Salve a
tutti, questa come ho detto all'inizio potrebbe essere l'unica mia
fanfiction finora pubblicata ad avere un termine, le altre per mancanza
di ispirazione sono scemate.
Chiedo in anticipo scusa per i vari errori di punteggiatura che
potrebbero esserci, mi sto esercitando in ogni modo e maniera per fare
di meglio, inoltre chiedo scusa se ci saranno errori riugardo le morti
all'interno della mia ficcy come si potrà vedere sin
dall'inizio purtroppo qualche morto per motivare certe azioni servono.
Riavviso che potrebbero esserci spoiler, i personaggi saranno tutti
descritti in seguito soprattutto le nuove arrivate all'interno
dell'Akatsuki, posterò in seguito delle piccole parti extra
all'interno dei vari capitoli. Ora vi lascio al prologo mentre riinizio
il primo capitolo!
Buona lettura!
Prologo
Tutto
era ritornato alla normalità, finalmente a Konoha si
respirava aria di
tranquillità, avevano avuto tutti un sacco di problemi per
via dell’Akatsuki,
ma finalmente il pericolo era stato sventato, tutti i Jinchuuriki erano
salvi
tra i quali Naruto che stava più che bene. Quella mattina
era steso sotto un
albero della foresta, guardando il sole attraverso le fitte foglie
degli
alberi. Era cresciuto sebbene fossero passati solo pochi mesi dalla
fine di
tutto.
Era
stata dura, ma la battaglia era vinta, il villaggio della Foglia era
salvo,
tutti i suoi più cari amici stavano bene. Voleva pregare in
quel momento, per
quanti suoi amici fossero morti in quella battaglia, non era riuscito a
salvarli, ma sarebbero stati ricordati per sempre. Ora doveva vivere
per loro,
diventare il sesto Hokage! Il suo sogno di sempre.
Sakura
era nell’ufficio di Tsunade, stavano raggruppando tutti i
rapporti sulla fine
della guerra, ora era il momento di riprendere tutto da capo,
c’era sempre un
male imminente dopotutto, missioni su missioni erano alle porte. La
gente non
era mai fin troppo sicura, riceveva lettere su lettere da ogni altro
villaggio
spaventato per una nuova ondata di maltempo dell’Akatsuki.
Era assurdo, erano
tutti morti, dal capo fino ad Orochimaru ex-membro, deceduto sotto i
colpi di
Sasuke Uchiha del quale non si avevano notizie, Sakura ci aveva messo
una
pietra sopra, adesso ciò che le interessava veramente era
diventare ancora più
forte, mai smettere di allenarsi e colpire coi suoi pugni micidiali!
Nel
villaggio della foglia a differenze degli altri tutta la giornata si
svolgeva
tranquilla, ma i villaggi che erano stati tranquilli durante la guerra
contro
gli Akatsuki si alzava vento di burrasca.
Infatti
i villaggi chiedevano alla Foglia rinforzi per quanto riguardava la
circospezione delle zone meno a rischio. Questo perché
pensavano che siccome in
precedenza erano stati attaccati altri villaggi quella volta sarebbe
stato il
loro turno e non erano sicuri.
Tsunade
allora mandava lettere in cui declinava l’offerta di mandare
jounin all’opera e
spiegava che il pericolo: Akatsuki era sventato perché tutti
i membri erano
morti.
Questo
ci fu all’inizio dei tempi, ma a distanza di un mese il
quinto ricevette una
lettere proveniente dal villaggio del Mare.
Hokage di Konoha.
Capisco
che il
vostro villaggio sia in pace dopo il duro attacco
dell’Akatsuki, il nostro non
è un semplice messaggio d’aiuto, in
realtà è una richiesta di consiglio da
parte del capo del villaggio. Alcuni jounin ed AMBU che ho mandato in
perlustrazione intorno alla nostra zona, hanno avvistato qualcosa di
strano
attorno ad alcune caverne della zona occidentale. Ora non vorremmo
mettervi in
allarme, ma attraverso alcune copie d’acqua create
all’interno delle sorgenti
delle montagne abbiamo intravisto cinque donne in stato interessante.
