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Autore: SilviaDG    12/05/2014    4 recensioni
SIGNORI E SIGNORE, RAGAZZI E RAGAZZE, ECCO A VOI GLI HUNGER GAMES FRA SHADOWHUNTERS E NASCOSTI!
[...]Clarissa Fray- Imogen pronuncia con enfasi il mio nome,sento una stretta al cuore.
Alzo la testa e vedo e vedo tutti gli sguardi rivolti verso di me.
Mi faccio coraggio e guardo Simon,gli rivolgo un sorriso forzato,forse sarà uno degli ultimi che vedrà sulle mie labbra,andrò nell'arena. [...]
[...] Ho imparato che l'amore- stacca lo sguardo- è difficile, ma meraviglioso, perfetto, fa dimenticare tutti i problemi, illumina la notte, ecco. Senza stelle non c'è amore, senza amore non ci sono stelle.[...]
~ Dal testo~
[AU-Shadowhunters/ Hunger Games]
Genere: Azione, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Clarissa, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Vedo Jace alzarsi all'improvviso e seguo con lo sguardo le sue azioni.
Con un movimento così veloce da far invida alla luce, impugna l'arco e si dirige con passi piccoli e cauti verso Jonathan.
Molly ha appena smesso di urlare, ma il brivido gelido che la sua voce mi aveva procurato non è scomparsa quando questo è finito, anzi, è aumentato.
Forse sto peggio perché so che quel grido non potrà far più rabbrividire nessuno.
Molly non c'è più. 
Un altro tributo, una ragazza, una nascosta, una figlia di Lilith.
Non la conoscevo, ho parlato con lei per poco tempo e stava per uccidermi, ma alla fine mi ha detto che sono "okay", qualcosa del genere.
Non mi dispiace perché la conoscevo, anzi, non mi dispiace per niente. Il mio corpo trabocca così tanto di rabbia che probabilmente la mia parte fragile, quella che avrebbe pianto per Molly, è stata seppellita sotto una valanga di urla non espresse e insulti non sputati contro Capitol City.
Ma prima di gridare, diventare isterica e vendicarmi devo salvarmi la pelle, devo tornare alla realtà. 
Mio fratello sfila il pugnale dal cuore di Molly, la quale cade a terra in un secondo. 
Gli occhi sbarrati mi ricordano quelli di una bambola, la bocca leggermente schiusa mi fa capire che stava cercando di dire qualcosa, probabilmente le sue ultime parole, le gambe che si lasciano cadere come se non avessero più ossa e si poggiano sull'erba mi fanno pensare ad una marionetta che, se non comandata più con dei fili, si lascia cadere al suolo.
- Non muoverti- dice mio fratello. 
Tiene il coltello davanti a sè e lo punta verso Jace, che, però, non è disarmato, ma tiene l'arco ben teso verso di lui.
Mi alzo all'improvviso, attirando l'attenzione dei due che mi rivolgono uno sguardo, ma che tengono sempre la guardia.
- Clary, scappa- Jace ha ricominciato a guardare mio fratello. 
- Vai nei bosco, ti raggiungo- commenta Jonathan, senza degnarmi di uno sguardo.
Messi vicini, i due ragazzi, sono uguali ma diversi: stessa corporatura, all'incirca, stesso sguardo concentrato e furioso, stesse mani abili che tengono strette le loro armi, ma diverso fascino.
La bellezza di Jonathan è più dura, quasi cattiva, come se volesse saltarti addosso; Jace ha lineamenti più morbidi e angelici, come se volesse saltarti addosso, ma prima volesse chiederti il permesso.
Rimango ferma, i piedi come cementati sul terreno, le braccia lasciate cadere lungo i fianchi, la testa dritta, rivolta verso i due ragazzi.
- Clary- ripete Jace a denti stretti- vai via. 
Dovrebbe saperlo: non prendo ordini da nessuno, anzi, quando cercano di comandarmi faccio tutto di testa mia.
E, improvvisamente, mi accorgo di avere un piano.
Un piano e un coltello.
- Jonathan- sussurro, Jace assume un'espressione confusa per un attimo.
- Sorellina- risponde lui, sorridendo.
- Mi hai trovata- sospiro, come se ne fossi felice- quasi mi stavo preoccupando.
Jace continua a tenere la guardia, ma sembra improvvisamente più teso.
E lo capisco.
- Dubitavi di me?- Jonathan si lascia sfuggire un risolino.
- Assolutamente no- sorrido anche io, poi comincio ad avvicinarmi a mio fratello. 
Non possi dare segnali a Jace, non posso rischiare di farmi scoprire, devo solo sperare che il mio piano funzioni.
- Ci capiamo con lo sguardo, io e Clary- afferma Jonathan, rivolgendosi a Jace.
Mi immagino come si sente dentro: tradito, confuso, umiliato.
In questo momento pensa che sia alleata con Jonathan, che sia stata tutta una falsa, pensa che io non lo ami.
