Ciao
a tutti!
Eccoci
al nuovo capitolo.
Al
nuovo ultimo capitolo.
Ringrazio
tutti quelli
che, con costanza ammirevole, si sono sorbiti tutti i trenta capitoli
di una
lunghezza stancante, si sono appassionati alla sfiga della protagonista
che è
più perseguitata di Calimero, che hanno recensito facendomi
sentire supportata
e incentivandomi a continuare, che si sono divertiti e hanno sopportato
i miei
orrori.
Ecco
l'ultimo banner che
ha prodotto Elenri.
SORPRESA!
Ebbene sì, è
l'ultima puntata.
Commenti
alla fine e
ora... BUONA LETTURA!
---ooOoo---
«Sono Katniss Everdeen!
La ragazza di fuoco! Sono la
Ghiandaia Imitatrice! E sono qui per difendere la libertà di
Panem!» urla a
gran voce.
Gli amplificatori aumentano il suo
tono a dismisura,
azzittendo per un attimo qualsiasi persona nel raggio di tre isolati.
Poi la piazza esulta. Esulta e
inneggia all’eroe che
non è più Elki Cox. L’eroe è
mia madre.
Cox
sorride a mia madre come
se fosse lì ad inneggiare a lui. «Anche Katniss
Everdeen è qui per difendere
Panem! Esattamente come me! Faremo di tutto per liberare il popolo dai
traditori della pace!». Un altro boato fa tremare la piazza.
Altre grida di
giubilo tra i presenti.
Mio
padre si issa sul piedistallo
dove mia madre continua a tenere Cox sotto tiro.
«Non
ci devono essere altri
morti! La pace è questo!» dice, trasmettendo con
gli amplificatori in tutta la
piazza, poi copre il microfono.
«Katniss!
Katniss, smettila!
Metti giù la freccia, non puoi ricominciare. Ti
arresteranno, ti drogheranno di
nuovo. Non potrai più uscire dal distretto 12. Sarai
confinata. È questo che
vuoi? Che esempio dai ai tuoi figli?» sibila sottovoce.
Io
sono ai loro piedi. Sento
quello che dice mio padre e so che ha ragione.
Abbiamo
l’attenzione del
popolo. Nessuno può colpire senza far scatenare le ire della
piazza. Siamo
pronti e attenti. Dobbiamo giocarcela bene.
Tra
poco Apollo prenderà Cox
in custodia e noi potremo produrre il testimone e spiegare il piano del
traditore.
Solo così riusciremo a farcela.
Salgo
sulla piattaforma con i
miei genitori.
«Sono
Chyna Mellark! Sono la
candidata per il distretto 12 dei settimi Hunger Games della
Pace!» dico con
voce chiara, ripetuta dagli amplificatori ai lati della piazza.
«Sono stata
sorteggiata nel mio distretto con l’inganno! Mi hanno
allontanato dal nostro
mentore! Mi hanno confinato negli alloggi senza parlare con nessuno e
poi mi
hanno gettata nell’arena a combattere con armi vere. A dare
la morte ai miei
amici!». Nessuno fiata. Mia madre tiene ancora Cox sotto tiro.
«Hanno
disseminato di
trappole mortali e ibridi tutta l'arena! I mentori ci hanno
rintracciato e
hanno dovuto cercare di abbattere degli hovercraft che ci stavano
bombardando!
Venticinque candidati sono morti e vogliono il colpevole!»
grido forte.
Subito
un boato della gente
accompagna la mia ultima affermazione. Tutti vogliono il colpevole.
«La
Paylor! La Paylor è
colpevole! La presidente!» varie voci si sovrappongono
indicando comunque la
Paylor come imputata e già condannata dalla folla.
«No!»
urlo più forte e grazie
agli amplificatori tutti mi sentono. «Non è stata
la Paylor».
A
questo punto cala il
silenzio nella piazza. Tutti mi ascoltano rapiti e curiosi.
«Abbiamo
dei testimoni e
sappiamo chi è stato» concludo. Mio padre incalza
subito dopo di me.
«E'
una persona potente, che
aveva un posto di prestigio».
«E'
una persona che ha finto
di difendere il popolo per farsi amare ed eleggere a suon di
piazze» aggiunge
mia madre, sempre con la freccia incoccata e senza cedere dalla mira.
Probabilmente il suo braccio pulsa di dolore ma lei è una
che stringe i denti,
come ora.
