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Autore: jadestark    03/06/2014    1 recensioni
Questa fanfiction nasce come seguito di You Must Be The Ruler e parla della storia di una dei figli di Mary e Francis, Anne, la più piccola.
Ci sono elementi fantasy e la maggior parte dei personaggi sono inventati, in quanto gli eventi si svolgono molti anni dopo l'ambientazione del telefilm.
L'attinenza alla storia è (o sarà) più importante di quanto si possa credere.
Genere: Fantasy, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Francis, Mary Stuart, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO I.
 

Anne non ci mise molto tempo a capire cosa era successo: quella era casa sua, ma in realtà non lo era ancora. Per qualche strano motivo a lei sconosciuto, stava vivendo indietro nel tempo, quando lei ancora non era neppure nata.
Fece velocemente due calcoli e decretò che era il 1557, esattamente ventidue anni prima del suo presente.
Sua madre e suo padre erano in vita, avevano pressappoco l'età che aveva lei adesso, nessuno dei suoi fratelli era ancora nato. Questa consapevolezza le mise i brividi, ma allo stesso tempo si sentì invasa dall'adrenalina: avrebbe potuto parlare di nuovo con loro, sentire un'altra volta il profumo di sua madre, la sua voce. Ma nessuno di loro sapeva della sua esistenza, e assolutamente non avrebbero dovuto saperlo. Si sarebbero spaventati e, soprattutto, Anne avrebbe potuto alterare il futuro, creando chissà quale scompiglio astrale.
La ragazza ci pensò su un momento. Forse era questa la ragione di ciò che stava accadendo. Forse lei doveva davvero cambiare la storia. Sicuramente ne aveva l'occasione, perchè non sfruttarla?
In un lampo decise il da farsi: avrebbe impedito ai suoi genitori di sposarsi. Andrew non sarebbe nato, non avrebbe mai ucciso suo padre e Mary non avrebbe rivendicato il trono d'Inghilterra, evitando quindi di mettersi contro alla cugina Elisabeth.
Ma come poteva lei, senza alcun potere, modificare il corso degli eventi? Da quello che aveva visto, Mary e Francis erano già innamorati e probabilmente le nozze erano già state fissate.
Ma a questo avrebbe pensato dopo. Per adesso le serviva una nuova identità.
La sua mente passò in rassegna diverse opzioni e alla fine decise che si sarebbe finta la figlia di un ricco mercante, mandata in visita alla Corte per conto di suo padre. Sperando che la copertura avrebbe retto. Dopotutto Anne era una ragazza sveglia, imparava in fretta ed era capace di adattarsi velocemente alle situazioni, aveva ereditato lo spirito di improvvisazione da sua nonna Catherine.
Un rumore di passi in avvicinamento la riportò alla realtà. Non poteva nascondersi. Non poteva scappare. Era in trappola.
"Oh salve, non credo di avervi mai visto"
Anne si ritrovò di fronte l'espressione sorpresa del Delfino di Francia, accompagnata da un sorriso a lei molto familiare. Suo padre le aveva appena rivolto la parola.
"Ehm... sono appena arrivata"
"Ma io conosco tutte le nobili ragazze di questo castello e sono sicuro che nessuno ci abbia mai presentati. Piacere di conoscervi, io sono Francis. Saprete sicuramente il resto"
Anne ebbe la netta impressione che suo padre stesse flirtando con lei, le uniche volte in cui gli aveva visto sfoderare quel cipiglio arrogante era con Mary, e solo di rado di fronte a lei e ai suoi fratelli.
Anne non si era mai sentita così a disagio.
"Ehm, veramente no. Vengo da molto lontano, so soltanto che devo andare a parlare con la regina Catherine. Sapete dove posso trovarla?"
"Quindi voi non sapete chi sono io?" Francis ridacchiò.
"Beh, me lo avete appena detto, il vostro nome è Francis. Io sono... sono Anne"
"Benvenuta alla corte di Francia, Anne. Farò in modo che la vostra permanenza qua sia di vostro gradimento. Trovate mia madre nella sala da ricevimento"
"Vostra... madre?" Anne finse di essere sorpresa della notizia.
Francis le sorrise brevemente, poi le prese la mano lasciandovi un bacio leggero.
"Spero di vedervi in giro"
Quando finalmente suo padre girò l'angolo, Anne riprese finalmente a respirare.
Francis, suo padre, l'uomo che aveva sempre chiamato "papà", ci aveva appena provato con lei, sua figlia, e sicuramente avrebbe continuato a provarci. Era tutto davvero troppo assurdo. Però, la ragazza capiva perchè sua madre si fosse innamorata di lui all'istante, fin da quando erano bambini: era davvero un ragazzo affascinante.
Anne cercò di non pensarci mentre raggiungeva rapidamente la sala da ricevimento, per incontrare sua nonna.

