Da
quanto stavo camminando in
quel corridoio freddo e vuoto?
Non
ne ho la più pallida
idea. Le mie gambe sono affaticate e questo mi fa capire che
è da un bel pò che
percorro questa "strada" desolata. La guardia che mi scorta non
sembra a suo agio, a dire il vero non ha un'aria da duro come le altre.
Non so
se sia una buona scelta, ma dato che ancora non vedo la fine del
corridoio,
decido di intraprendere una conversazione con l'uomo che ho di fianco.
"Ehi
amico ma voi siete
come le guardie svizzere? No, lo chiedo solo perché se avete
i loro stessi
compiti dovreste avere anche i loro magnifici cappelli pelosissimi!!".
Forse
non è stata la frase
migliore per spezzare il ghiaccio, ma mi sembra di vedere un accenno di
sorriso
sul suo volto. Ecco che inaspettatamente l'uomo in divisa mi guarda
negli occhi
e dice:
"Jason
Grace fai bene a
scherzare adesso, divertiti e spassatela in questi ultimi cinque
minuti. Dopo
non avrai alcun motivo per sfoggiare il tuo bel sorriso da figlio di
Giove.
Nell'arena soffrirai come non hai mai sofferto. Spero che tu riesca ad
uscire
sano e salvo da quell'inferno, dopotutto anch'io sono un semidio come
te".
Cosa? un semidio? no...non
è possibile che un
semidio brami contro lui e Percy. Il figlio di Poseidone era il
beniamino del
campo mezzosangue ed io ero il pretore di nuova Roma. Ogni semidio ci
conosce e
ci porta rispetto per le nostre imprese eroiche. Tutti a parte quelli
morti
penso... Mi guarda negli occhi. Sono vuoti. Non lasciano trapelare
nessun
sentimento. Bene, sto parlando con un "morto vivente". La domanda mi
sorge spontanea:
"Chi
sei tu?" la
guardia mi guarda e con quello che ritengo un ghigno risponde:
"Sono
una tua vecchia
conoscenza Jason Grace". Non mi piace affatto il modo in cui sottolinea
il
mio nome. Gli unici che mi chiamano per nome e cognome sono sempre i
miei
nemici. Quel ragazzo aveva un'aria familiare. Cerco di fare mente
locale. Mi
sto spremendo le meningi per tirare fuori qualche ricordo su quel
semidio.
Quando ormai sto perdendo le speranze di trovare un collegamento tra me
e lui,
la guardia parla.
"Ci
siamo visti nella
casa del lupo noi due Jason. Tu eri forte e senza paure così
Lupa ti ha preso
sotto la sua ala protettrice. Non si può dire lo stesso di
me. Ero un ragazzino
pieno di timori e con un passato alle spalle molto burrascoso. Appena
vidi Lupa
con il suo branco al seguito mi prese un attacco di panico e...beh tu
sai bene
cosa fanno i lupi quando sentono l'odore della paura." si scopre un
fianco
e vedo segni indelebili di morsi. Non pensavo che Lupa fosse in grado
di
uccidere un semidio. Sapevo perfettamente che l'iniziazione degli eroi
romani
era crudele ma non pensavo fino a questo punto. Mentre penso alla
crudeltà e
alla spietatezza di Lupa intravedo la fine del corridoio.
"Eccoci"
dice la
mia scorta. Mi ritrovo in una piccola sala. Al centro c'è un
tubo di vetro.
Potrebbe essere un ascensore perché la base sembra una
piattaforma.
"Questo
sarà il tuo
ingresso trionfale nell'arena figlio di Giove! Ora ti lascio ai
preparativi con
il tuo "stilista" personale. Entra Cinna!" in quello stesso
istante la porta alla mia destra si spalanca e rivela una sagoma scura
nell'oscurità. Quando la sagoma esce allo scoperto vedo un
uomo sulla trentina
forse. Pelle olivastra e capelli afro. È un bell'uomo.
Indossa un abito
turchese che su molti sarebbe sembrato esageratamente sgargiante, ma su
lui
sembra fine e raffinato. Si presenta:
"Piacere,
io sono Cinna.
Ero uno stilista di Capitol City fino a quando non mi coalizzai con
Kat.."
"Fermo
non dire altro
sennò ti rispedisco nell'aldilà" si
affrettò a dire la guardia.
"Ah
ragazzo non hai una
minaccia migliore? Comunque sono qui per prepararti ai nuovi Giochi. Ti
farò
splendere anche con questa sciatta muta che indosserai" con un ampio
gesto
indica una muta appesa al muro. "Guardia, ci lasci soli! Devo far
splendere questo ragazzo!"
Wow
quando Cinna finì di
acconciarmi notai che allo specchio c'era un altro ragazzo. I miei
capelli ora
sono in ordine e la mia pelle è lucida. Sono sorpreso e
mentre ammiro l'opera
di Cinna una campana d'allarme stappa le mie orecchie. Cinna mi si
avvicina e
mi sussurra all'orecchio "Ricorda, anche la migliore prigione ha un
punto
debole" poi mi da una spintarella verso il tubo di vetro che adesso
è
aperto. Entro e la piattaforma mi solleva. Sento la superficie che si
avvicina.
Appena la mia testa è sopra la superficie vedo quello che
non volevo vedere.
Troppe faccie conosciute sono intorno a me.