«E'
qualcuno che aveva la
possibilità di scavalcare e cambiare gli ordini del governo
e della presidente
e di farli sembrare come non suoi». Stiamo inchiodando il
coperchio della bara
di Cox. La gente
comincia a
rumoreggiare.
«E'
una persona che poteva
organizzare le mietiture e incaricare gli Strateghi come meglio gli
piaceva».
«E'
una persona che ha il
potere delle armi e può disporne meglio che non il
presidente stesso» concludo.
A
quel punto, più di una
persona inizia a mormorare il nome di Cox, intuendo quello che era
accaduto.
Quando il rumore inizia a sovrastare le proteste che lo stesso Cox sta
urlando
dal balcone presidenziale, papà annuncia.
«Abbiamo
i testimoni» e
trascina sul piedistallo Venatio Cruel ammanettato, mentre io mi
affretto a
scendere e mi trovo avvolta dalle braccia protettive di Paban.
I
rumori sono sempre più
pressanti. Le persone presenti vogliono sapere.
«E'
vero» dice Cruel a voce
bassa. Grazie agli amplificatori, a nessuno sfugge la sua ammissione.
«E'
Cox colui che ha
organizzato tutto, per destituire la presidente Paylor e farsi eleggere
nuovo
presidente di Panem». La piazza è completamente
ammutolita e lo rimane per
qualche secondo, prima di esplodere in una cacofonia di proteste e
incredulità.
Con
la coda dell'occhio, vedo
il fucile che prima era puntato contro la Paylor, spostarsi verso il
piedistallo e un instante dopo, sparire sotto le mani di due dei
nostri. Hanno
cominciato ad agire.
«Non
è vero!» risponde
urlando Elki Cox. «E' una manovra della Ghiandaia Imitatrice.
Ricordatevi
l'ultima volta. Ha ucciso un presidente senza ragione».
Vedo
che mia madre fremere
indignata. Anche la storia ha dimostrato che lei era nel giusto. Negli
anni,
quando tutto è andato a tranquillizzarsi, Plutarch ha
portato le prova in
televisione e tutti hanno potuto sapere che era stata la Coin a far
uccidere i
bambini di Capitol City e poi a uccidere i nostri medici con il resto
delle
bombe. Era stata lei a far uccidere mia zia Primrose.
«Voi
sapete che la Ghiandaia
Imitatrice è dalla parte del popolo. Lo è sempre
stata! E lo è anche ora!» urla
papà, cercando di spegnere le proteste sul nascere.
«E’
stato Elki Cox a
organizzare tutto» dice Cruel ormai alle corde. «E
anche gli altri strateghi
possono confermarlo».
I
nostri uomini hanno fermato
qualsiasi tentativo di assalto al nostro piedistallo, arrestando di
fatto i
sobillatori della piazza.
I
militi che non fanno parte
del complotto, guardano stupiti il loro comandante in capo, cercando di
comprendere come e quando siano diventati delle pedine loro stessi.
All’improvviso,
alle spalle
di Cox, compare Apollo che, insieme a Durin, Agrom e gli altri della
sua
squadra, imprigiona il capo della milizia e libera la presidente Paylor.
Un
grido di esultanza scoppia
attorno a noi, coprendo le parole che stanno dicendo sul balcone.
Qualcuno
tira giù Cruel e due
militi, insieme a Vick, conducono lo stratega al palazzo presidenziale.
«Tutti
coloro che sono
invischiati nel complotto contro il legittimo governo di Panem e contro
la
presidente Paylor, verranno giudicati dal popolo in un tribunale
straordinario!
Il popolo e i suoi rappresentanti, stabiliranno
l’entità della pena o
l’assoluzione!». Così annuncia Apollo,
non appena si riesce ad avere un poco di
silenzio.
L’esultanza
della piazza è
ancora più grande di quando si tentava di far condannare la
presidente in
maniera pubblica.
Nell'istante
in cui Apollo
cerca di trascinare il capo dei militi all'interno del palazzo, si
scatena
l'inferno tra i sostenitori del governo legale e i fautori del colpo di
stato.
Alcuni sobillatori in incognito estraggono le armi ed iniziano a
sparare in
aria, creando il panico tra il popolo in piazza che cerca di fuggire
indirizzandosi verso le vie di accesso alla piazza.
La
forza della gente
terrorizzata è davvero immensa. Una marea inarrestabile che
travolge tutto
quello che incontra, comprese le persone che cadono e vengono
calpestate dagli
altri che cercano la salvezza.
