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Autore: _Lillian_    17/05/2014    12 recensioni
Paese che vai... Usanza che trovi? E' questo il detto no?
Ma per i dodici scapestrati, le usanze dell'Antica Grecia non saranno tra le loro preferite.
Niente campo per cellulari, niente tecnologia.... Solo allenamenti e una storia tutta da scoprire, piena di misteri.
Tra intrecci, triangoli, frecciatine e battibecchi... Riusciranno i nostri eroi a salvarsi e a tornare alla vita di sempre?
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Chapter 3

 

 

I cavalieri di Atena in religioso silenzio conducevano i giovani ragazzi nelle future abitazioni. Durante il tragitto verso la prima casa, quella dell'ariete, regnava il silenzio tra i due gruppi di epoche tanto diverse. Un forte vento era calato e scompigliava insistentemente i capelli di tutti. I ragazzi parlottavano tra loro esprimendo i loro pensieri, le loro preoccupazioni. I loro stati d'animo non erano sicuramente dei migliori, tante erano le domande alle quali non c'erano risposte e questo non faceva altro che destabilizzare dei già tanto provati ragazzi. Nessuno di loro quella mattina avrebbe mai pensato di imbattersi in una situazione così strana e surreale, sembrava un sogno, un lungo sogno vivido dal quale prima o poi avrebbero dovuto svegliarsi e chissà, forse era davvero così. Ally si era fermata pochi scalini più in basso per contemplare la natura circostante al Santuario, quel posto così antico ma allo stesso tempo così affascinante la incuriosiva parecchio. Mentre tutti gli altri erano preoccupati per le loro sorti e pensavano più ai mille lati negativi della faccenda, lei era stranamente felice di dover abitare in quei templi, non sapeva perché, forse si era solo lasciata trasportare dalla contentezza di Pallino che gironzolava felice annusando qualsiasi cosa gli capitasse a tiro o forse quella sensazione che sentiva partire dal petto le faceva credere che restare lì era la cosa più giusta da fare .Mentre osservava meravigliata le mura che circondavano il Santuario, a loro volta circondate dalla natura, vide Pallino saltare su una di queste e gli sorrise. Quel gatto era tutta la sua vita, glielo aveva regalato la madre poco prima di lasciarla per intraprendere la sua carriera da redattrice in America. Per quanto avesse tanti, ma davvero tanti fratelli, lui era l'unico a non farla sentire mai sola. La palla di pelo però rispose al suo sorriso guardandola con aria innocente, muovendo la coda di qua e di la freneticamente. La cosa non le piacque per niente, sapeva che quello sguardo voleva dire solo una cosa: guai.

“GATTO DI MERDAAA!” urlò Mark in preda alle crisi isteriche. Ally prese in braccio il micio e lo appallottolò tra le sue braccia per nasconderlo dalla rabbia del rosso. “Ally!”.

La ragazza si drizzò e guardò in volto il ragazzo poi qualcosa catturò la sua attenzione, lo vide massaggiarsi il braccio e avvicinandosi a lui delicatamente gli scostò la mano accorgendosi del graffio che stava diventando sempre più rosso. “Oddio! Scusa! Ti giuro che non accadrà più!” disse la ragazza lasciando la mano del ragazzo ancora nella sua e frugando nella sua borsa in cerca delle salviette per il povero braccio offeso del ragazzo. “Lo spero, il tuo gatto è un guaio!” rispose indignato.

Nel contempo erano arrivati alla prima casa e Mur richiamò Bryan all'attenzione. Il loro tragitto era giunto al termine, il cavaliere dopo aver fatto entrare il ragazzo diede agli altri il permesso di passare alle scalinate successive. “Perchè Mur ci ha dato il permesso per passare?” chiese April a Ioria. “Qui al Santuario vige la regola in base alla quale per poter passare alla casa successiva bisogna avere il permesso del custode della casa precedente” spiegò. “Ah, capisco”.

