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Autore: SilviaDG    06/05/2014    7 recensioni
SIGNORI E SIGNORE, RAGAZZI E RAGAZZE, ECCO A VOI GLI HUNGER GAMES FRA SHADOWHUNTERS E NASCOSTI!
[...]Clarissa Fray- Imogen pronuncia con enfasi il mio nome,sento una stretta al cuore.
Alzo la testa e vedo e vedo tutti gli sguardi rivolti verso di me.
Mi faccio coraggio e guardo Simon,gli rivolgo un sorriso forzato,forse sarà uno degli ultimi che vedrà sulle mie labbra,andrò nell'arena. [...]
[...] Ho imparato che l'amore- stacca lo sguardo- è difficile, ma meraviglioso, perfetto, fa dimenticare tutti i problemi, illumina la notte, ecco. Senza stelle non c'è amore, senza amore non ci sono stelle.[...]
~ Dal testo~
[AU-Shadowhunters/ Hunger Games]
Genere: Azione, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Clarissa, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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-Stavo quasi per preoccuparmi!- la voce suadente e arrabbiata di Molly arriva lontana, come se ci parlasse da un altro pianeta. 
Per esempio la Luna, o Marte.
Quanto vorrei andare su Marte...
- C'è stato un imprevisto- Jace la rassicura.
Torno alla realtà, dimenticandomi di Marte, e analizzo la frase di Jace: "c'è stato un imprevisto".
Imprevisto?
Meliorn è stato un "imprevisto"?
Mi allontano da Jace e mi lascio cadere a terra, fra l'erba alta.
Nonostante non si veda neanche una nuvola, l'erba è un pò bagnata. Sicuramente la pioggia la avrà inzuppata questa notte e ancora non si è asciugata del tutto.
Non che mi dispiaccia, anzi, quella sensazione di umidità che mi viene regalata da quelle poche goccioline fresce che riescono a penetrare nella tuta, lasciandomi con degli appaganti brividi di freddo,mi rilassa leggermente. 
In realtà qui mi sento più protetta, qui è tutto diverso da quell'oscura foresta, è tutto più tranquillo, persino il silenzio è più amichevole. 
Ma ciò che amo di più di questo posto è il "pavimento": nessuna casa, neppure quella più elegante e costosa della terra, ha delle piastrelle che possano eguagliarne la bellezza. 
Non amo usare il termine "bellezza", è troppo generico e popolare, ma, questa volta, non c'è altro modo di descrivere questo posto.
Ogni singolo filo d'erba è di una sfumatura diversa che varia dal verde brillante al giallo spento.
Se si ammira la collina da una postazione alta, come la montagna che abbiamo attraversato per arrivare qui, sembra di guardare una singolare opera astratta di un pittore così esaltato da apparire geniale, che ha utilizzato le sfumature di questi colori per creare un intrigo di caos e ordine.
Dato che l'erba è alta, non si riescono a scorgere i particolari.
Ad esempio, prima di riuscire a vedere la mia chioma rossa, gli occhi in questione dovrebbero essere a circa 100 metri da me.
Quindi, secondo me, questo è un ripare persino più sicuro della foresta, dove, invece, bastava salire su un albero e avere una buona vista al buio per uccidere qualcuno.  
Qui non c'è una postazione abbastanza vicina e alta dalla quale si possano cogliere tutti i particolari, l'unico modo per scovare il nemico è vagare per tutto lo spiazzio, sperando di essere visti troppo tardi per rispondere all'attacco. 
Ma ci vuole un bel pò di tempo per raggiungere e scovare la nostra postazione. 
Infatti siamo arrivati alle colline dopo circa due ore di cammino straziante poichè abbiamo deciso di non attraversare la cornucopia, ma di arrivare senza uscire dalla foresta.
Il percorso si è dimostrato più tortuoso e complicato, ma, escluso quell'incontro con Meliorn, non abbiamo dovuto affrontare nessun altro pericolo.
Durante questo frangente di tempo, non ho parlato per niente, non ho proferito parola, mi sono limitata a respirare, cercando di allontanarmi il più possibile dalla realtà, e a tenermi stretta al corpo di Jace, come fa una bambina piccola con il suo orsacchiotto preferito.