I
proiettili sibilano e vedo
mia madre lanciare alcune frecce in direzione dei colpi esplosi.
È pericoloso,
perché è in vista e scoperta rispetto a qualsiasi
altra persona.
Con
il terrore che la
colpiscano, mi lancio su di lei per trascinarla di sotto, ma vengo
spintonata
da altri corpi. Vedo mia madre cadere e mio padre lanciarsi per
arrestare il
suo corpo. Io faccio la stessa cosa, ma di nuovo vengo rispedita
indietro.
Solo
che questa volta non c'è
nessuno a trattenere la mia caduta che si conclude con il corpo sul
selciato.
Mi rannicchio su me stessa, cercando di riprendere il fiato che mi si
è
spezzato per il colpo.
Le
urla rimbombano nelle
orecchie che fischiano.
I
piedi corrono attorno a me,
ma so che tra poco sarò calpestata dalla folla impazzita.
Cerco di strisciare
verso la colonna del piedistallo, in modo da avere un poco di
protezione.
Non
appena arrivo accanto
alla pietra, un colpo alla testa mi fa urlare dal dolore, prima che la
vista si
annebbi per l'ennesima volta e che il buio mi inghiotta senza scampo,
così come
i miei sensi.
Sto
galleggiando. Non sento
più nulla. Sto galleggiando nel buio liquido e calmo. La
folla deve essersi
dispersa e io mi sento tranquilla. So che adesso mi dovrei svegliare,
ma
proprio non riesco ad aprire gli occhi.
«Chyna...
Chyna, ci sei? Apri
gli occhi, amore. Chyna, tesoro, svegliati» sento dire a un
Paban dal tono di
voce estremamente preoccupato.
Devo
svegliarmi. Voglio
svegliarmi per sapere se stanno tutti bene.
«Dottore,
perché non si
sveglia ancora?». Dottore?
«Tranquillo,
ragazzo. Tra
poco sarà tra di noi. Non ci sono ragioni perché
non si debba svegliare»
risponde una voce che non conosco.
«Come
stanno i Mellark?»
chiede Paban. I miei genitori? Mio fratello? Cosa è
successo? Sono in pericolo?
Stanno male? Sono feriti? Vi prego, ditemi qualcosa!
«Katniss
e Peeta, hanno solo
qualche escoriazione e sono in sala medicazioni. Jayson ha subito
più traumi da
schiacciamento quando si sono mossi in piazza. Lo stanno operando in
questo
momento, ma dovrebbe cavarsela» risponde la voce.
«Grace?».
«La
ragazza con Jayson
Mellark? Sana e salva. Sta aspettando notizie anche lei».
Sospiro
e prego che vada
tutto bene a mio fratello.
Sento
un gemito e un lamento
e subito Paban si avvicina al mio letto. «Chyna. Chyna mi
senti? Ti prego, apri
gli occhi. Amore. Ti prego». Mi stupisco nel comprendere che
il lamento era il
mio.
Apro
gli occhi e deve essere
ancora buio, perché non vedo neanche la punta del mio naso.
Richiudo gli occhi
e un gemito di fastidio mi esce dalla bocca. Okay, sono io che mi sto
lamentando. Adesso è chiaro.
«Chyna,
ti sei svegliata»
esclama Paban con un tono felice. Sento che si ha abbracciato e il suo
profumo
di sole e sale mi avvolge tutta. Anche a distanza di tempo lontano dal
mare, il
suo odore non sarà mai diverso. Il distretto 4 è
radicato in lui, più di
qualsiasi altra cosa.
«Cos’è
successo?» mormoro con
la gola secca che raschia.
«Abbiamo
vinto. È tutto
finito. Elki Cox è stato arrestato, così come gli
strateghi e i presentatori
che hanno collaborato a questa congiura. Stanno già
predisponendo per il
processo. Sarà un evento che probabilmente sarà
trasmesso anche in televisione.
Credo che avrà più successo degli Hunger
Games» dice in fretta e con gran
soddisfazione.
Sento
che mi sto rilassando,
come se mi avessero tolto un peso dalle spalle. «E’
tutto finito» mormoro
incredula. E inizio a ridere, felice.
Dopo
qualche minuto di risate
incontrollabili e abbracci, torno me stessa. Non
c’è la mia famiglia vicino a
me. Perché?
«Dove
sono gli altri?»
domando.
«Sono
accanto a Jayson.
