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Autore: roxy_xyz    22/05/2014    7 recensioni
Quando ero piccola, mi bastava alzare gli occhi, fissare intensamente il soffitto e sperare che Lui mi sentisse, in modo da poter finalmente dormire senza pensare al mostro che, probabilmente, stava dentro l’armadio e che non aspettava altro per uscire e divorarmi.
Non c’era nessuno che potesse aiutarmi ora.
C'ero solo io e il mio Purgatorio.
Ero sola dentro l’armadio

|Harry/Hermione|(20 gr. di) Angst|(30 gr. di fluff)|(50 gr. di) Introspettivo| (una spolverata di) Dark|
Genere: Dark, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Sorpresa | Coppie: Harry/Hermione
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'We'll be together in the dark'
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IV

 

 

IV

 

 

#Tempesta

 

 

A svegliarmi non fu un mite prete che mi invitava a lasciare la chiesa, né tanto meno il freddo di quell’ambiente così vasto e poco riscaldato.

Fu la sensazione di essere fissata, come se qualcuno non smettesse di guardarmi. Era qualcosa di fastidioso che mi aveva impedito di continuare a dormire, spingendomi ad aprire gli occhi e a scoprire chi fosse la persona misteriosa.

Ero sempre stata una persona razionale che preferiva riflettere a mente lucida e risolvere i problemi o le difficoltà, però non riuscii a trovare le parole adatte o la spiegazione più logica per quello che si presentò di fronte ai miei increduli occhi.

La chiesa era scomparsa, solo la panca era rimasta e si trovava in mezzo ad un ambiente ostile e ricoperto da quello che sembrava fango. Allungai i piedi e lo toccai con la punta delle dita per assicurarmi che non stessi ancora sognando.

Dove mi trovavo?

Nonostante non ci fosse nessuno attorno a me, la sensazione fastidiosa rimaneva sempre lì e pur non sapendo dove mi trovassi e chi mi avesse fatto quello strano scherzo, decisi di incamminarmi alla ricerca di qualcuno che potesse aiutarmi o, almeno, spiegarmi ogni cosa. I miei piedi affondarono nel fango: era caldo e mi arrivava fin sopra le caviglie.

Come la cosa più normale al mondo, guardai il sole e decisi di incamminarmi in quella direzione, dopotutto cosa poteva mai succedermi?

 

 

 

“Devi smetterla, Harry!”

“Di fare cosa?” mi aveva rivolto uno sguardo innocente, come se non capisse dove volessi andare a parare.

“Di buttarti a capofitto in ogni cosa che fai. È rischioso, ecco.” Mi ero morsa la lingua, frenando le parole che avrei voluto realmente dire. Sapevo benissimo come Harry ragionasse e si comportasse di conseguenza, solo che una parte di me aveva paura che, prima o poi, questo suo comportamento stupido l’avrebbe in qualche modo danneggiato.

“Sono un Auror, Hermione e il mio lavoro si svolge sul campo, lo sai benissimo anche tu.” Mi aveva guardato e stretto le mani prima di continuare. “Non voglio morire, non quando ho finalmente trovato una ragione.”

“Una ragione?” avevo domandato senza capire.

“Per tornare a casa e vivere insieme a te. Non credere che a me piaccia essere sempre in procinto di cadere e di magari ferirmi. Sì, mi piace mettermi alla prova e conoscere nuovi avversari, ma nei miei sogni ci sono sempre io che torno da casa e tu sei lì. A rimproverarmi, magari con un mestolo in mano!

“Sei uno stupido.” Le sue parole mi avevano colpito, ma non gli avrei mai dato soddisfazione.

“Vorresti prendermi a forchettate, forse?”

“Stupido.” Questa volta il mio era stato quasi un sussurro.

“Questo l’avevo già capito da prima,” aveva detto Harry dolcemente.

“Scusami, sono una ragazzina immatura e troppo ansiosa. So benissimo che è il tuo lavoro e che non puoi sottrarti al dovere, però non posso non fare queste scenate ogni tanto.

“Hermione?”

Avevo alzato lo sguardo e incontrato i suoi occhi verdi, pensando che avrebbe messo fine alle nostre discussioni con uno dei suoi soliti baci.

“Tu non sei una ragazzina, hai quasi trent’anni.”

Accio mestolo!”

 

 

 

 

 

Se c’era una cosa che avevo sempre odiato era quello di non sapere: dove stavo andando? Dove mi trovavo? Avevo camminato per quelle che mi sembravano parecchie ore, ma il paesaggio attorno a me sembrava sempre il medesimo e durante il cammino non avevo incontrato nessuno. Solo quando notai la panchina, capii che non mi ero mossa di un millimetro; per tutto il giorno non avevo fatto altro che camminare in circolo.

Era stanca, affamata e il sole era quasi in procinto di tramontare. Temevo quello che sarebbe successo una volta calata la notte; nonostante tutti i miei anni a fianco di Harry e Ron rimanevo una ragazzina con una maledetta paura del buio, soprattutto visto che per la prima volta mi ritrovavo sola.