Ma, nonostante tutto, non sono riuscita ad allontanarmi dalla verità, non si può nascondere sotto un lenzuolo una grande lampada accesa: ho ucciso un mio amico.
In realtà non so se fosse davvero un mio amico, non so perché gli abbia detto che era come un fratello per me...
Forse l'ho detto per farlo morire in pace, o forse l'ho detto perché, in fondo, è la verità. 
- Strana, la tua ragazza- commenta Molly, allontanandomi dai miei pensieri.
Sarei strana perché, dopo che Jace ha definito "un imprevisto" la morte di Meliorn, mi sono allontanata da lui?
Non mi sento proprio di risponderle, non capirebbe, non sa cosa è successo in realtà. 
E poi non la conosco, lei non mi conosce.
Come fa a dire che sono strana?
Odio le persone che si fanno giudizi affrettati basati su pochi particolari... anche se a volte giudico anche io così...
Comunque "strana" non è il termine giusto, non credo.
Mi andrebbe bene sbadata, irascibile, persino stupida, ma non strana.
Non sono strana, giusto?
- Forse per questo la amo- risponde Jace.
Non lo guardo.
Il mio sguardo è ancora perso nelle sfumature dell'erba, le studia, così da farle rimanere impresse nella mia mente.
Forse, un giorno, le ricorderò e cercherò di riprodurne anche solo una, aggiungendo il bianco, il nero, o il giallo, finché la creazione non sarà precisa all'originale.
Però, forse, una persona che pensa alle sfumature di verde dell'erba non è molto "normale".
Forse è perché sono un'artista e vedo tutto in modo diverso, forse per questo sono strana.
In più Jace non ha negato l'affermazione della nascosta, anzi, la ha usata come "complimento": mi ama perché sono strana.
E io? Io lo amo? E perché lo amo, se lo amo?
- Spero che ti ami anche lei- Molly si siede a qualche metro di distanza da me, indovinando i miei pensieri.
In effetti spero di amarlo.
- Perché quel suo fratellino- continua il suo discorso guardandomi con odio, come se fosse colpa mia, come se gli somigliassi- stava quasi per ammazzarmi.
Allunga la gamba verso di me e mostra la tuta strappata, una benda logora e macchiata dal sangue che ricopre un pezzo di pelle.
- Dove l'hai presa?-indico la benda.
- Sei molto riconoscente- sorride- ti salvo la vita e mi chiedi dove ho preso la benda.
Forse non è stata una domanda molto gentile, ma so che mio fratello l'ha ferita, so che le ha provocato del male perché lei lo stava distraendo mentre Jace cercava di salvarmi, so la storia.
Non so solamente dove ha preso la fasciatura o come l'ha realizzata.
Fa scorrere le dita sulla benda, toccando i contorni delle macchie di sangue, come se stesse studiando un mappamondo e stesse cercando di memorizzare i confini degli Stati.
Cerco di trovare una risposta che non mi faccia somigliare ad un agnellino stupido, ma neanche ad un leone affamato.
Direi che dovrei provare ad essere una volpe curiosa, astuta e intelligente.
- Magari non mi fido di te- cerco di usare un tono intimidatorio, ma, non credo di riuscirci perfettamente- Anche se mi hai salvata, forse hai un secondo fine, forse qualche altro tuo alleato ti ha dato la benda.
In effetti non ho detto niente di sbagliato, ho solo formulato un'ipotesi abbastanza possibile. 
Accade molto spesso, nell'arena, che qualcuno si guadagni la fiducia dell'altro per poi pugnalarlo alle spalle.
Almeno erano queste le voci che giravano nel 12.
Forse Molly si è addirittura ferita da sola...
- Giustamente- Molly è più furiosa di un toro- ti salvo il culo e non ti fidi- si alza- Non so come tu faccia a sopportala- dice rivolgendosi a Jace- già dopo un minuto mi viene da ammazzarla.
Che capacità che ho...
Riesco a farmi nemici in un minuto...
Interessante. 
- Se dice un'altra cosa che non mi piace- mi rivolge un'occhiata assassina- salvarla non avrà avuto alcun senso, perché la ucciderò con le mie mani.
Mi alzo anche io.
Con le sue mani.
Ma chi si crede di essere?