I ragazzi salutarono il biondo non prima che Cole gli avesse sussurrato qualcosa allo orecchio, accorto a non farsi vedere da nessun cavaliere. Subito dopo ripresero la scalinata arrivando alla casa di Aldebaran del Toro, Cole e Cameron si scambiarono uno sguardo d'intesa prima di salutarsi.

Le occhiatine e i sussurri si ripeterono di casa in casa e Cameron prima di entrare in casa,sfinito dalle tante scale fatte per raggiungerla, informò Ian lasciandolo poi al suo crudele destino.

“Iaaan! Susu!” disse Aphrodite circondando le spalle del giovane che rabbrividì al solo tocco. Il ragazzo si scostò bruscamente e precedette il maestro nella salita arrivando per primo al tempio.

 

****

I Casa

 

Il cavaliere dell'Ariete iniziò a mostrare tutta la casa facendo sentire immediatamente Bryan a suo agio. “Mi scuso già da ora ma dovrò assentarmi per un po'. Atena ha convocato un Synaigen”.

“Synaigen?”chiese Bryan confuso. “Si, è una seduta speciale che vede coinvolti tutti i cavalieri nella quale Atena ci informa su qualcosa, probabilmente l'argomento del giorno sarete voi. Comunque questa ora è anche casa tua, sentiti libero di fare ciò che più ti è consono”. “Grazie cavaliere dell'ariete”. “Mur basta” disse il cavaliere sorridendo. “Grazie Mur” sorridendogli di rimando.

 

II Casa

 

Cole entrò nella casa guardandosi intorno meravigliato. La cosa che più lo colpì fu l'enorme cucina. Era grande quanto la sua casa di Londra. Lì, posto su uno dei più alti scaffali, notò quello che avrebbe fatto al caso suo...

“Senti... Camera mia dov'è? Dovrei fare una telefonata” disse Cole.

“Telefonata? Cos'è una telefonata?”chiese l'omone. “No seriamente, non sai cos'è una telefonata? Telefono, linea, smartphone?... Ah giusto, siamo nella preistoria” disse sospirando. “Dovreste aggiornarvi un po', non sai che figata è Internet” continuò. “Internet?” chiese ancora più confuso Aldebaran. “Piattaforme web, YouTube, social netw... Si ok, lasciamo perdere. Camera mia?”. Il cavaliere con un dito indicò un corridoio alla fine del quale c'era una porta e il ragazzo si incamminò.

 

III Casa

 

Summer se ne stava in silenzio sull'uscio della porta, aspettando il consenso da uno dei due cavalieri di Gemini per entrare. “Guarda che non mordiamo!” sbottò Saga. Summer sobbalzò per il tono brusco con il quale il cavaliere le si era rivolto ed entrò a piccoli passi cercando di fare il meno rumore possibile. “Quella è la tua stanza. Se hai bisogno di qualcosa, procuratela da sola, da oggi vivi qui quindi impara a fare tutto da te” disse acidamente l'altro gemello.

La ragazza demoralizzata dai modi che avevano assunto nei suoi confronti corse nella sua stanza non desiderando altro che scappare da quegli occhi che la guardavano con disprezzo e sufficienza.

 

 

 

IV Casa

 

Daisy era arrivata sull'uscio della casa di Cancer ansimante e ormai troppo stanca a causa della corsa intrapresa con Death Mask. Poggiò le mani sulle ginocchia per riprendersi e subito dopo aprì gli occhi. Quasi svenne alla vista della casa di Cancer. I pavimenti, le pareti e i soffitti erano la cosa più spaventosa che avesse visto in vita sua. La ragazza fece inconsapevolmente un passo in avanti inciampando su ciò che rendeva tali superfici irregolari e trovandosi faccia a faccia con un teschio. Dalle sue labbra uscì un gemito di paura. Il cavaliere ancora intento ad imprecare contro di lei entrò in casa e non accorgendosi della giovane, inciampò sul suo corpo, ritrovandosi su quest'ultima sentendola tremare.

