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Autore: Dastrea    29/07/2008    1 recensioni
Questa potrebbe essere una fanfiction decente e molto probabilmente compiuta. Quindi... Se gli Akatsuki fossero tutti morti, ma all'interno dell'organizzazione sono state scelte altre quattro donne una per ciascun gruppo, dopo la distruzione... loro sono alla ricerca di un posto dove stare, un luogo tranquillo dovre crescere i loro figli, nessun pensiero di guerra, solo la voglia di normalità. Tranquillità che non esiste, gente che le perseguita ed antichi misteri celati dietro i loro ninjutsu.
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki, Altri
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti, questa come ho detto all'inizio potrebbe essere l'unica mia fanfiction finora pubblicata ad avere un termine, le altre per mancanza di ispirazione sono scemate.
Chiedo in anticipo scusa per i vari errori di punteggiatura che potrebbero esserci, mi sto esercitando in ogni modo e maniera per fare di meglio, inoltre chiedo scusa se ci saranno errori riugardo le morti all'interno della mia ficcy come si potrà vedere sin dall'inizio purtroppo qualche morto per motivare certe azioni servono. Riavviso che potrebbero esserci spoiler, i personaggi saranno tutti descritti in seguito soprattutto le nuove arrivate all'interno dell'Akatsuki, posterò in seguito delle piccole parti extra all'interno dei vari capitoli. Ora vi lascio al prologo mentre riinizio il primo capitolo! 

Buona lettura!

Prologo

Tutto era ritornato alla normalità, finalmente a Konoha si respirava aria di tranquillità, avevano avuto tutti un sacco di problemi per via dell’Akatsuki, ma finalmente il pericolo era stato sventato, tutti i Jinchuuriki erano salvi tra i quali Naruto che stava più che bene. Quella mattina era steso sotto un albero della foresta, guardando il sole attraverso le fitte foglie degli alberi. Era cresciuto sebbene fossero passati solo pochi mesi dalla fine di tutto.
Era stata dura, ma la battaglia era vinta, il villaggio della Foglia era salvo, tutti i suoi più cari amici stavano bene. Voleva pregare in quel momento, per quanti suoi amici fossero morti in quella battaglia, non era riuscito a salvarli, ma sarebbero stati ricordati per sempre. Ora doveva vivere per loro, diventare il sesto Hokage! Il suo sogno di sempre.

Sakura era nell’ufficio di Tsunade, stavano raggruppando tutti i rapporti sulla fine della guerra, ora era il momento di riprendere tutto da capo, c’era sempre un male imminente dopotutto, missioni su missioni erano alle porte. La gente non era mai fin troppo sicura, riceveva lettere su lettere da ogni altro villaggio spaventato per una nuova ondata di maltempo dell’Akatsuki. Era assurdo, erano tutti morti, dal capo fino ad Orochimaru ex-membro, deceduto sotto i colpi di Sasuke Uchiha del quale non si avevano notizie, Sakura ci aveva messo una pietra sopra, adesso ciò che le interessava veramente era diventare ancora più forte, mai smettere di allenarsi e colpire coi suoi pugni micidiali!
Nel villaggio della foglia a differenze degli altri tutta la giornata si svolgeva tranquilla, ma i villaggi che erano stati tranquilli durante la guerra contro gli Akatsuki si alzava vento di burrasca.
Infatti i villaggi chiedevano alla Foglia rinforzi per quanto riguardava la circospezione delle zone meno a rischio. Questo perché pensavano che siccome in precedenza erano stati attaccati altri villaggi quella volta sarebbe stato il loro turno e non erano sicuri.
Tsunade allora mandava lettere in cui declinava l’offerta di mandare jounin all’opera e spiegava che il pericolo: Akatsuki era sventato perché tutti i membri erano morti.
Questo ci fu all’inizio dei tempi, ma a distanza di un mese il quinto ricevette una lettere proveniente dal villaggio del Mare.

Gentilissima signorina Tsunade
Hokage di Konoha.

