Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: Chie_Haruka    23/05/2014    5 recensioni
Se gli anime/manga che conosciamo esistessero veramente in altri mondi? Se un giorno ne veniamo a contatto? Cosa succederebbe? ma soprattutto cosa accadrà alla protagonista di questa storia oltre ogni finzione che porterà realtà nella sua vita?Tra realtà e fantascienza? O. . realtà e gravi problemi celebrali? Questa è la storia di una ragazza apparentemente allegra ma spenta dai vari problemi che la circondavano. Forse direte uguale alla massa. . .No, se c’era una cosa diverso in lei, era sicuramente quel suo atteggiamento da menefreghista sempre ottimista in tutto, cercando di distinguersi dalla cara e beata massa di pecorelle che giacevano nel mondo. Per lei tutto andava oltre.. era questo forse il suo problema? Di andare e vedere oltre? O forse era la pigrizia? Credeva in qualcosa che andava veramente oltre! Infatti non poté che seguire quella strada e vedere cosa ci fosse dopo.
Si richiede al lettore molta fantasia e immaginazione e un pizzico di amore verso l’impossibile xD
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Un po' tutti
Note: AU, Nonsense | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buio, silenzio, strana sensazione di dolore e sempre quel ragazzo. Ormai questi sogni stanno diventando una cosa quotidiana. Stavolta il ragazzo parlava in continuazione senza sentire nessun suono. Vedevo la sua bocca muoversi ma di rumori o qualsiasi cosa accennato o correlato al suono è inesistente.
Sembrava furioso, quasi mi stesse sgridando. A quel pensiero mi misi a ridere come una matta. Ovviamente il ragazzo non era d’accordo con me.
Dopo aver tentato più volte di dirmi qualcosa a me incomprensibile  mi fece girare quel strano luogo in cui ci trovavamo. Era avvolto dal buio solo qualche luce qua e là giusto per orientarsi. Lunghi corridoi, sbarre di ferro, catene, scale. . . il tutto mi faceva pensare che fosse una prigione o qualcosa di simile. Il ragazzo insisteva a mostrarmi sempre una strada indicandomi vari punti.
Mi mostrò quella strada fino alla nausea, alla fine la percorsi senza il suo aiuto. Dopo il mio operato sembrava felice che io avessi imparato quella strada. “Mah, contento lui, contenti tutti, no?”.
<< Auguri piccola mia >> queste furono le uniche parole che udii.
“Ah!  Vero. . . è il mio compleanno oggi”. Ma perché piccola sua? Perché quella ragazza sostiene di essere mia madre e lui mio padre?
Dopo svariati minuti di puro silenzio da parte di entrambi, il ragazzo mi salutò e sparì.
Aprii gli occhi lentamente. Mi sentivo a pezzi, la testa mi girava e gli occhi erano pesanti.
Mi girai sul letto mettendomi di fianco accorgendomi che ero in una stanza simile a quella dove ero stata ieri insieme a Nami e Robin. Questa a differenza della nostra aveva una porta che si affacciava a un balcone, un ambiente molto sfoglio senza alcun mobile se non giusto un armadio.
Era tutto così confuso. . . non ricordo nulla. Come ho fatto ad arrivare qui? Di chi è questa stanza?
Mi sollevai appena, notando che il letto era molto grande per una sola persona. . . non sapevo se farmi venire brutti presentimenti o scappare da quella stanza. Ma qualcosa mi diceva di rimanere lì per scoprire cosa fosse successo ieri sera.
<< Buongiorno signorinella! >> una voce soffiò dietro il mio orecchio, provocandomi brividi di freddo che percorsero la mia spina dorsale per poi arrivare alla mia povera testa.
Mi portai una mano dietro il collo, ma non l’avessi mai fatto. . .
<< Ahi! Ma che ho? >> dissi più a me che a quel qualcuno che era dietro di me.
<< Non te lo toccare >> ancora quella voce dietro di me parlò.
