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Autore: _Vassilissa    26/05/2014    2 recensioni
- Primo, secondo, terzo e quarto capitolo ampliati -
Questo racconto non lo troverete nei libri di storia. È nascosto tra pagine di diario, intrappolato nella poesia e nel cuore di una donna che ha vissuto l'archetipo della storia d'amore.
Prima di Franz, prima del suo regno, c'era Riccardo.
" La sua educazione è più morbida, sono incapaci di contenerla e lei continua a sognare.
Il padre non la ferma, sembra quasi divertito da quanto lei gli assomigli, e non solo per i grandi occhi a mandorla.
È insofferente, alcuni osano dire selvaggia. Ma sebbene Ludovica ami i suoi figli non è lei di cui si interessa. Le troverà probabilmente un marito a tempo debito, un qualche duca o altro che potrà sopportare una moglie irruenta senza troppe difficoltà. La sua pupilla è la bella Nenè. È già graziosa nonostante non sia ancora sbocciata, fin troppo per sprecarla e non essere usata per ottenere quel futuro che Ludovica stessa aveva desiderato.
La moglie del duca Max non è sola, la sorella Sofia è da tempo insediata a corte aspettando di essere proclamata Imperatrice. Si scambiano lettere, scendono a patti per creare la donna perfetta che sposerà suo figlio.
Nenè è ambiziosa,
Genere: Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: L'Ottocento
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Maria Sofia afferra la piccola pratolina tra due dita, se la rigira nella manina da bambina, osservando solo il piccolo fiore e non le sorelle e i fratelli giocare.
Si sente come quel fiorellino: comune. Maria Sofia non ha ereditato la bellezza di Nenè o l’indole indomabile del padre. Sin da piccola era stata calma e placida come il lago, preferiva osservare il mondo che governarlo. Non ha desideri ambiziosi la piccola Maria Sofia, ne vuole più libertà. Il suo unico desiderio è quello di assomigliare un poco alla sorella maggiore che con il suo animo caritatevole riscaldava qualsiasi cuore incontrasse. Sua madre le racconta spesso che era stata l’unica a non piangere nella culla fatta di merletti e stoffe pregiate. Rimaneva a guardare i pendoli a cavallino sopra alla sua testa con i suoi grandi occhioni di un blu notte.
Lascia cadere la pratolina, è così simile a una margherita eppure non lo è. Un po’ come lei che assomiglia alle sorelle senza essere come loro.
Si sistema la gonna, cancellandone le pieghe createsi da quella posizione. Ha una gamba sotto ai glutei mentre un’altra accostata alla coscia. È così regale, questo è l’aggettivo che spesso le amiche di sua madre le affibbiano per descriverla. Persino più regale di Nenè! Se fosse solo più graziosa e ambiziosa potrebbe rubare il posto alla sorella, peccato che lei non desideri rovinare la vita di Elena. Non è Sissi, non prova nessuna piccola gelosia nei suoi confronti, solo un ammirazione che la porta spesso nella sua stanza per sentirla parlare francese o ripetere quello che ha imparato. A soli nove anni Maria Sofia riesce a mettere in soggezione donne più anziane per la sua educazione e per i modi che nessuno le aveva impartito. La grazia è una dote naturale e sembra aver abbeverato solo la piccola.
Sissi le si avvicina, è così prepotente alle volte quando tenta di trascinarla nel suo mondo.
« Farai la principessa rinchiusa nella torre! » Le ordina quasi, assegnandole un ruolo che richiede solo lo sforzo di osservare, spera. Ma le sue speranze si frantumano non appena Sissi la solleva malamente per trascinarla fino ad un albero. Lei non dice nulla, non ribatte. La guarda solamente con la sua solita aria superiore che tanto rende fiera la madre.
I fratelli la incitano a salire, Sissi anche.
Maria però non vuole, si sporcherebbe il vestito e lei ci tiene ad assomigliare a una margherita e non a una pratolina. Si impegna per essere almeno paragonata a Nenè, non vuole rischiare di avere una “macchia” spirituale per colpa di Sissi. Si imbroncia, più per confermare il suo no che per capriccio. Ma non può dire di no, si lascia quindi “convincere”. Come può ribellarsi se Sissi la prende tra le braccia e la spinge dal sedere? Non può fare altro che arrampicarsi mentre i fratelli sghignazzano. Lei non parla, non è affatto chiassosa e si morde il labbro inferiore per mantenere la pellicola di regalità che Dio le ha regalato. Vorrebbe solo gridare, mostrare quanto è contrariata... ma poi perderebbe senso e diventerebbe una ragazza capricciosa e lunatica come Elisabetta.
