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Autore: heydrarry    01/06/2014    1 recensioni
 Al ballo scolastico c’è chi si annoia, chi fa scherzi e chi viene corteggiato. Ma Teri, Ria, Eles e Mel non avrebbero mai immaginato che sarebbero state inseguite da un mostro.
Le quattro ragazze si ritrovano in un nuovo mondo, con creature mitologiche e ragazzi provenienti dal futuro a cui si uniranno per evitare l’ennesima guerra tra gli dei dell’Olimpo.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'T.R.E.M'
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Capitolo 18

 

TERI

 

 

Il vampiro ci portò in un SUV fino alla sua abitazione. Ria si sedette accanto a lui e gli teneva il coltello avvelenato puntato al collo. Mel, Eles, Niall e io eravamo seduti sui sedili posteriori ma con le armi sguainate. Lo xiphos di Niall era puntato sulla nuca di Jasper.
«Provateci voi a guidare con due lame puntate al collo!» borbottò Jasper.
«Ringrazia gli dei che non ci sono io al posto di Ria con la mia lama mortale» replicai.
«Se non vi fidate perché lasciate che vi porti dalla mia famiglia? Siamo in maggioranza numerica.»
«Oh, e chissà cosa potranno farci delle creature senza né armi né sangue che brillano al sole come delle fatine!» esclamò Niall.
«Ci sottovalutate» borbottò Jasper.
«Ah sì?» replicò Ria, pungolandogli il collo con la lama del coltello avvelenato.
Jasper non rispose e continuò a guidare. Ad un tratto svoltò in un sentiero in un bosco. Alla fine del sentiero vidi una splendida casa completamente immersa nel verde. Ricordai il sogno che avevo fatto. Il viso inzuppato di pioggia, la sensazione di freddo e quella casa, identica a quella che avevo davanti. Aveva tutto senso, adesso e capii che dovevo fidarmi di Jasper. Il vampiro parcheggiò.
«Ria, togli quel coltello...» mi interruppi. Mi stavo comportando da capo e non volevo. «È meglio» aggiunsi.
Mel e Eles chiusero i loro archi, Niall ritrasformò i suoi xiphos in stampelle e Ria rinfoderò il coltello. Mi avevano capita.
Jasper mi guardò stupito.
«Non fare quella faccia da pesce lesso, tu. Vi ho sognati anch’io. Possiamo fidarci, immagino.»
Jasper mi sorrise e ci condusse in casa.
All’ingresso ci accolse un gruppo piuttosto singolare.
«Oh, Jasper!» esclamò una ragazza bassa e magra, con gli stessi occhi dorati di Jasper e la stessa carnagione morta. Corse ad abbracciarlo. Più che correre mi sembrò danzasse.
Un uomo che non dimostrava più di trent’anni, biondo, pallido e con quegli occhi dorati ci sorrise.
«Ciao, io sono Carlisle Cullen. Grazie per aver accettato di aiutarci.»
«Hey, hey, hey, amico!» disse Niall «Noi non abbiamo ancora accettato un bel niente. Siamo qui solo per parlarne.»

«Oh, capisco.» rispose Carlisle, mantenendo un’espressione cortese. «Lei è Esme, mia moglie.»
Una donna dai capelli lunghi e mori, che non poteva avere più di vent’anni, mi porse la mano.
«Piacere di conoscervi».
«Piacere nostro, io sono Mel.» rispose Mel, cortese.
Mi presentai mantenendo un tono più gentile possibile, nonostante l’odore nauseante che emanavano. Era un odore diverso, però, da quello che sentivo a Seattle. Era molto meno forte e dopo un po’ mi ci abituai.
Una ragazza bionda si presentò come Rosalie. Da come mi sorrise sembrò che le stessi simpatica.
Un ragazzone alto, moro e muscoloso mi strinse la mano con un sorriso da foto.
«Emmett» disse. Mi presentai a mia volta.
Poi mi girai e vidi Ria abbracciata dalla ragazza che aveva accolto Jasper.
La ragazza mi guardò e mi sorrise.

