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Autore: Mojita_Blue    16/05/2014    1 recensioni
Alexandra e Caroline. Due ragazze così diverse tra loro, ma allo stesso tempo così uguali.
E se un giorno le loro strade si incrociassero formando un unico destino?
Riusciranno l'amore, l'amicizia e la famiglia ad aiutarle a superare le complicazioni della vita?
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il cielo era nuvoloso e carico di pioggia. Jane lo guardò per un istante, poi prese ad avanzare.
Il freddo quel giorno era pungente e benché non stesse ancora piovendo, si mise il cappuccio sul capo.
Dopo quel giorno con Patricia si era promessa di andare a trovarlo.
Non ci andava da un paio di mesi, ma non per cattiveria. Voleva farlo ma non era così forte come voleva far credere. Avanzò ancora entrando nel cancello principale.
Il cuore le batteva forte, come se stesse andando ad un appuntamento.
Nonostante il tempo passato ricordava perfettamente la strada in quel piccolo labirinto, come se non fosse passato neanche un giorno dalla sua ultima visita. La sua foto era lì che lo ritraeva giovane e bellissimo come era sempre stato.
Si avvicinò con un po’ di timore come se da un momento all’altro potesse rimproverarla di non essere venuta più spesso.
“Ciao Alan.” Sussurrò. Porse sulla terra una rosa rossa che si era portata con se. Rossa di peccato, ma soprattutto di amore.
“Non mi sono fatta vedere spesso ultimamente. Ma spero che tu possa capirmi.” Continuò lei nel modo in cui qualcuno parlerebbe ad un amico incontrato dopo anni. “Sai, Alexandra è cresciuta. E’ diventata proprio una bella ragazza. E ti somiglia tanto…Anche un po’ caratterialmente.” Ridacchiò mesta.
Le venne da piangere. Avrebbe tanto voluto riabbracciarlo, toccarlo, sorridergli.
Si lasciò cadere con le ginocchia sul terreno. Non le importava se si sarebbe macchiata il vestito.
L’unico bisogno che aveva era di purificarsi la coscienza.
“Patricia è tornata in città. Non so da quanto. L’ho rivista e…e ho pensato a noi. A cosa le abbiamo fatto. Al nostro errore.”
Già un errore grave, ma che produsse quel fiore meraviglioso che era ora Alex. La persona più bella e importante della sua vita. La ragazza era però ancora ignara di tutto ed era una cosa inaccettabile.
“Alex non sa ancora nulla. Ma dovrà saperlo prima o poi. Ricordi ancora quel giorno? Il nostro primo bacio...”
Lei si, se lo ricordava benissimo. Era stato il momento più bello che avesse vissuto. Ma era stato anche tremendamente sbagliato. Le immagini nella sua mente cominciarono a farsi nitide rievocando quel passato ormai lontano.
 