Capisco che il vostro villaggio sia in pace dopo il duro attacco dell’Akatsuki, il nostro non è un semplice messaggio d’aiuto, in realtà è una richiesta di consiglio da parte del capo del villaggio. Alcuni jounin ed AMBU che ho mandato in perlustrazione intorno alla nostra zona, hanno avvistato qualcosa di strano attorno ad alcune caverne della zona occidentale. Ora non vorremmo mettervi in allarme, ma attraverso alcune copie d’acqua create all’interno delle sorgenti delle montagne abbiamo intravisto cinque donne in stato interessante. Abbiamo pensato che non fosse niente di grave, ma la zona è alquanto pericolosa quindi abbiamo pensato di andar loro in aiuto. Purtroppo quando ci siamo imbattuti in quelle montagne siamo stati respinti da un violento vento mosso dal chakra. Sono stati vari i tentativi che abbiamo fatto, tutti respinti dalle varie forze degli elementi guidati dal chakra della stessa persona. Ci siamo subito informati di questa strana capacità in consiglio al villaggio delle Cascate e qui abbiamo scoperto che c’era una kunoichi in grado di utilizzare gli elementi. Questa venne scacciata e anni dopo è stata vista insieme a due membri dell’Akatsuki. Siamo preoccupati. Signorina la preghiamo di rispondere alla nostra lettera e darci consiglio.

                                                                                     Il capo villaggio.

                                                                               Kioshi Mamoru

 Tsunade lesse e rilesse la lettere soffermandosi sempre di più sulla parte finale, non era a conoscenza di donne nell’organizzazione Akatsuki ad eccezione di Konan la compagna di Pein. Chiese consiglio a tutti gli altri jounin e AMBU, ma nessuno le seppe dare risposta.
Forse c’era veramente una situazione d’emergenza. Iniziò a prendere una carta da lettera mandando una risposta favorevole al capo del Villaggio del Mare. Affermava di mandare una squadra di controllo affinché potessero controllare.

Cinque donne erano sedute all’interno di una caverna e sorseggiavano una tazza di tè mentre una di loro suonava lo shamisen, tradizionale strumento delle geishe. Pizzicava dolcemente le corde cantando una triste melodia mentre le altre in silenzio tombale l’ascoltavano. Tutto sembrava perfetto finché nella canzone si sentì un gemito ed una delle tre corde che si rompeva. Le quattro donne si voltarono immediatamente verso la ragazza e la più grande si alzò andandole vicino. La donna coi capelli blu che andò a soccorrerla sfoggiava un cappa nera con disegnate delle nuvolette rosse. Konan.
“Stai bene!?” si allarmò lei inginocchiandosi piano facendo attenzione alla pancia ormai grande per
l’imminente nascita del suo bambino.