Prima o poi dovevo pur girarmi e scoprire chi era, no? Su Sophia puoi farcela. .
Mi girai lentamente, guardando quell’uomo sconosciuto a me.
Era sdraiato accanto a me, aveva un espressione tranquilla ma allo stesso tempo divertita. Credo che era per via della mia espressione.
Aveva dei capelli di un rosso sangue, una cicatrice su un occhio e . . . aspetta! Ma lui è Shanks. Cosa? Shanks? Ehm . . . che ci faccio qui con lui? non. . non . . .
<< Ciao, piacere Shanks. Immagino che hai molte domande da farmi. >> mi sorrise per poi scoppiare a ridere.
<< Cos’ho nel collo? >> di tutte le domande che potevo fargli, gli chiesi quella più inappropriata.
<< Non te lo ricordi? Ti sei fatta fare un tatuaggio. >> mi rispose guardandomi impassibile.
Saltai dal letto accorgendomi che ero vestita come la sera prima, quindi escluderei la cosa che io ci abbia fatto sesso.
Mi guardai come una trottola su uno specchio per vedere il fatidico tatuaggio.
<< Ma che bello!. >> Almeno è quello che volevo io.
Il pirata mi guardò con l’aria di chi stesse guardando un pazzo. Effettivamente non aveva tutti i torti, ma dettagli. Questa situazione mi fece ridere di gusto.
Poi tornai a sedermi sul letto e guardandolo decisa iniziai a fargli alcune domande, ma non mi calcolava minimamente.
<< Di solito ci si presenta >> mi disse aprendo un solo occhio.
<< Scusa. . . piacere Sophia. Sai cosa è successo ieri sera e soprattutto come mai sono qui? >> gli chiesi un po’ timidamente.
<< Bene, ti farò un piccolo riassunto. Hai bevuto troppo, i pirati di Felicia ti volevano uccidere, io sono intervenuto, tu nel frattempo ti è venuta la malsana idea di farti un tatuaggio, dopo ti ho ritrovato per strada a parlare da sola con un muro e infine quando mi sono avvicinato sei crollata e ti ho portato qui nella mia stanza. E’ tutto. Ah! Un ultima cosa non bere più, è un ordine! Non si addice per niente a una signorina come te. >> mi spiegò il pirata rimanendo calmo e tranquillo.
Oddio gli ho procurato un bel po’ di fastidi. Ma poi cosa? parlavo con un muro?
<< Sono mortificata, mi spiace. . . e  ti ringrazio per avermi salvato dai quei pirati e portata qui. >> gli dissi mentre abbassavo il capo. Mi sentivo una pezza in tutti i sensi.
Il pirata si limitò a sorridermi e poi a scompigliarmi i capelli. Che personaggio buffo, però simpatico.
Solo dopo un po’ mi ricordai quella cosa sgorbia antipatica di Felicia, se mi capitava per le mani non so cosa gli avrei fatto. Come si è permessa di fare i succhiotti a Ace? Come?
<< Grhh >> ringhiai al solo pensiero di quella stronza.
Shanks mi guardò turbato, così si sistemò sedendosi chiedendomi cosa mi passava per la testa.
<< Shanks posso farti una domanda? >> azzardai a chiedergli.
<< E’ da quando hai aperto gli occhi che mi fai domande, ma se proprio insisti . . . >> il pirata scoppiò in una risata che mi contagiò.
<< Allora, ieri quella Felicia mi voleva fare fuori perché l’ho picchiata e l’ho fatta scappare. . . >>
<< Cosa? L’hai picchiata? >>
<< Si, e mentre lo facevo ho goduto! Lei ha toccato una persona e . . e ciò mi ha provocato una rabbia tremenda. Ma non so il perché. .  cioè forse lo so ma non può essere. >>
<< Quando parli di toccare a cosa ti riferisci? >> il pirata mi fece uno sguardo malizioso avvicinandosi pericolosamente a me.
Io appoggiai l’indice sul suo petto per poi farlo sdraiare di nuovo.
