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Autore: effe_95    25/05/2014    3 recensioni
[ STORIA IN FARE DI REVISIONE ]
Claudia Rossi è una ragazza di sedici anni, frequenta il terzo anno del liceo Classico insieme a Francesco, il suo migliore amico dall'infanzia, ha una madre non troppo presente, un fratello cresciuto troppo in fretta e un padre che sembra sparito.
Yulian Ivanov ha diciotto anni, un carattere ribelle e spensierato, un passato che non vuole essere ricordato, e un'altra nazione nel cuore, la Russia.
Le vite di questi due ragazzi si incontreranno quasi per caso, per raccontare una storia passata di due persone che hanno solo bisogno di essere salvati.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Salvami, ti salverò.

73.Trattienimi.
 
Francesco stava preparando degli esercizi di matematica quando bussarono freneticamente al campanello di casa. Non vi badò molto e continuò a scrivere, pensando a tutti quegli alunni che lo aspettavano a scuola per recuperare i debiti e a quelli che dovevano sostenere gli esami orali. Stava per passare al foglio successivo quando sua madre bussò alla porta e si protese sull’uscio.
<< C’è Claudia alla porta, dice che non vuole entrare >> Il moro contrasse le sopracciglia facendo strusciare terribilmente la sedia a terra quando si alzò, raggiunse l’ingresso con aria trascinata e una mano poggiata dietro la schiena che gli doleva, e in effetti Claudia se ne stava appoggiata al muro del portico e non accennava ad entrare.
<< Clo, che succede? >> La ragazza girò di scatto la testa e mostrò all’amico i suoi occhi ruggenti, Francesco sobbalzò, era da tantissimo tempo che Claudia non gli rivolgeva uno sguardo così severo e rancoroso.
<< Tu non lo sapevi, vero? Dimmi che non lo sapevi Francesco! >>
Francesco si chiuse la porta di casa alle spalle e fece un passo verso l’amica, che continuava a guardarlo con risentimento, con gli occhi lucidi e l’aria totalmente sconvolta.
<<  Ma cosa Claudia? A cosa ti riferisci?! >> Chiese lui incrociando le braccia al petto.
<< Al fatto che Yulian è tornato a vivere qui in Italia! >>
Francesco sobbalzò e fece un passo indietro punto da quelle parole, era finalmente arrivato il giorno, il giorno in cui avrebbe dovuto subire l’ira dell’amica, che forse non l’avrebbe nemmeno perdonato.
<< Yulian?! Quando l’hai incontrato? >> Claudia lo guardò ferita, con le braccia conserte e i capelli rossi un po’ ribelli a causa della corsa e della furia che regnava nel suo cuore.
<< Oggi al parco. Tu sapevi tutto, vero? Sapevi che si era sposato, che ha avuto un figlio, sapevi tutto! >> Gridò lei dandogli addosso, Francesco rimase fermo sul posto e incassò ogni colpo senza fiatare per un solo secondo, mentre l’amica si sfogava.
<< Si >> Mormorò infine, e a quel punto Claudia sembrò esplodere, diventò rossissima.
<< Quindi quando dicevi di partire con Iliana per fare un viaggio di piacere in realtà andavi da lui e dalla sua amata mogliettina!? Ma lo sai che mi ha lasciata per un’altra con cui ha avuto anche un figlio!? Ti odio, non voglio saperne più niente di te! Né di te né di Iliana! >>
Francesco l’afferrò saldamente per le braccia perché voleva spiegarle tutto, spiegarle perché non poteva dirle ancora la verità, perché lei non riusciva a capire che in realtà Yulian non l’aveva affatto lasciata per un’altra, che in realtà lui l’aveva amata e l’amava ancora, ma Claudia lo spintonò più volte, e poi gli tirò una borsata in faccia ferendolo sullo zigomo, Francesco la lasciò andare e lei se ne andò sbattendo il cancelletto.
 