“S-sì… si è spezzata la corda… ora non potrò più suonare.” Konan sorrise, nessuna delle donne era abituata a vederla sorridere, ma in quel momento era impossibile non farlo, per la preoccupazione della ragazza. Pensava più allo strumento rotto che ai suoi figli all’interno del suo corpo che si erano mossi. Non la capiva certe volte, anzi nessuno di loro poteva immaginare tutto questo.
“Adesso Sasori si arrabbierà perché l’ho rotto. Dirà che sono un’incapace e che non sono una vera artista, ma non è vero! Io sono un’artista!”
Le guance della ragazza iniziarono a rigarsi di lacrime, parlava come se il nome dell’uomo appena pronunciato fosse ancora vivo. Non era così… Sasori era morto da tantissimi mesi, il primo dell’Akatsuki ad essere una vittima.
“Smettila di fare la sciocca! Sasori è morto! Lo vuoi capire!? Sono mesi che non c’è più, sono mesi che ormai ha lasciato a te solo un seme!” una voce dura e arrabbiata fece tremare le altre, e le lacrime della ragazza non smisero di scendere anzi i singhiozzi si fecero sempre più forti e insistenti.
“Lo sai che Michiko è piccola Sarah! Non devi essere troppo dura.”
“Ma sei stupida?! Sono mesi che ci tortura con questa lagna, e Sasori che mi dice così e colà! Tra un po’ inizierà anche con Deidara! Ci hai pensato Mitsuki??”  la donna che si chiamava Sarah si era alzata ed aveva urlato contro la ragazza incappucciata che teneva ancora la tazza di tè in mano.
“Sarah ha ragione, fin quando Michiko non capirà, andrà avanti a tormentarsi coi suoi fantasmi. Soprattutto ora che si avvicina la luna piena.”
Konan accarezzò la fronte di Michiko ancora stretta tra le sue braccia, le lacrime si erano asciutte sul suo volto, ma i singhiozzi non cessavano di uscirle dalla bocca, ascoltava quei discorsi come se non fosse partecipe a tutto ciò. una ragazzina ecco chi era Michiko, una bambina di sedici anni.
Al tavolo Sarah si risedette per terra e sospirò soddisfatta. Era una donna piuttosto autoritaria, i lunghi capelli ricci erano sciolti sulle spalle, la luce del fuoco che lei stessa aveva acceso, donava una sfumatura rossiccia ai suoi capelli sebbene questi fossero castani. Alla sua sinistra c’era Sayuki, la più silenziosa, aveva i capelli neri raccolti in due code attorcigliate e un mantello sulle spalle per riparasi dal freddo, a destra il posto era vuoto perché Konan pensava a tranquillizzare Michiko. Di fronte c’era Mitsuki, una ragazza alquanto misteriosa come i suoi stessi poteri, gli occhi neri come la pece, inespressivi vuoti come se non avessero luce ed i capelli color carbone tagliati corti sul collo, aveva una maglia lunga e larga che le copriva il ventre di circa sette mesi. I pantaloncini le lasciavano scoperte le lunghe gambe magre e veloci. Michiko la più piccole delle cinque aveva i lunghi capelli biondi sciolti sulle spalle, gli occhi azzurri spalancati ancora sotto shock per le affermazioni di Sarah, ma quell’azzurro cielo incutevano timore, sembrava che la ragazza sarebbe stata sull’orlo di una crisi di omicida a pochi secondi. Konan con fare materno continuò ad accarezzarle la fronte e lentamente gli occhi della giovane si chiusero stancamente. Le altre si alzarono a fatica e la stesero su un giaciglio che da mesi era diventato il suo letto, la schiena era a pezzi e la gravidanza non aiutava di certo. Sospiri, ora finalmente Michiko riposava tranquilla.

 

La mattina seguente davanti alle porte di Konoha erano radunati sei ninja, Haruno Sakura, Hyuuga Neji, TenTen, Sai, Yamanaka Ino ed il loro capitano per quella missione, Yamato. La zona in cui erano diretti era particolarmente montuosa e con l’aiuto di Yamato, Neji si sarebbe potuto sporgere di più ed analizzare meglio la situazione. Naruto non era stato coinvolto poiché non si sapevano ancora i piani delle cinque donne, non potevano permettersi il lusso di coinvolgerlo in una missione di spionaggio.
Così partirono all’azione!
I sei ninja iniziarono a correre per salire verso gli alberi ed avere un controllo di maggior visuale in caso ci fossero attacchi nemici.
TenTen si affiancava a Neji, ed il ragazzo controllava oltrechè la strada anche la sua fidanzata ufficiale. Era stata dura convincere i membri anziani del clan Hyuuga ad accettarla, ma alla fine aveva vinto, forse si sarebbero sposati, ma preferivano aspettare ancora un po’. Erano troppo giovani. Sakura era stata contenta di partire subito in missione, ma c’era qualcosa che non la convinceva come se qualcuno volesse tendere loro una trappola. Ricordava a memoria le parole del capo villaggio.

quando ci siamo imbattuti in quelle montagne siamo stati respinti da un violento vento mosso dal chakra. Sono stati vari i tentativi che abbiamo fatto, tutti respinti dalle varie forze degli elementi guidati dal chakra della stessa persona. Ci siamo subito informati di questa strana capacità in consiglio al villaggio delle Cascate e qui abbiamo scoperto che c’era una kunoichi in grado di utilizzare gli elementi

sembrava decisamente forte, non se l’aspettava da una donna incinta! Pensava ad un modo per abbatterla, con jutsu illusori forse, ma quei poteri derivano direttamente dalla terra, com’era possibile che esistessero ninjutsu in grado di utilizzare gli elementi? Forse erano poteri paranormali se non addirittura abilità innate. Doveva scoprire il suo nome, dovevano sapere i nomi di quelle kunoichi, forse c’era anche la compagna del grande Pain, Konan. Forse anche lei aveva in grembo un bambino, il figlio del capo.