«Tu devi essere Teri!» esclamò. Mi strinse forte tra le sue braccia.
«Siete insensibili al sangue umano?» chiese Mel.
«Oh, non completamente.» disse un ragazzo che scese dalle scale. Aveva i capelli bronzei e le caratteristiche che accomunavano tutti lì, occhi dorati e pelle marmorea. Piuttosto omologati.
«Ci vuole allenamento per diventare insensibili, per non parlare di voi che avete icore divina e sangue umano mischiati nel vostro sangue e l’odore è piuttosto invitante, ma siamo ben allenati.» continuò. “Odore invitante” come aveva detto Ludkar. Gli avrei riservato lo stesso trattamento se avesse provato ad avvicinarsi ad uno qualsiasi di noi. Il vampiro ci sorrise.
«Io sono Edward. Voi siete Teri, Ria, Eles, Melissa, oh, meglio Mel, vero? E infine il vostro custode, Niall.»
«Come fai a sapere che non mi piace il mio nome completo?» chiese Mel «Che potere hai?»
«Vedo che Jasper vi ha spiegato tutto. Io posso leggere nel pensiero.»
Tra tutti i poteri che quei vampiri avevano il potere di Edward era quello che mi metteva più a disagio, come quando Niall percepiva le emozioni che provavo. Aveva sentito anche il mio pensiero su Ludkar, ma alla fine era meglio così. Si poteva ritenere avvertito.
Quelle creature erano assurde e fredde. Ogni volta che avevo stretto la mano ad uno di loro sentivo il freddo arrivarmi fino alle ossa.
«Vi presento la mia ragazza, Bella.» annunciò Edward, e una ragazza dal colorito pallido ma non morto come quello del suo ragazzo ci rivolse un sorriso tirato e si presentò. La sua mano era calda e i suoi occhi erano marroni. Era umana.
Edward ci fece accomodare sul divano.
«Bene, la questione non è difficile» iniziò Carlisle. «Il problema è che è un po’ lunga da raccontare ma cercherò di essere il più conciso possibile. Allora, un paio di anni fa Bella e Edward si sono conosciuti e innamorati ma, purtroppo, ci siamo imbattuti in due vampiri cacciatori, James e Victoria. James voleva uccidere Bella, ma non ha fatto in tempo perché siamo intervenuti noi e Edward l’ha ucciso. Victoria ora vuole vendicarsi e pensiamo che stia preparando un esercito di vampiri neonati a Seattle.»
«Cioè appena morsi?» domandò Mel.
«Esatto» confermò Jasper.
«Ma se sono appena morsi non sono tipo un po’ scombussolati e quindi deboli?» chiese Ria.