- Provaci- stendo le braccia- non ho armi, non ho niente, non so combattere- ammetto- non è difficile uccidermi- sibilo- e scommetto che se morissi sarebbe meglio per tutti- non c'è niente e nessuno che adesso mi fermi dal dirlo- perché non sono altro che un'assassina.
Jace ci guarda dalla parte opposta, senza dire una parola, come se non fosse interessato al nostro dialogo. 
Ma so che ci sta ascoltando, so che interverrà nel momento cruciale, forse quando Molly mi punterà un coltello alla gola. 
E non posso permetterlo, devo attirare adesso la sua attenzione prima che accada il peggio.
- Sarebbe stato meglio davvero se mi avessi lasciato lì- punta lo sguardo su di me.
Sono un genio, anche se non credo di aver usato uno stratagemma molto intelligente per farmi notare.
Ma devo continuare a parlare, se non voglio destare sospetti.
- Ero al sicuro- affermo con un filo di voce- e stavo molto meglio con...- mi blocco prima di capire quello che sto dicendo. 
No, il mio diversivo per non essere uccisa non è molto conveniente. 
- Tuo fratello maniaco e due ragazzi che probabilmente ti avrebbero ucciso?- Molly mi blocca e continua la mia frase- Non ci metto niente a riportarti lì dove eri, rischio di meno anche io. Jonathan non mi darà la caccia, se ti riporterò lì.
Mi ributto a terra e porto le mani alla testa, scostando le chiocche ribelli dal viso. 
- Mi riposo qualche minuto e me ne vado, non preoccupatevi, tolgo il disturb...
- No!- urla Molly- Dopo che ti ho salvata e ho rischiato la vita non lascerò che tu te ne andrai...
La fisso, socchiudendo leggermente gli occhi per vedere meglio e per cercare di assumere un'aria seria, stupita e superiore. 
- Fammi capire- comincio- prima mi dici che ti converrebbe riportarmi lì e poi...
- Non te ne andrai...- sibila.
Ah giusto! Adesso ho capito.
- Senza una ricompensa? - chiedo con tono pacato- Ti do tutto il mio zaino- rispondo- c'è uno stilo e del materiale da disegno, se ti interessa- non credo che le interessi- oppure mi stacco un pezzo di tuta e lo metti sulla tua ferita, dentro il tessuto della tuta c'è un antidoto contro il veleno, credo che agirà sulla ferita, se ne hai- rifletto- così ti avrò salvato il culo anche io e saremo pari, se è questo che vuoi.
Ecco, adesso ho combinato il peggio.
Per non farmi ammazzare sto rischiando di tornare da mio fratello.
E probabilmente Molly non mi avrebbe uccisa davvero, adesso che ci penso.
Sono un'idiota.
Perché mi sto comportando così? 
- Clary- ci interrompe Jace.
Alleluia! Finalmente!
Avevo attirato la sua attenzione, ma per farlo parlare ho dovuto minacciare di andare via.
- Cos'è?- chiedo- Dopo che prendo la decisione di andarmene intervieni? Cosa facevi mentre riflettevo? Ammiravi i tuoi capelli o....- mi blocco.
No, no, no!
Cosa sto blaterando?
Perché mi sto comportando così? 
Credo proprio che non abbia parlato per attirare la sua attenzione...
Forse, senza volerlo, ho detto la verità. 
- Clary!- dice- Lo capisci o no che ti stai comportando come una bambina invidiosa?- è leggermente lontano da me, ma è come se mi stesse spuntando le parole in faccia- Smettila di fare la stupida, se ti abbiamo salvata...
È vero che mi sto comportando non da me...
Ma è vero anche che non sono una stupida principessina che piange e aspetta che il principe arrivi da lei, in groppa al suo cavallo bianco, per salvarla.
- Mi sarei salvata da sola- forse no, forse non ci sarei riuscita, ma almeno non mi sarei mai sentita in debito con nessuno, soprattutto con Molly. 
Se Jace avesse organizzato tutto da solo, se fossimo stati io, lui e i nostri pensieri, forse avrei potuto accettarlo.
Ma non mi piace per niente essere in debito con questa qui. 
