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Autore: Mave    08/05/2014    6 recensioni
Sono personaggi "secondari" ma senza di loro non avremmo avuto i grandi talenti del Giappone d'oro. Una raccolta di one-shot incentrata sul rapporto tra i nostri campioni e i loro genitori.
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sono queste le storie che, in un futuro lontano, narrerà ai suoi figli.

Storie fatte di semplicità e di quotidianità, di affetto grossolano e di aneddoti divertenti.

Ryo racconterà di sua madre, di quel donnone con le mani sempre incipriate di farina, con il grembiule dai buffi ricami annodato in vita, con il profumo del buono addosso.

Non avrà bisogno di inventare mondi popolati di fate, maghi ed eroi, Ryo, perché Kaori, nel suo piccolo, è la sua eroina. È il suo modello anche se non glielo ha mai detto, una donna coraggiosa che sa sempre sopperire alla stanchezza e alle delusioni e nascondere la fatica dietro ad un largo sorriso.

Ryo e Kaori si somigliano. Non saranno mai i protagonisti, sbaglieranno e non saranno perfetti, eppure è la loro testardaggine autentica, il loro spirito combattivo, il pedalare sempre in salita che li rende persone migliori, che gli permette di migliorarsi.

Ryo lo sa benissimo che, con il pallone, non sarà mai bravo quanto Tsubasa o quanto Taro eppure non rinuncia, non si sente inferiore a nessuno. Lui è bravino e, con costanza e desiderio di migliorare, sa di poter realizzare gli stessi sogni dei suoi amici.

Forse è un po' mascotte, un po' outsider. Eppure Ryo è qualcosa in più delle targhe di riconoscimento, dei dubbi colpi difensivi con cui ferma gli avversari: Ryo è l'uomo spogliatoio.

Con la sua allegria, con la battuta sempre pronta, con il viso sempre arrossato dalle pallonate che, caparbio, impedisce finiscano in rete, sa essere "una carrozza durante un viaggio a piedi".

Perché, in fondo, questo essere estroverso, questo essere solare e positivo lo ha ereditato da Kaori che, dopo tanti anni di matrimonio e mille sogni rimasti nel cassetto, riesce ancora ad essere briosa.

Racconterà di lei, Ryo, ai suoi figli e a chiunque gli chiederà della sua vita. Non dimenticherà mai le sue origini nemmeno se dovesse diventare famoso, un giorno.

Racconterà della mamma che insisteva per farlo diventare un ragazzo modello e uno studente diligente e dei suoi numerosi escamotage per sfuggire al controllo di Kaori per correre al campo di Nankatsu a sgambettare con gli amici o delle improbabili frottole quando c'era da andare a giocare in trasferta.

Anche per la prima partita di qualificazione al torneo nazionale, Ryo è ricorso ad una bugia. Forse quando Kaori lo scoprirà lo rincorrerà per tutta la casa con il mattarello, lo metterà in punizione e poi lo perdonerà. Perché loro sono fatti così: non riescono a tenere il broncio per molto.

Se solo la mamma non considerasse un inutile spreco di tempo giocare a calcio!

Pensa Ryo mentre ferma un tiro avversario con poca eleganza, gettandosi contro quello a peso morto.

"Forza Ryo. Forza. Tieni alto il nome degli Ishizaki! Fa vedere a questi pivelli come si sta in campo!"

La voce gli gela il sangue nelle vene. Fatica a riconoscere quella donna dalle guance rosee che sventola una bandiera e lascia perplessi quanti la circondano sugli spalti.

"Allora ti sei incantato? Su figliolo...se prendete un gol per colpa tua, stasera farai i conti con me!"

Ryo è commosso dal sostegno di questa inaspettata tifosa e gioca come sa, dando il 101%.

Alla fine si ritrova seduto in panchina, vittorioso, con la borsa del ghiaccio sulla guancia gonfia, mentre i compagni gli sfilano davanti, gli danno pacche complici e ridono con lui.

"Capisco che il nostro non sia un viso da fotoromanzi ma ti sembra ragionevole inventarti gli stop di faccia per bloccare la palla! Finirai per romperti il naso!"

Ora Kaori è davanti a lui, con le mani sui fianchi e quel rimprovero più materno che severo.

Ryo si alza e, come se sapesse di meritare una punizione, porge l'altra guancia per ricevere un ceffone dalla mamma.

Lo schiaffo però si trasforma in una carezza.

"Non capisco. Ti ho ingannata per tanto tempo. Ti ho detto tante bugie pur di non aiutarti in negozio...Non sei arrabbiata?"

"Certo che lo sono. Sono arrabbiatissima ma anche pentita. Dovevo capire quanto il calcio è importante per te, Ryo, dovevo capire che, anche se non diventerai un campione, non sarò io ad impedirti di provarci!"

Ryo la guarda con gli occhi lucidi mentre Kaori gli mette una mano sulle spalle e si avvia con lui verso casa.

"Sia chiaro: d'ora in poi verrò a vedere tutte le partite che giocherai e il primo autografo di Ryo Ishizaki, futuro pallone d'oro del Giappone, sarà per me!"

Racconterà anche di questo giorno Ryo, quando sarà padre, nelle interviste quando sarà un bravo difensore nella J-League: del giorno in cui sua madre si è dimostrata orgogliosa di lui.

"Mamma non far galoppare così tanto la fantasia! Non esagerare!"

La frena Ryo grattandosi la testa, un po' imbarazzato, un po' gasato.

Kaori lo scrolla.

"Esagerare? Ehi ragazzino ti ricordo che è di mio figlio che stiamo parlando!"

   
 
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