«No, affatto. Proprio perché sono appena morsi hanno una fame più irrefrenabile e sono più forti di un vampiro più vecchio.» Fu allora che i tasselli si ricomposero.
Quell’esercito di neonati era il motivo per il quale gli Inferi erano così in subbuglio. Aiutando i Cullen avremmo aiutato anche Ade. Edward sorrise. Mi guardò con i suoi occhi dorati e annuì. Avevo ragione.
«E noi cosa centriamo? Siamo umane anche noi» replicò Eles.
«Non completamente» disse Carlisle.
«In voi scorre il sangue di un dio dell’Olimpo. Siete più forti e preparate di quanto non crediate. Tu, Eles, con quell’arco e quelle frecce-raggi di sole puoi aiutarci più di quanto tu creda.» proseguì Alice.
Trattenni una risata.
«Non vi fa brillare tutti come delle fatine?» domandai.
Pensai che mi rivolgessero un’occhiata scocciata ma ridacchiarono anche loro.
«Non proprio. Quelle frecce sono davvero potenti.»
Vidi Eles farsi pensierosa. Pensava, probabilmente, quello che pensavo io. Dietro quell’arco c’era una storia molto più complicata che un semplice ordine di Apollo di donarlo al Campo.
«Per noi vampiri l’arma di Teri è una condanna a morte fatta a spada, quella di Ria è impregnata di un veleno che è un antidoto al veleno che scorre nelle nostre vene. Ci uccide lentamente, non occorre nemmeno decapitarci. Il materiale di Oxypetes è così nobile che ci brucia dall’interno e ci fa perire malattie per poi portarci alla morte» continuò Carlisle.
«Se non vi fate uccidere, con voi abbiamo già vinto» disse Jasper.
«Io accetto» dissi senza esitare. Non volevo parlare al posto dei miei amici, così lasciai che fossero loro a decidere. Sarei stata a contatto con quei tipi strani, anche se mi vedevano nel futuro, mi cambiavano l’umore e mi leggevano la mente. Questo ed altro per Ade. Non era una coincidenza che avessi sognato la casa dei Cullen. Non ero lì senza un motivo. Forse ce l’avremmo fatta entro quattro giorni a sconfiggere ciò che disturbava gli Inferi e a evitare la guerra tra gli dei.
Mel mi appoggiò.
«Sì, anch’io.»
«Io devo restare con loro, sono il loro custode» disse Niall.
«Se il mio arco è così importante io ci sarò» affermò Eles.
Ria si strinse nelle spalle. «Anche se per la mia filosofia sarei da parte di Victoria, appoggerò i miei amici.»
Quelle parole fecero trasalire Bella.
«Non sono da parte del cattivo, carina. Sono figlia della dea della vendetta e della giustizia, cosa ti aspettavi? Per me esiste chi fa i torti e chi li subisce e io sto sempre con chi ha subito un torto»
«E Victoria avrebbe subito un torto? Per colpa del suo ragazzo Bella è quasi morta» sbottò Alice.
«E tuo fratello ha ucciso il suo ragazzo. La vostra amichetta ha solo un brutto ricordo ma ora potrebbe vivere felice e contenta, mentre Victoria avrà passato mesi infernali senza la persona che amava. Nemesi darebbe ragione a lei» ribatté Ria, senza scomporsi. Emanava un alone di potenza così forte che al posto dei vampiri non mi sarei mossa.
«Ringrazia che quell’esercito sta creando problemi anche nel nostro mondo e quindi il torto lo sta facendo anche a noi. Altrimenti puoi scordarti il mio aiuto e ti ritroveresti il mio coltello avvelenato dritto in un occhio» proseguì Ria, lanciando uno sguardo truce ad Alice.
«Uh! Scontrosa la ragazzina!» esclamò Emmett.
Edward ridacchiò. Sapeva che Ria si era sentita in colpa per aver ucciso Bob, quel tizio dell’hotel, quando il sangue gli era sgorgato dalla fronte. Io l’avevo vista. Era andata in panico, ma poi il corpo si era dissolto in polvere gialla e si era sentita sollevata di un peso enorme. Edward aveva intuito che Ria non avrebbe mai avuto il coraggio di uccidere Alice.
«Non lo farai» replicò Alice.
«Il tuo ragazzo ci ha detto che le tue visioni non sono sempre le stesse. Potrei sempre cambiare idea» ribatté Ria.
«E io lo saprò!» esclamò la vampira. «Dannazione, sei la prima bambina che mi rende così nervosa!»

Alice si allontanò borbottando qualcosa. I vampiri cominciarono a ridere e noi facemmo lo stesso senza quasi accorgercene.

«Bene» disse Jasper. «Domani siete dei nostri per l’ allenamento alla battaglia?»
«Jasper è un esperto di vampiri neonati» spiegò Esme.
«Visto?» mi disse Jasper, sporgendosi verso di me e sorridendomi sornione. «Entrambi siamo bravi con le creature morte».
«Ma davvero?» dissi, giocherellando con la mia collanina. Jasper si ritrasse.
I miei amici erano d’accordo per l’allenamento alla battaglia e lo ero anch’io.
«Fantastico» continuò il vampiro idiota. «Rifocillatevi e riposate. Domani vi aspetta una giornata d’allenamento».