- E non sono di certo invidiosa di- so che dicendolo somiglierò molto a mio fratello, ma non mi interessa- di questa nascosta- pronuncio la parola in modo dispreggiativo- con la coda da leone!- mi faccio sfuggire un risolino.
Jace mi guarda sconvolto, come potrebbe non esserlo?
Adesso non solo non mi sto comportando come faccio di solito, sto anche utilizzando il comportamento di mio "fratello".
Cosa sta succedendo? 
- Troppo tardi, a quanto pare- commenta Jace, rivolgendosi a Molly- quel suo fratellino le ha messo queste idee in testa ed è riuscito a farle il lavaggio del cervello in poco tempo- si avvicina lentamente a me.
Ha uno sguardo diverso, quasi "cattivo".
- Se non torni in te sarò io stesso a ucciderti.- sibila, quando arriva di fronte a me.
Scuoto il capo.
Non dovrebbe essere così, no.
Lui mi ha salvata per stare con me, per trascorrere del tempo con lui e io...
Io mi comporto come un'idiota.
Complimenti, Clary.
Hai praticamente costretto il tuo "ragazzo" a farti minacciare.
Scommetto che nessun altro può vantarsi di aver fatto una cosa del genere.
Mi sdraio completamente fra l'erba. 
- Scusate- sussurro, portandomi le mani sugli occhi.
- Non ho sentito bene- riconosco la voce divertita di Molly.
- Scusatemi- dico con un pò più di voce e poi tolgo le mani dagli occhi, cominciando a guardare il "cielo".
È giorno, sicuramente è ancora mattina.
Almeno da qui posso capire in che momento della giornata ci troviamo. 
- Adesso va meglio- Molly viene verso di me e mi si siede accanto- Su, torna in te- sorride.
Possibile che sia la stessa persona che ha minacciato di uccidermi? 
- Non guardarmi in quel modo- mi dà una pacca amichevole sulla spalla proprio nel momento in cui mi metto a sedere- Sono crudele solamente con chi non mi sta simpatico- ammette- ma tu hai l'aria simpatica, nonostante la scenata di prima.
Fatemi capire.
Prima mi minaccia insieme a Jace e poi dice che sono simpatica e mi scusa per la scenata inutile che ho appena recitato?
- Sei davvero- la fisso- strana anche tu- sorrido leggermente- comunque non è da me...- cerco di dire.
- Non scusarti di nuovo- mi interrompe- qui dentro impazziscono tutti, anche a me succede.
Che informazione carina.
- In realtà avrei formulato una teoria su questo posto- getta uno sguardo a Jace, come se lui capisse.
Lui si siede accanto a me.
- Adesso che sei tornata in te...- mi guarda in un modo che mi fa sciogliere come un ghiacciolo al sole, anzi, in meno tempo- Sei tornata in te, vero?- chiede, alzando un sopracciglio.
- Credo di sì- mi mordo il labbro inferiore- scusa- basta questa semplice parola?- non so proprio cosa mi sia successo...
- È lo stress, posso capirlo- sorride con tristezza- secondo uno studio- assume un'aria pensierosa- un modo per togliere lo stress è...
- Parlare dei propri problemi, lo so- dico- ma credo che tu sappi a quali sono i miei problemi, circa- in effetti è vero- anche se il fatto che tu mi abbia minacciata...- dico-Non riesco ancora a credere che due minuti fa ci minacciavamo fra di noi e adesso siamo seduti sull'erba tutti insime, quasi in procinto di organizzare un pic-nic.
In effetti, se avessimo una tovaglia a quadro rossa e bianca, un cestino di vimini, dei bicchieri, una bottiglia di aranciata, qualche panino e un dolce, sarebbe proprio un pic-nic perfetto. 
- Uno- la voce di Jace, adesso, è più calma, sta quasi per riprendere quel suo "tipico accento sarcastico".
Non riesco ancora a capire come siamo riusciti a riappacificarci.
L'Arena fa davvero impazzire.
- Uno- ripete Jace- non sto parlando di quello studio...due- mi fissa, quasi dispiaciuto- ti ho minacciata perché ero fuori di testa anche io- sospira- secondo te ti ucciderei?- sorride.
No, non mi ucciderebbe.
