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Autore: LunaMoony92    06/05/2014    3 recensioni
E' passato più di un anno dalla morte di Fred. George è distrutto e, per l'ennesima volta, decide di affogare il suo dolore nell'alcool. Ma qualcosa succede quella sera. Per uno strano scherzo del destino o per chissà cosa, George si ritrova a casa di Hermione. Questo è l'inizio della nostra storia...
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Fred Weasley, George Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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3 Maggio 2000, 2 anni dalla morte di Fred.
 
 
Si fa presto a cantare che il tempo sistema le cose, si fa un po’ meno presto a convincersi che sia così.
 
Era già mattina da un pezzo in quella periferia babbana. Le strade erano piene di gente che rincasava, segnale che l’ora di pranzo era ormai vicina, ma in quella villetta al numero 7 di Dickens Close*, tutto taceva.
George si svegliò. Accanto a lui, Hermione stava ancora dormendo, coperta soltanto da un lenzuolo leggero.
Gli ci volle un minuto buono per realizzare cosa era successo la notte precedente: lui e Hermione avevano fatto l’amore. Se anni prima qualcuno gli avesse detto che sarebbe successo, sicuramente l’avrebbe preso per matto. In effetti, stentava a crederci anche adesso che fosse successo davvero.
Certo, negli ultimi mesi lui ed Hermione si erano avvicinati molto. Erano diventati amici, si vedevano spesso durante la settimana ma non erano mai andati oltre un abbraccio o un bacio sulla guancia per salutarsi. Inoltre, Hermione aveva da sempre frequentato la Tana, quindi poteva considerarla quasi una specie di “sorella”.
Era successo tutto all’improvviso. Si erano trovati a baciarsi per la prima volta su quel divano e, l’attimo dopo, erano già persi l’uno nelle braccia dell’altro.
Ma lui non se ne pentiva.
Per la prima volta dopo due anni, si sentiva bene. Chissà però se Hermione era dello stesso avviso.
E se Hermione l’avesse fatto solo per compassione? Oppure perché era solo era stufa di tutto quel dolore e le serviva un “diversivo” per scrollarlo via?
La paura che una di queste opzioni potesse rivelarsi vera, colpì George con la violenza di uno schiaffo e la bolla di benessere dentro cui si era svegliato, scoppiò all’istante.
Come si era potuto illudere che la sua vita avesse ripreso ad andare per il verso giusto?
Poteva una  sola notte cambiare le cose?
Si avvicinò ancora di più ad Hermione, per osservarla meglio. Negli ultimi anni era davvero cambiata. La “Prefetto Perfetto” che era stata a scuola  aveva lasciato il posto ad una vera donna, nonostante la sua giovane età. Era meno ligia alle regole adesso, le Caramelle della Verità ne erano una prova, e anche meno “rigida”. 
Una cosa però aveva colpito di più George: Hermione aveva imparato a fare le battute. E facevano anche ridere! George sorrise. Adesso era lei quella che faceva le battute.
“Saranno stati gli anni passati insieme a me e Fred che stanno dando i frutti” pensò.
Il solo ricordo di Fred lo fece piombare di nuovo nella tristezza.
Tutti continuavano a ripetergli che il tempo avrebbe guarito le sue ferite, che col tempo sarebbe stato meglio, ma non era successo. Continuava a stare male per la morte del fratello, si sentiva colpevole, si sentiva soprattutto solo.
Solo negli ultimi mesi aveva iniziato a  convincersi che forse era davvero così. Ma il tempo, da solo, non poteva funzionare, George aveva bisogno di qualcos’altro per stare bene. Aveva bisogno di Hermione. Ma lei aveva bisogno di lui?
 

Io non so se è proprio amore: faccio ancora confusione. So che sei la più brava a non andarsene via.
 