L’operazione è andata bene. Hanno dovuto
togliergli la milza ma non ci saranno
altri problemi e potrà fare una vita pressoché
normale» risponde il ragazzo del
mare.
«Paban…
ti spiace aprire le
finestre o accendere la luce? Non vedo assolutamente niente e comincio
a
sentirmi a disagio».
Alla
mia domanda segue un
minuto buono di silenzio. «Paban?».
«Chyna…
le luci sono accese»
mormora con voce sconvolta.
«Stai
scherzando? Non sono
cose che mi piacciono, non in questo modo. Dai, Paban, accendi la
luce» insisto
ma nel mio cuore so che ha ragione. Che sta dicendo la
verità. Non mi sono
riposata, ho battuto la testa e i miei annebbiamenti sono peggiorati.
«Non
sto scherzando. La luce
è accesa. Chiamo subito il medico. Non muoverti»
mi ordina e poi sento i passi
pesanti di una persona che corre disperata.
Sulle
mie labbra sento del
liquido salato e mi accorgo di stare piangendo. Non ho ancora formulato
il
pensiero ma il mio corpo ha già capito. Io non ci vedo. Sono
diventata cieca.
Quello
che dovrebbe essere il
medico arriva correndo ed inizia a tastarmi.
«Vedi
niente davanti a te?»
chiede professionale.
«No.
Niente di niente»
rispondo in un soffio.
Per
il cielo di Panem! come
farò a sopravvivere a questo?
«Chyna,
amore… andrà tutto
bene» dice Paban prendendo la mia mano e stringendola.
Paban…
come posso
costringerlo a stare con me con quello che mi sta capitando? I miei
genitori
sono da Jayson, ma so che tra poco saranno qui e quando arriveranno
avrò tutta
l’assistenza di cui ho bisogno. Non voglio che anche lui sia
costretto a
soffrire nel vedermi così. E se non riuscissi più
a riavere la vista? Se
rimanessi sempre così? Come potrei accettare di avere Paban
accanto quando io
non posso rendermi utile? Sarei un peso per lui.
«Dottore,
guarirò?». È la
sola speranza. Se lui mi toglie questa…
«Non
so cosa dirti, è presto
per fare diagnosi. Dobbiamo fare delle analisi e valutare»
risponde
professionale. Al diavolo la professionalità, io voglio
sapere se vedrò ancora
o sarò cieca per sempre.
«Paban,
ti prego, lasciami
sola» gli dico dopo che il dottore se
n’è andato.
«Chyna,
non dire sciocchezze.
Potresti aver bisogno di qualcosa. Ci sono io, qui. Non ti lascio,
tranquilla.
Tu intanto dormi» risponde lui cercando di restare positivo.
«Ti
ho detto di lasciarmi
sola» ripeto. Non riesco ad averlo vicino adesso. Vorrei
guardare il suo viso,
carezzare le sue mani, baciarlo e cominciare a pensare a domani e dopo
e dopo e
dopo. Invece non c’è niente altro che buio. Sento
che è vicino a me ma non lo
vedo e non riesco a non pensare che potrebbe essere così per
sempre.
Mi
allungo verso il comodino
per prendere il bicchiere. So che ne mettono sempre uno pieno per i
pazienti,
ma quando arrivo in prossimità il dorso della mia mano urta
qualche cosa di
freddo e umido e pochi istanti dopo, sento infrangersi del vetro.
«Chyna,
aspetta che ti
aiuto!» dice sollecito il ragazzo del mare.
Questo
è troppo. Non voglio
un infermiere a disposizione giorno e notte e adesso lui sarebbe solo
questo
per me. Non lo voglio legare a un infermo che non è neanche
capace di bere un
bicchiere d’acqua senza aiuto. Deve andarsene.
Sento
dei passi veloci che si
avvicinano e mi sembra di riconoscere la cadenza claudicante di mio
padre.
Infatti poco dopo la voce di mamma arriva alle mie orecchie.
«Chyna,
tesoro, dimmi. Il
dottore ci ha avvisati del tua cecità» dice mia
madre abbracciandomi stretta.
«Non
preoccuparti, amore.
Andrà tutto bene. Il medico dice che probabilmente la botta
che hai preso a
smosso il grumo che si stava riassorbendo. Se le analisi daranno
risposte
positive, dovrebbe operarti domani e tutto tornerà a
posto» aggiunge papà
stringendo la mia mano.
«E
se non succedesse? Se
rimanessi così per sempre? Non vedo nulla! È
tutto buio!» urlo piangendo.