- Ok, dimentichiamo la nostra discussione da pazzi- propongo- però voglio sapere come togliere lo stress- mi ha incuriosita- quello studio cosa afferma? 
- Credo che sia più facile metterlo in atto che spiegarlo- alzo un sopracciglio.
Questa è la tipica frase che dicono i professori quando non sanno come spiegare qualcosa e cominciano a scrivere cose incomprensibili alla lavagna.
Possibile che Jace mi ricordi la mia professoressa di francese?
Senza nessun preavviso vedo Jace avvicinarsi a me.
Ok, professoressa di francese, esci dalla mia testa.
Siamo vicinissimi, vicini come...
Il gesso sulla lavagna quando la prof di francese "spiega".
Cavolo, basta.
Però la prof non se ne va dalla mia testa finché, esattamente un secondo dopo, Jace mi bacia, facendomi ricoricare a terra.
Sento il corpo formicolare, il mio cervello staccarsi da me e volare via, le mie labbra diventare un tutt'uno con le sue...
E poi finisce troppo presto.
- Quello scienziato, che esista o no, è un genio- sussurro- forse dovrei essere stressata più spesso- noto.
Lui, adesso coricato accanto a me, mi guarda, come se cercasse una risposta.
- Mmhhh- mette il suo braccio intorno alla mia vita- lo studio dice di aumentare le dosi se il paziente è meno stressato- mi bacia di nuovo e io mi muovo verso di lui, finendo sopra il suo corpo.
- Non dovrebbe essere al contrario?- domando- Niente stress, niente cura.
Solitamente si fa così, in effetti.
- È uno studio rivoluzionario- sorride, poi sta quasi per ricominciare a baciarmi quando...
Qualcuno tossisce.
Molly, naturalmente. 
Mi ricompongo e mi siedo.
- Sono felici che siate innamorati e tutte quelle cose vomitevoli- ha un tono leggermente schifato- ma se non vi avessi fermati avreste rischiato di andare troppo oltre- sorride- e sono sicura che non vorreste farlo con delle telecamere puntate su di voi- comincia a ridere.
Jace si siede e mette un braccio intorno alle mie spalle.
- Beh, non credo sia una buona idea- mi guarda- vero?
- Non credo- sorrido- soprattutto con mia mamma che ci guarda- sussurro al suo orecchio- sono sicura che adesso sarà su tutte le furie.
Lui sorride. 
- Amo far andare su tutte le furie la gente- mi risponde.
- È maleducazione parlare all'orecchio delle persone- sbotta Molly.
Questa, invece, è la tipica frase che la gente pronuncia quando è curiosa, si dice per far capire in modo indiretto che si vuole partecipare alla conversazione. 
Almeno ho sempre pensato questo.
- Okay- dice Jace- mi ha detto che sua madre ci sta guardando e sicuramente sarà scandalizzata e avrà istinti da omicida contro di me, qualcosa del genere.
Gli tiro uno schiaffo amichevole sul viso.
- Ops- continua- forse non voleva che lo dicessi a tutta Panem- sorride- per questo lo avevi detto all'orecchio? - chiede.
- Idiota- sibilo mentre sorrido.
Poi gli do una pacca sulla spalla e lo allontano leggermente, ma lui si riavvicina subito.
- Posso salutare tua madre?- sussurra al mio orecchio.
- Ancora?- dice Molly- Allora è un vizio! Non si parla nelle or...
- No!- urlo di scatto, lasciando stare la voce di Molly, che continua a blaterare indisturbata.
- Sei pazzo?- comincio a ridere.
Questi sbalzi di umore non sono molto carini, diciamo.
- Sai che lo farò lo stesso- mi guarda divertito, come fa un bambino quando trova finalmente una giostra che fa per lui, o quando ha voglia di zucchero filato e localizza un negoziante che lo vende a pochi soldi proprio vicino al punto in cui si trova.
Comincia a scrutare l'ambiente, sicuramente in cerca di telecamere. 
Dove hanno messo le telecamere? 
Le hanno appese nel nulla, dato che qui non c'è proprio nessun posto in cui nasconderle?
- Non siamo in un telefilm!- gli rivelo- Potremmo morir...
- Per questo ci tengo- sorride- non avrò altre occasioni. 
Non avrò altre occasioni.
Mi si stringe lo stomaco.
