Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: effe_95    09/05/2014    4 recensioni
[ STORIA IN FARE DI REVISIONE ]
Claudia Rossi è una ragazza di sedici anni, frequenta il terzo anno del liceo Classico insieme a Francesco, il suo migliore amico dall'infanzia, ha una madre non troppo presente, un fratello cresciuto troppo in fretta e un padre che sembra sparito.
Yulian Ivanov ha diciotto anni, un carattere ribelle e spensierato, un passato che non vuole essere ricordato, e un'altra nazione nel cuore, la Russia.
Le vite di questi due ragazzi si incontreranno quasi per caso, per raccontare una storia passata di due persone che hanno solo bisogno di essere salvati.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Salvami, ti salverò.

71. Il tempo se ne va.
 
Terza parte
Tanti auguri a te.
Tanti auguri a te.
Tanti auguri a Claudia.
<< …  tanti auguri a te. >>
Le ultime parole uscirono sussurrate dalle sue labbra carnose, finendo quello che era stata la testa a pensare. Probabilmente era stupido starsene seduto li per terra, sul pavimento di quella stanza ancora vuota, con una piccola torta davanti e le candeline dal numero venticinque accese, con la luce che illuminava il suo viso e il profilo del corpo nascosto dal buio più totale. << С Днем Рождения моя любовь >>  S dnem pozhdeniya moya lyubov’ … Buon compleanno amore mio …
Il ragazzo soffiò e nella stanza cadde il silenzio e il buio.
Era ormai da tre anni che compiva quel rito, ogni anno, sempre quel giorno stabilito.
<< Papà? Papà dove sei? >> Yulian si tirò su e andò ad accendere la luce.
Tutto tornò alla normalità, come se fosse stato spezzato un incantesimo, la grande stanza vuota e priva di mobili, la torta per terra, la voce amplificata sulle pareti, e la finestra chiusa con la pioggia che batteva sui vetri. Entrò nella cameretta di Aleksej  e accese la luce, il bambino frignava nel suo lettino, aveva le coperte tirate su fino agli occhi e le manine paffutelle premute sulla trapunta, Yulian sorrise di rimando e andò a sedersi accanto al figlio. << Cosa c’è Alješa? Hai fatto un brutto sogno? >> Domandò accarezzando affettuosamente i capelli biondi e fini del figlio, Aleksej mormorò qualcosa sotto le coperte e frignò di nuovo. << Non mi piace questa casa, voglio tornare da nonna Katja >>
Yulian sospirò pesantemente, era da un po’ di giorni che Alješa lo tormentava con questa storia, ma d’altra parte lui poteva capire molto bene cosa stesse provando quel piccolo bambino di appena tre anni. Erano andati a vivere in Italia da due settimane, dopo che Yulian aveva avuto il lavoro come professore di letteratura russa nell’università della città, Aleksej si era trovato spaesato, in un posto diverso, lontano dai nonni che erano stati il suo riferimento per molto tempo, con una lingua che non sapeva ancora parlare.
Era ancora piccolo però, e si sarebbe presto abituato, poi c’erano Iliana e Francesco che andavano a trovarli quasi tutti i giorni, e Yulian non mancava di far parlare il figlio almeno una volta al giorno con Aleksandr, con Katerina e anche con Il’ja, il suo aitante zio di appena nove anni. << Ma cosa fai? Piangi?! I cosacchi non piangono mica sai? >> Commentò Yulian, e a quel punto il bambino uscì da sotto le coperte, mettendo in mostra gli occhi identici a quelli del padre e il viso ricoperto di lentiggini.