Ma forse è meglio così, magari, se lo avessi reso, in quale modo, partecipe del mio piano, si sarebbe comportato in modo poco credibile. - Clary...- sussurra.
Sono accanto a Jonathan, cerco di avvicinarmi il più possibile, ma di non guardarlo negli occhi, potrebbe capire le mie intenzioni. 
- Jace Herondale- spero solo di essere credibile- quanto mi sono divertita- sorrido, ma dentro mi sento uno schifo- è sempre meglio ingannare ed uccidere che uccidere direttamente- pensa, pensa, pensa a qualcosa di credibile-volevo giocare un pò con te.
Jonathan sorride e annuisce.
Sì, fino ad adesso sono stata abbastanza credibile.
Concentrazione, concentrazione. 
- Cosa?- chiede Jace.
I suoi occhi non brillano più, come se qualcuno abbia spegnento quel luccichio unico e fantastico.
Vorrei tanto corrergli incontro, dirgli che è tutta una falsa, ma...
Lo saprà presto, no?
Funzionerà, vero?
- Vuoi avere l'onore?- Jonathan mi porge il coltello.
- Ovviamente- rispondo, sorridendo.
Non dovrò neanche prendere il coltello dallo zaino, mi sta porgendo un'opportunità, la devo cogliere.
Ma non posso attaccarlo da qui, una coltellata non potrebbe bastare e lui potrebbe mettermi al tappetto con qualche mossa, credo.
Così comincio ad avanzare verso Jace, tenendo in coltello con la lama puntata verso di lui che, in risposta, ad ogni mio passo indietreggia.
- Clary- sussurra- non fare stupidate.
- No, assolutamente- rido, per farmi sentire da mio fratello. 
Spero che non si muova con me, altrimenti mi vedrebbe.
- Jace, Jace- comincio, sento un nodo stringere alla gola- sei stato davvero una preda divertente.
Indietreggia, cavolo, indietreggia ancora.
Come se mi avesse sentito si muove ancora più veloce, allontanadosi da me.
Jonathan non ci vede da qui, ma è meglio aspettare che indietreggi ancora di quale passo, solo di poco, per essere più o al sicuro. 
Lui si ferma all'improvviso, ma io non mi blocco subito. 
Così mi trovo col viso davanti all'arco, la freccia puntata sulla mia guancia destra.
Riesco a sentire il dolore della ferita, il graffio che la punta affilata mi sta procurando, riesco a percepire il sangue che sgorga dalla mia pelle e attraversa la mia guancia, per poi cadere sul suolo, diventando l'unica macchia di colore rosso in un campo verde.
Sorrido, faccio finta di aver calcolato tutto, Jonathan non deve avanzare.
- Ferma, Clary- la voce di Jace trema leggermente, è ancora scombussolato dalla situazione. 
Mio fratello si sta avvicinando, cavolo. 
Cavolo, cavolo, cavolo.
Devo trovare una frase in codice, qualcosa che possa dire ad alta voce, che possa far capire tutto a Jace e lasciare tranquillo mio fratello. 
E devo fare in fretta.
Se cercassi di parlare con il labbiale mio fratello mi vedrebbe perché adesso si è avvicinato troppo, è quasi accanto a me.
Pensa testolina rossa, pensa.
- Le stelle- è la prima cosa che mi viene in mente- sono luminose e fragili- devo trovare qualcosa, ragiona, ragiona- c'è sola una stella che brilla qui e io- io cosa?- io sono lo smog di Capitol City- affermo- voglio far diventare il cielo scuro- lo guardo, sperando che capisca- voglio coprire tutto tranne- la freccia sta andando in profondità nella pelle, sento il dolore che cresce sempre di più- tutto tranne una stella, composta da due persone, Jace, quella non la spengo- dico ad un fiato- voglio solo fingere di spegnerla, ma lei brilla ancora, io voglio spegnare qualcos'altro. 
Chiudo gli occhi per un secondo, sperando che abbia compreso il mio discorso apparentemente incomprensibile e che, in realtà, non è neanche tanto facile da capire per me.
Non sono per niente sicura di aver formulato una frase sensata.
Quando riapro gli occhi vedo Jace sorridere.
- Quando?- chiede.
Ha capito! Ha capito!
- Adesso- rispondo, mentre sospiro per il sollievo.
Poi ci voltiamo entrambi verso Jonathan, puntandogli addosso le armi.
 
 
 
 
 
 
 
 
ANGOLO ROTONDO:
Ok, il capitolo è davvero corto e non è il massimo, ma abbiamo voluto pubblicarlo per non perdere il ritmo.
Se avessimo pubblicato tardi poi avremmo dovuto pubblicare tardi anche la prossima volta e così via...
Quindi vi lasciamo con questo piccolo pezzo, anche perché non siamo sicure che tutti abbiano avuto il tempo di leggere il capitolo precedente. 
Alle prossima♡
~S&K~
  
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