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Autore: kannuki    26/12/2004    5 recensioni
Maret fa la killer, è cinica e spietata, ha un loft segreto e un guardaroba da infarto. Una sera sente una pistola puntata alla schiena : Jesus 'il salvatore' Cox è stato ingaggiato per ammazzarla. Una proposta d'affari la salva dalla morte ma il suo spirito ribelle non si piega. Nuova identità, nuova vita nell' America del Sud, nuovo lavoro..ma volente o nolente, arriva il momento di farsi 'salvare'.. NOTA BENE : Il nome del protagonista non vuole essere blasfemo ..mi piaceva e basta! ...e non riesco a trovare una categoria corretta!
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Finito il lavoro, Jesus si accese una sigaretta, guardando il sole che tramontava e le freddi luci della città che si accendev

Un uomo sedeva sul cofano caldo della macchina, guardando il pallido sole che tramontava e le fredde luci della città che si accendevano una dopo l'altra.

La fiamma dello zippo oscillava lentamente e gli scaldava le dita. Passò più volte la mano sulla fiammella aranciata con lo sguardo perso nel vuoto. Era un regalo di Natt, così avrebbe smesso di ‘inquinare’.

Tutto stava nel ricordarsi di ricaricarlo.

Lo richiuse di scatto, mettendolo nella giacca del cappotto pesante e strofinandosi le mani per riscaldarle.

Perché andava sempre in qualche posto bizzarro a pensare? Mah..

Seduto sul punto più alto della città, Jesus cercava di riflettere su qualcosa che non fosse..

..Maret..

Una vera ossessione.. in tutto quel tempo non aveva fatto altro che pensarci.

Era tornato da quattro giorni ma ancora non l’aveva chiamata. In verità non aveva avvertito nessuno.

Scese dal cofano e passeggiò un po’,  immerso nei pensieri. Il buco stava guarendo. Aveva passato tre settimane con quel matto di Natt e si era divertito parecchio…però…gli mancava…lei.

Notò la prima stella della sera che brillava nel cielo violaceo…sembrava un diamante.

 

Nel loft, Maret sistemava i nuovi vestiti che aveva appena comprato. Qualcuno a lavoro si chiedeva come faceva a permettersi quei lussi: lo stipendio della casa di moda era alto, ma non fino a quei livelli. Così la dolce, sensibile Monique si era inventata un’eredità milionaria.

Ci stai ripensando, non lo fare…canticchiava dentro di se continuamente. Tre settimane…quando tornerà?

Il suo sguardo si adombrò un attimo: il suo pensiero costante...Jesus.

Si scopriva a guardare il cellulare, attendendo...cosa? Una chiamata, un sms, una mail un strana, fuori dall'ordinario?  Prendeva il telefono in mano, il dito sul tasto della chiamata rapida...restava a guardare il suo numero per un periodo infinito e poi lo richiudeva di scatto, scuotendo la testa.

 

In profumeria aveva sentito un odore che conosceva molto bene. Si era girata col cuore che batteva disordinatamente, credendo che fosse dietro di lei. Il suo dopobarba, un uomo lo stava provando. Era sbottata in un risolino isterico e con stizza aveva posato sul ripiano di vetro la boccettina che stava odorando, dandosi della pazza.

Sospirò lanciando i suoi acquisti sul letto...altra roba che avrebbe preso spazio nell'armadio; si sedette sulla sponda poggiando la testa sulle mani unite.

..quello sguardo, quando se n’era andato…avrei voluto salutarti…ma poi…

 

Quando sentì suonare il campanello alzò la testa all'improvviso e si accigliò: vicina rompiscatole? Ragazzo delle pizze che aveva sbagliato porta?

Ondeggiando sui sandali di Manolo, aprì la porta smorzando subito la sua curiosità. Restò a guardarlo, sbattendo più volte gli occhi. Il groppo in gola non andava né su né giù.  

Jesus si appoggiò allo stipite, mostrando una bottiglia di champagne in mano "Non mi fai neanche entrare?" le chiese tranquillo, rimirandola da capo a piedi " bel vestito"

...è sulla tua porta..

Maret si spostò distrattamente. La oltrepassò e un battito si perse nel suo cuore.

..è tornato..

"Me l'hai pagato tu " rispose con voce flebile.

..è qui...

“Come… stai?” gli domandò guardandolo poggiare la bottiglia sul tavolino di cristallo.

Jesus le rivolse un sorriso allegro ”una meraviglia! Folleggiare con Natt ti rimette al mondo!” le disse frugando nell’angolo bar. Aprì lo champagne versandolo in due bicchieri di cristallo purissimo, bordati in oro.