«Non
devi essere spaventata.
Ci siamo noi con te. Se anche dovessi rimanere così, noi ti
staremmo vicini»
cerca di confortarmi Paban, ma è proprio lui che non voglio
vicino se il mio
destino fosse quello.
Prendo
un respiro profondo e
mi rivolgo verso quella che mi sembra l’origine della sua
voce.
«Vattene»
ordino.
«Cosa
stai dicendo?» chiede
mia madre.
«No,
Chyna. Non me ne vado»
ribatte lui.
«Ho
detto vattene! Una volta
mi hai detto che solo io potevo mandarti via. Adesso ti sto mandando
via. Non
voglio che rimani qui. Ci sono i miei genitori con me, non ho bisogno
anche
della tua presenza. Vattene». Mai delle parole sono state
più difficili da
proferire rispetto a queste.
Ho
mandato via il mio cuore.
Se provassi ad ascoltare il battito non lo sentirei più
perché non è qui che
sta battendo, ma con lui. Ormai ne sono talmente consapevole da esserne
sconvolta.
«Come
vuoi». Sento un sospiro
e dei passi che si allontanano. E comincio a piangere.
«Chyna,
non mandarlo via»
prova a dire mio padre, ma io scuoto la testa e mi giro, lasciando che
le
lacrime vengano assorbite dal cuscino, così come i miei
singhiozzi.
Non
so quanto tempo sia
rimasta in lacrime, ma quando arriva il dottore per gli ulteriori
esami, non
piango più da un pezzo.
Papà
ha cercato di farmi
ragionare ma non gli ho dato retta, neanche gli ho risposto. La mamma
non la
sento da quando ho mandato via Paban, e papà mi ha spiegato
che è andata da
Jayson per vedere se stava bene e se si era svegliato
dall’operazione. È
difficile per loro, dividersi tra due figli, entrambi in ospedale.
«Eccoci,
Chyna. Adesso ti
sposto su questa sedia a rotelle e iniziamo a fare gli esami che ci
servono per
domani… pronta per il tour? Voi potete venire ad
accompagnarci, ma dovrete
rimanere fuori dalla sala» dice il medico, ma qualche cosa mi
suona male.
«Voi?»
chiedo. Chi c’è oltre
a mio padre?
«Mia
moglie non viene. Sta
con l’altro nostro figlio che ha subito una operazione
difficile. Resto solo
io» dice papà frettolosamente, poi aggiunge.
«Katniss aveva chiesto di essere
presente, ma visto che gli esami saranno privati è meglio
che lei rimanga con
Jayson finché non si sarà svegliato».
«Jayson
è ancora in
pericolo?» chiedo preoccupata. Mi avevano detto che stava
bene, che
l'operazione era andata alla perfezione.
«Certo che no.
Solo che è giusto
avere un genitore vicino, ti pare? Io sto con te e Katniss con tuo
fratello»
dice con un tono leggermente divertito e io mi tranquillizzo.
È giusto che
anche mio fratello abbia un genitore vicino. Annuisco e mi lascio
trasportare.
«Adesso
io e l'infermiere ti
trasportiamo a fare delle altre analisi» dice il medico, poi
due braccia
muscolose mi sollevano e mi depositano su una sedia a rotelle che
subito viene
spinta verso la mia destinazione.
Le
visite sono davvero
estenuanti, ogni volta, vengo spostata dalla sedia alla barella. Mi
fanno
lastre, misurazioni, analisi del sangue. Vengo sballottata e rivoltata.
L'infermiere a cui mi hanno affidato non si lamenta mai. Anzi, a dire
il vero
non ha mai parlato, continua solo a spingermi e spostarmi quando il
medico
glielo dice. Non so perché ma mi fido di lui.
«Bene,
Chyna. Adesso
studieremo i dati raccolti, nel frattempo tu starai tranquilla nella
tua
stanza. Domani mattina ti prepareremo per l'intervento».
E
devo ammettere di essere
davvero esausta quando mi stendo nel mio letto in camera e in men che
non si
dica sono addormentata.
Forse
è il fatto che vivo nel
buio e non mi accorgo se è giorno o notte. Forse
è che non c’è niente che mi
distragga, nessuna immagine se non i miei ricordi.
Mi
ritrovo ad essere stesa
sul tavolo operatorio dove il dottore mi sta spiegando come funziona
l’anestesia. Io annuisco, anche se capisco davvero poco di
quanto mi spiega.
