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Autore: Eternal Cosmos    03/08/2008    3 recensioni
Harry ha vinto la guerra contro Voldemort, ma ad un alto prezzo terribile. Fawkes gli dà un'altra opportunità in un mondo nuovo, dove lui morì come un infante...e dove Voldemort ancora è appostato nelle ombre...
Genere: Generale, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The World Without Me
di Eternal Cosmos

tradotto da Mezzo_E_Mezzo

Rinuncia: Non possiedo Harry Potter

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Capitolo 29: [Orion’s visit] La visita di Orion
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Il viaggio fino alla Sala Grande fu fatto in silenzio; Orion era troppo occupato a fissare ogni cosa attorno a lui, e gli studenti che incrociarono per i corridoi erano occupati a fissare Orion, che non sembrava notarli o preoccuparsene.
Harry si chiuse in se stesso pensando a un piano d'azione che avrebbe permesso loro di assicurarsi la vittoria. I suoi piedi si fecero automaticamente strada verso la Sala Grande e Orion lo scosse quando si fermarono davanti alle porte.
“Allora, che si fa adesso?”
Riuscivano a sentire delle voci dall'altra parte, probabilmente studenti che facevano pratica con i loro allenamenti negli incantesimi.
“Speriamo che vada tutto bene. Tu restami accanto se non ti senti a tuo agio con così tanti umani.”
Orion annuì comprendendo e Harry aprì le pesanti porte con una spinta. Centinaia o quasi di teste scattarono verso di loro con curiosità, fino a che gli insegnati e gli Auror presenti richiamarono l'attenzione dei ragazzi al loro dovere. Qualche adulto s'irrigidì alla vista del Centauro che attraversò la sala accanto ad Harry come se fosse un eguale, ma non ci fu alcun comportamento aggressivo fatta eccezione per qualche sonoro commento irrispettoso nei riguardi della creatura magica.
‘Meglio di quanto mi aspettassi…’ Harry si rese conto. ‘Dumbledore deve aver detto loro che c'erano dei Centauri nel castello.’
Ron e Hermione salutarono Harry con la mano, come anche Colin e i suoi amici, ma la loro attenzione fu rigidamente richiamata da Severus che era, con suo gran rammarico, incaricato di -tentare di- insegnar loro l'Incanto Patronus… senza successo, pareva.
“Hey Harry!” Il ragazzo dagli occhi verdi e Orion si voltarono verso Sirius che agitò verso di loro la mano facendo cenno di raggiungere il tavolo degli insegnanti.
Harry arrischiò un lieve cenno di mano verso i sofferenti Gryffindor sotto la tutela di Snape e si fece strada verso il proprio Padrino che era fiancheggiato da Remus, come sempre. “Di nuovo ciao Sirius, Remus. Che fate qui? La riunione è già finita?”
“Già. Poiché eravamo quasi certi che ti saresti fatto vedere qui abbiamo deciso di aspettarti nella Sala Grande,” rispose dolcemente il Licantropo.
Harry sorrise. “Ragazzi, voglio presentarvi il mio amico Orion. era molto curioso al proposito del castello e dei preparamenti, così il suo Leader gli ha dato il permesso di accompagnarmi… dopo che era stato sorpreso a spiare una conversazione privata tra me e i Leader,” aggiunse il ragazzo con un ghigno giocoso.
Le guance del Centauro si colorarono impercettibilmente e allungò uno scappellotto dietro la nuca ad Harry per ripicca.
“Hey! Orion, questo è un mio amico… potresti definirlo uno zio o qualcosa del genere, ma credo che siamo ancora più uniti di così, Remus Lupin, un Licantropo, e questo è Sirius Black, il mio Padrino. Ti ricordi dei miei Patronus?”
Orion annuì.
“Beh, il Licantropo è Moony, o Remus, e il cane è Sirius quando prende la propria forma di Animagus. Il cervo è… era la forma di Animagus di mio padre quando era ancora vivo, ed è anche la forma del mio primo Patronus. Ho ottenuto gli altri due ad un certo punto dopo il mio arrivo qui.”