- Mi fate capire cosa sta succedendo? - chiede Molly, sicuramente offesa.
Jace si schiarisce la voce e si alza.
Nascondo la testa fra l'erba e cerco di tapparmi le orecchie. 
- Non è luogo nè tempo- sento la voce di Jace.
Oh no, lo sta facendo davvero. 
Pensavo fosse uno scherzo, cavolo.
- Ma, cara mamma di Clary- cavolo, cavolo, cavolo- di cui non conosco il nome.
No, no, no, ma cosa sta facendo?
- Sono Jace Herondale, il ragazzo- si ferma- figo, direi, di sua figlia.
Oh, oh....
Immagino il viso sconcertato e furioso di mia madre.
Spero che non stia guardando. 
Ma so che sta guardando, lo sento.
- E vorrei dirle- adesso ha la voce seria- che la amo veramente- sospira- no, no! Non amo lei!- grida subito dopo, mi faccio sfuggire un risolino.
- Mi lasci spiegare, amo sua figlia Clary, ecco, la amo tanto- si blocca- ma davvero tanto- mi tira un calcio leggero negli stinchi, consapevole del fatto che non lo sto guardando. 
- Aia!- urlo e mi alzo malavoglia. 
Lui mi prende per un braccio e mi avvicina a sè.
- Che cavolo stai facendo?- sussurro- Potremmo morire e ti metti a fare idiozie?
Lui mi guarda per un momento, poi continua.
- E, come ho detto prima - mi guarda in modo ammonitorio- non è luogo nè tempo- appoggio la mia testa alla sua spalla- ma credo che non esisterà altro luogo nè altro tempo...
- Muoviti!- urla Molly, quasi divertita.
Una dichiarazione d'amore...
Qui?
Davvero! L'Arena fa impazzire!
- Allora, mamma di...
- Jocelyn...- sussurro. 
- Jocelyn, ecco- mi guarda- quello che le voglio dirle è che quella notte, o quel giorno, o quel pomeriggio, o quella sera...- comincia a giocare con i miei riccioli- ha fatto davvero un bel lavoro.
Sorrido come una stupida, poi lui cerca di baciarmi e io mi allontano.
- Mamma!- urlo- Ti voglio bene- penso a cosa posso dire per tranquillizzarla- e sono ancora vergine!
Jace scoppia in una risata fragorosa e si butta a terra, fra l'erba. 
Possibile che tutto questo sia succedendo dentro l'arena? 
Possibile che ci stiamo davvero " divertendo"?
Possibile che Jace stia parlando a mia madre attraverso una telecamera nascosta che dovrebbe riprendere le morti dei tributi? 
- Scommetto che questa è la prima volta che due tributi si divertono dentro l'arena- sorrido.
- E anche l'ultima- dice una voce.
Prima che capisca cosa sta succedendo sento che qualcuno mi sta dando degli ordini.
- A terra!- urla Jace.
Mi butto in mezzo all'erba, facendomi male ad una caviglia. 
E da qui vedi soltanto due cosa: una chioma bianca e un pugnale che si conficca nella pelle di Molly, ancora in piedi.
E non posso fare a meno di urlare.
No, qui non ci si può divertire.
 
 
 
 
 
 
 
 
ANGOLO ROTONDO DOVE DUE DISPERATE CERCANO CONFORTO:
Oh figo Anubi!
Scusate, scusate, scusate, scusate, scusate!
Siamo in ritardo catastrofico e il capitolo non ci convince.
S: Ok, Chiara, stuppati, per oggi.
Scusate davvero :"(
Ma non abbiamo tempo, dobbiamo studiare sempre di più e dobbiamo cominciare preparare le tesine...
Cioè siamo già in ritardo, in realtà...
Abbiamo solo qualche idea e già i professori ci pressano quiiiindi...
Scusate se capiterà ancora di arrivare in ritardo :"(
Vorrà dire che staremo studiando e cercando di metterci a lavoro per non fare tutto all'ultimo (S: come succede sempre, aggiungerei)...
È solo che non vogliamo fare figuracce e vogliamo essere preparate♡
Ci perdonerete mai? :"(
Alla prossima♡
Scusate, scusate, scusate ancora♡
~S&K~
  
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