In
un attimo sento i miei
sensi sfilare via e cado nell’incoscienza.
Spero
che l’operazione vada
per il meglio e che tutto funzioni.
Sia
mamma che papà erano
molto preoccupati questa mattina e quasi non volevano farmi operare. Ho
sentito
Jayson al telefono. Non ha potuto muoversi ma si è svegliato
e sta decisamente
meglio. Riesce a respirare senza macchine anche se è tutto
fasciato. Lui dice
di sembrare una mummia come quella disegnata nei vecchi libri di
papà, io penso
ai bambini piccoli nelle culle dell’asilo.
La
mia mente corre e corre e
non sento altro che i miei pensieri.
Sono
sveglia? Sto dormendo?
Mi stanno operando? Hanno già finito?
Ho
perso la sensazione del
tempo che passa, tanto è tutto buio.
E
ho capito che mi manca
Paban. Non so quanto tempo sia passato da quando l’ho
cacciato in quel modo
orrendo, ma vorrei che tornasse e mi tenesse la mano. Poi mi ricordo le
ragioni
che mi hanno spinta a mandarlo via e capisco di aver avuto ragione. O
forse no.
«Chyna…
ormai è passata una
settimana dall’operazione. Possiamo togliere le bende e
vedere se è andato
tutto bene. Ti abbiamo fatto tenere gli occhi chiusi un po’
più a lungo del
necessario per consentire al tuo corpo di riposarsi. Adesso dovresti
essere
pronta. Procediamo?». La voce del medico è calma e
rilassante e io mi affido
completamente.
«Sì»
dico intimidita.
Sento
le dita armeggiare con
la fascia che mi hanno coperto gli occhi per tutta la settimana
trascorsa. Sono
dita leggere, delicate, abituate a curare il male.
Quando
mi libera delle garze
tengo ostinatamente gli occhi chiusi.
«Apri
gli occhi, piano»
sussurra il medico.
Ho
paura. E se non vedo
ancora nulla? Se l'operazione non fosse riuscita? Resterei cieca per
sempre.
«Coraggio
sorellona. Hai
affrontato di peggio. Devi solo aprire gli occhi» scherza
Jayson che mi ha
raggiunto. Si sta rimettendo in fretta ma non è ancora
pronto per lasciare
l'ospedale. Nonostante questo ha deciso di essere presente quando mi
avessero
tolto le bende.
Da
quando è iniziata questa
faccenda degli Hunger Games, sebbene non fossimo entrambi candidati,
sento che
ci ha uniti come mai prima. So che posso e potrò sempre
contare su di lui e lui
può e potrà sempre fare altrettanto con me.
«Forza,
Chyna» dice anche mia
madre.
Respiro
forte e mi decido.
Piano piano apro gli occhi.
È
ancora buio e mi agito. Non
ci vedo. Sono ancora cieca!
All'improvviso
vedo che si
sta illuminando un tenue puntino al centro del mio campo visivo. Questa piccola luce si allarga
sempre più. Vedo del
bianco poi si aggiunge dell'azzurro e del giallo.
Ombre
che poi diventano
figure sfocate e poi definite.
Sbatto
le palpebre e vedo il
medico davanti a me che mi osserva attentamente, accanto a lui i miei
genitori
che sorridono quando si accorgono del mio sguardo su di loro. Giro
leggermente
la testa e vedo Jayson dall'altro lato del letto seduto sulla sedia a
rotelle,
accanto a lui Grace e più indietro Paban.
È
tornato. Sorridergli mi
viene automatico.
«Avevo
detto di andartene»
gli dico.
È
implicito che ci vedo e mia
madre afferra subito la mia affermazione scoppiando a piangere per il
sollievo
e abbracciando stretto mio padre. Per lei vuol dire tanto. Siamo
riusciti ad
uscirne interi. Acciaccati ma interi.
«Vero»
mi risponde Paban
facendo spallucce. «Però ho deciso che neanche tu
puoi mandarmi via».
«Sei
sempre stato qui?»
chiedo.
«Non
è mai andato via. Hai
sentito la mamma che si allontanava. E ti ha aiutato quando serviva una
mano»
mi spiega papà.
Non
so cosa dire ma gliene
sono grata, davvero.
E
mi metto a ridere. Rido e
mi sento leggera e felice.
Da
oggi comincia la mia nuova
vita. Una vita con il mio ragazzo del mare.
§§§§§
«Piccola!
È ora! Dobbiamo
andare!» urla Paban prendendo in braccio il piccolo Peeta.