<< Ok ho capito. Ma è facile, sei innamorata di quella persona. Il tuo comportamento è stato dettato dalla gelosia. >> mi disse tranquillo guardandomi ancora con quell’aria da scemo.
<< Anche se fosse io non sono adatta a lui. Cioè mi spiego . . . no, non so spiegarmi >> Shanks mi guardò confuso.
<< Senti fosse ho capito qual è il problema >> mi disse convinto.
<< Cioè? >>
<< Non sai come comportarti davanti a lui e soprattutto. . . mi spiace dirtelo e non ti arrabbiare, non sai come fare sesso con lui se ti dovesse capitare l’occasione. >> mi disse secco facendomi diventare di mille colori.
“Ma che. . .?” Mhm sul primo fatto non posso dargli torto. Sul secondo mi pare ovvio non ho mai fatto una cosa del genere. ..  cioè non che sia per forza farlo, ma se capita cosa dovrei fare?
Nella mia mente passava tante cose, dal problema degli incubi, dell’affrontare tutti dopo per la mia “scomparsa”, Ace, questo mondo e tutti questi cazzi di rompi capo a cui non ne sto uscendo viva.
<< Secondo me ti dovresti lasciare andare senza farti troppi problemi. >> interruppe Shanks i miei pensieri.
<< Insegnami! >> gli dissi secca come se fosse un ordine.
<< Eh? >> mi rispose confuso arruffandosi i capelli.
<< Ti prego insegnami qualcosa >> gli chiesi quasi come una disperata.
<< Di tutte le cose che mi hanno chiesto in vita mia, questa è la più bizzarra. >> Mi disse scoppiando in una fragorosa risata.
<< Sei proprio insisti. . . tanto non mi offendo. Facciamo così io ti insegno qualcosa in cambio voglio che tu stasera mi accompagni a un ricevimento molto importante e dovrai indossare ciò che dico io. D’accordo? Ah! Però se non riesci a fare quello che ti dico mi vendico. >> mi disse guardandomi serio.
<< Direi che più che un patto è un ricatto. Ma a questo punto non posso tirarmi indietro. . . solo una cosa, in che senso ti vendichi? >> gli chiesi curiosa.
<< Se vuoi saperlo devi fallire >> mi disse con tono malizioso.
Ok Sophia, ormai è inutile che ti dai della cretina e blablabla perché lo abbiamo capito. Ti sei ficcata in questo casino e ora te ne esci da sola.
Respirai in un modo quasi isterico attendendo dal rosso i suoi “ordini/insegnamenti” se così li possiamo definire.
<< Bene iniziamo, altrimenti poi si fa tardi e i tuoi amici si preoccupano. >> mi disse interrompendo il battito cardiaco del mio povero cuore che ormai era passato a miglior vita.
Avevo sussurrato un appena udibile “va bene” e il rosso mi sorrise.
<< Allora per prima cosa mettiti a cavalcioni su di me >> a quelle parole lo guardai un po’ torva ma dovevo fare quello che diceva. . . del resto glielo chiesto io.
Presa un po’ dall’agitazione mi misi su di lui a cavalcioni come mi aveva detto. Credo però che si sia accorto che le mie mani tremavano inspiegabilmente e mi ammonì con lo sguardo.
<< Rilassati non lo stiamo mica facendo veramente! E’ solo una. . . simulazione, si ecco credo che sia l’aggettivo più appropriato. >> a quelle parole scoppiai come una matta a ridere.
<< Ora prova a baciarmi l’incavo del collo per poi arrivare fino al lobo dell’orecchio e senza uccidermi prova a fare anche qualche succhiotto >> mi disse serio e duro.
Io invece volevo scoppiare a ridere per la situazione demente in cui mi sono cacciata ma cercavo di trattenermi il più possibile.
Ora il problema principale era. . . appoggiare le labbra sul suo collo come mi ha detto.
