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Autore: hikarisan    16/05/2014    2 recensioni
“Io ti amo Sanae, ma non è giusto chiederti di stare insieme. Non adesso.”
Tsubasa si dichiara a Sanae dopo essersi battuto con Kanda, ma non tutto va per il verso giusto. Loro due non si mettono insieme. Cosa succederà allora alla manager ed al capitano?
La storia è ambientata ai giorni nostri, dove la tecnologia ha preso il sopravvento.
Genere: Commedia, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno piccoletti! Mi raccomando, allenatevi tanto e forse, un giorno, potrete dire di essere come me!”
 
Il ragazzo entrò in campo interrompendo la partita di allenamento e beccandosi un’occhiataccia dal mister, che osservava i ragazzi dal bordo campo.
 
“Ishizaki, neanche dopo il ritiro smetti di rompere le scatole?”
 
“Faccio subito mister, devo parlare un attimo con il capitano. Continuate in dieci voi con le magliette bianche, fatevi un po’ le ossa da soli, su!”
 
Il capitano si avvicina al bordo campo, prende un asciugamano pulita e si asciuga il sudore dalla fronte, cominciando ad incamminarsi verso gli spogliatoi, seguito dal compagno di squadra, che rimane stranamente in silenzio durante tutto il tragitto. Appena entrano il difensore chiude la porta a chiave e guarda Tsubasa togliersi la maglietta e posarla su una panca.
 
“Spiegami, perché io proprio non ci arrivo.”
 
“Non c’è niente da dire, doveva andare così.”
 
“Hai voluto tu che andasse così. Perché toglierla dalle mani di Kanda se poi tu non la vuoi?”
 
“Non è che non voglio, è che non posso.”
 
Tsubasa si sedette sulla panca e fece un respiro profondo, cercando le parole adatte per far capire al suo migliore amico quanto fosse difficile quella situazione.
 
“Non potevo chiederle di diventare la mia ragazza, non quando partirò tra qualche mese. Non potremmo condividere niente, io ho qualcosa per distrarmi ed è il calcio, ma lei? I primi mesi sarebbero un inferno, finirebbe per odiare me e la mia passione, andrebbe tutto a rotoli dopo appena un anno. Non potevo dirle che la vedevo solo come amica, sarebbe stata una bugia bella e buona che avreste confutato tutti quanti.”
 
“Ora vuoi dare la colpa a noi se lei ti piace?”
 
“Assolutamente no, ma avete sempre insistito con questa storia, da quando avevamo undici anni, ci vedevate come la coppia perfetta, sapendo benissimo cosa sarebbe successo una volta finite le medie... Io volevo starle vicino come amico e godere della sua compagnia fin quando avrei potuto.”
 
“E allora perché non lasciarla a Kanda?”
 
“Perché sono un fottuto egoista va bene?! Perché nonostante tutto le voglio bene, è la mia manager, e doveva sapere la verità! E’ una ragazza in gamba, si costruirà un bel futuro. E se il destino vorrà… Chissà. Promettimi solo che non la lascerai mai, che ti prenderai cura di lei come fosse tua sorella.”
 
“E perché pensi che ci litighi in continuazione?! I fratelli non fanno così?”
 
Il difensore gli fece un sorrise triste e fece per aprire la porta dello spogliatoio.
 
“Io però ancora non voglio capire.”
 
Lasciò il capitano ai suoi pensieri ed uscì fuori dallo spogliatoio, avviandosi verso la scuola. Probabilmente sarebbe stato uno dei primi ad arrivare vista l’ora, si sarebbe messo a studiare per gli esami, male non gi avrebbe fatto.
Si avviò verso la sua classe al secondo piano dell’istituto, quando notò qualcuno di sua conoscenza salire le scale per andare sul tetto.
 
 
 
 
“Manager, mattiniera stamattina?”
 
La ragazza rimase immobile, appoggiata con la schiena alla rete di protezione, a guardare il suo cellulare con occhi lucidi. Ishizaki sospirò pesantemente e le si avvicinò, appoggiandosi alla rete accanto a lei.
 
“Io ed il capitano non abbiamo neanche una foto insieme, sai? Noi due da soli intendo… Poi, perché dovrei averne, i fidanzati hanno le foto insieme, non gli amici.”
 
“Io e te siamo pieni di foto insieme, facevamo il bagno insieme da piccoli, ricordi? Tentavi di affogarmi.”
 
“… Per fortuna non ci sono riuscita, altrimenti ora non saresti qui con me.”
 
Ishizaki sorrise e volse lo sguardo verso il cielo, non avendo per la prima volta parole da dire.
 