 

V Casa

 

Quando il cavaliere di Leo entrò nel suo tempio si ritrovò dinnanzi Marin, sua compagna ormai da molti anni che non appena vide la nuova arrivata, fulminò Ioria.
“Posso spiegare. Non è come credi. È una storia lunga ma sopratutto divertente!”. “Immagino” rispose la donna spazientita battendo ritmicamente un piede a terra. April che aveva assistito allo scambio di occhiate omicida da parte di lei, ricambiate con quelle remissive di lui, si schiarì la voce e prese parola. “Posso confermare le parole del tuo ragazzo, presumo. Non sono qui per rubartelo, ma semplicemente perché Zeus mi ci ha costretta”. “Zeus?” chiese Marin sorpresa. April avvicinandosi e circondandole le spalle iniziò il suo racconto.“Oh si, cara. Adesso ti spiego. È accaduto tutto...”

 

VI Casa

 

“Ohi! Ohi! Ohi! Dove lo sistemo il gatto? Posso lasciarlo in casa? Non ti reca fastidio? Sei allergico? Può dormire con me? Non ti dispiace se gli do da mangiare? Hai il cibo per gatti? Perché hai sempre gli occhi chiusi? Mi potresti rispondere?”. Shaka fece accomodare la ragazza con la telecinesi.

“Woah! Ma come ci sei riuscito? Puoi insegnarmelo? Ti prego! Sarò un ottima allieva! Ti giuro che non ti darò fastidio! Non ti assillerò! Non ti importunerò! Non ti distrarrò dalla tua posizione! A proposito, fai yoga? Io ci ho provato una volta, ma mi sono ritrovata con la schiena bloccata e quindi ho capito che non è la disciplina adatta a me. Non me lo farai fare vero? Non voglio avere di nuovo il colpo della strega, non sai cosa significa stare bloccate per un settimana, o forse si? Ma perché non mi rispondi?” chiese Ally. “Se mi avresti dato il tempo, forse avrei risposto a tutte le tue domande” disse il cavaliere calmo. “Ma allora sai parlare! Si, scusa, hai ragione. Molte persone mi dicono che quando inizio a parlare è difficile che la smetta, ma posso assicurarti che però sono un'ottima coinquilina e...”. La bocca di Ally fu tappata dalla mano di Shaka che gli indicò la sua stanza.

 

 

VII Casa

 

Il cavaliere della Libra trovava interessante il ragazzo che aveva alle spalle, era silenzioso, riservato ma era sicuro che dietro quella maschera di fredda compostezza ci fosse tutt'altro. Doveva solo riuscire a esternare i sentimenti che sicuramente era capace di provare ed era quello che Dohko voleva insegnargli.

Lo condusse dinanzi alla sua stanza, il ragazzo entrò senza neanche degnarlo di uno sguardo, come se lui non ci fosse. Appena la porta si richiuse, il cavaliere sentì Michael imprecare. Dohko aveva capito che l'ultima cosa che avrebbe voluto il giovane era rimanere bloccato in un epoca sconosciuta e lo comprendeva. La convivenza non sarebbe stata per niente facile ma il cavaliere si promise di mettercela tutta per migliorare il carattere del suo ospite.

 

VIII Casa

 

“Mettiamo in chiaro alcune cosette. Se hai paura dei tuoni, non venire a cercarmi, non ho posto nel mio letto o meglio c'è ma non per te!”. “Non ci verrei neanche se tu fossi l'ultimo essere vivente sulla faccia della Terra!” replicò Mark schifato. Mentre Milo parlava, il nuovo arrivato iniziò ad osservare la sua futura casa e dovette ammettere che nonostante alcune mutande sparse qui e la, non era per niente male. Spazio a sufficienza anche per giocare una partita di calcio, la cucina ben attrezzata e il panorama su tutto il Santuario.