 

I vampiri ci offrirono un comodo posto per dormire. Loro non lo facevano. Esme e Rosalie ci prepararono anche da mangiare. Una volta lavati e cambiati ci avviammo verso la Foresta. Grazie a Zeus non pioveva, ma l’aria era umida e i capelli mi si appiccicavano sulla fronte.
Ria indossava sempre quella fascia rossa, nonostante fosse consumata, che le teneva i capelli in modo che non le ricadessero sulla fronte, mentre io, Eles e Mel ci toccavamo di continuo la faccia per scacciarli via.
«Non guardatemi» disse Ria. «Non ho elastici nella mia borsa». Mel, Eles e io sbuffammo all’unisono.
Rosalie lo notò e si avvicinò con degli elastici per capelli e delle spazzole.
«Grazie.»
La bionda mi guardò con i suoi occhi dorati e tristi e sorrise.
«Volete che vi aiuti?» chiese, gentile. Sembrava sperare tanto in un sì, così annuii. «Avrei voluto dirvi di legarvi i capelli stamattina, ma non volevo sembrare una rompiscatole».
«Non saresti sembrata rompiscatole, tranquilla» disse Mel.
Rosalie le sorrise e si avvicinò a me, con la spazzola e un elastico. Ero più bassa di lei, quindi non ci fu bisogno di sedermi da nessuna parte.
Mi voltai e lasciai che mi pettinasse i capelli.
«Come mai hai i capelli così corti solo sulla nuca e ai lati?» chiese, pettinando la parte lunga dei capelli.
«Sono molto comodi» replicai.
«Come sono neri!» esclamò. «Li porti piuttosto lunghi per essere una guerriera».
Quella parola, “guerriera”, suonò un po’ strana ma in modo piacevole.
«Bè, questa è la mia prima impresa...Non sono una guerriera, non ho nemmeno partecipato ad una battaglia»
«Oh, hai disarmato Jasper. È notevole. Sono certa che ti difenderai bene in questa. Così sei figlia di Ade, eh?»
Cominciò ad intrecciare ciocche di capelli.
«Sì. Così si dice.»
«Non ne sembri convinta.»
«Non lo sono. Molti mostri che ho incontrato mi hanno chiamata prima figlia di qualcuno e sono quasi certa di non essere figlia di Ade, tantomeno la prima. Ma ho i poteri che un semidio figlio di Ade potrebbe avere. È molto strano.»
Non sapevo nemmeno perché le stavo dicendo i fatti miei, ma mi rassicurava e mi fidavo di Rosalie.
«Già, strano» concordò la vampira. «Hai un ragazzo che ti aspetta al Campo?»
Diamine, no. Proprio quella domanda no! Sentii le guance avvampare al solo pensiero del ragazzo.
«No» risposi, sperando di non aver fatto trasparire l’imbarazzo. Mel e Niall ridacchiarono. Avevano capito.
«Da come arrossisci non si direbbe» disse Rosalie, con una nota canzonatoria nella voce. Legò la treccia con l’elastico e poi mi guardò.
«Non preoccuparti, Teri, ho fatto una domanda troppo invadente.»
