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Autore: Miss Yuri    01/06/2014    2 recensioni
" Tornerò ancora. Solo per te. "
What if? di tre capitoli sull'Happy End di Mad Father.
Fanfiction incentrata sulla redenzione di Aya, presenza della coppia AyaxDio.
Buona lettura.
|Storia in revisione|
Genere: Drammatico, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aya Drevis, Dio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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2. To Be Born


 
- Goodbye, Aya. -


Il lenzuolo era spiegazzato e presentava un lungo e morbido rigonfio. Da una delle pieghe, si intravedeva una mano ciondolante, piccola e delicata, inerte. Sapeva già cosa ci fosse al di sotto di quel telo usurato, ma non riuscì a frenare l’impulso di allungare la mano e sbirciare.
Scoprì il viso di quella persona che ormai sentiva di conoscere bene, dopo averla guardata un’infinita di volte era persino in grado di farne un ritratto ad occhi chiusi. Era una bambina dai capelli neri, fredda, immobile e apparentemente priva di vita. Le palpebre erano perennemente chiuse sulla pelle candida e le labbra contratte, come se stesse sognando qualcosa di sgradevole. Quella visione ormai non la turbava più così tanto, era strano ed inquietante allo stesso tempo. A farla però rabbrividire era il freddo che c’era in quella cantina, che le pungeva sulla pelle nuda delle braccia.
Abbassò lo sguardo su quello che teneva in mano. Un bisturi, la cui lametta scintillava alla luce dell’unica lanterna. Il metallo le restituì il riflesso del suo viso: una ragazza sui sedici anni dalla chioma corvina e corta, gli occhi di un blu spento e persi.
Guardò di nuovo quel corpicino minuto, così indifeso ed esposto. Di che colore erano gli occhi di quella bimba? Verdi? Marroni? O blu, come i suoi? Non aveva mai avuto la possibilità di scoprirlo.
Strinse il bisturi tra le dita. Forse, avrebbe potuto soddisfare la sua curiosità se si fosse decisa ad usare quell’aggeggio. Ma, era un pensiero così malsano, che subito l’idea di provare a fare una cosa del genere le provocò una fitta allo stomaco.
Voltò le spalle al lettino, senza più girarsi.
Cosa doveva fare?

***

Quel sogno la tormentava ogni notte. Nonostante cercasse di non pensarci, ogni qualvolta si addormentava era sempre lì. A fissare quella bambina così simile a lei, in quella cantina fredda e umida, con in mano quello strumento e con un aspetto che non associava al suo se non per una seppur vaga somiglianza.
Da un mese a quella parte, non era mai cambiato nulla. Quello era un incubo a cui non riusciva a dare un senso.
Si diede una spinta con le gambe esili e l’altalena oscillò in avanti, sempre più in alto. Sentire il vento fra i capelli era sempre una sensazione piacevole e rilassante. Da là sopra, riusciva a vedere il piccolo parchetto nel quale trascorreva la maggior parte delle sue giornate.
Inevitabilmente, concentrò la sua attenzione su una delle panchine del parco. Ad occuparla, era sempre un bambino dai capelli biondi e spettinati. Vicino a lui, non si sedeva mai nessuno. Né un adulto, né un bimbo. Quel ragazzino non sembrava avere amici. A quel punto, lei si sentiva sempre fortunata di avere dei genitori che le volevano bene e tanti compagni di gioco. A pensarci bene, non aveva mai visto nemmeno il padre o la madre di quel biondino accompagnarlo o venirlo a prendere. A prima vista, sembrava stesse aspettando qualcuno. Si chiedeva se quel bambino avrebbe mai trovato la persona che cercava.
Dopo giorni che lo vedeva sempre lì in quella posizione, lei si era assolutamente convinta che stesse aspettando invano. Eppure, non lo aveva mai visto perdersi d’animo, anzi, aveva un accennato e perenne sorriso sulle labbra. Avrebbe potuto fare amicizia con lui, ma ogni volta si ritrovava a pensare che, probabilmente, lo avrebbe solo infastidito.
Ma non voleva rifletterci troppo su. Dopotutto, il giorno dopo avrebbe compiuto dieci anni e voleva tenersi la mente sgombra da qualsiasi pensiero molesto. Sperava che, almeno quella sera, si sarebbe addormentata senza nessun incubo.

***

Si morse il labbro, corrugando la fronte. Ancora lì, ancora indecisa, ancora con quel bisturi in mano.
Si strinse nelle spalle, una goccia di sudore freddo le imperlò la tempia. Quella volta era diverso, il sogno era cambiato. E perché il gelo era molto più aggressivo del solito?
Non era però quello a farla sentire ancora più smarrita, ma molto di più la sensazione disagio che le pesava sul cuore.
Fissò la bambina, profondamente addormentata e inquieta come lei. Strinse il bisturi fino a che le dita non le si indolenzirono. Doveva prendere una decisione e doveva farlo velocemente, sentiva che era necessario farlo.
Poggiò i palmi delle mani sul bordo della barella, ansimando per regolare il respiro. Preoccupazione, ansia, paura.
Guardando il bisturi, si chiese perché non aveva pensato di appoggiarlo sul lettino e di non prenderlo mai più.
Lo strumento le scivolò dalle dita e cadde a terra con un breve tonfo metallico. Non si abbassò a raccoglierlo.
Un lamento la costrinse ad alzare lo sguardo.
La bambina era ora seduta, intenta a strofinarsi gli occhi con fare assonnato. Quando la piccola si voltò a studiarla incerta, lei trattenne il respiro.




Note

Buongiorno a tutti!
Sono di nuovo qui con il secondo capitolo, scusate per l'attesa un po' lunga.
Forse non avrete capito un granché, ma se avete bisogno di chiarimenti, chiedete pure alla sottoscritta.
Mentre il primo era narrato dal punto di vista di Dio, in questo la protagonista è Aya-Chan, anche se sembra più corto dell'altro, in realtà è leggermente più lungo ( ho contato le parole! ). Ho voluto anche adottare uno stile un po' differente che, secondo me, si adattava di più al capitolo. Ma la fanfiction non è ancora conclusa, ce ne sarà un terzo. Sì, lo so, avevo detto due capitoli, ma mi sono resa conto che questo sarebbe stato troppo lungo rispetto al primo. Quindi, ci "vedremo" una terza volta.
Scusate se il nostro biondino ha fatto solo una breve apparizione, ma nel prossimo avrà uno spazio molto più ampio all'interno della storia.
Ringrazio le gentilissime persone che hanno lasciato un commentino o inserito la storia in una delle tre liste. Detto questo, alla prossima!
Baci!

Miss Yuri

 
  
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