“Seconda cosa, la biancheria intima separata dalla mia”. “Non ho nessuna malattia tranquillo e comunque di solito io la biancheria la metto in lavatrice non a fare arredamento” borbottò il rosso infastidito. Il suo 'maestro' era divertente, sapeva che avrebbero instaurato un bel rapporto di amicizia ma per adesso era meglio mantenere le distanze, lui non si fidava.

“Terza cosa, ci saranno dei turni per il bagno, proprio per evitare incontri spiacevoli”. “Su questo sono d'accordo. Vederti nudo non è la mia massima aspirazione, fosse stata quella bonazza della vostra dea allora ci avrei fatto un pensierino”. Al ragazzo arrivò un pugno in testa. “Non ci pensare neanche, la dea non si tocca”. “Ok, stai calmo! Non ho mica detto che devo farmela!” sbottò il rosso massaggiandosi la testa.

In fin dei conti sarebbe stata una convivenza divertente....

 

IX Casa

 

“Dov'è camera mia?” sbottò la ragazza. “In fondo a destra”.

Micene aveva compreso che la sua futura allieva non sarebbe stata per niente facile da domare, solo per il semplice fatto che lo fulminava continuamente per ogni cosa che faceva.

La ragazza si mise una ciocca bianca dietro l'orecchio e si incamminò.

“Megan, se hai bisogno di qualcosa non esitare a chiederlo. Fai come se fossi a casa tua. Sentiti libera di fare quello che vuoi”. “Sono indipendente. Non ho bisogno del tuo aiuto” rispose senza neanche guardarlo. “Anzi, dato che ci sei, dimmi dov'è il bagno, ho bisogno di rinfrescarmi le idee per essere al pieno delle mie forze stasera”. “Per stasera?” chiese confuso Micene. “Saranno pur cazzi miei no? Il fatto che viviamo insieme non significa che tu debba intrometterti nella mia vita privata” disse la ragazza infastidita. “Il bagno è nel secondo corridoio a destra”.

La ragazza se ne andò senza neanche ringraziarlo.

 

X Casa

 

Shura guardò la piccola ragazza guardarsi intorno.

“Con permesso io andrei in camera mia” disse Chloe.

Il cavaliere di Capricorn non le rispose, anzi la guardò solo intraprendere il corridoio che le aveva indicato per arrivare alla sua camera e chiudersi la porta alle spalle.

 

XI Casa

 

“Minchia in sta casa c'è un freddo boia!” disse Cameron starnutendo e battendo i denti come un forsennato.

“Facci l'abitudine”. Fu la risposta secca del padrone dello 0 assoluto.

“Mai pensato di comprare una stufetta?” chiese il ragazzo sfregando le mani sulle braccia per farsi calore. Il cavaliere lo guardò confuso e subito dopo lo ignorò bellamente. “No seriamente, se continui così, non avrai mai ospiti a casa tua! Dovresti riscaldarla un po' e renderla più accogliente”.

Non ci fu nessuna risposta. “Mi stai per caso ignorando? Se lo stai facendo dimmelo, così evito di sprecare parole, non è divertente se una persona ti ignora così” disse offeso Cameron. “Smettila di parlare. Mi stai innervosendo”. “Mamma mia, come sei suscettibile” disse il ragazzo.

“Senti coso, trovati camera tua e lasciami in pace. Dovrai rivolgermi la parola solo negli allenamenti anzi neanche in quelli”. Cameron fece un smorfia al cavaliere e si diresse verso la sua camera, pronto a chiamare sua mamma per raccontarle tutto.

 

XII Casa

 

“Iaaan! Camera tua è da questa parteee” disse Aphrodite prendendo per la mano il ragazzo.

“Se hai paura di qualcosa, vieni pure da me, saprò come fartela passare”.

Ian inghiottì rumorosamente e si catapultò letteralmente nella sua stanza barricandosi dentro.