Non dissi altro per paura di morire per la vergogna. Come diventavo idiota quando pensavo a lui!
«Stai benissimo» disse Rosalie, sorridendomi e sistemandomi la treccia che partiva dalla nuca e lasciava in vista i capelli rasati. Ringraziai la vampira e mi allontanai dal gruppo, cercando di far sparire il rossore dalle guance e scacciare i ricordi. Ad un tratto vidi spuntare nella radura un gruppo di lupi ben cresciuti. Erano enormi, molto di più di come ricordavo fossero i lupi. Mi portai una mano al collo istintivamente, ma non sguainai la sciabola. Non avevo possibilità davanti a quel branco, ma mi tenevo pronta in caso di necessità. Sentii un belato e pochi secondi dopo Niall era vicino a me.
«Allontaniamoci» sussurrò al mio orecchio. Mi prese per un braccio e tornammo vicino al gruppo di vampiri.
Bella guardò verso il branco come se avesse sperato che arrivassero.
«Non si fidano abbastanza da venire in forma umana» disse Edward a Carlisle.
«Sono venuti, questo è l’importante» replicò l’altro.
Carlisle diede il benvenuto a tutti e spiegò alcune cose sui neonati che noi sapevamo già. Mi chiesi perché diavolo le stesse ripetendo rivolto ai lupi. Uno di quei grizzly enormi, dal pelo rossiccio, si avvicinò a Bella e lei gli gratto dietro le orecchie.
Eles mi precedette nel porre una domanda che sorgeva spontanea.
«Ma sono i vostri animali da compagnia o cosa?» domandò la figlia di Apollo, prendendo il suo arco chiuso in un cilindro e facendolo aprire con il pensiero. I lupi ringhiarono verso di lei.
«Hey, calmi!» replicò Niall «Non facciamo parte del vostro mondo, belli, quindi spiegateci tutto senza innervosirvi!»
«Loro sono licantropi. Sono umani ma si possono trasformare in lupi, come potete vedere, e hanno deciso di assistere al nostro allenamento contro i neonati. E direi che sia anche il caso di iniziare.» spiegò Edward.
Jasper prese parola.
«Due cose importanti. Non permettetegli di stringervi le braccia intorno al collo. Vi stritolerebbero. Secondo: non cercate una strada ovvia per ucciderli. Non aspettano altro.»
Mi rivolse un sorriso sornione e gli scoppiai a ridere in faccia, seguita da Niall. Jasper aggrottò la fronte.
«Che avete da ridere?»
«Ma ti sei visto?» disse Niall. «Hai duecento anni, una bella ragazza e ci provi con una ragazza che preferirebbe staccarti la testa piuttosto che stare con te»
Gli altri vampiri risero, Alice compresa. Jasper alzò un sopracciglio e diede inizio all’allenamento.
L’allenamento fu piuttosto confusionale. I lupi si limitavano a guardarci e ad ascoltare le spiegazioni di Jasper sui vampiri neonati.