<< No? Però io non voglio dormine da solo, i cosacchi dormono con i loro papà? >>
Yulian rise lievemente e gli regalò un bacio sulla nuca. << Non proprio, ma tu sei un cosacco speciale, no? >> Aleksej si asciugò frettolosamente gli occhi per poi attaccarsi al fianco del padre sorridente, era bellissimo osservare come i bambini cambiassero umore, erano liberi e felici. << Dimmi Alješa, non ti piace la tua cameretta? >> Disse Yulian infilandosi sotto le coperte insieme al figlio, che si attaccò come una ventosa al suo petto. Quella era stata la prima stanza che Yulian aveva fatto sistemare, in modo tale che il figlio si trovasse a proprio agio almeno in quel posto. << Si, mi piace >> E non c’era niente di più vero della parola di un bambino sincero. Aleksej poi si addormentò lentamente al suo fianco, e quando l’orologio segnò l’una passata, Yulian andò a raccogliere quella torta abbandonata per riporla nel frigorifero. << Buonanotte nanerottola >>
 
<< Auguri zia! >> Claudia allargò sorridente le braccia e afferrò al volo il nipotino prossimo ai quattro anni, Gabriele le strinse forte le braccia intorno al collo e le stampò un bel bacio sulla guancia. Claudia ricambiò il gesto e si aggiustò con la mano libera una ciocca di capelli dietro l’orecchio, erano ricresciuti, più rossi che mai, fino a metà schiena.
<< Grazie cucciolo! >>
<< Gabriele, vieni a lavanti le mani >> Nel piccolo salotto entrò Lara, affaccendata tra la cucina e il figlio ribelle. Gabriele le rivolse una linguaccia e si nascose tra le gambe di Claudia, che l’aveva momentaneamente rimesso a terra, ma Lara aveva imparato bene quel gioco, afferrò il figlio per le gambe e se lo caricò sulla schiena urlante.
<< No! Non voglio, non voglio! >> Strillava il bambino, a quel punto arrivò Nicola accompagnato da Eteocle e da Daniela. << Che succede qui? Gabri non fare arrabbiare la mamma >> Ribadì il castano trent’enne lasciando un buffetto affettuoso sui capelli biondi del figlio, che per tutta risposta strillò ancora di più perché il padre non l’aveva salvato.
Claudia sorrise mestamente, contenta di aver organizzato quella festicciola in famiglia per festeggiare i suoi venticinque anni. Era da anni che quella casa non era così piena, da quando Nicola se n’era andato, da quando Francesco aveva deciso di sposarsi con Iliana e se ne andava in giro con lei per organizzare la cerimonia.
<< Serve una mano in cucina? >> Domandò la rossa lanciando uno sguardo veloce in cucina, dove sua madre stava ancora cucinando come una disperata qualcosa che sicuramente non sarebbe stato per nulla commestibile.
<< Tua madre mi ha praticamente cacciata! >>  Commentò Daniela lasciandosi cadere sul divano un po’ stanca, ma la poverina non trovò un attimo di pace perché si vide arrivare Noam di corsa, seguito a ruota da Giacomo, l’unico figlio di Eteocle.
I due erano cugini inseparabili nonostante avessero quattro anni di differenza, Noam aveva dieci anni, mentre Giacomo ne aveva compiuti sei da poco tempo. L’unico figlio di Daniela aveva un carattere del tutto particolare, era irascibile e intelligente, ma la madre, nonostante l’avesse cresciuto da sola praticamente da sempre, sapeva domarlo bene.
Claudia non riuscì a seguire il discorso frenetico fatto dai due bambini, perché il campanello di casa bussò ancora una volta. << Siamo in ritardo come al solito? >>
La voce allegra di Francesco le mise ancora di più il buon’umore, e poi, da quando lui e Iliana avevano deciso di sposarsi, il moro era sempre più spensierato.
I due l’avevano deciso appena trovato lavoro, lei come psicologa infantile presso uno studio, lui come professore di matematica nello stesso liceo dove aveva studiato da ragazzo. Quando l’aveva saputo, Claudia aveva pianto proprio come una bambina.
<< Oh, si! Mia madre ha già deciso che ti toccherà mangiare una porzione in più del suo delizioso polpettone come punizione >> Il commentò sarcastico di Claudia fece ridere Iliana e ammutolire l’amico del cuore, che aveva provato tante e tante volte nella sua vita il fantastico polpettone di Luna Rossi. << Mi sembra alquanto eccessiva come punizione! >>
<< Comunque per oggi ti è andata bene, perché mancano ancora mio padre con Carolina e Nathan, a lavoro lo stanno massacrando perché è una matricola, quindi farà un po’ più tardi. Mi sa che la punizione toccherà a lui >> Replicò Claudia, mentre sistemava sommariamente i cappotti dei due amici sull’appendi abiti già stracolmo.
