Epilogo
Caleb si gratta
la cicatrice sulla
palla.
Per fortuna il
proiettile che
aveva attraversato il corpo di John si era conficcato li e non in
qualche
organo vitale.
La sua prima
ferita di guerra.
Spera anche
l'ultima, ma se si
mette con gli Assassini ci sono ben poche possibilità che la
sua speranza si
avveri.
Nonostante
questo Jo ha ragione...
non possono tirarsi indietro adesso... anche perché le cose
non potrebbero
andare meglio.
Melanie ha
ricevuto un
provvedimento disciplinare per la sua incapacità di gestire
la situazione, ed è
stata trasferita... o almeno così gli hanno detto... Caleb
spera che non sia
finita in fondo al fiume... anche se lo ha drogato e preso in ostaggio.
C'è
il sole, quella mattina, e
anche se l'aria è fredda non è spiacevole stare
li seduti a godersi il calore.
Si rilassa di
più sulla sedia di
alluminio del bar davanti al grattacielo della divisione Abstergo... da
li ha
un'ottima visuale dell'ingresso.
Sorride
soddisfatto.
Tralasciando il
dettaglio della
nausea, del mal di testa e delle allucinazioni questa cosa dell'effetto
osmosi
è utile... ha imparato un sacco di cose da Edward.
E ne
imparerà ancora.
Guarda
l'orologio.
Jo è
in ritardo, ma suppone che
definire i dettagli di un cambio di dirigenza sia un lavoro lungo.
Grazie
all'intervento di suo padre
Jo è riuscita ad occupare il posto di Oliver come
supervisore del progetto, e
in quel momento è in riunione per ridefinire le procedure di
gestione degli
Animus... imponendo un limite massimo di tre ore per sessione, per
esempio...
seguite da un quarto d'ora di pausa prima della ripresa.
Chissà
perché, ma è convinto che
la cosa non piacerà ai pezzi grossi... ma non è
preoccupato... Jo si sa vendere
bene, e sarebbe riuscita a convincerli della validità della
sua idea... in
fondo meglio un piccolo ritardo rispetto a dover gestire l'insorgenza
di
schizofrenia nei Soggetti.
Anche gli altri
sono in ritardo.
Non li vede da
una settimana, da
quando è uscito dall'ospedale e lo hanno ringraziato per
l'aiuto involontario.
Caleb li avrebbe
presi a pugni.
Un'ombra si
proietta sul tavolino
e Caleb alza lo sguardo incrociandolo con quello dell'uomo.
Si rende subito
conto che si
tratta dell'uomo che lo ha quasi buttato a terra in metropolitana, la
settimana
prima.
-Salve...-dice.
-Salve... posso
sedermi?-
-Veramente sto
aspettando
qualcuno...-
-Si... stai
aspettando me... sono
William Miles...-
L'uomo si siede
e ordina
velocemente un caffè alla cameriera che si dirige solerte
verso il loro tavolo.
-Il padre di
Desmond?-
Un ombra passa
sul volto
dell'uomo.
Caleb sa di non
essere un campione
di tatto.
-Mi dispiace...
non sono bravo, in
queste cose... Jo mi ha detto che lei è il capo degli
Assassini...-
Lui scuote la
testa.
-Non lo sono
più... non da
quando... non da quando mio figlio è morto...
però collaboro con loro, con la
mia piccola squadra.-
-La ragazza
dall'aria intelligente
e l'inglese con la scopa nel culo?-
La battuta lo fa
ridere.
-Si, loro...
farai l'abitudine a Shaun...
l'abbiamo fatta tutti.-
Caleb nota Jo
uscire
dall'edificio.
Si ferma un
momento cercandolo con
gli occhi prima di sorridere al loro indirizzo e attraversare la strada
con
attenzione.
-Immagino di non
potermi tirare
indietro, a questo punto...- mormora.
William non gli
risponde.
Non
può obbligarlo ad aiutarli,
altrimenti in cosa sarebbero diversi dai Templari?
Però
spera che dica di si... un
aiuto dall'interno sarebbe un colpo grosso, e sa che se Caleb rifiuta
allora Jo
lo seguirà... non rischierà di perderlo per una
promessa fatta ad un uomo che
nemmeno conosce.
Si chiede, per
l'ennesima volta,
che fine abbia fatto il corpo di Desmond e se riuscirà mai a
ritrovarlo...
glielo deve.
Jo li raggiunge
e si siede con
loro, splendida nel suo completo verde scuro e la camicetta prugna.
-Tutto fatto...
da oggi sono
ufficialmente a capo del progetto Animus della Abstergo
entertainment...-
è
radiosa, eccitata come una
bambina.
Caleb ama
vederla sorridere, anche
se preferirebbe che fosse per un altro motivo.
Il suo
matrimonio, per esempio...
ma quello non è il momento per chiedergli di sposarlo...
avranno altre cose a
cui pensare, adesso.
Adesso sono
degli infiltrati.
Il mio nome
è Martin, Caleb
Martin... continua a suonargli troppo banale.
-Non correte
rischi inutili... non
vi voglio sulla coscienza...- la riprende William.
Caleb le prende
la mano,
guardandola in viso.
-Baderò
io a lei...-
Jo gli sorride.
William sa che
è vero, ma sa anche
che a volte non basta tentare con tutte le proprie forze di proteggere
qualcuno.
Non lo dice, e
si limita a volgere
lo sguardo verso il grattacielo della Abstergo.
Per il momento i
Templari sono in
vantaggio e braccano gli Assassini in tutto il mondo, ma presto
impareranno che
non è saggio girare le spalle al proprio nemico... se non
vuoi che ci infili un
pugnale...
... o una lama
celata, in questo
caso...
... Avrebbe
onorato la memoria di
Desmond proteggendo il mondo per la cui salvezza aveva dato la vita...
anche a
costo di rimetterci la sua.