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Autore: ambra_chiara    19/05/2014    2 recensioni
Buonsalve a tutti! Mi chiamo Ambra, sono una mezzosangue figlia di Era e di Zeus, sembrerebbe epico detto così, ma non lo è molto... prima di tutto non li ho mai visti e non mi hanno certo ereditato i loro poteri, sono una comune mezzosangue.
L'unico mio contatto con i miei genitori è quella collana che porto al collo, un piccolo cordoncino nero con appeso un pezzo di ossidiana lavorato con estrema cura, lunga e sottile.
Quello non è solo un semplice gioiello, è allo stesso tempo un cappio al collo...
Grazie all'aiuto dei miei amici riuscirò a sconfiggere un nemico invisibile?
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le tre pietre '
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“Ehi belli addormentati!” ci svegliò Clarisse
“Ehm… cosa?” chiesi stropicciandomi gli occhi
“State dormendo da più di due ore!” disse Michelle “Insomma eravamo andate a fare gli ultimi preparativi per la festa, e i vostri cavalli li abbiamo messi via noi”
“Grazie” sbadigliò Jim, mi tolse il braccio dal collo per stiracchiarsi e si alzò, io rimasi lì a osservargli il polso… aveva un cordoncino marrone dove legato c’era la perla grigia che gli aveva regalato Era.
Sfortunatamente non ero stata l’unica ad accorgermene: “Jim, quando hai preso questo nuovo braccialetto?” chiese Michelle
“Me l’ha regalato la mia ragazza” disse evasivo
“Taylor? Mia sorella che ti regala un braccialetto?” chiese Michelle sorpresa “Wow… tu gli hai per caso regalato una collana di diamanti?” è vero, la ragazza di Jim, Taylor, è abbastanza superficiale e non regala mai niente a nessuno, ma quando vuole (ovvero raramente) è simpatica.
“Certo, come no” disse lui evasivo all’ennesima potenza “Ora vado da lei, avevamo deciso di vederci prima della festa… ciao ragazze” lo salutammo.
“Tu ci vieni con Chris alla festa?” chiese Michelle a Clarisse
“Si, ma se pretende che mi metta un vestito se lo può anche scordare” ridacchiammo tutte e tre
“Ma Ambra deve essere vestita bene…” disse la figlia di Afrodite “Forza seguimi!” mi prese per il polso e correndo salutò la figlia di Ares.
Mi portò alla mia casa e guardò nel mio armadio: “Vediamo, magliette, jeans, tute, felpe , giubbetti in pelle… aspetta…” tirò fuori il vestito greco nero, non aveva gli strappi che gli avevo fatto, ma era in perfette condizioni.
“da quanto ce l’hai?” ero impallidita e non sapevo che rispondere
“cose c’è?”
“Nulla…” dissi riacquistando colore e lucidità
“Non importa dove l’abbia preso, è bellissimo! Perfetto! Semplicemente perfetto!” era più entusiasta di me.
Me lo fece mettere e mi truccò con un ombretto nero e un rossetto rosso, la matita era abbondantissima e le guance scarlatte.
Mi piazzò davanti allo specchio: “manca qualcosa” disse sistemandomi la collana in modo tale che risaltasse sulla mia pelle bianca.
“Ci vado a piedi nudi?” domandai
“Ma certo!” annuì “La borsa!” la guardai un attimo sorpresa “Sto scherzando!” guardò nel mio armadio
“Stivali e scarpe da ginnastica… il brutto che anche io sono piena di queste cose e non ho scarpe da festa”
“Che figlia di Afrodite del cavolo” ridacchiai
“Ridi, ridi che domani muori!” scherzò, ma quella frase mi sembrava detta da qualcun altro, per un secondo Michelle non era più lei
“Aspetta! Guarda qua!” continuò tornando in lei senza che neanche se ne accorgesse “Ci sono dei sandali neri con delle perline!” li tirò fuori “Da quando ce li hai?”
“Ehm…”
“non importa, non sai neanche cosa hai mangiato a colazione, niente alcolici prima di andare a letto” le feci la linguaccia mentre lei mi porgeva le scarpe che mi infilai
“Bene, semplicemente perfetta!”
“Se lo dici tu…” risposi scettica perché quella ragazzina allo specchio non ero io con tanto trucco e un vestito da mozzare il fiato
“Una domanda!” dissi
“Cosa c’è?”
“Dove sono le tasche?” chiesi mentre Michelle si picchiò la fronte con la mano.
 
