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Autore: Dracaryser    16/05/2014    0 recensioni
Un incontro con una donna dai capelli rossi che toglie il fiato e allo stesso tempo potrebbe essere l'unica in grado di aiutare la protagonista a respirare di nuovo.
Crossover tra Grey's Anatomy e Scandal, telefilm targati Shondaland. Il titolo di ogni capitolo è anche il titolo della canzone che consiglio di ascoltare durante la lettura dello stesso.
Dal testo:
"Decisi di abbracciarla e lei si fece piccola piccola.
Le asciugai le lacrime, lei chiuse gli occhi e il viso le si fece più sereno. Passarono i minuti e lei smise di piangere, ma nessuna delle due aveva intenzione di rompere il silenzio. Guardai i suoi capelli, le sue guance, le sue caviglie e una cosa mi fu chiara: sarei andata all'inferno per proteggerla."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Dopo trentasei ore di pioggia ininterrotta venni svegliata dai raggi del sole che filtravano tra le tende semiaperte che la sera prima non avevo avuto la forza di chiudere. Al termine di una settimana di lavoro era arrivato il mio giorno libero. Guardai per prima cosa il comodino che ospitava l'ultimo libro terminato. Decisi che dovevo iniziarne uno nuovo e che quello sarebbe stato il giorno perfetto per uscire a comprarlo. Mi tirai senza molta fatica fuori dal letto e andai ad aprire le tende per far sì che la luce illuminasse la stanza rimasta al buio per almeno una settimana.

Dopo aver fatto colazione ed essermi lavata presi dei vestiti dalla pila di biancheria pulita sulla sedia. Indossai jeans e maglietta e misi un paio di stivali alti fino al ginocchio. Nonostante avessi superato da cinque anni i trenta non c'era cosa che mi rendesse più felice di sguazzare con gli stivali nelle pozzanghere, e a Seattle, città in cui la percentuale di precipitazioni era direttamente proporzionale al numero di grattacieli vertiginosi, le pozzanghere non mancavano mai.

Scesi senza fretta le scale e mi incamminai verso il negozio di libri tra Pine street e 6th Avenue accorgendomi che il cielo era meno limpido di quanto mi aspettassi e pensai che probabilmente sarebbe piovuto di lì a poco. Accelerai il passo e arrivai al negozio. Le tende indaco con fiocchi panna rendevano la facciata della libreria regale e al tempo stesso confortevole. Entrai facendo suonare i pendagli sulla porta che annunciano l'arrivo di un nuovo cliente e che di conseguenza rendono il suono, che altrimenti sarebbe irritante, gradito al proprietario.Feci un cenno di saluto al proprietario, corpulento e barbuto, che stava giocando con i nipoti,almeno supponevo che lo fossero, dato che in realtà non avevo mai intrattenuto alcun tipo di conversazione con l'uomo che lasciava sfogliassi tutti i libri di quattro interi scaffali per sceglierne uno o due al massimo, ma che mi vedeva tornare ogni settimana.

Mentre mi trovavo a metà tra il reparto dei romanzi ottocenteschi e i classici latini vidi una donna dalla pelle color latte e i capelli rossi tenere in mano un libro con la copertina a me familiare.

"Meraviglia" esclamai sospirando con una mano poggiata sul petto, come ero solita fare quando parlavo delle cose che sentivo sotto la pelle.

La donna,immersa nella lettura della trama del libro, ebbe un sussulto e alzò gli occhi. Solo allora potei accorgermi dell'intensità del blu-mare che ondeggiava intorno alle sue pupille.

"Prego?" mi disse. Con un tono più irritato che confuso.

"Il libro che ha in mano. E' una meraviglia. Glielo consiglio vivamente."

Non mi rispose e tornò al libro di Vanessa Diffenbaugh che aveva legato per pochi attimi la mia vita alla sua.
"Non è per me in realtà" Esordì, rompendo il silenzio e inclinando l'angolo destro della bocca all'insù, accennando un mezzo sorriso.Non avrei assolutamente potuto chiedere per chi fosse, così mi uscì un "Ah" e sparii dietro la sezione per bambini, lontata dieci passi da lì.

Avevo già trovato quello che cercavo, ma rimasi un altro po' a guardare cosa avrebbe comprato la donna e ad ipotizzare per chi potesse essere e per quale occasione.

Saltò velocemente la sezione dei classici latini su cui mi ero soffermata io pochi minuti prima e spazientita prese un libro a caso dallo scaffale dei best-seller e chiese di confezionarlo con un fiocco.
Continuai a guardarla mentre attendeva che una ragazza imbranata le incartasse il libro. Non riuscii bene ad individuare il vestito sotto il cappotto bianco, a parer mio fuori stagione ad Ottobre, ma qualunque lavoro svolgesse, doveva esigere sicuramente una certa classe.

Alzò gli occhi dal bancone dopo il terzo tentativo andato in fumo della ragazza che si disperava per fare un fiocco con il nastro e le forbici e voltò la testa nella mia direzione. Prontamente abbassai lo sguardo sul libro che avevo scelto e finsi di essere titubante. Poi lo sollevai incontrando il suo e finsi indifferenza volgendolo subito ad un libro posto troppo in alto per i miei 165 centimentri che più i cinque di stivali divenivano 170 centimetri d'altezza.

In realtà, incrociando quelle due distese d'acqua blu per una seconda volta mi sentii quasi essere sottratta alla legge di gravità. Dopo cinque minuti abbondanti la ragazza al bancone aveva fatto un lavoro più o meno decente ed io vidi la massa di capelli rossi ondeggiare e allontanarsi sempre più dalla mia visuale.  

  
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