Una fresca e piacevole brezza primaverile sfiorava il viso di un ragazzo seduto sotto un albero. I raggi del sole filtravano attraverso i rami creando macchie di luce sulla sua pelle chiara.
Sorridente, appoggiata con la testa sulle sue gambe stese, vi era una ragazza. Aveva capelli neri lunghi poco più della spalla.
“Non mi dire! Hai davvero rotto la finestra del signor Wilson?!” Rise lei. Il ragazzo mise entrambe le braccia dietro la nuca.
“Davvero! Ma è stato solo un incidente.”
“Non ci credo per niente! Dovresti comportarti in modo più maturo Alan. Hai diciannove anni!”
“E tu diciassette, quindi non puoi giudicarmi.” Ghignò lui.
Jane per tutta risposta gli fece una linguaccia per poi rimettersi a ridere. Adoravano punzecchiarsi a vicenda. Non amavano particolarmente le cose sdolcinate, ma sapevano essere affettuosi a modo loro. La loro amicizia dopotutto si basava su cose semplici.
D’improvviso sentirono una suoneria che interruppe il silenzio di quel luogo. Alan borbottò qualcosa prendendo il cellulare dalla tasca.
“E’ Patricia…”  Sussurrò più tra se che a qualcuno in particolare. Jane si rizzò subito a sedere. Il ragazzo rispose alla chiamata non notando che lei si era fatta improvvisamente seria.
Jane sbuffò mettendo le ginocchia contro il petto.
Alan le aveva promesso che avrebbero avuto tutto il pomeriggio per loro perché Patricia era impegnata. Invece adesso si ritrovava a chiacchierare con lei di chissà quale fatto. Doveva vedere in faccia la realtà; non aveva più tempo per nessuno ormai e lei purtroppo non rappresentava un’eccezione.
Strappò qualche ciuffo d’erba giocherellandoci nervosamente.
La verità era che non poteva nascondere di sentire un nodo allo stomaco quando era con lui. Alan era sempre stato con lei nei momenti belli e brutti e l’aveva sempre sostenuta; un ottimo amico.
Ma adesso non sapeva più come  comportarsi. Quando aveva saputo che si era fidanzato le era sembrato che tutto il mondo le stesse cadendo addosso.
“No, non ne voglio parlare adesso!” Alan aveva alzato di poco la voce. “Sono … Sono con degli amici.”
Non le aveva detto che era solo con lei. Perché?
“Devo andare… Ti amo anch’io.” Sussurrò lui come se non volesse farsi sentire da Jane. Chiuse finalmente la chiamata e la ragazza girò la testa altrove.
Passarono lunghi attimi di silenzio.
“Ehi Jane che ti prende?” Domandò Alan con un mezzo sorriso sul volto. Provò a toccarle la spalla, ma lei si divincolò.
“Forse dovresti andare da Patricia.”
“Che stai dicendo?” Lei sorrise mesta.
“Non hai più tempo per me. Anzi non avresti dovuto chiedermi di vederci.”
Alan non rispose. Ne seguì un altro silenzio carico di significati.
“Si è fatto tardi. E’ meglio che vada.” Disse semplicemente lei alzandosi. Era una pietosa bugia poiché avevano ancora un’altra ora libera.
Improvvisamente il ragazzo che afferrò il polso.
“Ti prego, non andartene. E’ importante la tua presenza.” Jane si morse il labbro.
“Tu hai la minima idea di cosa significhi la tua presenza per me?”
Sperò che non la deridesse o che la respingesse in modo brusco. Ma inaspettatamente non ricevette risposta. Alan si alzò con ancora la mano intorno al suo polso e si avvicinò a lei, che invece gli dava le spalle.
Doveva andarsene, ma il ragazzo non voleva assolutamente lasciarla.
“Perché mi fai questo Alan? Perché stai rendendo le cose più complicate?” Sussurrò con voce spezzata.
Lui appoggiò entrambe le mani sulle sue spalle e la fece voltare verso di se. Ma la ragazza non osava guardarlo in faccia.
“Jane…Io ho bisogno di te.” Sussurrò Alan alzandole il viso. Le spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e Jane sentì i brividi sulla sua pelle perdendosi in quelle sue iridi azzurre. Si guardarono per un istante che le parve interminabile.
Accadde tutto all’improvviso. Le loro labbra si collegarono come attratte da una calamita .
Jane sentì il sapore delle sue labbra tanto bramate, il calore della sua bocca troppo a lungo desiderata. Soprattutto sentì quelle mani sul suo corpo che la stringevano in un abbraccio tanto travolgente quanto protettivo. Strinse la sua maglietta sul petto lasciandosi andare a quel bacio intenso.
Lo amava e non poteva più negarlo.
Si staccarono per riprendere fiato. Solo in quel momento Jane trasalì, svegliandosi da quella trance.
Aveva appena baciato il suo migliore amico, il ragazzo che amava. Ma era anche fidanzato e lei come una sciocca aveva lasciato che tutto accadesse.
“Jane…” Sussurrò Alan cercando di essere più calmo possibile. Però, in realtà la sua voce era incrinata. Era consapevole anche lui di ciò che avevano commesso.
La ragazza abbassò lo sguardo. Si guardò le mani e le trovò sporche di quel gesto azzardato. Si era macchiata di peccato, tradimento, vergogna…
“Jane, ti prego guardami.” Ma lei scosse la testa, incapace di parlare. Fece qualche passo indietro; poi si voltò e scappò via da lui.
“Jane!” La chiamò più e più volte Alan, ma invano. Corse fin quando non sentì la sua voce sparire; infine si lasciò andare pesantemente in ginocchio.
In che guaio si era cacciata?
Lo amava, ma non poteva fare così. Non doveva fare così.
Si promise che non avrebbe più fatto una cosa simile a lui…a Patricia.
Ma non sapeva che ben presto questo sarebbe diventato un giuramento vano, poiché la situazione sarebbe infine sfuggita loro di mano.
 
Una lacrima le rigò il viso cadendo sul dorso della mano.
Tutti quei ricordi le facevano male. Pensava a quanto potesse essere vicino, ma allo stesso tempo molto, molto lontano da lei. Tirò su col naso.
“Io voglio…voglio davvero parlare con Patricia. Sento i sensi di colpa che mi schiacciano e… non posso sprecare l’occasione di chiarire la cosa… di farci perdonare.” Parlò con voce spezzata dai singhiozzi.
“Ma ho paura…”
Pensava di non potersela cavare, di aver bisogno di qualcuno che la sostenesse. All’improvviso la sua vita era stata sconvolta e si era ritrovata completamente sola a crescere una figlia, a portare avanti la casa e la vita di entrambe. Aveva dovuto crescere in fretta.
“Oh, Alan… Tu non immagini quanto abbia bisogno di te in questo momento.”
Stette in silenzio per un po’, contemplando la sua foto.
Quel bacio era stato l’inizio di un circolo che aveva messo a dura prova la loro vita sociale. In quel momento si era sentita libera e allo stesso tempo tremendamente sporca. Voleva davvero lavarsi da quel peccato, ma era diventato indelebile sulla sua pelle da quando aveva deciso di diventare sua complice. Dopotutto la scelta di seguirlo in quell’inferno era stata solo sua. Si strinse la maglia.
“Io c’è la devo fare.” Sussurrò. “Ce la farò per entrambi.”

  
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