Harry! Non sarei potuta andare a leggere per lui quella sera e non avrei potuto vedere i suoi miglioramenti, sperare in un miracolo.

Mi sedetti, completamente esausta, cercando di riposare almeno per poco le mie gambe stanche. Fu allora che sentii nuovamente quella sensazione fastidiosa e subito dopo vidi una di quelle persone che mai e poi mai mi sarei aspettata di incontrare in quel luogo.

Osservai Albus Silente sedersi con una lentezza disarmante al mio fianco e sorridermi, prima di offrirmi delle arachidi che aveva nel palmo di una mano e che stava sgranocchiando, come se fosse la cosa più normale del mondo.

“Professore!”

“Signorina Granger, mi sembra che si sia diplomata e che la scuola sia finita. Ne mangi un po’, sono buonissime! Ho sempre avuto una passione insana per queste cose, ne divoravo e ne chiedevo a mio fratello sempre tantissime ogni volta che andavo a trovarlo al pub. Però manca qualcosa …”

“Cosa?”

“Ho sete e non c’è nulla da bere. Ha qualche bevanda nella sua meravigliosa borsetta?

Lo guardai stralunata, perché non avevo nulla con me, eppure continuava a fissarmi e ad aspettare una mia mossa.

Guardai alla mia sinistra e la vidi: la borsetta di perline che mi aveva accompagnato durante la ricerca degli Horcrux e nella quale avevo messo veramente di tutto. L’aprii e infilai una mano, trovando inaspettatamente una bottiglietta d’acqua.

“Ecco, tenga.”

“Gentile come sempre. Piuttosto cosa ci fa qui?” chiese, con una punta di curiosità.

“A dire il vero non so nemmeno dove mi trovo. Che posto è questo?”

“Lo capirà presto, però non deve temere nulla qua. Quando capirà ogni cosa, potrà tornare a casa, ma si ricordi che la strada è lunga e che non deve smettere di credere.

Quando Harry ci raccontava dei suoi incontri con il Preside, la parte saccente di me sbuffava innervosita perché forse Harry non prestava abbastanza attenzione agli indizi che gli venivano lasciati. Ora invece, mi ritrovavo nella stessa identica situazione: lui sapeva, ma preferiva non rivelare la verità, e fare giri e giri di parole per non dire nulla alla fine. Una cosa davvero irritante! Mi ritrovavo in un posto sconosciuto e lui mangiava e chiacchierava come se ci trovassimo a Hogsmeade.

Cosa devo capire, Professore?”

“Carissima ragazza, ha fatto la domanda giusta, e quando troverà la risposta potrà trovare ciò che cerca.”

Altro mistero, altre parole non dette.

“E cosa sto cercando?”

“Guardi un altro po’ in quella borsetta, scommetto che troverà qualcosa che non si aspetta e che l’aiuterà a capire.”

Guardavo quegli occhi celesti e anche se continuavo a non capire, una parte di me non poteva smettere di seguire i suoi consigli e di ascoltarlo con assoluta fiducia.

Controllai nuovamente l’interno della borsa e ne toccai il fondo: le mie dita sfiorarono qualcosa di duro, ma nello stesso tempo leggero. Un libro, ne ero assolutamente certa, solo che quando mi ritrovai a fissare la copertina, capii che non era un tomo qualsiasi.

Cosa ci faceva il mio vecchio diario, quello che usavo quando ero ancora una bambina, dentro la borsa? Non sapevo neanche di averlo ancora, pensando di averlo messo in uno dei tanti scatoloni quando avevo impacchettato tutti i miei giocattoli e ricordi di infanzia.

Ma come…” Alzai lo sguardo per sentire quali parole enigmatiche mi avrebbe propinato Silente, ma con mia grande sorpresa trovai il lato della panchina completamente sgombro, come se avessi sognato o immaginato tutto.

Stavo forse impazzendo?

Mi trovavo in un luogo sconosciuto con in mano un vecchio quaderno dove annotavo tutte le mie paure, i miei sogni e il mio ex Preside mi aveva confuso ancora di più le idee. Accarezzai le pagine ingiallite, alla ricerca di un senso, di un perché; non potevo arrendermi, non quando qualcuno aveva cercato di suggerirmi le risposte che forse avrei trovato alla fine della mia ricerca.

Ma io, Hermione Granger, cosa stavo veramente cercando?

Chiusi gli occhi e desiderai con tutta me stessa di rivedere Harry.

 

 

 

 

 

NdA: Ovviamente se ci fossi stata io al posto di Hermione, dalla borsetta avrei preso una bottiglietta con spritz! Dai Silly, facciamoci un happy hour come si deve!

Primo personaggio a sorpresa svelato, ma nell’ovetto roxy c’è ancora tanto da scoprire quindi non temete e ci ritroviamo sempre qua, con lo spritz in mano, la prossima settimana.

 

   
 
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