La festa era sulla riva del lago e c’erano tutti, pure Michelle si era messa in tiro con i capelli fatti a boccoli (mentre i miei erano troppo lisci e corti per farci qualcosa) con un vestito blu elettrico senza spalle e dalla gonna che gli arrivava alle ginocchia.
Quando misi piede sulla spiaggia tutti mi guardarono e applaudirono, io sorrisi imbarazzatissima e mi mescolai tra la gente.
“La musica è stata scelta da Jim” disse Michelle urlando per farsi sentire sopra Demi Lovato che cantava Heart Attack da delle casse dispose non so dove.
“Ok, mi fido allora…” ridacchiammo
“Si, se ti tiri in sesto sei proprio carina Ninfy” Ninfy era il mio soprannome, soprattutto la figlia di Afrodite mi chiamava così, avevamo i nostri nomi in codice
“Anche tu Blood Rose, dai… sono buona oggi” bevvi un goccio ci coca cola, gentilmente offerta dai figli di Ermes
“Andiamo a cavalcare?” domandai, Michelle mi guardò di sottecchi
“Forse è meglio, non mi piace troppa gente” disse lei
“Sei proprio la figlia che delude di più tua madre!”
“Insomma dai, non abbiamo un ragazzo con cui ballare eccetera eccetera, ci siamo solo noi due, e stiamo già un sacco di tempo a ascoltare musica e fare le sceme, meno a cavalcare, concordo con te”
“Se vuoi avere un ragazzo basta scegliere tra i dieci che ti vanno a dietro, hai solo quattordici anni come me però sei tra le più amate” dissi con un sorrisino maligno
“E te basterebbe parlare con Jim di questa faccenda e sareste già insieme” sputai tutta la coca cola che stavo bevendo e per poco non la colpì con il getto di sputo
“No! Ma che schifo, è il mio migliore amico, è come mettersi con il proprio fratello!”
“Si ma i primi giorni al campo ti piaceva”
“Finché non l’ho conosciuto! Sono felicissima che stia con Taylor così non rompe tanto le scatole a noi” ridemmo felici
“Propongo un brindisi” disse Michelle alzando il bicchiere di plastica pieno di coca cola “all’amicizia!”
“All’amicizia!” e bevemmo tutto d’un fiato la bibita facendo fare a entrambe dei rutti.
Fortunatamente erano tutti impegnati a fare qualcosa d’altro piuttosto che ascoltarci
“dai andiamo!” dissi alzandomi e dirigendomi alle stalle, ma non mi accorsi di andare a sbattere contro Alex, il figlio di Ares, insieme un suo fratello molto carino.
“Due volte in un giorno” disse sorridendo e porgendomi la mano per aiutarmi ad alzarmi, ma non la vidi neanche e mi sollevai da sola pulendomi dalla sabbia
“Già, ma una volta non valeva ero bendata” spiegai cercando di trovare un modo educato per andare
“Ciao Alex, ciao Tobias” salutò Michelle
“Bella la festa” disse il secondo.
Erano entrambi molto belli, alti e muscolosi, con i capelli scuri e gli occhi uno azzurri (Alex) e l’altro marroni.
“Grazie” risposi noncurante
“Ambra come va?” chiese Alex mentre dava di gomito a Tobias e indicava con lo sguardo Michelle, lui le chiese se poteva fargli vedere qualcosa e lei, anche se un po’ di controvoglia perché quanto me voleva andare a cavalcare, lo portò a destinazione spiegandogli tutto.
“Bene, tu?”
“Io non sono esploso”
“Magari hai mal di testa” risposi, aveva quindici anni mi sembra, come mai un ragazzo così parlava con me quando prima di allora non ci eravamo mai rivolti la parola?
“Bella questa canzone” riferendosi a Safe and Sound di Taylor Swift, una canzone molto melodica “Vuoi ballare?”
“Non sono capace” risposi sedendomi su una sedia
“Ti insegno io” scossi la testa anche se vidi che tutti ballavano, perfino Michelle e Tobias!
“Andiamo! Manchiamo praticamente solo noi” sbuffai e lo seguì vicino alle casse dove tutti si erano radunati per ballare.
Individuai Clarisse con Chris, lei riluttante a ballare e restando all’estremità della pista da ballo per non essere notata, poi vidi Jim e Taylor, che invece stavano bene in mezzo.
“Dove devo mettere le mani?” chiesi, Alex ridacchiò e mise le mie mani dietro al suo collo unite e le sue sui miei fianchi.
La cosa mi mise molto in imbarazzo, mi muovevo impacciata ma Alex era bravo:
“Fammi combattere contro un esercito ma non farmi ballare” dissi, il figlio di Ares sorrise
“Era così pure per me, poi ho capito che ci sono molte somiglianze tipo…” mi piegò e pensai di cadere, poi mi risollevò “Questo, quando eviti i colpi o la giravolta” mi fece girare per due volte per poi farmi cadere tra le sue braccia e riportarmi alla posizione iniziale “Per la grazia e la velocità, aiuta”
“Si?” chiesi “Aiuta anche per l’equitazione?”
“Non saprei” disse sorridente, stava per aggiungere qualcosa quando gli amplificatori esplosero facendo un suono acuto.
La sabbia iniziò a vorticare veloce in una strana aspirale per poi cadere.
Noi tutti ci accucciammo dove potemmo per difenderci, io e Alex trovammo nascondiglio dietro a un albero, respiravamo all’unisono in preda dal panico e sentivo la collana farsi sempre più pesante e calda.

 
  
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