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Autore: Isandre    11/05/2014    2 recensioni
Le giratempo sono un'antica tecnologia dei Signori del Tempo. La loro distruzione durante la battaglia al Ministero ha creato dei problemi nel flusso temporale, che solo il Dottore può sistemare.
La Seconda Guerra Magica è finita da qualche mese e Hermione Granger si gode la ritrovata tranquillità e il suo ultimo anno di scuola finché in un pomeriggio di Novembre non si imbatte in qualcosa di strano: cosa ci fa una vecchia cabina telefonica della polizia nell'unico villaggio completamente magico della Gran Bretagna?
Genere: Avventura, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Godric, Hermione, Granger, Priscilla, Corvonero, Salazar, Serpeverde, Tosca, Tassorosso
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 2: Un tipo pericoloso
 
 
 
L’uomo, che si era presentato come il Dottore, la guardava con un sorrisetto strafottente stampato in faccia e le mani alzate. «Hai intenzione di spararmi con quella?» disse quasi trattenendo le risate. Hermione non capiva se fosse molto furbo o semplicemente pazzo.
«Non ci provare, questo è l’unico villaggio completamente magico del paese, nessun babbano può esserci capitato per caso» disse la ragazza con l’aria di chi la sa lunga.
A sentire quelle parole, il volto dell’uomo si coprì di un’espressione di fastidio, quasi disgusto. «Ora capisco perché non ne avevo mai sentito parlare» borbottò tra se, pensando di non essere sentito. «Comunque signorina… non ho ben afferrato il tuo nome, se permetti ti spiegherò subito che cosa faccio qui» fece per mettersi una mano in tasca.
«Tieni in alto quella mano o la prossima cosa che vedrai sarà il soffitto di un ospedale» disse la ragazza fissandolo negli occhi.
«Vi ricordavo un po’ più ospitali. Arroganti sempre, ma meno sospettosi» disse il Dottore, offeso.
«Sta scherzando vero? La Guerra sarà anche finita ma è pieno di mangiamorte latitanti. E non dovrei essere sospettosa?» chiese ironicamente la ragazza.
«Esatto la Guerra!» disse il Dottore «Fai bene a tenere la guardia alzata, in effetti questo era solo un test. Il mio ufficio si sta occupando di sensibilizzare la popolazione a tenere gli occhi aperti. Come hai detto tu, è ancora molto pericoloso qua fuori e non tutti sono attenti e pronti come te.»
Hermione fece un’espressione fortemente contrariata. «Quindi tu saresti un impiegato del Ministero, mandato per far finta di essere una persona sospetta in modo da far capire alla gente l’importanza di stare sempre all’erta di questi tempi?»
«Esatto! Anzi, se guardi nella tasca della giacca, troverai il mio tesserino.»
Hermione, che non aveva creduto a una sola parola, decise di assecondarlo per capire dove volesse andare a parare. Tenendolo sempre sotto tiro, allungò la mano sinistra verso la tasca che quello strano tipo le indicava. Trovò un portatessere in cuoio nero e lo aprì. Il sopracciglio scattò in alto e le labbra si strinsero in un’espressione pericolosamente contrariata.
«Ok, Dottore» disse con un tono tutt’altro che rassicurante «Facciamo pure finta che la guerra non sia finita da soli sei mesi e che ci sia bisogno di “sensibilizzare” la gente, come dici tu» la ragazza si avvicinò di un passo, e il Dottore cercò di sorridere in maniera incoraggiante.
«E diciamo pure che non ci sia niente di strano nel fatto che sia stata proprio io a trovarti e che tu non mi abbia riconosciuta» un altro passo avanti.
«Davvero staresti cercando di convincermi di lavorare per il Ministero mostrandomi un pezzo di pergamena bianca?»
Il sorriso morì sulle labbra del Dottore, la ragazza ormai vicinissima puntò la bacchetta dritta contro di lui. «Incarceramus!» gridò, e dalla punta della sua bacchetta spuntarono delle grosse funi che si avvilupparono intorno al Dottore.
 
