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Autore: didi93    20/05/2014    4 recensioni
La mano di Maria scivolò sul polso sinistro di Altair. Senza dargli il tempo di capire cosa stesse per fare, fece scattare la lama celata e se la portò alla gola mentre lui sgranava involontariamente gli occhi. Fu la prima volta che vi scorse qualcosa di molto vicino alla paura.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altaïr Ibn-La Ahad, Maria Thorpe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo
 

Si era svegliata di soprassalto e il peso del sonno aveva del tutto abbandonato i suoi occhi mentre si rigirava nel letto nel vano tentativo di tornare a dormire.
Si alzò stringendosi nella lunga camicia di lino e raggiunse la finestra aperta. L’aria estiva calda e umida le si appiccicò sulla pelle mentre i suoi occhi scrutavano il vicoletto deserto illuminato solo dalla fioca luce lunare e un’angoscia inconsueta le attanagliava lo stomaco.
“Devo sposarmi, non andare in guerra.”
Continuava a ripeterselo, ma non bastava a renderla più tranquilla.
Pensò che forse, in tutta la vita, solo un’altra volta si era già sentita così, la notte in cui era fuggita dalla sua casa, quando aveva deciso di lasciare l’Inghilterra e imbarcarsi con l’esercito crociato.
Tirò un respiro profondo maledicendo quell’inquietudine e i suoi pensieri furono catturati dal ricordo del suo primo matrimonio. Ripensò a come ascoltava in silenzio i discorsi di sua madre sull’importanza del casato del suo futuro marito. Ad ogni sua timida obiezione, replicava che non avrebbe lasciato che un’antipatia da ragazzina inesperta le condizionasse la vita. E non erano tanto quelle parole a zittirla quanto lo sguardo gelido che le accompagnava. Aveva anche provato a cercare un’alleata nella sua anziana nutrice e dama di compagnia, ma in cambio non aveva ottenuto che una carezza e un sorriso di triste comprensione.
Ripensò al lungo periodo di preparativi, allora sua madre aveva deciso di mettere da parte del tutto la sua consueta alterigia mentre la conduceva con sé in carrozza per le strade fangose di Londra, come fosse un trofeo. Aveva passato più tempo con lei nei mesi che precedevano il matrimonio che in tutto il resto della sua vita.
Alla fine, si era ritrovata ad attraversare la navata di una chiesa gremita di occhi, tutti fissi su di lei, persa in un gigantesco abito dalla stoffa candida, conservando ancora una stupida e ingenua speranza, condensata in quella frase che le era stata ripetuta fino alla nausea,  “un giorno ti accorgerai di amare tuo marito e rimpiangerai questo tuo comportamento” . Scosse la testa per scacciare quell’immagine.

Il sole era già sorto ad illuminare la stanza e Maria, seduta sul letto con la schiena appoggiata ai cuscini, giocherellava nervosamente con una ciocca di capelli quando tre donne sconosciute entrarono con aria concitata. Le guardò per un attimo interdetta, poi si lasciò condurre fuori senza dire una parola.
Rimase assorta nel proprio silenzio mentre le facevano scivolare addosso una lunga e morbida veste bianca e prendevano ad armeggiare con i suoi capelli.

-Guardati.- le disse all’orecchio la donna più anziana in un inglese stentato mettendole tra le mani uno specchio ovale dalla cornice dorata.
Lo sollevò sforzandosi di mantenere la mano ferma e una donna sconosciuta, con i capelli raccolti ordinatamente in un velo leggero, dischiuse le labbra con aria sorpresa scrutandola dalla superficie riflettente.
Sorrise a mezza bocca in segno di ringraziamento mentre, in realtà, nel suo stomaco si apriva una voragine e, in un angolino della sua mente, prendeva corpo e diventava attraente l’idea di fuggire.

Si era già sposata una volta ma non aveva idea di cosa aspettarsi da un matrimonio arabo e scoprì con un certo sollievo che il suo ruolo non avrebbe richiesto molto impegno.
Entrò nel grande salone affollato accompagnata da un nugolo di donne, con gli occhi bassi e lo stesso spirito con il quale si preparava ad andare in battaglia. Poteva sentire tutto intorno a sé un vociare sommesso. Cipro era divenuta la roccaforte degli Assassini e quel matrimonio, celebrato a Limassol in segno di omaggio, non poteva che rappresentare un’attrattiva per la curiosità degli abitanti.
Fu quando portò gli occhi in quelli del suo futuro marito che tutto ciò che aveva intorno scomparve e quell’angoscia fastidiosa smise di stringerle lo stomaco. Vide le labbra di Altair piegarsi in un sorriso grato e sollevato mentre si stupiva al sentire la sua stessa voce che, flebile ma incredibilmente ferma, pronunciava un deciso “sì”.
 


Erano passati quattro anni e ancora, di tanto in tanto, la sua mente tornava a quella soleggiata mattina del 1193.
Aveva i gomiti appoggiati alla pietra bianca del balcone della sua camera e teneva lo sguardo fisso sul sentiero sdrucciolevole e ripido che conduceva al portone della fortezza di Masyaf quando una voce familiare la richiamò alla realtà. Si voltò ed entrò nella stanza.
-Darim!- esclamò piegandosi sulle ginocchia e tendendo le braccia a suo figlio.
Osservò il bambino che si stringeva a lei. Dalla prima volta che l’aveva tenuto in braccio le sembrava passata un’eternità. Aveva i suoi stessi occhi nocciola e, al di là della dolcezza tipica della sua età, rivelava il carattere taciturno e serio di suo padre.
Solo il fruscio della tenda aveva accompagnato l’ingresso di Altair. Maria sollevò lo sguardo al suo viso. Silenzioso come sempre, li contemplava assorto, con un’espressione indecifrabile.
Si alzò in piedi e lo raggiunse con un mezzo sorriso imbarazzato –Che c’è?- gli chiese.
 –Credo di non averti mai detto grazie.- rispose lui con naturalezza.
-Grazie?...E per cosa?-
-Per tutto questo.- disse indicando lei e Darim con un cenno del capo -Perchè hai scelto di condividere la tua vita con me.-
-Allora sono io che devo dirti grazie.- sussurrò Maria posandogli un bacio sulle labbra.
 






NOTE
-miele a volontàXD-

Mi ci è voluta una vita per scrivere questo breve (brevissimo) epilogo e vi chiedo scusa. Diciamo pure che i matrimoni non sono il mio forte, se poi ci aggiungiamo la totale assenza di ispirazione, il risultato è questo.
Ah, per quanto riguarda il matrimonio arabo, ne ho dato una versione personaleXD

Detto questo, siamo sul serio arrivati alla fine, perciò vi saluto e, soprattutto, vi ringrazio!

Grazie a tutti voi che avete recensito (vi adoro!).

Grazie mille a tutti quelli che preferiscono, ricordano, seguono, o anche cliccano per sbaglio sul link della storia facendo salire il contatore e mandandomi in brodo di giuggiole (?).

E, ultima ma non ultima, grazie a Lechatvert -grazie davvero per le spiegazioni e i consigli;)-.

Beh,
salute, pace e arrivederci miei cari!;)
 
  
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