“Belli” commentò con una smorfia, alzandone uno verso la luce.

Le lanciò un’occhiata e rimase piacevolmente colpito dalla sua espressione…non mi aspettava!

Maret lo stava guardando con un misto di sorpresa e piacere sul volto…un sorriso strano, che Jesus non seppe classificare ma che gli piaceva molto sul viso della ragazza.

Gli venne spontaneo sorriderle.

Maret si riscosse indicando il vestito “mi vado a cambiare...un attimo solo” mormorò allontanandosi a ritroso, come se avesse paura che girandogli le spalle fosse svanito.

Quando uscì dalla camera da letto, avvolta da una vestaglia di seta cinese, Jesus pensò che sarebbe stata benissimo.. in terra.

"Non bevo, lo sai" gli disse indicando i bicchieri con voce timida. Si sentiva scoppiare. Era tornato finalmente...e adesso lei… che doveva fare?

"Per festeggiare...appena un sorso non ti ucciderà " le disse sorridendo.

Maret lo osservò da capo a piedi. Stava anche meglio di prima.

“La ferita?” domandò prendendo il calice che le porgeva. Il liquido ambrato era attraente...e lui era..

..favoloso..

Jesus parlava e le raccontava dalle sue ferie ma Maret non riusciva a capire una sola sillaba. Restava ad osservarlo annuendo di tanto in tanto. D’un tratto si riscosse, quando percepì la frase ‘sono tornato quattro giorni fa’.

“Sei tornato da quattro giorni?” sbottò Maret arrabbiata...e che diavolo aspettava chiamarla, quello scemo?!

Jesus la guardò sorpreso e si sporse verso di lei “lo so, dovevo chiamarti...

Quel tono così dolce la andò nel panico “Ma non me! Lo sai che il lavoro si è accumulato?!” Sbottò la ragazza posando il bicchiere sul tavolo.

 ..buttala su lavoro, qua sta diventando complicata!

E allora? Li facciamo aspettare!” le disse pacato notando il suo nervosismo improvviso.

“Scherzi vero? Ho visto un vestito che è la fine del mondo”.

“Maret..” scrollò la testa incredulo ..è una pazza!

“Maret un corno! Non sei professionale quando fai così” lo accusò la ragazza “ahh…vattene via !” sbraitò lasciandolo di sasso “mi dai sui nervi solo a guardarti!”

Lo fissò dura e si gettò sul divano basso, accendendo la tv "mah…chi ti capisce è bravo!”

 

Jesus era allibito! Mancava per tre settimane e ora...lo trattava in quel modo?!

La guardò con la voglia di strozzarla! Poggiò il bicchiere con un gesto secco andandole vicino.

Maret non lo filò mentre smanettava il telecomando grigio.

“Tutto qui quello che mi devi dire?” le domandò nervoso, restando in piedi davanti a lei.

Maret sbuffò esasperata "senti.. o te ne vai o ti metti seduto! Mi togli la visuale!"

Jesus la guardò sollevando un sopracciglio per la sorpresa "Mi sta cortesemente invitando sul tuo divano?" le chiese con tono ironico.

Maret si spostò per fargli posto "prima che ci ripensi...ma sta muto" lo minacciò prendendo il bicchiere in mano e bevendone un sorso appena.

..farò bene? Mah..

Si sedette accanto a lei, tenendo le distanze. Con un sospiro soddisfatto allungò le gambe sul tavolinetto di vetro che dava idea di essere particolarmente fragile. Un lieve profumo gli solleticava le narici...è lei?

Maret sentì il divano sprofondare e istintivamente si allontanò di più, senza degnarlo della minima considerazione.

Un silenzio di tomba calò nella stanza, finché Jesus non eruppe facendole fare un salto.

Sei tesa, datti una calmata!

"Ma che stai guardando?" le chiese non capendoci nulla della trama. La custodia del dvd era in terra accanto a lei, si sporse per prenderla e le sfiorò la gamba con i capelli.

Maret si ritrasse come se si fosse scottata.

"Non ci posso credere…un film romantico?!" esclamò incredulo, guardandola come se fosse pazza.

"Mh…mi fanno ridere"

La fanno ridere i film d'amore? Ma che gli hanno fatto a questa mentecatta? "E a Titanic quando affondava la nave che facevi, ridevi?" domandò ironico...chi l'avrebbe mai detto?!

"Mh - mh.." disse nuovamente "mai riso di più, quel film è assurdo...se la grassona fosse pesata meno, quella bagnarola non ci andava a fondo " commentò facendolo scoppiare a ridere.