Ebbene
sì! Ho un figlio, anzi
due. Solo che l'altro deve ancora uscire e io mi sento una balena.
Davvero.
Dalla
nostra casa si sentono
le insistenti onde del mare che si infrangono sugli scogli. Sono felice
di
essere venuta qui a vivere. Ho studiato e adesso lavoro nell'ospedale
dove ha
lavorato tanti anni mia nonna.
«Arrivo!»
rispondo.
Oggi
dobbiamo prendere il
treno e tornare al distretto 12. Tra una settimana mio fratello si
sposa.
Sembra
ieri che faceva la
spia durante i settimi Hunger Games della pace. E invece sono
già passati dieci
anni.
Lui
ha deciso di aiutare papà
nel forno, e divertirsi ogni tanto con la caccia fuori dal recinto in
compagnia
della mamma.
Probabilmente,
per
l'occasione troveremo tutti riuniti nel distretto. Vick e Apollo hanno
annunciato il loro arrivo e anche Gale e Johanna con la loro nipotina.
Plutarch
non ci sarà, è troppo vecchio per sopportare un
viaggio simile. Anche Shae non
si può muovere. Ha problemi con la sua gravidanza, visto che
sono gemelli e non
è consigliabile farla stancare. Ho sentito John al telefono,
stanno tutti bene
e ci augurano una felice giornata.
Grace
non verrà. Lei e Jayson
si sono lasciati qualche anno fa e nonostante abbiano promesso di
restare
amici, non si sono più sentiti. Forse era troppo doloroso,
non ne ho idea.
La
Paylor ha lasciato il
governo quattro anni fa. Il nuovo presidente sembra una persona
corretta.
Panem
è una di nuovo in pace.
E gli Hunger Games sono stati definitivamente cancellati. Non si vuole
più dare
l'occasione a qualcuno di manovrare il popolo su un argomento tanto
scottante.
In
compenso hanno cominciato
ad avere molto successo gli show sui processi e sulla giustizia.
È
pomeriggio quando arriviamo
nel distretto 12. Troviamo mio padre che ci accoglie alla stazione.
Dopo
i calorosi saluti a noi
e le coccole al nipotino, andiamo tutti a casa da mia madre, dove
troviamo
anche Jayson.
«Allora,
fratellino, quando
potrò conoscere la tua sposa? Non mi hai neanche detto il
suo nome!» protesto
appena lo abbraccio.
Non
so perché ma sembra che
l'identità della ragazza mi debba essere nascosta e la cosa
sta diventando
ridicola. Pensa forse che non mi piacerà? È lui
che si sposa, mica io! Pretendo
solo che lei lo faccia felice, altrimenti potrei rispolverare il mio
arco. Non
è una minaccia, è una promessa.
«In
realtà, mi conosci già,
Chyna» dice una voce alle mie spalle.
Sono
passati anni, ma la
riconosco subito. Grace. Jayson la va subito ad abbracciare.
«Ci
siamo rimessi insieme
l'anno scorso. Non ce la facevo più senza di lei e le ho
dato il tormento»
confessa mio fratello.
«E
io ho ceduto».
«Zio!»
grida il mio piccolo
mentre sgambetta verso di lui.
Adesso
cominceranno la lotta
e Jayson fingerà di soccombere tra versi assurdi. Uno
più bambino dell'altro.
In
quel momento, Paban si
avvicina e mi avvolge tra le sue braccia, carezzando con me, anche il
mio
pancione. «Avresti mai detto dieci anni fa che saremmo
arrivati a questo
punto?» bisbiglia al mio orecchio.
«Lo
speravo... grazie».
Lo
devo ringraziare. Perché
ha avuto pazienza con me. Si è ostinato e non si
è mai arreso e se adesso sono
così felice è tutto merito suo.
Spesso
ci sono ancora le urla
e gli incubi. Spesso ci troviamo terrorizzati da qualche cosa che ci
riporta
nell'arena. Spesso vediamo i visi dei nostri amici che sono morti
là dentro. Ma
andiamo avanti, la famiglia ci sostiene e, in fin dei conti, siamo
felici.
---ooOoo---
angolino
mio:
okay,
è la fine.
Siamo
arrivati all'ultimo
capitolo. Non volevo farla troppo lunga e, onestamente, non me la sono
sentita
di far passare ancora altri guai a Chyna. Il brivido della
cecità mi è sembrato
sufficiente, anche se lo avevo costruito negli ultimi due capitoli.