“So che hai parlato con Tsubasa, ti ho visto uscire dagli spogliatoi…”
 
“Io volevo soltanto vedervi felici insieme, non avrei mai alimentato la cosa se solo avessi saputo che…”
 
Non riuscì a completare la frase, lasciò cadere l’argomento, preferendo non aggravare la situazione più del dovuto. Avrebbe dovuto pensare alle conseguenze ogni volta che apriva quel forno che si trovava per bocca per prendere di mira la manager ed il capitano, ma ormai era tardi.
 
“Va bene così, non darti colpe che non hai Ryo. E non dare colpe a Tsubasa. Il Brasile è sempre stato il suo sogno, è ora che io trovi il mio… Però ora non ce la faccio a fare finta che non sia successo nulla con lui.”
 
“Nessuno vuole questo, tu devi fare quello che ti senti… Ne hai di gente con cui parlare, me, Yukari, Yayoi. Non devi per forza rivolgere la parola a lui. Gli altri capiranno, o glielo faccio capire io.”
 
Sentirono il vociare degli alunni riempire pian piano la scuola e si resero conto che era ora di entrare in classe.
 
“Andiamo manager, il tuo vicino di banco ti scorta in classe stamattina… Ma non ti montare la testa, questa è la prima e l’ultima volta che accompagno una cornacchia in classe.”
 
“COME OSI?”
 
Il ragazzo fuggì vie per le scale rincorso dalla manager che roteava sopra la testa la sua cartella, mentre sorrideva contento per averla fatta distrarre per qualche minuto.
 
 
 
 
 
 
 
Ishizaki entrò in classe di corsa dribblando i posti in prima fila e sedendosi al suo posto, accanto al banco del capitano.
 
“Ehi, di corsa anche oggi che sei puntuale?”
 
“Buongiorno Manabu. Una cornacchia mi stava inseguendo!”
 
Sanae entrò in classe e si fermò un attimo a riprendere fiato vicino la cattedra. Avrebbe dovuto fare un po’ di allenamento se una corsetta era capace di ridurla senza fiato. Fece un respiro profondo ed andò diretta al suo banco salutando i compagni di classe intorno a lei. Frenò l’impulso irrefrenabile di girarsi dietro di lei per vedere se il capitano era arrivato o no, altrimenti sarebbe scoppiata a piangere lì davanti a tutti come una mocciosa, ed era meglio non dare materiale per chiacchiere inutili in classe.
 
Tsubasa guardò la compagna sedersi davanti a lui, per un attimo aveva creduto che lo avrebbe salutato come faceva tutti i giorni, ma poi aveva visto lo sguardo basso ed aveva capito che era meglio starsene zitto ed aspettare la prima mossa. Se mai ci sarà una prima mossa. Vide Ryo accanto a lui scuotere la testa nella sua direzione, come a dirgli di lasciarla tranquilla. Forse era meglio così. Il peggio sarebbe arrivato nel momento in cui tutti avessero saputo. Sì, praticamente mezza scuola sapeva della loro non-storia. Essere il capitano della Nazionale Giovanile e della squadra che aveva vinto per tre anni di seguito il campionato Nazionale gli dava una certa notorietà, e questo significava essere sulla bocca di tutti, ora per un motivo, ora per un altro. C’era stato sempre un gran vociferare su loro due, alimentato anche dalle battutine dei compagni di squadra, ed il fatto di essere sempre insieme non aiutava. La presenza di Sanae teneva lontano una gran parte delle fan, anche perché lei non faceva avvicinare nessuno, vuoi per gelosia o per altro, ma ora tutto cambiava. E la sua costante presenza accanto a lei non ci sarebbe più stata, il che significava che qualcuno si sarebbe fatto avanti, prima o poi. Confidava di essere già in Brasile, quando ciò sarebbe successo.
 
“Ehi Sanae!”
 
“Yukari, perché sei qui? Sta per arrivare il professore.”
 
“Non posso neanche salutare la mia migliore amica?!”
 
Yukari si avvicina a Sanae e le scocca un sonoro bacio sulla fronte con fare materno, mentre riserva al capitano uno sguardo tutt’altro che amichevole. Sarebbero stati mesi lunghi quelli.
 
 
 
 
Ringrazio chi ha recensito il primo capitolo, e noto con piacere di aver creato dissensi sui comportamenti tenuti dai vari ragazzi! Era proprio quello che volevo.
Volevo rendere tutto molto più realistico, come se fosse successo tutto ai giorni nostri, dove c’è una diverso approccio alla vita e all’amore, almeno secondo me. Non volevo descrivere la classica favola dove tutto fila liscio, non rispecchia la vita reale.
Spero di poter aggiornare in maniera frequente, in questo periodo sto scrivendo di getto e con tanta motivazione.
 
A presto.
 
HK^^ 
  
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