Abbiamo
pensato che non fosse niente di grave, ma la zona è alquanto
pericolosa quindi
abbiamo pensato di andar loro in aiuto. Purtroppo quando ci siamo
imbattuti in
quelle montagne siamo stati respinti da un violento vento mosso dal
chakra.
Sono stati vari i tentativi che abbiamo fatto, tutti respinti dalle
varie forze
degli elementi guidati dal chakra della stessa persona. Ci siamo subito
informati di questa strana capacità in consiglio al
villaggio delle Cascate e
qui abbiamo scoperto che c’era una kunoichi in grado di
utilizzare gli
elementi. Questa venne scacciata e anni dopo è stata vista
insieme a due membri
dell’Akatsuki. Siamo preoccupati. Signorina la preghiamo di
rispondere alla
nostra lettera e darci consiglio.
Il capo villaggio.
Kioshi
Mamoru
Forse
c’era veramente una situazione d’emergenza.
Iniziò a prendere una carta da
lettera mandando una risposta favorevole al capo del Villaggio del
Mare.
Affermava di mandare una squadra di controllo affinché
potessero controllare.
Cinque
donne erano sedute all’interno di una caverna e sorseggiavano
una tazza di tè
mentre una di loro suonava lo shamisen, tradizionale strumento delle
geishe.
Pizzicava dolcemente le corde cantando una triste melodia mentre le
altre in silenzio
tombale l’ascoltavano. Tutto sembrava perfetto
finché nella canzone si sentì un
gemito ed una delle tre corde che si rompeva. Le quattro donne si
voltarono
immediatamente verso la ragazza e la più grande si
alzò andandole vicino. La
donna coi capelli blu che andò a soccorrerla sfoggiava un
cappa nera con
disegnate delle nuvolette rosse. Konan.
“Stai
bene!?” si allarmò lei inginocchiandosi piano
facendo attenzione alla pancia
ormai grande per
l’imminente nascita del suo bambino.
“S-sì…
si è spezzata la corda… ora non potrò
più suonare.” Konan sorrise, nessuna
delle donne era abituata a vederla sorridere, ma in quel momento era
impossibile non farlo, per la preoccupazione della ragazza. Pensava
più allo
strumento rotto che ai suoi figli all’interno del suo corpo
che si erano mossi.
Non la capiva certe volte, anzi nessuno di loro poteva immaginare tutto
questo.
“Adesso
Sasori si arrabbierà perché l’ho rotto.
Dirà che sono un’incapace e che non
sono una vera artista, ma non è vero! Io sono
un’artista!”
Le
guance della ragazza iniziarono a rigarsi di lacrime, parlava come se
il nome
dell’uomo appena pronunciato fosse ancora vivo. Non era
così… Sasori era morto
da tantissimi mesi, il primo dell’Akatsuki ad essere una
vittima.
“Smettila
di fare la sciocca! Sasori è morto! Lo vuoi capire!? Sono
mesi che non c’è più,
sono mesi che ormai ha lasciato a te solo un seme!” una voce
dura e arrabbiata
fece tremare le altre, e le lacrime della ragazza non smisero di
scendere anzi
i singhiozzi si fecero sempre più forti e insistenti.
“Lo
sai che Michiko è piccola Sarah! Non devi essere troppo
dura.”
“Ma
sei stupida?! Sono mesi che ci tortura con questa lagna, e Sasori che
mi dice
così e colà! Tra un po’
inizierà anche con Deidara! Ci hai pensato
Mitsuki??” la
donna che si chiamava
Sarah si era alzata ed aveva urlato contro la ragazza incappucciata che
teneva
ancora la tazza di tè in mano.
“Sarah
ha ragione, fin quando Michiko non capirà, andrà
avanti a tormentarsi coi suoi
fantasmi. Soprattutto ora che si avvicina la luna piena.”
