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Autore: Isandre    29/05/2014    3 recensioni
Le giratempo sono un'antica tecnologia dei Signori del Tempo. La loro distruzione durante la battaglia al Ministero ha creato dei problemi nel flusso temporale, che solo il Dottore può sistemare.
La Seconda Guerra Magica è finita da qualche mese e Hermione Granger si gode la ritrovata tranquillità e il suo ultimo anno di scuola finché in un pomeriggio di Novembre non si imbatte in qualcosa di strano: cosa ci fa una vecchia cabina telefonica della polizia nell'unico villaggio completamente magico della Gran Bretagna?
Genere: Avventura, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Godric, Hermione, Granger, Priscilla, Corvonero, Salazar, Serpeverde, Tosca, Tassorosso
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 3: Continua a correre

 

 

 

‘Devo essere completamente impazzita’. Hermione continuava a ripeterselo mentre slegava quell’uomo e lo aiutava a rimettersi in piedi. Il Dottore si stava sistemando la camicia e la cravatta, lisciandola bene sul petto, un petto in cui battevano due cuori, due cuori non umani. ‘Devo essere completamente impazzita’, pensò di nuovo Hermione, come altro avrebbe potuto spiegarsi che si stava davvero fidando di uno sconosciuto che affermava di essere un alieno e che una nave a forma di cabina telefonica l’aveva portato da lei?

«Tranquilla, non sei impazzita» disse il Dottore con un gesto non curante.

«E tu come fai a sapere che stavo pensando? Sei un Legilimens?» chiese subito sospettosa la ragazza.

Il Dottore scoppiò a ridere. «No, te l’ho detto non sono un mago, non posso leggere la mente. So quello che stavi pensando perché è quello che di solito pensano tutti appena mi incontrano. Ma adesso andiamo, abbiamo del lavoro da fare»

«Io non vengo da nessuna parte con te. Prima mi spieghi cosa sta succedendo e poi potrò trarre le mie conclusioni, anche se la pazzia, in questo momento, è la risposta più logica»

«Effettivamente» rispose il Dottore «nessuno ama la logica come i pazzi». Sorrise in un modo che le ricordò molto i gemelli e il dolore e la tristezza la colpirono a tradimento. L’uomo parve accorgersene e diventò serio. «Ok, credo di doverti qualche spiegazione, ma prima devi aiutarmi a capire qualcosa perciò devi dirmi tutto quello che sai sulle GiraTempo».

Hermione lo guardò e si chiese di nuovo cosa stesse facendo, provò a pensare, a trovare una sola buona ragione per fidarsi di lui e l’unica che le venne in mente era del tutto inaccettabile. Istinto. Chiuse gli occhi e ispirò a fondo. Poi cominciò a parlare.

 

Erano seduti sulla panchina sua e di Ronald, l’aveva spostata di qualche metro. Avevano avuto bisogno di sedersi perché il discorso era lungo e complicato: aveva spiegato didatticamente cosa fosse una GiraTempo e a cosa servisse, poi era passata alla sua esperienza durante il terzo anno. Mentre raccontava, aveva omesso tutta la parte che riguardava Sirius, ma arrivati al momento della distruzione delle GiraTempo nella battaglia al Ministero, fu obbligata a spiegare al Dottore tutta la faccenda Voldemort, la Guerra e in che modo lei ne era coinvolta. Le sembrava assurdo dover spiegare tutte queste cose quando, ormai, la sua vita era argomento di conversazione di tutti i maghi di Inghilterra e non solo. Eppure il Dottore non aveva la minima idea di chi fossero lei, Harry, Voldemort e di cosa fosse successo in quel castello che dominava dalla collina, solo qualche tempo fa. A un certo punto, senza sapere come, si trovò a parlare della sua spensieratezza sacrificata per un bene superiore, diventare il lume della ragione che illumina la via di un bambino che portava sulle spalle un peso troppo grande per lui; di tutti i morti, effetto collaterale di quella oscurità che per qualche breve, indimenticabile attimo aveva toccato la sua anima e quella delle due persone che più amava al mondo.

Scoprì quanto avesse bisogno di dire quelle cose a qualcuno, quanto avesse faticato per tenerle nascoste a tutti, anche alle uniche persone che avrebbero potuto capire: Harry, per evitare di ferirlo, Ron e Ginny, perché non voleva dargli altri pensieri. Scoprì anche che il Dottore rimase molto colpito da quelle parole, non come qualcuno che sentiva quelle cose per la prima volta, ma come chi capiva, profondamente, quello di cui stava parlando.

«Quindi sei abituata a correre, non avrai problemi con me» l’uomo se ne uscì con questa frase criptica come la sua espressione.

«Ora tocca a te, perché hai quella GiraTempo? Dove l’hai trovata?» chiese la ragazza.