Orion inclinò rapido la testa rispettosamente quando non percepì cattive intenzioni provenienti da loro. Remus gli tese la mano e il Centauro biondo gettò un'occhiata ad Harry prima di scuoterla un po' a disagio, in segno di saluto.
“E' un piacere incontrarti, Orion.”
“Um, grazie, Signor Lupin. Devo dire che ho qualche difficoltà ad adattarmi alle tante differenze tra le nostre culture, ma Harry qui è di molto aiuto. Dunque grazie per lo star prendendovi cura di lui.”
“Puoi chiamarmi Remus, Orion. Posso essere un Licantropo ma non mordo.”
“Non finché non c'è la Luna Piena,” mormorò Sirius sottovoce, cosa che gli costò una gomitata nelle costole dal detto Licantropo.
“Un po' di serietà!” L'uomo dagli occhi dorati sibilò prima di sorridere una volta ancora al Centauro. “E certo che ci stiamo prendendo cura di Harry adesso. E' come un figlio per entrambi.”
Questo commento toccò profondamente Harry ma il ragazzo rimase silenzioso, osservando lo scambio di battute tra alcune tra le persone più importanti per lui.
“Oh, non mi importa davvero che tu sia un Licantropo. Noi Centauri non siamo discriminatori al pari degli umani, in questi casi. Ma grazie per la concessione del nome, comunque.”
Sirius roteò gli occhi al saluto fin-troppo-formale e schiaffeggiò Orion sulla schiena con vigore, facendo sgranare gli occhi e sputacchiare la mezza-bestia dallo shock e dalla sorpresa, completamente dimentico dell'usuale postura impassibile dei Centauri.
“Ciao Orion! E' fantastico conoscere un buon amico di Harry! Puoi chiamarmi Sirius!”
Remus si sbattè una mano sulla faccia mugugnando “solo Sirius può fare questo genere di cose” sottovoce.
Harry era troppo occupato a cercare di trattenere le risa per sentirlo.
“Ah… Ciao… Sirius.” Orion offrì un tentativo di sorriso all'Animagus e Harry scoppiò a ridere prima di chiedere a Orion di seguirlo.
“Non far loro caso, e specialmente non far caso a Sirius. Sono le persone a me più vicine, e le più care. Sirius può essere un po' esuberante a volte ma è una persona in cui ho la più grande fiducia.”
Orion, voltandosi indietro, scrutò un'ultima volta Sirius, che era occupato con Remus.
“Buono a sapersi.”
“NO! NO! NO! Asini! Non così! Perché sono stato gravato io del compito di insegnarvi questo incantesimo complesso?...”
L'attenzione di Harry venne deviata verso un esasperato Maestro di Pozioni che, dopo lo scatto d'ira, prese a mormorare tra sè. “C'è qualche problema, Professore?” chiese curioso il Ragazzo-Che-è-Sopravvissuto.
Snape s'interruppe e si voltò. “No. Preoccupati dei tuoi affari, Potter.”
Harry sbattè le palpebre, non apparendo minimamente offeso. “Oh. Volevo solo aiutare. Ora non c'è tempo per fare i difficili e ricordare insulse rivalità, Professore. Devo ricordarle che non sono affatto mio padre?”
“HO CAPITO! Ho capito! Fa' ciò che vuoi ma lasciami in pace!” Snape si voltò una volta ancora e concentrò i propri pensieri da un'altra parte, non degnando Orion di alcun gesto di benvenuto.
“Che caratteraccio…” Il suddetto Centauro mormorò cupamente, fissando la schiena dell'uomo pallido, desiderando usare la spada che aveva appesa al proprio fianco.
“Non preoccuparti di lui, fa sempre così,” sussurrò Harry all'amico quadrupede.
“Hey Harry!” chiamò Hermione, facendogli cenno di raggiungere il gruppo. Ron stava ancora scoccando contro Snape delle occhiatacce distruttive.
“Ciao a tutti. Snape vi stava dando delle grane?”
“-Quando mai
-Non
-Ne dà?” i gemelli Weasley mugugnarono contemporaneamente.