<< Ti ha tirato una borsa in faccia? >>
<< Si >> Francesco si passò con stanchezza una mano sugli occhi, mentre dall’altro lato del telefono Iliana taceva, troppo incredula per poterlo credere vero.
<< Vado a parlarci io assolutamente! >>  Scattò Iliana con foga, come era solita fare in quelle situazioni. << No, lascia perdere, ce l’ha anche con te >> Commentò il moro aggiustandosi meglio il cerotto li dove c’era la ferita appena medicata, il moro lanciò uno sguardo al suo riflesso nello specchio e sospirò, si sarebbe gonfiato tutto l’occhio.
<< Ma perché Yulian non le ha detto la verità? Dalle parole di Claudia era chiaro come la luce che non sapesse assolutamente nulla! >> Francesco uscì dal bagno e si chiuse la porta alle spalle, era davvero molto stanco e gli bruciava tutta la faccia.
<< Non ne ho idea, so solo che per fare del bene, molto probabilmente la mia migliore amica non mi perdonerà mai più >> Disse il moro lasciandosi cadere a peso morto sul letto della sua storica cameretta, ormai quasi completamente vuota.
<< Non esageriamo, lei capirà quando Yulian le dirà la verità. Lo farà, ne sono sicura >>
Francesco sospirò pesantemente. << Lo spero davvero, perché a questo punto, non perdonerò più la sua esitazione >>
 