Ho
scritto anche un
piccolo epilogo perché la mia esperienza con gli Hunger
Games finisce qui.
Credo
di aver dato tutto a
questa sezione di fanfiction. Almeno per quanto riguarda la mia attuale
ispirazione su Katniss, Peeta, Gale & C.
Per
le romantiche
irriducibili, mi spiace, niente scene a luci rosse. Primo
perché non ero
sufficientemente ispirata e mi sarebbe venuta una ciofeca e secondo
perché...
avrei descritto una scena sesso assolutamente inutile. Posso dirvi che
sarebbe
stato romantico, tenero e dolce. Ovvio! Lui è Paban! Che
volete di più?
Comunque,
visto che non
credo al sesso degli angeli, vi ho comunicato che hanno un bambino e
sta
arrivando il secondo. E il colpevole è il ragazzo del mare.
Ultime
due cose:
primo)
ringrazio per
l'attenzione e l'affetto che avete dimostrato per questa storia. Spero
di non
aver deluso nessuno e che ve la siate goduta nel leggere come io nello
scrivere. Ringrazio chi ha recensito tutti i capitoli, quasi tutti,
metà,
alcuni, qualcuno e solo uno.
Ringrazio
chi ha inserito
questa storia nelle preferite, nelle ricordate e nelle seguite, in modo
da non
perdersi neanche una sillaba. E ringrazio chi ha letto senza clamore ma
costantemente e spero abbia apprezzato.
Ringrazio
Elenri per gli
innumerevoli banner che hanno dato una marcia in più alla
storia (a volte creando
proprio il personaggio). Un lavoro immane per te, una grande
soddisfazione per
me. Grazie.
Secondo)
permettetemi di
fare un pochino di pubblicità. Ho detto che non ho altro da
scrivere sul questa
sezione, ma ho postato altre cose da altre parti e qui sotto potete
vedere...
la mia produzione passata.
La
punizione di Scorpius Malfoy (Harry Potter) il giovane
Malfoy alle prese con una maledizione che lo
trasforma in una donna. In corso.
fa
parte di una serie di storie indipendenti (I trasformisti)
dove troverete altre storie
sezione Twilight. Storie comiche con lo scambio dei ruoli o dei corpi,
uomo-donna. Tutti umani. Concluse.
Fidanzato in prova (Romantico)
storia di Emanuele Mancini e le sue peripezie in amore. In
corso. Sequel di AAA Offresi Diciottenne Verginello
– No Tardone (Romantico) Conclusa.
Storia di Mattia Roccato, adolescente, la sua compagnia e la ricerca
della
donna da amare.
Si
dice – In Vino Veritas (Twilight) guerra di potere
tra Bella e Edward per una tenuta
vinicola. In corso.
AAA Affittasi
Moglie (Twilight)
cosa può spingere un giovane sano e affascinante, ad
affittare una moglie? In corso.
7mi Hunger Games
della Pace
(Hunger Games) trentadue anni dopo, i giochi
ritornano ma sono pacifici, o almeno così sembra. Ora
è il turno della figlia
dei Mellark. Conclusa.
Dottore dei
tubi (Twilight) commedia su sei
amici al bar e un racconto su cosa è
successo quando si è allagato il bagno. Conclusa.
Mini
fic Twilight, Concluse. Come
Andromeda,
Acqua che cade,
entrambe storie fantasy (senza
vampiri) e Twiligh
delle caverne parodia.
Sakura
– Fiore di ciliegio (Twilight)
Long, Storia storica di Bella e Edward che copre dal 1894 al 1906
partendo da
Irlanda, poi Cina, Giappone e infine USA. Tutti umani. Conclusa
Fu la
prima volta che… e Déjà
vu, il sogno diventa realtà (Twilight) due shot
rosse. Umani.
Prima
di essere un pensiero, Un colpo sul retro, Smettere
di fumare (Twilight)
tre shot
leggere. Umani.
I
casi della vita, ovvero, l’inizio
di un amore
(romantico originale)
raccolta di one-shot.
Dovessi
chiedervi di leggerle tutte sarei davvero crudele perché la
mole è notevole.
Ovvio che sono affezionata a tutte e ognuna ha la sua
peculiarità e il motivo
di avermi entusiasmata.
Li
troverete tutte nella mia pagina di efp.
Fatemi
sapere se e cosa ne pensate.
Saluti
a tutti!
Alla
prossima
baciotti!