Mentre era immerso in questi pensieri, George vide Hermione muoversi nel sonno. Con i capelli arruffati e il viso arrossato era davvero bella pensò. Lentamente  allungò il braccio verso di lui e lo strinse forte. George sussultò. Era come se Hermione volesse fargli capire che voleva davvero che lui fosse lì.
Chissà cosa stava sognando. Sembrava serena.
Si, George aveva davvero bisogno di lei. Ma questo lo spaventava tremendamente.
Pensandoci bene, non sapeva cosa provasse realmente nei suoi confronti.
Era amore? Solo affetto? Amicizia? Bisogno?
Non riusciva a capirlo, aveva un’enorme confusione in testa. L’unica cosa di cui era certo era che, comunque sarebbero andate le cose, lei non l’avrebbe fatto sprofondare di nuovo in quel baratro. Lei non sarebbe andata via, perché Hermione era così. Hermione c’era sempre stata. Anche quando lui non se ne rendeva conto, lei era li, pronta a prendergli la mano che lui si ostinava a non porgere a nessuno. E non era stato un caso quindi che quella notte di sei mese fa, fosse stata proprio lei a esserci per salvarlo.
 
 

E ci siamo mischiati la pelle le anime le ossa...
Tu che dentro sei perfetta mentre io mi vado stretto.
 
Si, lei era davvero perfetta. Non avrebbe mai creduto di dirlo un giorno, ma si, era quello l’aggettivo giusto per descriverla. Nessun’ altra era riuscita a farlo stare bene in quei due maledettissimi anni. Nessuna. Solo lei aveva trovato il modo giusto per stargli vicino, per farlo tornare piano piano a ridere, per farlo tornare ad essere se stesso, almeno in parte. 
Si, lei era perfetta. Era lui il problema.
Il “nuovo George” gli andava proprio stretto. Triste, malinconico, irritabile, noioso. Spesso si ritrovava a pensare che, se Fred avesse potuto, vedendolo in quel modo, l’avrebbe preso volentieri a calci. Ma non poteva farci niente. Non riusciva a sfuggire a quel nuovo se stesso che prepotentemente l’aveva cambiato. In realtà, non sapeva più nemmeno chi fosse davvero.
 
 
 

Hermione aprì gli occhi e lo vide. Era già sveglio, lo sguardo perso a contemplare il paesaggio fuori dalla finestra mentre con una mano le accarezzava distratto la schiena. George si sentì osservato. “Buongiorno” le disse imbarazzato. Hermione sorrise. Chissà cosa stava pensando. Conoscendolo, o per meglio dire, conoscendo la nuova versione di George, stava sicuramente già andando in paranoia. Il vecchio George l’avrebbe sicuramente svegliata con un sorriso, una battuta. Il vecchio George forse non sarebbe mai finito a letto con lei, pensò. Si rabbuiò.
Lui sembrò accorgersene e, incerto, iniziò: “Hermione, io non so cosa…” Ma lei lo bloccò, poggiando le sue esili dita sulla sua bocca.
“Shh! Non devi dire niente. Sono felice. Davvero.”
E, così dicendo, gli si avvicinò e poggiò la sua testa sulla sua spalla.
 
 
George rimase spiazzato da quelle parole. Per tutto il tempo che l’aveva osservata dormire, si era ripetuto come un mantra che non doveva illudersi, che erano solo amici.
Aveva imparato a sue spese che quando le cose sembrano andare per il verso giusto, c’è da avere paura perché presto sarebbe andato tutto a rotoli. Aveva imparato che la felicità è solo un’illusione, la vita è un’altra cosa.
E invece lei l’aveva sorpreso, aveva, ancora una volta, riacceso in lui una speranza.
Lentamente le passò il braccio attorno alle spalle cingendola e si avvicinò ai suoi capelli.
“Hai un buon profumo” le disse semplicemente prima di avvicinarsi e baciarla.
 
 
 
 
Non va più via l'odore del sesso che hai addosso. Si attacca qui, all'amore che posso, che io posso. Ti dico solo: non va più via davvero, non va più via nemmeno se... Non va più via..
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
* Dickens Close, Hartley, Regno Unito, trovato così, per caso, su Google Maps. L’ho scelto perché non è molto lontano da Londra, dove sia George che Hermione lavorano.
  
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