“Iaaan ma perché fai così?” chiese Aphrodite amareggiato.

“Lasciami in pace! Sono etero!” disse Ian pronunciando la sua ultima frase.

 

****

 

I cavalieri erano già al Synaigen e i ragazzi si erano riuniti nella casa di Sagittar, gentilmente offerta da Megan, pronti per mettere in atto la malsana idea di Cole e Cameron.

“Come facciamo ad amplificare il suono? Non abbiamo casse e qui nella preistoria dubito sappiano della loro esistenza” chiese April spostandosi nervosamente da un piede all'altro. “Gli Iphone sono ormai scarichi e tra l'altro non hanno una potenza sonora tanto forte” constatò Daisy guardando sconsolata il suo cellulare morente. “Potremmo utilizzare il mio Mac portatile e collegarlo tramite cavetto USB al cellulare con la batteria più elevata, spegnendo tutti gli altri in modo tale da conservare la carica di ognuno di loro per quando si scaricherà quello che staremo utilizzando” disse Chloe che se ne stava silenziosamente in un angolo. Tutti la guardarono meravigliati. “Fammi capire, tu nella borsa per andare al museo ti sei portata tutta quella roba?” esclamò Mark molto felice per la notizia ma anche sorpreso che una piccoletta come lei se ne intendesse di tecnologia. “Mio padre è un imprenditore nel campo tecnologico. Fin da bambina sono stata abituata a vivere con essa e capirla. Ora senza mi sento persa” . “Immagino ora tu come possa sentirti, in questo barbaro posto non c'è linea telefonica, né connessione dati, né qualsiasi oggetto si avvicini minimamente alla tecnologia!” sbottò Megan. “Basta chiacchiere, Chloe all'opera!” disse Cole.

La ragazza collegò tutto il necessario e Cameron diede il via alla festa.

In poco tempo una musica assordante prese il posto del silenzio religioso che regnava al Santuario.

Bryan era stato fin dall'inizio contrario alla festa affermando che sarebbe stata un'idea sbagliata, prima di tutto perché avrebbero violato un luogo sacro e poi per altre motivazioni alquanto veritiere ma che i suoi compagni avevano preferito ignorare bellamente. La festa stava procedendo bene, tutti si stavano divertendo tra balli, scherzi e battutine e fu anche l'occasione per conoscersi in modo civile, senza litigi, quadri, cadute da altitudini che avrebbero fatto invidia a paracadutisti professionisti, cavalieri e divinità. Nessuno si era ancora sentito male ma era ormai risaputo che questo poteva essere detto ancora per poco. Summer e Daisy erano stese sulle scale ubriache fradice, cantando a squarciagola, la causa di tutto ciò era tenuta maldestramente tra le loro mani. Delle bottiglie di liquore che Cole aveva sottratto astutamente ad Aldebaran . Bryan invece rideva come un deficiente salendo e scendendo le scale di corsa in equilibrio precario. Cole, Mark e Cameron artefici del comportamento di Bryan se la ridevano di gusto per il risultato ottenuto, non avrebbero mai immaginato che Bryan fosse tanto intelligente quanto ingenuo. Gli avevano porto un bicchierino e lui lo aveva accettato senza se' e senza ma, non preoccupandosi neanche di constatare che cosa stesse effettivamente bevendo. Mentre il trio continuava a ridere, dentro la casa, Michael e Ian stavano intrattenendo una conversazione. “Ehi voi due! Venite a ballare?!” urlò April per sovrastare la musica. “NO.” replicarono in coro i due senza troppi giri di parole.