<< Alješa, è pronta la pappa! >>
Yulian scolò velocemente la pasta e poi la mescolò con il sugo.
Non gli era mai piaciuto cucinare, ma una volta nato Aleksej, aveva dovuto arrangiarsi da solo per far si che il figlio potesse mangiare qualcosa di commestibile e salutare.
Aleksej corse nella cucina come un fulmine, affamato e anche un po’ stanco, evidentemente non vedeva l’ora di andare a dormire.
<< Il papà ha fatto la pasta con il sugo, la frittata e le patatine fritte >>  Commentò Yulian mentre prendeva il figlio in braccio per metterlo seduto sulla sua sedia speciale, una sorta di seggiolone senza tavoletta che affacciava direttamente sulla tavola.
<< Ma io sono stanco >> Replicò il bambino guardando con un bel broncio tutto quello che Yulian aveva preparato sulla tavola, il ragazzo sospirò pesantemente e si preparò ad una nuova battaglia.
<< Alješa non si discute, devi mangiare e basta! >> Disse sedendosi accanto al figlio con il suo piatto di pasta davanti, Aleksej incrociò le braccia al petto e fece una faccia arrabbiata, mentre Yulian lo sfidava con lo sguardo.
<< Non lo voglio! >> Strillò il bimbo seppure affamato, Yulian sollevò un sopracciglio e lo guardò con aria severa, solo che Aleksej non si mosse proprio.
<< Vorrà dire che la prossima volta non ti comprerò il gelato >>
Yulian prese a mangiare in silenzio, mentre il figlio si ostinava a non muoversi, però a un certo punto Alješa sembrò valutare la proposta e il danno che ne sarebbe venuto, e così afferrò la forchetta e addentò un maccherone. Yulian sorrise sotto i baffi e non disse nulla, dopotutto Aleksej era un gran divoratore.
Il bambino si addormentò verso le dieci di sera dopo aver visto il cartone della Disney di Robin Hood e dopo aver ascoltato la solita musica per cinque volte.
Yulian era stanco e in subbuglio, non sapeva più cosa fare e a quel punto gli sembrò tutto inutile, era andato lì con l’intenzione di riprendersi Claudia, ma lei non lo amava nemmeno più, si era fatta un’altra vita con un altro uomo.
E in effetti Yulian avrebbe dovuto pensarci molto tempo prima.
Aveva seppellito completamente il volto nelle mani quando il telefono di casa cominciò a squillare, Yulian rispose solamente per non essere affogato da se stesso.
<< Pronto? >>
<< Che cazzo hai combinato?! >> Yulian strizzò gli occhi e scacciò la cornetta dall’orecchio per non rompersi un timpano, Iliana gli aveva completamente urlato addosso.
<< Ma sei impazzita! E se al telefono rispondeva il bambino?! L’avresti terrorizzato! >> Sbottò di rimando, inveendo contro la sorella che sbuffava dalla cornetta.
<< Tanto a quest’ora dorme, quindi non rompere. Piuttosto, hai incontrato Claudia oggi vero? Dopo tutto questo tempo e non le hai nemmeno detto la verità?! Sei un bel codardo fratello mio! >> Yulian si lasciò cadere pesantemente sul divano, ma perché Iliana non capiva? Perché doveva girare il coltello nella piaga?
<< La verità? Quale verità?! Ormai è tardi! Lei è innamorata di altro uomo, e quello che è stato non ha più importanza, non turberò la sua quiete, non le darò il peso del mio errore sulle spalle! >> Dall’altro lato del telefono Iliana ammutolì, sicuramente non si sarebbe arresa, ma Yulian aveva finito di combattere quella guerra.
<< È stata lei a dirtelo vero? È stata lei a dirti di essere innamorata di Nathan >> Yulian si strinse i capelli tra la mano libera e chiuse gli occhi con sofferenza, perché non riusciva a riprendersi la sua vita? A quel punto, arrivò a desiderare di non averla mia conosciuta.
<< Non dirlo >>
<< Oh, lei continua a ripeterlo a tutti, ma sta mentendo Yulian, sta mentendo spudoratamente. La verità è che lei non ha smesso di amarti mai, nemmeno una volta in questi otto anni. Mai, mai, mai, mai. >> Yulian si coprì gli occhi con la mano libera, asciugando le lacrime che ne erano uscite, anche lui voleva tornare indietro nel tempo, voleva che tutto tornasse come prima, che nulla fosse mutato, quella era una sensazione provata così tante volte in passato.
<< Anche io, lo giuro anche io >> Mormorò al telefono stringendo forte la cornetta.
<< E allora non lascerò le cose così >> Yulian spalancò gli occhi credendo di aver sentito male, ma poi si accorse che Iliana aveva attaccato, spostò il telefono dall’orecchio e lo riposò al suo posto. Con gli occhi colmi di lacrime trattenute si lasciò cadere sul divano e dopo un po’ si addormentò, sognando quella giornata d’estate di molti anni fa dove lui e Claudia avevano attraversato la città intera su una bicicletta, spettatori di un tramonto speciale.
Fu svegliato bruscamente qualche ora dopo dal suono violento e ripetuto del campanello.
Si alzò a fatica dal divano e guardò l’orologio che segnava la mezzanotte passata, chi poteva essere a quell’ora così tarda? Aprì la porta senza far caso ai suoi capelli scombinati, alla tuta logora che indossava e alla t-shirt stropicciata, e anche la ragazza che lo guardava dall’altro lato della porta sembrava molto scossa.
<< Claudia?! >> Esclamò lui con il cuore che ballava nel petto, cos’erano quegli occhi spalancati? Cos’era quella paura?