Pian piano mi avvicinai, e con le labbra e la lingua inizia ad assaporare il suo collo. Aveva un profumo magnifico, era un miscuglio tra miele e rose. Un profumo che credo mia aveva dato alla testa o forse era il post-sbornia.
Stavo prendendo gusto alla cosa e senza rendermene conto avevo preso con la mano destra la sua testa facendolo piegare lievemente mentre continuavo una danza frenetica sul suo collo tra baci e succhiotti. Lo sentivo trattenere il suo respiro affannoso e fermandomi giusto un secondo vidi la sua espressioni indecifrabile . .  quasi compiaciuto. In un certo senso mi sentivo realizzata visto che lo avevo messo alle strette.
<< Chi ti ha detto di fermarti? >> mi guardo cercando di assumere un espressione seria.
Continuai per un po’ per poi arrivare al lobo mordicchiandoglielo facendolo poi scoppiare a ridere.
<< Molto bene, pensavo che fossi un caso disperato. . . ma a quanto pare mi sbagliavo. Ora  stupiscimi! >> mi ordinò perentorio.
Ehm . .  panico totale. Cosa potrei fargli per stupirlo? Mentre pensavo mi ero poggiata sopra di lui senza rendermene conto, poi le mani aveva preso vita propria e avevo spostato la sua camicia per vedere meglio i suoi addominali. Notai con mia gioia che aveva in un capezzolo un piercing. “oh oh! Ma che cosa carina”. Mi sono sempre piaciuti i ragazzi con i piercing, anche se lui non è un ragazzo ma bensì un uomo molto più grande di me.
Dirvi che ci ho giocato come una bambina con la lingua e che glielo torturato è inutile. Ero agli estremi delle soddisfazione personale visto il gran risultato che avevo fatto.
C’era un pirata affascinante che fra poco scoppiava e andava nei deliri più totali.
<< Secondo te come sei andata? >> mi chiese per poi ricomporsi.
Mhm non lo so mancava qualcosa. . . per sicurezza mi sdraiai sopra di lui e sentii la sua erezione contro il mio ventre. “ehm credo di aver superato la “prova/lezione”.
<< Credo che ho preso il massimo dei voti. Tu che ne dici? >> gli dissi sorridendogli maliziosa. Poi mi scostai da lui e mi avviai in bagno per sistemarmi e dileguarmi prima che Nami mi avrebbe ucciso.
Mi chiusi in bagno per sicurezza e mi diedi una sistema e sentivo le risate isteriche di quell’uomo, credo per via che l’abbia divertito molto. Bé mi pare ovvio, una scema si ci presenta gli racconta qualcosa a frammenti e poi gli fa una richiesta assurda come quella mi sembra più che ovvio la sua reazione.
Dopo un paio di minuti uscii dal bagno e lo vidi lì tutto contento e sistemato.
<< Devo dire che questo ragazzo è molto fortunato. Peccato che non ho potuto “vendicarmi”, pazienza. Comunque sta sera alle nove ti vengo a prendere qui, so che alloggi nella camera in fondo con altre due ragazze. >> mi disse sorridendo e poi mi aprì la porta.
<< Certo, non me lo sono dimenticato. Mi devo sdebitare! >> gli feci l’occhiolino lasciandolo di marmo per poi andarmene nella mia camera.
 
Entrando vidi una disperata Nami che quasi non piangeva e Robin accanto a lei che cercava di consolarla. Quando si accorsero di me mi abbracciarono e subito dopo Nami mi fece una lavata di capo per almeno un quarto d’ora di fila. Alla fine riuscii a spiegargli come stavano le cose e che stavo bene, ovviamente evitando “l’argomento Shanks”. Non avevo voglia di raccontargli qualcosa di così. .  troppo personale ecco.
Nami a sua volta mi spiegò come era andata la sua serata.
<< Ace quando si è svegliato dal suo stato semicoma era furioso con quella tipa di nome Felicia, era furioso con Marco perché aveva ballato con te, era furioso con te perché avevi bevuto e soprattutto perché ti ha cercato e non ti ha trovato. >> mi spiegò seria la rossa.