“OK! Come volete voi musoni!” disse la ragazza facendo spallucce e andandosene. “Pallino dove sei? Lo sai che non devi toccare niente!” urlò Ally piegata ad angolo retto con la testa sotto un tavolo. Possibile che ogni volta quel gatto sparisse? Era come se lo facesse apposta. La ragazza uscì dalla casa correndo, pensando già, alle possibili scuse da avanzare in caso di danni da parte del gatto. Senza neanche guardare dove mettesse i piedi, urtò Mark che grazie ai suoi buoni riflessi, non ruzzolò dalle scale. “Ma si può sapere perché tu e il tuo gatto ce l'avete con me?” chiese spazientito il giovane. “Non l'ho fatta apposta, sto cercando Pallino, non lo trovo da nessuna parte. Ho paura che si sia cacciato nei guai” disse preoccupata Ally. “Non mi risulta difficile crederlo, quel gatto attrae i guai come le calamite attraggono il ferro” sghignazzò il rosso. “Senti Mark, non sei divertente. Se a quel gatto succede qualcosa....”. La ragazza non terminò la frase che una palla di pelo iniziò a strusciarsi contro le sue gambe emettendo delle fusa. “Pallino!” urlò prendendo in braccio il micio. “Adesso che l'hai ritrovato, che ne dici di svagarti un po'?”. Ally guardò confusa Mark e quando quest'ultimo le fece un occhiolino, lei annuì sorridendo. “Brava, posa la palla di pelo e goditi la serata!” disse prendendole la mano e facendole fare una giravolta. La castana rise di gusto e tornò in casa a divertirsi con il giovane per la prima volta senza scannarsi.

“Pensate di rimanere tutto il tempo a guardarvi negli occhi?” chiese Megan ai due taciturni. Michael la guardò per poi spostare la sua attenzione fuori dalla finestra mentre Ian si alzò alla ricerca del bagno. “Come volete, se vi divertite così fate pure” disse la ragazza tornando in pista a scatenarsi.

“Nella vecchia fattoriaaaaaaaa!”. “Ia ia oooooh” urlò cantando e singhiozzando Summer. “C'è il mio vecchio zio utopiaaaaaa, voglio andare al mareeee!” iniziò a lamentarsi Daisy. “No. Tu non puuuooi. Non lo saaai che il mare fa venire le rugheeee...”. “Nuooooo, ma disci davverooo!?”. “Sci sci, davveeeero davveeee...” Neanche il tempo di finire la frase che Summer crollò sulle scale, iniziando a dormire profondamente. Daisy guardando l'amica fece spallucce e si accomodò al suo fianco.

“SI PUO' SAPERE CHE COSA STA ACCADENDO QUI?” urlò rosso in volto Saga. “E sopratutto.. Perché nel mio tempio?!” chiese Micene diventando sempre più paonazzo.

“Tu mi hai dato campo libero, ricordi? Hai detto testuali parole: ' Fai come se fossi a casa tua. Sentiti libera di fare quello che vuoi'” disse la ragazza con superiorità. “Questo non ti autorizzava a violare un luogo sacro. Il fatto che io abbia cercato di farti sentire a casa tua, non vuol dire che devi prenderti la mano con tutto il braccio”. “Io intendo quello che voglio intendere. La prossima volta esprimiti meglio”. “Megan! Ho accettato di farmi trattare da te come uno zerbino solo perchè pensavo tu fossi scossa a causa della situazione in cui ti ritrovi ma non avrei dovuto! A quanto pare non sai cosa vuol dire essere educata verso chi non conosci e le cose che gli appartengono, sei solo una bambina viziata!”. “Nessuno ti ha obbligato a fare da zerbino! Non attribuire la tua incapacità di farti rispettare al mio carattere! Tu sei un perfetto incapace!”. Sulla guancia di Megan si estese la macchia rossa formata dalle cinque dita di Micene e il suono dello schiaffo ammutolì tutti i presenti. Lei, sbalordita inizialmente quanto gli altri, adesso lo fissava con odio mentre Micene fissava la mano con la quale aveva appena compiuto il gesto. “Come ti permetti?! Non sei nessuno! Nessuno capito?!” disse la ragazza spintonando il cavaliere. Daisy e Summer si alzarono dalle scale e traballando si aggrapparono alle braccia di Death Mask che cercava di scrollarsele di dosso imprecando in una lingua incomprensibile. “Scemunite, cugghiune, maccarune, rugnuse picciridde!(*)”. Mentre il cavaliere si perdeva nei mille insulti da affibbiare alle povere malcapitate ,entrambe in sincrono lo zittirono imitando il gesto che aveva fatto Micene ridendo.