<< Yulian! Come sta il bambino?! Iliana mi ha detto che ha la febbre alta! >> Yulian contrasse le sopracciglia e ricordò le parole della sorella, quelle che aveva ceduto di aver frainteso prima al telefono, non poteva credere che Iliana avesse fatto una cosa del genere.
<< Deve esserci un malinteso Claudia, Alješa sta bene >> Claudia spalancò ancora di più gli occhi e poi arrossì imbarazzata, probabilmente anche lei aveva capito il gioco sporco di Iliana, e stava provando vergogna per essersi precipitata in quel modo a casa del biondo.
<< Vuoi entrare? >> Mormorò Yulian, facendo un gesto galante con il braccio, in realtà Claudia era restia ad entrare, ma allo stesso tempo sarebbe parso brutto e poi lo desiderava intensamente, desiderava fermarsi anche solo per cinque minuti in quella corsa frenata contro i ricordi.
Yulian la fece sedere al tavolo della cucina, e mentre preparava il the, Claudia si guardò intorno, quella stanza era molto ordinata, molto più di quanto avrebbe potuto fare un uomo che viveva solo, eppure Yulian era sempre stato ordinato, si, Claudia lo ricordava molto bene, poi i suoi occhi incontrarono un dipinto appeso alla parete gialla.
Un quadro un po’ mediocre.
Il quadro che le aveva regalato lei quel Natale di sette anni fa, quando il loro legame era forte, ma non aveva raggiunto ancora quel livello.
Yulian l’aveva conservato per tutto quel tempo?
Claudia fu scossa dai suoi pensieri quando sentì il rumore della sedia muoversi, spostò lo sguardo dal dipinto e lo posò su Yulian, che si era seduto proprio di fronte a lei.
<< Mi dispiace che tu sia venuta qui a quest’ora >> Commentò guardandola negli occhi, Claudia arrossì ancora una volta e spostò lo sguardo altrove, concentrandolo sui ricami del copri tavola. << Ti chiedo scusa, mi sono spaventata e ho agito d’impulso >>
Yulian le prese delicatamente una mano e Claudia tornò a guardarlo, aveva dimenticato quanto fossero magnetici quegli occhi così taglienti, e si sentì emozionata, e ricordò improvvisamente che con il tempo, quegli occhi li stava dimenticando, e che sarebbe stata un’eresia.
 Ma non poteva sperare.
<< Perché? >>
E poi le sue difese crollarono, con quello sguardo, con quell’intensità con cui la guardava, se non avesse saputo la verità, Claudia avrebbe giurato che Yulian la stava guardando ancora come una volta, ancora con amore.
<< Perché non volevo che tu soffrissi di nuovo. Perché volevo esserti vicina. Ecco, se proprio ho avuto un rimpianto in tutti questi anni, è stato quello di non esserti stata vicina negli anni peggiori della tua vita. Tutto qui >> Nel pronunciare quelle parole Claudia gli sorrise, e si sentì anche un po’ meglio, più leggera per averglielo detto, Yulian però gli strinse ancora più forte le mani e la rossa sussultò.
<< Ma non è colpa tua, ti prego Claudia, non pensare mai che la colpa sia tua. Tu non hai sbagliato nulla, nulla! Sono stato io, io, ho sempre sbagliato io. >>
Yulian aveva parlato con foga, continuando ad imprigionarle le mani con le proprie, Claudia lo guardava con gli occhi verdi spalancati, era spaventata, e per questo motivo spostò un po’ bruscamente le mani e afferrò la borsa tirandosi in piedi.
<< Mi dispiace, ma non posso prendere il the, devo tornare a casa … è tardi >> Farfugliò infilandosi velocemente la giacca, ma Yulian si alzò in piedi con foga e la bloccò per i polsi, il cappotto scivolò per terra e con lui la borsa.
<< Non puoi andare a quest’ora, è pericoloso! Vorrei accompagnarti, ma non posso lasciare il bambino da solo >> La stretta sulle braccia si era fatta molto più forte, Claudia stava cominciando ad avere paura, sembrava quasi che Yulian non volesse affatto lasciarla andare.
<< No, va bene … lasciami Yulian. Lasciami! >> Gridò, ma Yulian non la lasciò affatto, l’afferrò saldamente e la strinse tra le braccia.
Claudia provò a lottare come poté, ma il suo corpo si abbandonò completamente, e se la mente le diceva un’altra cosa, lei non riusciva più a sentirla.
Yulian le sfiorava il collo con le labbra, la baciava sulla mascella e poi le sfiorava le labbra, quei baci fugaci si trasformarono, rubati l’uno dalle labbra dell’altra.
Claudia buttò le braccia al collo dell’uomo e si lasciò baciare rovesciando la testa all’indietro.
Non le importava se era tutta una menzogna, se era stata solo compassione, se era stato solo un impulso momentaneo, si lasciò trascinare tra le lenzuola e i baci.
A chiedersi il perché ci avrebbe pensato quando la stanza avrebbe smesso di bruciare con lei.



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Effe_95

Buonasera.
Vi faccio un saluto veloce perchè ho fretta.
Trovo anche doveroso dovermi scusare per il ritardo, ma non sono stata bene fisicamente e tra un mese ho l'esame, quindi sono indaffarata.
A questo capitolo poi non credo ci sia molto da aggiungere, lo so che vi ho lasciati spiazzati.
Vi farebbe piacere sapere cosa ne pensate.
Alla prossima.
  
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