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Autore: ambra_chiara    07/05/2014    1 recensioni
Buonsalve a tutti! Mi chiamo Ambra, sono una mezzosangue figlia di Era e di Zeus, sembrerebbe epico detto così, ma non lo è molto... prima di tutto non li ho mai visti e non mi hanno certo ereditato i loro poteri, sono una comune mezzosangue.
L'unico mio contatto con i miei genitori è quella collana che porto al collo, un piccolo cordoncino nero con appeso un pezzo di ossidiana lavorato con estrema cura, lunga e sottile.
Quello non è solo un semplice gioiello, è allo stesso tempo un cappio al collo...
Grazie all'aiuto dei miei amici riuscirò a sconfiggere un nemico invisibile?
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le tre pietre '
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Galoppammo veloci come il vento, Buckie aveva un andatura bellissima e comoda, con la criniera scossa dal vento era il più bel cavallo del mondo intero.
Andammo alla massima velocità finché non raggiungemmo il campo di fragole, e non ci sembrava il caso di entrarci dentro.
Clarisse e Michelle volarono con i loro pegasi facendo acrobazie in aria mentre io e Jim lasciammo mangiare l’erba ai nostri due cavalli, il suo era una bellissima giumenta nera, un frisone di un’eleganza infinita di nome Dream.
“Am, tutto ok?” mi chiese Jim sedendosi accanto a me all’ombra di un grande albero
“Si, perché?”
“Non ci credo, c’è qualcosa che ti turba…” sospirai, per quanto quel pomeriggio fosse stato bellissimo appena avevamo smesso di galoppare avevo subito iniziato a pensare alla maledizione.
“Jim, non te lo posso dire…” guardai per terra “Posso dirti solo che è una questione di vita o di morte, ma non devi preoccuparti, sai cosa devi fare per aiutarmi?” scosse la testa mentre i suoi capelli corti e castani si muovevano leggermente alla fresca brezza “Stammi vicino, non puoi fare altro” lui annuì a mi abbracciò, mettendomi un braccio intorno al collo con fare fraterno, capendo che era una cosa seria se parlavo in modo così strano e triste, infatti non lo sono quasi mai.
“Questione di vita o di morte? Cosa hai combinato?” disse lui sorridendo mentre appoggiavo la testa sulla sua spalla
“Sono nata” risposi sorridendo, Jim sospirò, la sua pelle sapeva di bruciato… ci credo, aveva preso il sole per tutti questi giorni e aveva la pelle olivastra, faceva contrasto con la mia pelle lattea, un’altra cosa che faceva contrasto è che lui era alto mentre io ero una tappetta, anche se lui era solo un anno più grande di me.
“Dimmi che non appena avrai bisogno di me lo dirai” disse
“Certo! Sai che sei il mio migliore amico” mi strinsi ancora di più a lui, soprattutto perché avevo freddo per quanto fosse luglio.
“Sei freddissima” feci spallucce
“Una pietra è esplosa accanto a me e sono sopravvissuta, ti lamenti che sono fredda?” lui ridacchiò annuendo “Secondo me morirai assiderata a luglio!” ridemmo entrambi.
“Ho paura” continuai dopo che la preoccupazione aveva preso ad entrambi il posto al’allegria “Insomma, quella cosa è importante, qualcuno c’è l’ha con me e non so neanche chi”
“Stai tranquilla, c’è tutto il campo disposto a difenderti, noi tre per primi” sorrisi
“Siete i miei migliori amici”
“Lo so, siamo meravigliosi! Il figlio di Apollo poi in particolar modo è simpatico, bello, divertente e ironico”
“L’importante è crederci!” scherzammo per un po’ finché non ci addormentammo entrambi.
 
Nel sogno ero ancora sulla spiaggia con i vestiti alla greca neri, ma non ero sola… questa volta c’era pure Jim, con un vestito bianco che gli lasciava scoperto le gambe e metà pettorale.
Lo guardai e scoppiai a ridere “Ti dona la gonna!” lui fece la linguaccia
“Parla quella col vestito più lungo di lei e una scollatura provocante!” guardai, non ero poi così scollata.
“Sei solo invidioso, vorresti portare tu un vestito così! Magari se fai il bravo te lo presto…”
“No grazie, ne faccio anche a meno!”
Dopo questo scambio di battute ci accorgemmo che non c’era nessuno.
“Ma dove diavolo siamo?” chiese dopo aver fatto un gesto melodrammatico con la mano.
“Nel mio sogno”
“Siamo nella tua testa? Nella tua testa c’è un mare?” ci mise dentro la mano “è calda…” mi spruzzò infradiciandomi tutta
“non è la mia testa, è un sogno, ma vedo che vuoi la guerra eh?” strappai la gonna che si ridusse arrivando alle ginocchia, poi mi immersi cercando di non bagnare il vestito e continuando a lanciare spruzzi addosso al mio amico.
Dopo un po’ ci tuffammo, ci immergemmo nell’acqua cristallina, nuotammo a dorso, facemmo le gare finché non ci accorgemmo di una presenza sulla spiaggia.
Tornammo a riva, vicini perché entrambi avevamo paura della figura alta e slanciata che ci attendeva, eravamo fradici con gli abiti appiccicati al corpo e i capelli che gocciolavano.
“Era…” dissi
“Ciao cara, ti sei divertita? Da quanto che non vedi il mare” esclamò lei cercando di avvicinarsi, ma io mi allontanai e Jim si contrappose tra me e la dea.
“Comunque ho visto che hai saputo…” mi tolse la collana col pensiero e sulla spalla mi comparve una voglia, una strana macchiolina nera che sembrava espandersi da un momento all’altro.
Poi me la rimise immediatamente: “Visto? La collana ti tiene vita”
“Ma è allo stesso tempo un cappio al collo” disse Jim
“Il tuo amico, come è dolce… sta’ attento a quello che fai, mia figlia è estremamente pericolosa figlio di Apollo”
“Era, come faccio a difenderlo se non posso difendere neanche me stessa? Non poi forgiare un altro gioiello per lui?” lei sospirò
“Am, non devi, insomma…” cercò di dirmi Jim
“Ti ho detto troppo, ora sei in pericolo pure tu, mi dispiace, tantissimo”
“Tranquilla, ma forse è meglio se mi raccontate perché io non so nulla a parte che Ambra rischia la vita” gli raccontammo tutto, da cima a fondo e lui ascoltò con pazienza infinita
“Lo sapevo che Am non è normale, pensavo che avesse solo sbattuto tante volte la testa, e invece ha una maledizione, si spiega ogni cosa”
“Sorvolerò su questo ultimo commento perché se no lo affogo, non potresti costruire qualcosa anche per lui?” domandai
“Chiederò ad Efesto, nel frattempo…” estrasse dalla tasca una piccola perla
“Tienila sempre con te, eviterà di farti localizzare da chiunque, qualsiasi minaccia, l’ho creata io per mia figlia, ma so che adesso ne hai bisogno tu”
“Non so come mai la gente dice che è una vera arpia lei, è così gentile” disse quel lecchino del mio amico.
Era accennò a un piccolo sorriso dopo una smorfia
“Andate ragazzi, Clarisse e Michelle vi stanno chiamando” batté le mani e l’intero paesaggio cambiò.
 
  
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