“Siamo nella merda!” esclamò Cole sbiancando. Ally si nascose dietro Mark stringendo le maniche della sua felpa, Pallino, quasi intuendo l'imminente pericolo, si raggomitolò dietro Ally e Cameron non sapendo dove rifugiarsi, corse dietro Pallino.

“COME AVETE OSATO SCHIAFFEGGIARMI BRUTTE SGORBI, IO CAVALIERE DI CANCER SCATENERO' LA MIA IRA SU DI VOI SENZA ALCUN REMORE! SIETE DEGLI INDISCIPLINATI DEL CAZZO, CALAMITA' NATURALI, CATASTROFI AMBULANTI, IO VI AMMAZZO! ANZI NO, NON MI SPORCHERO' LE MANI PER ESSERI TANTO INUTILI! VI PIACE FAR FESTA!? ORA VI FACCIO CONOSCERE IL LUOGO DOVE AMO DIVERTIRMI IO!”.

“Ma perchè cazzo oggi non facciamo altro che cadere nel vuoto!?” urlò Cameron in caduta libera. “Dove stiamo per spappolarci?!” gridò April cercando di afferrare la mano che gli stava offrendo Cole. “Non voglio morireee! Ho appena diciotto anniii!” strillò Ally tirando i capelli del rosso che imprecava per il dolore e per la paura. “Ally vaffanculo! Aiutooo! Lasciami i capelli idiotaaa! Quando cazzo atterriamo?! Vuoi lasciare i miei sacrosanti capelli?! Ally!” ringhiò Mark cercando di schiaffeggiare la mano della ragazza. “Vuoi atterrare?! Ma sei scemo? Se noi atterriamo, possiamo farci la cartella!” sbraitò Ian afferrando Chloe. Mentre tutti pregavano per la loro vita, Daisy e Summer se la ridevano di gusto per il nuovo gioco. “Ma hanno capito che cosa sta succedendo?” chiese Michael. “Credo di noooooo!” disse Bryan. “Meooooooww!”

Dopo solo un tonfo e un urlo ne susseguì. “E' bollenteeee! Acqua! Acqua! Acqua! Il mio culo sta evaporandooo!” urlò Cole. “Siamo atterrat...” disse Ally con una ciocca di capelli tra le mani. “Aaaaah! Ally!”. Il cielo era tetro, rosso come il sangue e nero come il carbone erano i colori dominanti di quel luogo, erano sfumati da una coltre di fumo a causa della quale si faceva fatica a respirare. Non si riusciva a capire laddove finisse il cielo e iniziasse un'immensa distesa di lava incandescente. Sospese in aria piattaforme rocciose collegate tra loro da catene nere massicce. Tutte le rocce erano spigolose e martoriate dalla lava e forse dal tempo. L'aria era soffocante. Le nubi formavano visi umani deturpati e sfigurati.

“Dove.Cazzo.Siamo.Finiti!”.

 

Angolo Autrici ♥

 

Buondì Gentah *^*

Ed ecco il terzo capitolo che speriamo vi abbia fatto divertire ;)

Lasciate qualche recensione, ne saremmo molto contente *^*

Esprimeteci le vostre osservazioni, critiche (che siano costruttive però u.u), pareri e chi più ne ha più ne metta. Ci sentiamo alla prossima, Kiss Kiss _Lillian_ e Kotomy ♥

 

Angolo Traduzioni xD

 

(*)Stupide, coglione, sceme, schifose bambine

 

Questo è il posto in cui si sono ritrovati i nostri bei baldi giovinetti:  

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