Nathan e Andrea Andreotti arrivarono poco tempo dopo e la cena passò allegra, tra la tavola enorme sistemava nel salotto e le chiacchiere spensierate.
Claudia era stata felice di quella giornata, aveva lavorato nel suo studio da architetto ed era stata con la sua famiglia, sarebbe andato tutto bene, non sentiva la mancanza di nessuno.
Intorno alle undici di sera, Daniela se ne andò portandosi dietro Noam e a ruota la seguì anche Eteocle, che la salutò tenendo in braccio il figlio completamente addormentato.
<< Mamma, mi sa che andiamo anche noi, altrimenti Gabriele mi fa la nottata >> Commentò Nicola passandosi una mano sugli occhi stanchi, mentre osservava il figlio giocare, anche troppo sveglio, sul tappeto con le sue macchinine preferite. Luna accarezzò affettuosamente il figlio più grande e gli stampò un bacio sulla guancia.
<< Va bene, domani vengo a tenervi il bambino >> Nicola annuì e poi si tirò su, mentre Lara si chinava a raccogliere il figlio da terra e convincerlo ad andare a casa. Gabriele non ne voleva sapere in nessun modo, saltò in piedi stringendo tra le mani le sue macchinine e sgattaiolò tra le braccia del nonno. << Nonno proteggimi, vogliono rapirmi! >> Strillò il bimbo osservando con occhi attenti il padre farsi improvvisamente minaccioso.
<< Gabriele Rossi! Vieni immediatamente qui o saranno guai seri! >> Il vocione maschile di Nicola fece intimorire il bambino, che però rimase intestardito tra le braccia del nonno paterno. << Coraggio bambino, ascolta quello che dice il tuo papà. Facciamo così, se adesso vai a casa, domani il nonno ti porta un bel regalo >>
Gabriele guardò Andrea negli occhi, valutando attentamente la proposta del nonno, poi la curiosità e il desiderio di ottenere una cosa bella vinsero su tutto, e il bambino si fiondò tra le braccia della madre per obbedirle. << Grazie papà >> Disse Nicola rivolgendogli un bel sorriso di ringraziamento, Andrea si alzò in piedi a sua volta stiracchiandosi la schiena.
<< Beh, con te funzionava sempre quando eri bambino >> Nicola gli lanciò un’ occhiata distratta, ma molto significativa, mentre infilava il cappottino al figlio.
<< Lo terrò presente >>  Andrea Andreotti sorrise e poi si volse verso la figlia più piccola, Carolina, che ormai aveva sedici anni appena compiuti e non faceva altro che mandare messaggi sul cellulare al suo fidanzato. << Coraggio signorina, torniamo a casa anche noi >>
Carolina sollevò gli occhi verdi sul padre facendo sobbalzare le ciglia colme di mascara nero e poi sbuffò. << Va bene >> I due seguirono Nicola e Lara verso la porta e decisero di andarsene insieme, Luna diede un bacio a tutti ad eccezione di Andrea, e si raccomandò particolarmente con Carolina perché facesse la brava, era inutile far finta di non notare che ormai Andrea Andreotti stava invecchiando, per poter stare al passo di una sedicenne.
Se ne andarono lasciando gli auguri a Claudia e mille abbracci, rendendo quella casa un po’ più vuota. Luna e Claudia se ne tornarono in salotto dove conversavano allegramente Iliana, Francesco e Nathan.
<< Beh, si, la data è fissata per il quindici Agosto, esattamente fra un mese >> Diceva Iliana con trasporto, senza nemmeno rendersi conto che stringeva spasmodicamente la mano di Francesco tra le sue. << Farà caldo! >> Commentò Nathan, allargando il braccio destro per accogliere Claudia accanto a lui, la rossa si mise seduta con stanchezza.