"Dio santo.." mormorò sorridendo. Gettò la custodia in terra accanto a se, stentando a trattenere le risa.

Maret intercettò il suo sguardo divertito: aveva una bella risata...

..e non solo quello...

Mi sta fissando "che c'è?" domandò scontrosa.

"Niente...niente..." rispose continuando a ridacchiare e a lanciarle occhiate fra l'incredulo e il divertito.

Dopo un'ora di quelle melensaggini,  Jesus stava per sparare a lei e al plasma "ma come fai a guardare sta roba?! C'è da diventare isterici!"

"Te ne puoi anche andare, io non ti trattengo di certo!" lo stuzzicò sarcastica.

 

D’un tratto, l’epifania! La guardò con un sorrisetto ironico e un ghigno divertito…e brava Maret! C’ho messo un po’ a capirti! Tirava sempre su un casino, quando era tesa o imbarazzata…bene, bene...

 

Il livello dello champagne scendeva sempre di più. Jesus le tolse il bicchiere di mano "smettila, non ci sei abituata!" la rimproverò scolandoselo al posto suo.

Un'occhiataccia lo mise a tacere "ubriacati, allora" le disse guardandola ficcare le gambe sotto di e abbracciare un cuscino imbronciata.

Se non ci provi sei un coglione!

Maret sentiva un caldo piacevole che proveniva da lui. Si spostò leggermente, il divano era grande, perché le stava così addosso?  No…non è stato lui, pensò vedendo la sua metà molto lontana. 

Lo guardò, stava fissando lo schermo con espressione perplessa, una mano appoggiata sulla fronte e le gambe distese una sull'altra che dondolavano leggermente. Si era tolto la giacca e l'aveva gettata con noncuranza alle sue spalle, disfandosi anche del maglione, visto che ‘nel suo appartamento sembra di stare ai Carabi!

Era rimasto solo con la camicia leggermente sbottonata.

...si toglie con facilità..

Maret osservò la scena del bacio distratta, mentre nella sua fantasia vorticavano le cose più turpi che potesse immaginare.

"Se ridi a questa, giuro che ti licenzio!" le disse d'un tratto facendole fare un salto "mi hai fatto prendere un colpo!" esclamò con la tachicardia.

"Perchè, eri concentrata su questa stronzata?" le chiese incredulo.

"No...pensavo ai fatti miei " rispose automaticamente senza guardarlo. Tirò più a sé le gambe sentendosi un po’ esposta…che le era saltato in mente di mettersi quella vestaglia?! Penserà che me la sia messa apposta!

..e non è così?

"A che pensavi?" le chiese gentilmente, togliendole il bicchiere di mano.

"Niente che ti riguardi!"

Jesus le si avvicinò impercettibilmente " dimmelo.. dai.." le chiese con fare insinuante.

Allo stuprarti su questo divano!!

Maret si astenne dal rispondere. Prese di nuovo il bicchiere scolandosene un buon sorso...la smetti di fissarmi?

"Cosa vuoi? Tanto non te lo dico! " esclamò poggiando il calice vuoto.

"Allora te la dico io qualcosa: sono tornato solo per te, quindi fa poco la stronza!" precisò puntandole un dito addosso.

Jesus la guardò serio, non stava scherzando. Maret assorbì la notizia in silenzio, stentando a respirare. Aveva avuto paura proprio di quello...

"Vattene.."  mormorò con voce flebile.

"Perché?" 

Si girò completamente verso di lei, poggiando un braccio sullo schienale morbido " perché vuoi che me ne vada?" le chiese mentre Maret lo guardava a disagio.

La ragazza si agitò leggermente e si spostò lontano da lui.

..mi piaci...

"Perché è tardi...e perché..." Farfugliò cercando di mantenere un tono duro che fallì miseramente, quando si protese verso di lei ad accarezzarle la spalla. Restò in silenzio per un attimo, sforzandosi di non chiudere gli occhi al piacevole contatto. Deglutì a vuoto, cercando di usare un tono duro       "Che stai facendo?" chiese con timore malcelato.

La vestaglietta fu scostata bruscamente. Maret sussultò incredula, quando si avvicinò a baciarle la pelle delicata della spalla.

“No...che fai...aspetta..” balbettò sentendo le sue mani accarezzarla bramose.

“Ho deciso di passare la notte qui…con te” mormorò fissandola negli occhi.

 

Maret si sentì cadere. Le uscì un gemito di sorpresa mentre la sdraiava sul divano. Aveva smesso di sorridere e la guardava serio. La stava braccando come se fosse..