«E va bene mi hai scoperto» disse il Dottore cercando di allentare le funi senza alcun successo. «Caspita, devi essere davvero geniale se la carta psichica non ha avuto alcun effetto su di te, non credevo ci potessero essere maghi o streghe così intelligenti». Hermione fece finta di non sentirlo e continuò a esaminargli le tasche.
«Ovviamente ci sono sempre le eccezioni, voglio dire quel Merlino era davvero un tipo fuori dall’ordinario e anche Morgana, che a dirla tutta non era niente male, peccato per quella piccola questione dell’incesto…»
«Dove diamine hai nascosto la bacchetta? E che cos’è questo?» chiese la ragazza tirando fuori uno strano arnese grigio, di forma cilindrica, apparentemente di metallo. Trovò una piccola leva sulla superficie e la spinse verso l’alto. Dalla punta uscì una luce blu e l’arnese iniziò a emettere uno strano rumore. Hermione lo spense subito.
«Quello è solo il mio cacciavite sonico, è molto utile di solito, quando c’è qualche cosa di tecnologico su cui usarlo» rispose il Dottore che iniziava a perdere la pazienza. «Senti, a me non piacciono molto i maghi ed è evidente che io non piaccia a loro. Non prenderla sul personale, è solo questione di… gusti. Quindi facciamo così: io me ne torno su quella stupidissima carretta, che ha deliberatamente deciso di portarmi qui senza alcuna ragione, me ne vado e facciamo finta che non sia successo niente, ok?»
«Non prima di aver di aver risposto a qualche domanda» ribatté la ragazza risoluta.
«Ok, spara» disse l’uomo cercando mettersi seduto più comodo.
«Come ti chiami davvero?»
«Ma questo lo sai già, io sono il Dottore, sei tu che non ti sei presentata»
«Davvero non sai chi sono?» chiese la ragazza.
«Mi spiace colpire il tuo fragile ego ma no»
«Hermione Granger ti dice niente?» chiese la ragazza sempre più seccata da quell’uomo che stava riuscendo là dove né Ron né tanto meno Malfoy erano riusciti in tanti anni: farle perdere la pazienza.
Il Dottore ci pensò su qualche secondo «No, no. Non si accende neanche una lampadina, ma non te la prendere neanche tu sai chi sono io. Siamo pari, quindi.»
Hermione lo guardò allibita «Dove diavolo sei stato nell’ultimo anno?»
«Non ci crederesti mai» disse il Dottore con un sorriso, piegando la testa e contorcendosi per allentare un po’ la stretta delle funi.
Fu un lampo. Hermione notò, al collo dell’uomo una catena dorata che conosceva bene. Solo che non poteva davvero essere quello che pensava.
«Cos’hai lì, sotto la camicia?»
«Niente di importante, solo una collana» tentò di minimizzare il Dottore, ma la ragazza stava già trafficando con cravatta e colletto per tirare fuori l’oggetto. Era proprio ciò che pensava che fosse ma non era esattamente come la ricordava.
«Come fai ad avere una GiraTempo? Chi cavolo sei tu?»
«Tu sai cos’è quella?» chiese il Dottore incredulo.
«Certo che so cos’è ma pensavo che le GiraTempo fossero state distrutte anni fa, perché ne hai una? Perché è diversa?». Per quanto ne sapeva Hermione quella era l’unica GiraTempo in circolazione, se era nelle mani di quell’uomo questo lo rendeva un pericolo non indifferente e la ragazza era più che intenzionata a fare chiarezza sulla situazione.
«Ti sei accorta che è diversa. Hai familiarità con questo congegno?»
«Finora, ero convita di essere stata l’ultima strega a possederne uno»
«Oh ma allora questo cambia tutto Hermione. Posso chiamarti Hermione? Io e te diventeremo grandi amici»
«Io e te non diventeremo proprio niente, ancora non mi hai detto chi sei?»
«Io sono il Dottore, sono un alieno, per essere preciso un Signore del Tempo, viaggio attraverso il vortice temporale con la mia fantastica e splendida nave, la migliore di tutto l’universo, che è riuscita a portarmi da te» disse il Dottore con un entusiasmo tutto nuovo.
«Cosa stai blaterando? Tu saresti un alieno?» chiese Hermione, sempre più scettica. Quell’uomo era davvero pericoloso: era completamente pazzo.
«Al cento per cento e posso dimostrartelo. Ascolta il battito dei miei cuori»
La ragazza non si mosse di un millimetro.
«Forza ascolta, non essere timida»
Hermione non capiva bene perché, ma decise di assecondarlo anche stavolta, puntò la bacchetta contro il suo petto e pronunciò un incantesimo per amplificare il battito del suo cuore.
Rimase di sasso: i colpi erano quattro invece di due.
   
 
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