“Oh. . . era preoccupato. Devo scusarmi con lui in qualche modo”.
Mi alzai di scatto ignorando le due ragazze, dirigendomi in bagno per farmi una doccia e cambiarmi.
Dopo 10 minuti di super velocità uscii di corsa dall’hotel senza dare spiegazioni a nessuno per cercare Ace. Ovviamente essendo demente non avevo chiesto alle ragazze se sapessero dove si trovava.
Girai un po’ la città, ma poi mi resi conto che era inutile io sapevo dove si trovava. Così corsi per arrivare il più veloce possibile.
Arrivai subito in spiaggia , lui era lì, seduto davanti alla riva. Mi fermai giusto un po’ per guardarlo e ammirarlo. Come facevo sempre quando ero sul mio mondo. L’ho sempre visto da lontano e ora è a due passi da me.
Mi avvicinai a lui piano, eliminando il suono del mio respiro e del mio passo. Poi mi inginocchiai e gli tappati gli occhi con le mani.
<< Chi sono? >> gli chiesi anche se ero sicura che sparava qualche cavolata, del tipo “Felicia”.
<< Una ragazza che mi fa disperare di nome Sophia >> mi rispose voltandosi verso di me.
<< Bhé “portatrice di disperazione è il mio quarto nome” >> mi guardò torvo quasi mi stesse per dire “ ma perché gli altri quali sarebbero?”.
<< Meglio non sapere gli altri! >> sghignazzai.
<< Ti devo delle scuse. . . >> mi disse sorprendendomi.
<< Anche io se è per questo. . .  pace? >> gli porsi il mignolo destro.
<< Sei una che fa pace veloce, eh? Ok, pace! >> scoppiò a ridere e afferrò il mio mignolo con il suo.
Poi lo guardai e sorridendogli lo abbracciai, non so il perché ne avevo voglia e bisogno.
In quelle ultime ore ne avevo combinate di tutti i colori e mi sentivo persa come se mi mancava qualcosa. Lui mi fa sentire bene, mi piace la sua compagnia, mi fa sentire a casa e soprattutto libera e viva.
Ace ricambiò il mio abbraccio per poi spostare i miei capelli e darmi un tenero bacio sulle labbra. Mi strinse forte, così forte che mi fece riflettere, lui mi voleva con tutti i miei mille difetti e io ne ero contenta.
Per adesso posso dire che il mio sistema nervoso abbia rimosso momentaneamente la parola apatia.
 
 
 
 
 
 
Angolo Autore:
Salve a tutti *_* ricordatevi che io vi voglio bene <3 quindi non mi uccidete (lo so che volete farmi fuori xD ). Comunque. . . che ne pensate di questo capitolo? Spero di non aver esagerato. E’ stato un colpo di testa lo devo ammettere ma ci stava per fare unire i due scemi u_U
Ace: adesso sarei pure scemo?
Io: ma perché spunti come i funghi?
Ace: scusa ma tu ti rendi conto di quello che gli hai fatto fare a Sophia? Io non sono furioso sono sono. . .  ..  *************************.
Sophia: Ace! Ti prego finiscila l’ho fatto per te. . . <3
Ace: si ma perché proprio con lui? io lo odio!
Sophia: si ma alla fine non mi ha toccata, sono stata solo io. . . cioè io sono tua e basta.
Ace: perché eviti il discorso?
Io: NO, MA CONTINUATE PURE A FARE SALOTTO EH!
Marco: se mi permettete vorrei spendere due parole. .
Tutti: Ma anche no!
Fine del delirio. . . lo so che mi state odiando. Ma non vi preoccupate come ha già detto Sophia lei è di Ace fine della storia. Cioè comprendetela la poverina l’ha fatto per Ace. . . non vedete la cosa come negativa. * scappa lontano *
Comunque ecco come promesso l’immagine del tatuaggio di Sophia.

Un bacino :3
Nyah <3
   
 
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