Sale del tutto, persino ora la parola “grazia” si sposa perfettamente con lei. Si addossa al tronco e lo stringe con un braccio. Sembra una bambola dagli occhi lucidi, trema ma non intende dimostrare ai fratelli che è una debole e per questo rimane in silenzio.
Li guarda giocare, combattere con un bastone fingendosi cavalieri, principi e draghi. Non li capisce mentre li osserva dall’alto. Scosta lo sguardo, vorrebbe ancora tra le mani il suo piccolo fiore di campo e intrecciarlo con altri per creare una ghirlanda da dare a Nenè.
Per Maria Sofia i fratelli sono dei piccoli delinquenti, paragonabili a qualsiasi rozzo popolano che per strada gioca con il fango, pietre o la paglia. Si divertono poi a vederla impallidire, come in questo istante mentre ormai aderisce completamente all’albero cercando di rimanere immobile per non pensare ai piedi nel vuoto. Vorrebbe chiamare Sissi, dirle di farla scendere immediatamente ma in gioco c’è la sua dignità e nonostante sia ancora una bambina è fin troppo orgogliosa.
Deglutisce, ricaccia per l’ennesima volta le lacrime indietro.
Finalmente i giochi finiscono, Sissi le torna vicino e allarga le braccia
« Buttati, mia regina! » Ridacchia la più grande, trovando come risposta il no secco di Maria che scuote il capo. I capelli castani le si scompigliano ma ora come ora non le importa.
« Dovete buttarvi se volete scendere, sua maestà! » Ed eccoli anche i fratelli, canzonieri come al solito ma che al suo posto piangerebbero come lattanti. È così facile per loro prendersela con lei quando sono in gruppo, preso ad uno ad uno non oserebbero mai affrontare i suoi occhi accusatori.
L’ennesimo no secco, loro ridono e Sissi la guarda con insistenza. Potrebbe benissimo salire anche lei ad aiutarla ma non vuole intaccare la storia: la regina si deve buttare dalla torre e affidarsi al principe. Che sciocche storie! La piccola storce il naso e questa volta le lacrime scappano e le rigano le guance. Non sembra comunque importare agli altri. Loro ridono, ridono e ancora ridono.
Maria stringe il pugnetto libero, sono così infantili.
« Guardate c’è Riccardo » Esordisce uno dei fratelli non appena si volta, si sbraccia così che lo scudiero possa vederlo meglio.
Anche Sissi si volta, sorridendo e gli corre incontro. Corre anche lui, sembra la scena d’amore perfetta e i maschi di casa esprimono il loro disgusto con delle smorfie.
Si fermano l’uno davanti all’altra, si guardano prima che lei gli afferri la mano e lo porti da Maria.
Spiega la situazione, il fatto che lei non voglia fare la sua parte.
Riccardo si sistema sotto all'albero, è abbastanza alto da farle fare solo un piccolissimo tuffo prima di essere presa. Lui è sempre stato gentile con lei, forse per questo si fida e si lascia andare per trovare le sue braccia. Viene finalmente messa a terra, le lacrime silenziose non si sono interrotte. Sfrega gli occhi sulla manica dell’abito azzurro pastello e punta gli occhioni  su Riccardo. Non sembra calcolarla come faceva di solito, guarda Sissi e si morde il labbro inferiore. Strano, il sospetto si insinua nel suo cuoricino.
 Dovrebbe dirlo forse a Nenè?
Lei di certo potrebbe dirle se aveva capito bene cosa stava succedendo e risolvere la situazione in caso. Nonostante sia una bambina, sa che l’amore non è per loro. Sa anche che suo marito sarà scelto in base alla politica e che la convenienza è l’unico requisito per esso.
Si congeda, le basta un semplice cenno del capo. Sono così presi da Riccardo che neanche la salutano, meglio. Non vuole di certo essere inseguita o riportata su un albero. Corre verso casa tenendo il vestito con una mano, attenta a non inciampare.
Entra in casa, fa una piccola riverenza quando vede la madre e sale le scale con il fiatone. Si ferma davanti alla camera di Elena solo per darsi una sistemata. Si tira il vestito per renderlo ancora liscio e perfetto, si sistema qualche ciocca di capelli e si pizzica le guance.
Apre la porta, fa un’altra riverenza sorridendo appena. In fondo la sua Nenè sarebbe diventata Imperatrice. La sorella le si avvicina, si abbassa per guardarla meglio e le accarezza dolcemente una guancia. Lei sì che è dolce, non come Sissi che spesso le strappa le lacrime.
Maria Sofia dischiude le labbra, comincia a raccontare mentre Nenè le accarezza i capelli con le dita affusolate. Da grande vuole diventare come lei: bella, regale e assolutamente perfetta


                                                           
  
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