lui “Forza toglietele la bandana”
“No aspetta, prima una presentazione…” disse Michelle “dato che noi tutti siamo a conoscenza per la tua passione verso i cavalli, e sei l’unica di noi quattro che non possiede un mezzo di trasporto animale…” mi tolse la bandana e mi mostrò Jim che teneva per le redini un magnifico cavallo andaluso, color bianco con qualche chiazza grigia qua è là, era già sellato all’inglese con dei finimenti neri che facevano contrasto con il manto bianco del equino.
Mi immobilizzai per poi abbracciare Clarisse e Michelle, poi raggiunsi Jim e infine abbracciai il cavallo:
“Grazie! Grazie! Non so cosa dirvi è stupendo!” lo accarezzai mentre lui mi annusava
“Si chiama Buckie, come l’amico di Capitan America” spiegò Jim.
Io ero quasi alle lacrime tanto ero contenta: “è un bellissimo nome, grazie… non so come ringraziarvi”
“Hai fatto sempre tanto per noi, quell’esplosione ci ha preoccupati tantissimo, ci ha fatti pensare che ti sei sempre fatta in quattro senza pretendere niente” disse Clarisse accarezzando Buckie
“Non è vero…”
“Come non è vero? Quella volta che avevo il vomito tu cosa hai fatto?” chiese Jim “sei rimasta con me per tre giorni, ospitandomi nella tua casa per far si che i miei fratelli non si infettassero, aiutandomi in tutto e per tutto, rischiandoti di prendertelo te, il virus, mi hai fatto compagnia non lasciandomi mai… solo per andare in bagno e di questo te ne sono infinitamente grato” ridacchiai mentre lui mi metteva un braccio intorno al collo
“O quella volta che mi si è rotta la lancia, tu me l’hai aggiustata, e mentre non ce l’avevo mi hai prestato tutte le tue armi, compreso il tuo amato arco, da cui non te ne separi mai e il tuo pugnale” continuò Clarisse per poi lasciar finire Michelle
“Per non parlare di quella volta che tutti erano contro di me, non credevano che quelli della casa di Ermes avevano rubato davvero alla nostra casa tutto lo shampoo perché non c’erano prove ed ero appena arrivata, quindi nessuno mi conosceva… ma tu, neanche ci eravamo mai rivolte la parola e mi hai difeso, come sempre poi da quel momento, come hai difeso, aiutato e supportato tutti noi con tanta pazienza e buona volontà, vogliamo solo dirti grazie”.
Lì non riuscì più a reggermi, li abbracciai tutti, stringendoli in una morsa che pareva di un serpente tanto era forte.
“Vi voglio bene”
“Anche noi.” disse Michelle
“Come siete riusciti a prendere Buckie?” domandai accarezzandolo e mollando i tre
“Abbiamo pregato tanto, ma tanto, ma tanto Poseidone… lui si è rotto di sentire le nostre preghiere ed ecco qua un ottimo andaluso per la sua nipotina. Inoltre stasera ci aspetta una festa con i fiocchi” spiegò Clarisse
“Come?” chiesi
“Certo! Sai, non abbiamo mai fatto una festa di compleanno per te, ed eccola qua” mi rispose Michelle
“Ma non vi sembra troppo?” continuai
“Na!” disse con un gesto drammatico la figlia di Afrodite
“Ne parliamo ora. Allora… pronta a cavalcare?” domandò Jim porgendomi il mio cap
“Certo!” fortunatamente Buckie non era troppo grande, solo un metro e sessanta al garrese e quindi riuscì a salire da sola issandomi sulla staffa.
Condussi Buckie nel prato più vicino mentre Michelle e Clarisse prendevano i loro pegaso e Jim il suo cavallo, e insieme galoppammo liberi e senza preoccupazioni.
  
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