“Hanno ragione!” Colin additò Fred e George. “Stava cercando di insegnarci l'Incanto Patronus ma lo sanno tutti che è un incantesimo da livello Auror. Non possono sul serio aspettarsi che riusciamo a farlo! Nemmeno Hermione ci riesce!” il ragazzo biondo esclamò con frustrazione.
Ma l'ultimo commento gli fece guadagnare una botta in testa, da parte di un'irritata Hermione. “Non dirlo così ai quattro venti, ti spiace?”
Dean e Seamus cercarono di mantenere il volume delle loro risatine ad una quantità minima di decibel e si schiarirono la gola quando la ragazza Ravenclaw gli scoccò un'occhiata d'avvertimento.
“Solo perché gli adulti vi hanno detto che è un incantesimo di alto livello non potete rinunciare così facilmente,” disse severamente Orion mettendo una mano sulla spalla di Harry, cercando silenziosamente appoggio perché non sapeva che effetto avrebbero avuto le sue parole sugli umani.
I ragazzi fecero ampio spazio attorno a lui e lo occhieggiarono allarmati, anche se un po' in soggezione. Harry fu certo che Luna Lovegood guardava il Centauro con occhi sognanti dal suo gruppo con McGonagall e ridacchiò al pensiero. “questo è il mio amico Orion, non dovete aver paura di lui.”
Gli altri lo guardarono scettici ma annuirono lentamente. Anni su anni ad ascoltare il discorsetto di Dumbledore alla cerimonia dello smistamento, che affermava che tutto ciò che risiedeva nella Foresta Proibita era oscuro e pericoloso, avevano contribuito a far radicare quei concetti nelle loro menti, ma stavano concedendo a Harry il beneficio del dubbio.
“Sapete, Orion ha ragione. Non ritengo che Severus sia abbastanza paziente per questo particolare incantesimo, ma io fui capace di padroneggiarlo al mio terzo anno con l'aiuto del Professor Lupin.”
“TERZO ANNO?!” i più tra loro boccheggiarono.
Hermione gli indirizzò un breve sguardo di gelosia ma sospirò, sapendo e ammettendo che Harry aveva un talento speciale per la materia. “Il Professor Lupin al terzo anno? Ma tu non eri qui con noi al terzo anno…”
“E' una lunga storia, dimenticatene. Per tornare al problema, devi solo concentrarti sul tuo ricordo più felice, non su uno a caso.”
“E' facile a dirsi per te! Non devi sopportare Snape come insegnante! Hai mai provato a concentrarti su un ricordo felice con quello spettacolo davanti agli occhi?” chiese acidamente Ron.
Harry ridacchiò e si girò a guardare intensamente Snape. “Expecto Patronum,” mormorò. Una luce erruppe dalla punta della sua bacchetta e Prongs si formò. L'animale si guardò intorno, e quindi si voltò verso il proprio creatore e chinò la testa per salutarlo, per poi sparire, non percependo alcun pericolo immediato.
Snape tirò su col naso dallo sdegno e si allontanò.
“Whoa!” Denis Creevey esclamò stupito, “era anche più brillante del Patronus del Professor Snape!”
“Snape ha un Patronus? Non l'ho mai visto,” disse Harry.
“e' un corvo,” Hermione rispose subito.
“Un animale repellente per un uomo repellente con un carattere repellente,” Fred, o era George? aggiunse con un'alzata di spalle.
Harry scosse la testa ai loro pregiudizi. “E pensare che credevo che avesse qualcosa di simile a un pipistrello come Patronus, cosa che aveva a che fare con il modo in cui si gettava su studenti insospettabili in giro dopo il coprifuoco…”
Qualche risatina.
“Ad ogni modo, messa da parte la personalità di Severus, sono sicuro che potreste pensare a qualcosa di più felice.”
Hermione mugugnò, e aggrottò la fronte per concentrarsi, puntando la bacchetta davanti a sè. “EXPECTO PATRONUM!” la bacchetta sputacchiò un qualche miscuglio bianco come se tossisse ma null'altro.
“Beh, ha funzionato più ora che con Snape, è un inizio,” propose Ron ma si zittì all'occhiata della propria ragazza.
“Rilassati Hermione. Ti stai sforzando troppo. Non forzar fuori le parole, solo concentrati su una sensazione felice,” spiegò il ragazzo dagli occhi verdi.