Konan
accarezzò la fronte di Michiko ancora stretta tra le sue
braccia, le lacrime si
erano asciutte sul suo volto, ma i singhiozzi non cessavano di uscirle
dalla
bocca, ascoltava quei discorsi come se non fosse partecipe a tutto
ciò. una
ragazzina ecco chi era Michiko, una bambina di sedici anni.
Al
tavolo Sarah si risedette per terra e sospirò soddisfatta.
Era una donna
piuttosto autoritaria, i lunghi capelli ricci erano sciolti sulle
spalle, la
luce del fuoco che lei stessa aveva acceso, donava una sfumatura
rossiccia ai
suoi capelli sebbene questi fossero castani. Alla sua sinistra
c’era Sayuki, la
più silenziosa, aveva i capelli neri raccolti in due code
attorcigliate e un
mantello sulle spalle per riparasi dal freddo, a destra il posto era
vuoto
perché Konan pensava a tranquillizzare Michiko. Di fronte
c’era Mitsuki, una
ragazza alquanto misteriosa come i suoi stessi poteri, gli occhi neri
come la
pece, inespressivi vuoti come se non avessero luce ed i capelli color
carbone
tagliati corti sul collo, aveva una maglia lunga e larga che le copriva
il
ventre di circa sette mesi. I pantaloncini le lasciavano scoperte le
lunghe
gambe magre e veloci. Michiko la più piccole delle cinque
aveva i lunghi
capelli biondi sciolti sulle spalle, gli occhi azzurri spalancati
ancora sotto
shock per le affermazioni di Sarah, ma quell’azzurro cielo
incutevano timore,
sembrava che la ragazza sarebbe stata sull’orlo di una crisi
di omicida a pochi
secondi. Konan con fare materno continuò ad accarezzarle la
fronte e lentamente
gli occhi della giovane si chiusero stancamente. Le altre si alzarono a
fatica
e la stesero su un giaciglio che da mesi era diventato il suo letto, la
schiena
era a pezzi e la gravidanza non aiutava di certo. Sospiri, ora
finalmente Michiko
riposava tranquilla.
La
mattina seguente davanti alle porte di Konoha erano radunati sei ninja,
Haruno
Sakura, Hyuuga Neji, TenTen, Sai, Yamanaka Ino ed il loro capitano per
quella
missione, Yamato. La zona in cui erano diretti era particolarmente
montuosa e
con l’aiuto di Yamato, Neji si sarebbe potuto sporgere di
più ed analizzare
meglio la situazione. Naruto non era stato coinvolto poiché
non si sapevano
ancora i piani delle cinque donne, non potevano permettersi il lusso di
coinvolgerlo in una missione di spionaggio.
Così
partirono all’azione!
I
sei ninja iniziarono a correre per salire verso gli alberi ed avere un
controllo di maggior visuale in caso ci fossero attacchi nemici.
TenTen
si affiancava a Neji, ed il ragazzo controllava oltrechè la
strada anche la sua
fidanzata ufficiale. Era stata dura convincere i membri anziani del
clan Hyuuga
ad accettarla, ma alla fine aveva vinto, forse si sarebbero sposati, ma
preferivano aspettare ancora un po’. Erano troppo giovani.
Sakura era stata
contenta di partire subito in missione, ma c’era qualcosa che
non la convinceva
come se qualcuno volesse tendere loro una trappola. Ricordava a memoria
le
parole del capo villaggio.
sembrava
decisamente forte, non se l’aspettava da una donna incinta!
Pensava ad un modo
per abbatterla, con jutsu illusori forse, ma quei poteri derivano
direttamente
dalla terra, com’era possibile che esistessero ninjutsu in
grado di utilizzare
gli elementi? Forse erano poteri paranormali se non addirittura
abilità innate.
Doveva scoprire il suo nome, dovevano sapere i nomi di quelle kunoichi,
forse
c’era anche la compagna del grande Pain, Konan. Forse anche
lei aveva in grembo
un bambino, il figlio del capo.