<< Si, ma non volevamo aspettare troppo >> Disse Francesco guardando Claudia negli occhi con una strana espressione che alla rossa non sfuggì affatto. Loro due si conoscevano praticamente da tutta la vita, avevano fatto di tutto insieme, e a quel punto, a venticinque anni, sapevano leggersi benissimo nell’anima. E Francesco stava provando proprio un grosso disagio, c’era qualcosa che gli impediva di essere sincero con lei, qualcosa che lo turbava. Solo che Claudia non poteva sapere tutto quello che era successo, non poteva sapere che Yulian aveva rinunciato a lei per un figlio e non perché non l’amava, non poteva sapere che Svetlana era morta, che Yulian era stato sposato, non poteva nemmeno sapere che lui era tornato e che Francesco sapeva tutto sin dall’inizio, che Francesco l’aveva sempre saputo.
Tacere gli era costato caro in quei tre anni e anche prima, perché il moro sapeva benissimo che Claudia non era affatto felice. Yulian era tornato, lui aveva continuato a sperare, ma Claudia non aveva potuto farlo, la sua speranza era stata calpesta e difficilmente sarebbe tornata come un tempo. << C’è qualcosa che non va Francesco? >>
La domanda della rossa lo colse alla sprovvista, Francesco sobbalzò perso com’era nei suoi pensieri, ma si riprese in fretta, le regalò un caldo sorriso e poi le fece l’occhiolino.
<< No, stavo solo pesando che ti voglio bene, come sempre. Che i miei sentimenti per te sono immutabili, e che qualsiasi cosa succeda, qualsiasi cosa io abbia fatto di male, è stato solo per proteggerti >> Claudia lo guardò stranita, come fece anche Nathan, solo Iliana strinse più forti le mani del futuro marito, e quel gesto non passò affatto inosservato.
<< Grazie >> Si ritrovò a dire senza troppa convinzione, anche se voleva ringraziare Francesco dal profondo del cuore, ovviamente l’amico l’aveva intuito, tra di loro non c’era bisogno di troppe parole. << Comunque sarete tu e mio fratello i testimoni di nozze >>
Il commento di Iliana cadde come una pietra sulla testa di tutti, Nathan si irrigidì inevitabilmente e Claudia al suo fianco fece lo stesso, perché fino a quel momento non avrebbe mai pensato di doverlo rincontrare, magari con l’altra donna che amava al suo fianco. << Oh, Nathan io ti voglio bene ma … insomma >>
Nathan alzò frettolosamente le mani e scosse la testa arrossendo, a lui non era nemmeno passato per la mente che Francesco volesse fargli un torto.
<< Capisco, non preoccuparti. Dopotutto tu e Yulian siete molto più intimi, senza contare che è anche il fratello di tua moglie >>
<< Esatto, ed è per questo che io vorrei Claudia come testimone di nozze, perché lei è la mia migliore amica e anche quella di Francesco, ciò che lui ha più vicino ad una sorella >>
La tensione nella stanza era terribile e mille sensazioni si erano risvegliate nel cuore di Claudia, ma nonostante lei riuscisse a percepire la tensione emanata dal corpo di Nathan, nonostante stesse combattendo con se stessa per reprimere ancora una volta i suoi reali sentimenti, l’avrebbe fatto. Per Francesco l’avrebbe fatto sempre.
<< Va bene >>




______________________________________________
Effe_95

Buonasera.
Vi chiedo scusa se ho ritardato, ma questa settimana ho avuto tre verifiche in classe e varie interrogazioni.
Passando alla storia, siamo finalmente entrati nella terza parte.
Ammetto che questo è solo un capitolo di passaggio, che mi è servito per introdurre questi tre anni e che cosa hanno significato per loro.
Yulian è tornato insieme ad Aleksej, Francesco e Iliana stanno per sposarsi, e Claudia continua a stare con Nathan.
Arrivati a questo punto, non posso non dirvi che il prossimo capitolo, velo dedico proprio con il cuore ;)
Alla prossima.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: effe_95