Erano tanti rompicapi che non riusciva a guardare nemmeno dove andava, stava per sbattere contro un albero, ma Sai riuscì a toglierla di lì.
La situazione con lui oramai si era risolta, aveva smesso di infastidire mentalmente Sasuke e per lo meno in sua presenza si comportava meglio. Erano diventati amici è vero, ne era contenta, finalmente si era deciso a diventare un loro alleato.
Yamato supervisionava la situazione della squadra, Ino Yamanaka sembrava particolarmente giù, guardava dritto davanti a sé, ma quegli occhi azzurri, sembravano vuoti. Non doveva passarsela bene, il suo team era andato in frantumi con Shikamaru che faceva un andirivieni tra Suna e Konoha per le visite a Temari e poi Choji… lui non c’era più. il suo caro maestro altrettanto. Era rimasta sola, ogni tanto Sai andava a trovarla nel suo negozio di fiori, per farla sentire meglio, lui la capiva in parte, il team 10 per lei era come una seconda famiglia i suoi membri come dei fratelli e il ragazzo dalla pelle diafana conosceva la solitudine e non voleva che la sua amica passasse quello che aveva vissuto lui.
Si stava facendo buio era più di mezza giornata che camminavano ed il byakugan di Neji rimasto sempre attivato poteva rischiare di rovinare la vista del ragazzo. Scelsero un posto appartato e tra gli alberi il capitano Yamato evocò una costruzione di legno dove si sarebbero riparati. TenTen si affiancò a Neji in un angolo della casa improvvisata e gli asciugò la fronte, tremendamente sudata per lo sforzo. Lo baciò dolcemente sulle labbra facendogli chiudere gli occhi. Poteva riposarsi ora, c’era lei accanto a lui e non l’avrebbe lasciato solo. Neji apprezzava quella vicinanza, quelle attenzioni, la circondò con le braccia e si addormentarono.
“Sembrano felici insieme…” disse Ino lanciando un fugace sguardo ai due. Sakura le si fece vicino, faceva bene parlare con un’amica.
“Hanno lottato per stare insieme, ma tu? Come stai Ino?” Sakura era seriamente preoccupata, da
quando tutto era finito, l’aveva vista silenziosa, e segregata in casa.

“Non va bene Sakura… mi mancano terribilmente, Shikamaru si costruisce una vita con Temari e va bene, la maestra Kurenai è altrettanto a pezzi, ma se la sta cavando. Ed io ho paura di tutta questa solitudine, curo le mie piante, ma… non fanno che ricordarmi il mio comportamento con loro, con tutti voi. Sakura non mi sento più me stessa.”
Sospirò portandosi le gambe al petto, aveva bisogno di svagarsi, accettare questa missione era per lei un motivo di riscattarsi, Ino era un’ottima spia, poteva entrare nelle loro menti col “Capovolgimento spirituale” e ascoltare, voleva vendicarsi era questo lo scopo di Ino, ma neanche la vendetta sembrava darle soddisfazione in fondo non le avrebbe ridato i suoi amici.
“Ma ora dormiamo Sakura! Domani ci aspetta il viaggio e poi… io me la cavo!”

Sorrise vaga Ino, Sakura parve rasserenarsi, ma sapeva che quel sorriso di Ino era uno dei sorrisi falsi che tanto amava Sai.
Il diretto interessato si avvicinò alla ragazza bionda e l’abbracciò.

“Va tutto bene. Ci sono io.”

Ino sorrise, Sai era un buon amico, ma non era pronta per altro, lei voleva essere uno dei suoi fiori, voleva essere ammirata e sfiorata con gli occhi, ma mai posseduta, perché… tutti i fiori appassiscono prima o poi.

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Spazietto Autrice

Ecco a voi. Questo è il prologo. A breve per l'arrivo del primo capitolo. A presto!

  
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