Erano
tanti rompicapi che non riusciva a guardare nemmeno dove andava, stava
per
sbattere contro un albero, ma Sai riuscì a toglierla di
lì.
La
situazione con lui oramai si era risolta, aveva smesso di infastidire
mentalmente Sasuke e per lo meno in sua presenza si comportava meglio.
Erano
diventati amici è vero, ne era contenta, finalmente si era
deciso a diventare
un loro alleato.
Yamato
supervisionava la situazione della squadra, Ino Yamanaka sembrava
particolarmente giù, guardava dritto davanti a
sé, ma quegli occhi azzurri,
sembravano vuoti. Non doveva passarsela bene, il suo team era andato in
frantumi con Shikamaru che faceva un andirivieni tra Suna e Konoha per
le visite
a Temari e poi Choji… lui non c’era
più. il suo caro maestro altrettanto. Era
rimasta sola, ogni tanto Sai andava a trovarla nel suo negozio di
fiori, per
farla sentire meglio, lui la capiva in parte, il team 10 per lei era
come una
seconda famiglia i suoi membri come dei fratelli e il ragazzo dalla
pelle
diafana conosceva la solitudine e non voleva che la sua amica passasse
quello
che aveva vissuto lui.
Si
stava facendo buio era più di mezza giornata che camminavano
ed il byakugan di
Neji rimasto sempre attivato poteva rischiare di rovinare la vista del
ragazzo.
Scelsero un posto appartato e tra gli alberi il capitano Yamato
evocò una
costruzione di legno dove si sarebbero riparati. TenTen si
affiancò a Neji in
un angolo della casa improvvisata e gli asciugò la fronte,
tremendamente sudata
per lo sforzo. Lo baciò dolcemente sulle labbra facendogli
chiudere gli occhi.
Poteva riposarsi ora, c’era lei accanto a lui e non
l’avrebbe lasciato solo.
Neji apprezzava quella vicinanza, quelle attenzioni, la
circondò con le braccia
e si addormentarono.
“Sembrano
felici insieme…” disse Ino lanciando un fugace
sguardo ai due. Sakura le si
fece vicino, faceva bene parlare con un’amica.
“Hanno
lottato per stare insieme, ma tu? Come stai Ino?” Sakura era
seriamente
preoccupata, da
quando tutto era finito, l’aveva vista silenziosa, e
segregata
in casa.
“Non
va bene Sakura… mi mancano terribilmente, Shikamaru si
costruisce una vita con
Temari e va bene, la maestra Kurenai è altrettanto a pezzi,
ma se la sta
cavando. Ed io ho paura di tutta questa solitudine, curo le mie piante,
ma… non
fanno che ricordarmi il mio comportamento con loro, con tutti voi.
Sakura non
mi sento più me stessa.”
Sospirò
portandosi le gambe al petto, aveva bisogno di svagarsi, accettare
questa
missione era per lei un motivo di riscattarsi, Ino era
un’ottima spia, poteva
entrare nelle loro menti col “Capovolgimento
spirituale” e ascoltare, voleva
vendicarsi era questo lo scopo di Ino, ma neanche la vendetta sembrava
darle
soddisfazione in fondo non le avrebbe ridato i suoi amici.
“Ma
ora dormiamo Sakura! Domani ci aspetta il viaggio e poi… io
me la cavo!”
Sorrise
vaga Ino, Sakura parve rasserenarsi, ma sapeva che quel sorriso di Ino
era uno
dei sorrisi falsi che tanto amava Sai.
Il
diretto interessato si avvicinò alla ragazza bionda e
l’abbracciò.
“Va
tutto bene. Ci sono io.”
Ino
sorrise, Sai era un buon amico, ma non era pronta per altro, lei voleva
essere
uno dei suoi fiori, voleva essere ammirata e sfiorata con gli occhi, ma
mai
posseduta, perché… tutti i fiori appassiscono
prima o poi.
Spazietto Autrice
Ecco a voi. Questo è il prologo. A breve per l'arrivo del primo capitolo. A presto!