 
***
 

Catherine stava parlando con un uomo, probabilmente Nostradamus, quando Anne venne annunciata. L'indovino di Corte era morto prima della sua nascita, colpito dalla tubercolosi, perciò lei poteva soltanto sospettare che fosse lui, ma gli abiti che indossava e il modo di parlare con la regina rendevano le probabilità molto alte.
Appena la vide, Nostradamus aggrottò la fronte e il suo sguardo si perse nel vuoto per qualche istante. Poi scrollò brevemente la testa e si congedò da Catherine. Anne pensò di aggiungere una chiacchierata con lui alla lista delle cose da fare.
Si avvicinò ai divanetti al centro della sala.
"Vostra Maestà, chiedo umilmente di essere accolta qui. Sono la figlia di Sir Linus, famoso per i suoi commerci con l'Oriente. Mio padre mi raggiungerà a breve, se voi lo permetterete"
Catherine la squadrò senza ritegno per qualche secondo.
"Non conosco vostro padre"
Anne non stava respirando, pregava che Catherine abboccasse.
"Ma dopotutto non mi occupo di commercio. Benvenuta, potrete sistemarvi nella parte del castello destinata agli ospiti. Una delle mie guardie vi accompagnerà"
La ragazza tirò un sospiro di sollievo. Era andata.
"Avete qualcosa di familiare, siete imparentata con gli Stuart di Scozia? I De Guise di Francia?"
Anne deglutì, cercando di rimanere nella parte. Sua nonna era sveglia, molto sveglia. Ingannarla non sarebbe stato per niente facile.
"Non che io sappia, Maestà"
Catherine annuì, poco convinta, facendole cenno di congedarsi. Anne si inchinò brevemente e uscì dalla stanza.
Una guardia reale la scortò in un'ala del palazzo che lei conosceva benissimo, molto vicina alle camere degli scozzesi, inclusa sua madre. Non avendo bagagli nè abiti, ci mise poco a sistemarsi. Disse alle ragazze della servitù che i suoi averi sarebbero arrivati a breve insieme a suo padre, perciò le vennero prese le misure affinchè le sarte potessero cucire un paio di abiti semplici per lei.
Finalmente sola, Anne si mise a pensare al piano da attuare.
Non poteva agire su Francis, c'era il rischio di mandare un messaggio inopportuno e comunque non avrebbe concluso niente su quel fronte senza entrare nella sua camera da letto. Quel pensiero la fece rabbrividire.
Quindi doveva lavorarsi sua madre. Per poter avere un'influenza sulle decisioni di Mary, avrebbe dovuto entrare in contatto con lei, diventare sua amica. Dopotutto avevano la stessa età e Anne conosceva il modo di pensare di sua madre, forse meglio di chiunque altro. Era la donna che l'aveva cresciuta e amata più di ogni altro. Dai suoi racconti, sapeva che le era mancata un'amica durante la giovinezza, le sue dame non potevano essere davvero sue pari perchè erano anche sue suddite, quindi Anne sperava di far leva su questo aspetto e instaurare un rapporto di fiducia con Mary.
Ma come dissuaderla dallo sposare l'uomo che amava e che, apparentemente, era in grado di regalarle stabilità e sicurezze per sè e per il suo popolo?
Qualcuno bussò alla porta e, senza aspettare una sua risposta, la aprì. La regina di Francia, pallida e seria, entrò a passo spedito in camera sua.
"Nostradamus ha avuto una visione, e lui non sbaglia mai. Tu non sei chi dici di essere, Anne"
Quindi era come pensava: Nostradamus aveva capito tutto e l'aveva raccontato a sua nonna. Ormai era stata scoperta, non aveva senso negare l'evidenza. Inoltre, avere Catherine come appoggio non sarebbe stato per niente male.
"Hai ragione, nonna"
Catherine impallidì ancora di più, Anne si domandò quanto una persona potesse impallidire senza che il sangue smettesse di affluirle al cervello, facendola svenire.
"Quindi è tutto vero, vieni dal futuro"
La ragazza annuì.
Passò qualche secondo di silenzio, durante il quale le due si fissarono immobili. Poi Catherine sospirò e andò a sedersi sul letto a baldacchino, di fronte alla nipote.
"Raccontami tutto"
 
Un'ora dopo, Anne stava ancora raccontando a sua nonna di come fosse arrivata nel passato e degli avvenimenti del futuro. Le spiegò i suoi piani per cambiare le cose e Catherine la ascoltò in silenzio finchè non finì. Poi stette con lo sguardo assente per qualche secondo, e Anne si rese conto che la nonna stava riflettendo sulle notizie appena apprese, quindi la lasciò metabolizzare in pace.
Alla fine la donna la guardò negli occhi con risolutezza e le espose i suoi pensieri.
"Dobbiamo annullare il matrimonio. Non permetterò che mio figlio muoia e che gli succeda un re dispotico e pazzo. Se prima potevamo sospettare che la rivendicazione dell'Inghilterra potesse non andare a buon fine, adesso lo sappiamo per certo. Mary, tua madre, è quasi mia figlia, non posso rischiare anche la sua morte" Catherine sospirò "Penserò io a convincere tuo nonno. Tu dovrai occuparti di tua madre: sii sua amica, parlale male di Francis, fai tutto il possibile. Non avremo successo se non intacchiamo il loro affetto l'uno per l'altra"
Anne annuì, consapevole dell'arduo compito che le spettava.
Catherine si alzò, depositando un bacio sulla fronte della ragazza.
"Non raccontare questa storia a nessun altro, intesi?"
"Certo, nonna. Sono felice di rivederti e che tu sia dalla mia parte anche questa volta"
"E io sono felice di conoscerti, piccola" la donna esitò un momento "Sai che, se avremo successo, tu non nascerai mai, vero?"
Anne lo sapeva benissimo, ma era determinata ad andare fino in fondo a qualunque costo.
"Lo so"
"Poche persone hanno il tuo coraggio, davvero poche"
Con queste ultime parole, la regina di Francia la congedò, lasciandola a riflettere su quanto fosse bello aver finalmente trovato un'alleata. 
  
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