Hermione sbuffò ma chiuse gli occhi, la fronte ancora leggermente corrucciata. “Expecto Patronum!”
Un fiotto informe d'argento svolazzò dalla punta della bacchetta di Hermione prima di sparire.
“Va meglio, vedi?”
“Ma non ha ancora la minima forma! Era solo un insulso pastrocchio!” esclamò la ragazza, frustrata.
“Abbi pazienza, che ricordo stai utilizzando, se non sono ineducato a chiederlo?”
La ragazza scoccò ad Harry uno sguardo interrogativo ma rispose impassibile. “Il mio primo giorno ad Hogwarts.”
“Ah.” Harry ridacchiò. “Elementare, il ricordo-felice-di-ogni-mago.”
Lei lo fulminò con un'occhiataccia irosa.
“Non preoccuparti. Anch'io la prima volta ho usato questo ricordo, lo ammetto. Tenta con più intensità con un altro ricordo.”
Hermione capì e annuì, mettendosi al lavoro con Ginny Weasley al proprio fianco, la più giovane che cercava di capire il complesso incantesimo.
“Qual'è il TUO più felice ricordo, compare?” domandò Bill Weasley, che spuntò dietro gli irrigiditisi Harry e Orion. “Scusate, non ho potuto evitare di ascoltare la vostra conversazione. Io so già come fare l'incantesimo, anche se il mio Patronus non è consistente quanto il tuo.”
Harry parve dibattuto sul dovere o meno rispondere allo Spezza-Incantesimi. “…Quando ho visto Sirius e Remus qui per la prima volta…”
‘Quando ho realizzato che finalmente avrei avuto l'opportunità di avere una famiglia che fosse mia…’ finì interiormente.
L'atmosfera si fece solenne. Bill diede un colpetto alla schiena di Harry in una sorta di gesto di comprensione, prima di tornare da Charlie e dal sempre sospetto Mundungus Fletcher.
“Bene, suppongo che tutto ciò che ora dobbiamo fare sia lavorarci su,” disse riluttante Ron.
Tornarono al lavoro mentre Harry notò una certa agitazione tra gli adulti. Lasciò i Gryffindor al loro compito e marciò diretto nuovamente verso Sirius. “Che succede?” sussurrò al proprio Padrino.
L'uomo più vecchio tirò Harry assieme a lui verso il gruppo di Dumbledore e Orion li seguì silenziosamente. Il gruppo, a parte Dumbledore, si affrettò fuori dalla Sala Grande e dal castello fermandosi fuori dagli scudi di quest'ultimo. “Diagon Alley è sotto attacco. Pensiamo che Voldemort stia cercando di introdursi nella Gringott. Ognuno sa quello che deve fare? Bene. Afferrate la Passaporta, ci porterà davanti all'entrata,” grugnì in gran fretta Moody.
Harry si attaccò al vecchio manico di scopa e si voltò a guardare accanto a sè il nervoso Centauro. “Moody! Funziona anche per i Centauri?” esclamò d'un tratto.
Il vecchio Auror ebbe soltanto il tempo di dire “huh?” prima che Harry agisse d'impulso: prese la mano di Orion e gli fece toccare la scopa all'ultimo secondo. Il Centauro si fece sfuggire un forte grido di spavento dalla gola quando furono tutti catapultati via.
Il loro atterraggio fu anche meno dignitoso: mentre la maggior parte degli adulti atterrò senza problemi, Orion e Harry, che non erano preparati, caddero ammucchiandosi a terra. “Odio le Passaporte,” alitò il ragazzo dagli occhi verdi mentre si rialzava lentamente.
Orion stava ancora boccheggiando ma riuscì a rialzarsi dopo molti borbottii. “Che cos'era quello?!”
“Era una Passaporta: permette a una persona di essere trasportata in un'altra destinazione voluta.”
‘O non-voluta, se conti il mio quarto anno…’ Brutti ricordi gli riaffiorarono alla mente.
Moody caracollò su di loro. Orion mise la mano sull'elsa della sua spada, allarmato.