«Potete ucciderli staccando loro la testa, ma i qui presenti semidei non sono abbastanza forti, quindi loro useranno le loro armi. State ben attenti a non avvicinarvi a queste armi, non toccatele nemmeno. Potrebbero esservi fatali come lo sono per noi. Ria, ti dispiacerebbe mostrare a tutti il tuo coltello?»
Ria rivolse a Jasper uno sguardo scocciato.
«E come dirti no...» borbottò Ria, sfoderando il coltello. Uno dei licantropi si avvicinò e annusò il coltello. Poi si ritrasse come se puzzasse.
«Come potete vedere queste ragazze non sono semplici umane, quindi non sentitevi in dovere di proteggerle dai vampiri. Bene, ora vi faccio vedere come i vampiri combattono corpo a corpo».
Non fu facile vedere il combattimento. I vari membri della famiglia mostrarono ai lupi cosa significava un corpo a corpo tra immortali.
Prendevano la rincorsa e poi non li vedevo più per la loro velocità. Mi scocciai subito. Così improvvisammo un bersaglio in modo che Eles e Mel potessero esercitarsi con l’arco mentre io, Ria e Niall ci allenammo con le spade. Niall prestò a me e a Ria i suoi xiphos e ci esercitammo anche con quelli. Mi sorpresi di quanto fossimo diventati più veloci, tutti quanti, nel maneggiare le armi. Mancavano quattro giorni al solstizio d’estate ma non ero in ansia come prima. Sapevamo ciò che causava il Tormento di Ade e avevamo dalla nostra parte una famiglia di vampiri forti e un branco di licantropi.
Una volta che l’allenamento fu finito i vampiri conservavano un aspetto tranquillo e riposato mentre noi eravamo sudati e stanchi.
Riponemmo le armi. Feci per seguire i vampiri e tornare in casa ma Mel mi fermò.
«Aspettate. Dobbiamo comunicare con il Campo e solo ora è spuntato un po’ di sole» disse.
Già, avevamo bisogno dell’arcobaleno. Dovevamo comunicare tramite un messaggio Iride. Usare un cellulare sarebbe stato pericoloso. Eravamo già circondate da troppi mostri.
Mel era qualche passo davanti a me e riuscì a collegarsi con il Campo e con Chirone che la salutò, felice di vederla. Mi misi accanto a Ria e salutai il centauro.
«Ciao ragazzi»  rispose lui.
«Chirone, abbiamo delle novità»
«Lo immaginavo. Ditemi pure.»
Vidi che dietro di lui c’erano i tavoli e i ragazzi seduti a mangiare. Era ora di pranzo lì. Una parte di me sperava che uno in particolare dei mezzosangue, il cui solo pensiero mi aveva fatta arrossire alla domanda di Rosalie, sbucasse accanto a Chirone e mi salutasse.
«Abbiamo scoperto cosa causa tutta quella confusione negli Inferi» disse Eles «Un esercito di vampiri neonati che continua a crescere. Ma abbiamo incontrato un clan di vampiri più vecchi che vuole uccidere quest’esercito e salvare la città di Seattle e anche una loro amica umana che è in pericolo.»
Mel intervenne e spiegò com’erano fatti questi vampiri e parlò anche dell’allenamento di quel giorno. In quel momento era più figlia di Atena del solito.
«Presto ci sarà una battaglia, questione di qualche giorno» concluse la figlia di Atena.
«Allora sarà il caso di mandarvi rinforzi» disse Chirone. «Vi trovate sempre a Forks?»
«Sì, ma non è il caso» feci per rispondere, ma Chirone mi interruppe.
«Tranquilla Teri. Rachel ha detto di aver sognato tre semidei che dovevano raggiungere voi cinque in una radura. Lei sogna spesso ciò che deve accadere. Domani vi raggiungeranno tre semidei.»
«E chi sarebbero?» chiese Niall, ma accanto a Chirone comparve Leo Valdez, il figlio di Efesto.
«Hey ciao, belli!» esclamò, sorridendo. «Come sta andando la vacanza? Ovviamente sto scherzando, spero che riusciate a tornare presto al Campo.»
«Leo, torna dai tuoi fratelli» disse Chirone.  «Non puoi sapere cosa succede nelle imprese inconcluse degli altri.»
«Oh, peccato. Buona fortuna, ragazzi. Ci vediamo presto!» fece un occhiolino. «Oh, no aspettate! Arriva il fratellino, qui, Teri!»
«Hey, c’è Teri!» esclamò la voce di Gregor che raggiunse Chirone con Nico.
«Teri, come stai?» domandò Nico, apprensivo. Rivederlo mi fece sorridere.
«Sì, Teri, come stai? È in ansia, povero bimbo» lo schernì Leo. Nico lo spintonò via, anche se sulle sue labbra c’era una parvenza di sorriso. Sorrisi anch’io.
«Sto benissimo, Nico. Tornerò presto al Campo. Voi come state?»
«I miei incubi continuano» borbottò Gregor. «E quando mi sveglio non c’è la mia sorellona che mi consola e mi lascia dormire con lei»
Le sue parole fecero suonare un campanello d’allarme nel mio cervello.
«Su cosa sono questi incubi?» chiesi.
«Sogno sempre strani...» La voce di Gregor fu coperta da strani fruscii e la comunicazione si interruppe.
Poi il boato di un tuono.

 

Spazio autrice

Ed ecco il diciottesimo capitolo. Succedono parecchie cose in questo capitolo, effettivamente. Me ne sono accorta solo rileggendolo. Anyways, chiedo scusa per il ritardo, anche se non so a quanti interessi davvero lol. Purtroppo ho avuto una certificazione da conseguire, sono stata senza Internet e ho tuttora un sacco da studiare per gli ultimi compiti e interrogazioni. Menomale che alla fine dell’arena manca davvero poco.

Spero mi lasciate delle recensioni, anche critiche. Mi farebbero davvero piacere.
Bacioni

 

   
 
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