«Ok, ora viene il difficile» disse il Dottore, grattandosi la testa. «Ma se sei geniale come sembra a giudicare dalla carta psichica, non avrai problemi a starmi dietro. Sembra proprio che le vostre GiraTempo siano un’antichissima tecnologia dei Signori del Tempo, la razza a cui appartengo. Non chiedermi perché le abbiate voi maghi, non ne ho idea» aggiunse immediatamente, anticipando la domanda di Hermione «Quello che so è che, a quanto pare, la distruzione di tutti i congegni, nella battaglia di cui mi hai parlato, ha generato un impatto notevole e si è formata una crepa nel tessuto temporale, una crepa che per un po’ è stata presente ovunque nello spazio e nel tempo. Il mio Tardis ha riscontrato il problema ed è riuscito a individuare la fonte primaria: il momento e il luogo in cui lo strappo è avvenuto. Sono atterrato con la mia nave e mi sono occupato della cosa»

«Quindi hai richiuso la crepa. È tutto a posto.» disse Hermione, che aveva ascoltato la storia col fiato sospeso.

«Non proprio» rispose il Dottore con un sorriso di scuse.

«Il fatto è che, prima che la crepa si richiudesse ne è uscito fuori qualcosa, la GiraTempo che ho al collo, ma come hai detto tu è diversa. L’esposizione al vortice temporale deve averla riparata e, in qualche modo, modificata.»

«Modificata in che modo?»

«Da quanto ho potuto constatare, sembra che il potere della GiraTempo sia stato invertito: invece di far rivivere il passato, mostra il futuro. Ora, capisci bene che un potere del genere nelle mani sbagliate può rivelarsi disastroso.»

«Ok, ma la GiraTempo ce l’hai tu. Hai intenzione di distruggere l’universo?» chiese la ragazza che non capiva dove il Dottore volesse andare a parare.

«Questa è solo una, il Tardis ne ha intercettata un’altra solo che non riesce ad agganciare bene il segnale. Mi serviva qualcuno che avesse usato una GiraTempo, quando ancora non erano modificate, per rintracciarla e neutralizzarla come ho fatto con questa, e il Tardis mi ha portato da te. Adesso andiamo, non abbiamo tempo da perdere» concluse il Dottore trascinandola per un braccio.

«Alt! Fermati subito. Io non vengo da nessuna parte» lo bloccò Hermione liberandosi dalla sua presa. «Capisco che la situazione è complicata e vorrei tanto aiutarti, ma ho avuto la mia dose di avventure che mi basteranno per questa vita e per la prossima. Mi spiace, ho smesso di correre»

Il Dottore la guardò deluso. «Ti rendi conto che se non recuperiamo quel congegno, tutto quello che tu e i tuoi amici avete fatto potrebbe essere stato inutile? Potreste perdere la Guerra.»

«Non vedo come questo sia possibile, quello che è successo è successo. Non si può cambiare»

Il Dottore scosse la testa. «Le gente non riesce a capire il tempo, non è quello che pensiate che sia. È complicato. Molto complicato. Le persone pensano che il tempo sia una rigida progressione di causa ed effetto ma in realtà, da un punto di vista non lineare, non soggettivo, è più come una grossa palla un po’ vacillante che va e viene, fluttuante…» si bloccò pensieroso. «Mi è sfuggita di mano, ma quello che devi sapere è che il tempo è un flusso, cambia ogni secondo. Il tuo piccolo mondo può essere riscritto con uno schiocco di dita. Niente è sicuro, ricordalo.»

Hermione non sapeva che fare. Se davvero il passato poteva essere cambiato, come diceva il Dottore, se davvero da qualche parte nel tempo era apparso un congegno capace di mostrare il futuro, un congegno che prima non c’era, questo avrebbe potuto cambiare le loro vite? Ovviamente sarebbe il tipo di magia che Voldemort vorrebbe a tutti i costi. Magari con quello sarebbe riuscito a uccidere Harry la prima volta, quando era solo un bambino.

Mentre pensava a queste cose, la ragazza osservava il Dottore e alla fine capì.

«Non è la prima volta che lo fai, vero? Salvare il mondo, intendo.» L’uomo le rivolse un sorriso indecifrabile. «Salvare il mondo, l’umanità. Diciamo pure che è un mio compito e privilegio»

Hermione contemplò la figura di Hogwarts che si stagliava in lontananza. Tutta la sua vita, tutto l’universo, potevano essere riscritti in un momento, in quell’esatto momento.

«Diciamo che aiutare quelli come te a salvare il mondo è mio compito e privilegio, che dobbiamo fare?»

Il dottore sorrise raggiante, le porse il braccio e la guidò dentro la cabina.

 

   
 
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