..Una preda nelle mani del cacciatore..

La osservò cambiare più volte espressione...sorpresa, paura...e infine smarrimento...

La grande Maret che tremava come una ragazzina fra le sue braccia? Impossibile! Tra poco avrebbe urlato e strepitato.

Ma stranamente restava buona a farsi accarezzare il collo, deglutendo mentre le sue dita tracciavano il contorno del suo corpo.

Scostare la vestaglia fu facile...fin troppo.

Dovette trattenersi dal gridare quando le baciò il pizzo del reggiseno.

Una luce gli brillò in fondo agli occhi, quando sentì che tratteneva il fiato. Con un sorriso appena accennato, la sua mano scese ad accarezzarle le gambe lunghe e snelle, alzando la vestaglietta e infilandosi sotto di essa.

I baci leggeri salivano verso il collo, la facevano sciogliere….quelle mani…dio..

Maret si agitò sentendo le carezze...doveva ammettere che era piacevole. Non permetteva che la toccassero in quel modo, mai…li prendeva lei, limitandosi allo stretto indispensabile. Sesso e basta, nessun coinvolgimento e quello le andava bene, era sempre stato così!

La lingua la accarezzava sensualmente il collo, stuzzicando una parte che Maret non sapeva fosse così sensibile.

Lo sentiva avvicinarsi sempre di più agli slip…quando infilò una mano sotto il leggero tessuto elastico e le carezzò un fianco sobbalzò violentemente.

"N-no" gli disse ritirandosi in fretta come una tartaruga nel guscio. Si spostò di lato, cercando di liberarsi. Le stava sopra, in ginocchio, puntellandosi con le mani.

Panico! Voglio andarmene! Non è una più una fantasia! Adesso si fa sul serio!

Jesus non la lasciò andare. Maret tremava cercando di liberarsi "Vattene, non ti voglio più qui, non venire più " mormorò a stento, cercando di evitare il minimo contatto, mentre la fissava in quel modo che non riusciva a decifrare.

"Perché? "domandò tranquillamente."Ti creo qualche problema, per caso?" le chiese scostandole la spallina sottile. 

"Si.. " gli disse ansimando. Jesus scese a baciarle il seno...morbida…così profumata...

S’ impossessò del capezzolo già turgido, tormentandolo con le labbra e la lingua, facendola gemere...era inebriante sentirla mugolare in quel modo.. 

"La grande Maret che ha paura di un uomo…è tutta da raccontare" la prese in giro andando a toccare un nervo scoperto.

"Non è vero.. "

La sua voce alterata…un vero e proprio invito a continuare!

“Hai il terrore che possa piacerti, se prendono l’iniziativa al posto tuo” mentre parlava la sua mano scendeva sempre di più e s’insinuava sotto le mutandine, facendola tremare. Le stava abbassando un centimetro alla volta...sempre di più…ed era così lento..

..è vero..

"...non è vero!" ansimò spingendogli contro i palmi delle mani  "... hai bevuto troppo champagne..." gli disse agitata ”smettila, smettila!” gridò quando gli slip caddero a terra con un fruscio leggero.

"E tu ne hai bevuto troppo poco" sussurrò avvicinandosi alla sua bocca. Maret girò la testa da un lato. Non poteva farsi baciare, non da lui e non di nuovo! Se la baciava…se la toccava…sarebbe stato..

..bellissimo…

"Hai paura di me?" le chiese in un orecchio, continuando a farla gemere e a dimenare sotto di sé, favorendo inconsciamente la sua ‘conquista’. Più si agitava e più lo sentiva insinuarsi fra le sue gambe nude.

"No…Ah!" Un gridolino le uscì all’improvviso mentre la toccava con insistenza.

..si...

Si aggrappò al tessuto del divano stringendolo con forza, ansimando per il piacere che cresceva ad ondate violente. Jesus la guardava continuare a negare, con gli occhi serrati e la bocca dischiusa, inarcando la schiena allo spasmo… il suo corpo la stava tradendo.

"Bugiarda.." le disse stringendola addosso a se "Mi vuoi, Maret? Dimmelo..." Sussurrò affondando le dita in quella calda morbidezza.

Con un grido più forte degli altri, Maret si lasciò andare, si arrese a quel piacere sconvolgente…basta mentire, a che serviva? Si aggrappò a lui con mani tremanti…si sentiva così fiacca..ma era una debolezza piacevole.

 "E’…solo.. per questa volta" gli disse a stento mentre le gambe le cedevano e la vestaglia si apriva del tutto.

"Solo per stavolta…"

 

 

  
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