“Potter! A che cosa diamine stavi pensando?!” sibilò. “Nessuno ha mai testato le Passaporte con i Centauri prima!”
Gli occhi di Orion si sgranarono e quello colpì Harry sulla spalla quando il detto ragazzo si limitò a fare spallucce. “Beh, ora sappiamo che funziona.”
Alastor stava per aprire nuovamente bocca ma Kingsley scosse la testa e si mosse verso il centro della strada. Si nascosero rapidamente. “Mangiamorte!” sussurrò Bill, velenoso.
Le bacchette vennero sguainate.
“E i Dissennatori non sono lontani,” Harry aggiunse cupamente mentre con la testa fra le mani aveva abbassato il proprio scudo mentale. “Possiamo non vederli ma li pecepisco. Stanno arrivando.”
Le urla di supplica di sua madre si fecero immediatamente impercepibili quando usò l'Occlumanzia ma tenne la bacchetta pronta. Poteva solo fare abbastanza da bloccare la mente contro i Dissennatori.
“Che dobbiamo fare?” chiese Arthur con un lieve tremore nella voce. “Con Albus a Hogwarts ho paura che non avremo abbastanza potere da respingerli.”
Sirius sbuffò rudemente, guadagnandosi un'occhiata di Remus. “Abbiamo Harry con noi e non siamo comunque da sottovalutare. E chi ha mai detto che volevamo respingerli? Non li ci limiteremo a scacciarli: faremo prigionieri e li sconfiggeremo, questo è tutto. Più ne toglieremo di mezzo, meno la gente ad Hogwarts dovrà combattere con loro.”
“E' tutto giusto, ma che facciamo ora?”
Moody rimase in silenzio e brontolò tra sè, prima di voltarsi riluttante verso Harry. “Potter, il tuo serpente sarebbe in grado di spiarli?”
Harry lo fissò con uno sguardo: mi-prendi-in-giro?
Moody fece un cenno con la mano. “Non in quel senso, Potter! Sto solo chiedendo se è abbastanza in forze da spiarli, dopo ciò che gli è successo.”
“LEI dovrebbe poterci riuscire, a seconda di quanto sia pericoloso.”
L'uomo ringhiò, non volendo ammettere che aveva davvero bisogno dell'aiuto del serpente. “Vorrei… che lei controllasse quanti Mangiamorte ci sono così da valutare le nostre forze e decidere una strategia.”
Harry lo guardò stranito. “Ma non riesci a farlo con il tuo occhio?”
“Non con tutte queste fiamme e questo fumo nero attorno.”
Harry si guardò intorno. Davvero, Diagon Alley aveva visto giorni migliori.
I Mangiamorte avevano distrutto molti negozi e li avevano incendiati. Poiché quello era un mondo magico, gli oggetti magici che avevano preso fuoco avevano cominciato ad emettere vibranti fiamme magiche nere. Harry sapeva che alcuni di quegli oggetti erano anche esplosi, perché, da quello che poteva vedere, il negozio di scope non aveva più la parete frontale. Non osò pensare al negozio di pozioni o che cosa sarebbe accaduto se Ollivander avesse lasciato le bacchette nel suo emporio.
Fortunatamente tutti erano stati evacuati da Diagon Alley ma i Mangiamorte sicuramente stavano andando a divertirsi un po' nella parte più oscura del luogo…
Dopo aver dato un lungo sguardo al posto, il ragazzo distese il braccio e mormorò in Serpentese. Il marchio sul suo braccio sinistro tornò alla vita e Nagini scivolò lentamente lungo il suo braccio. Lasciò che Harry riducesse considerevolmente la sua taglia, mentre le diceva che cosa doveva fare. “Ssei ssicura di sstare bene?
Certo. Non ci metterò molto, tu asspettami qui.
Occorsero alcuni minuti prima che Nagini tornasse, illesa. Riportò le informazioni a Harry, che le riferì al gruppo. Il ragazzo annullò l'incantesimo restringente sul proprio famiglio e quella tornò a riposare sotto la sua pelle, sebbene pronta a tornare in vita se ce ne fosse stato bisogno.
“Tutti sanno che cosa fare? Andiamo!”


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