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Autore: Aislin    04/06/2014    3 recensioni
E se Albus non fosse l'unico serpeverde di famiglia? E se il suo migliore amico non fosse esattamente un Weasley? Questa Fanfiction è dedicata quasi interamente alla nuova generazione. Tra litigi, fatture orcovolanti, primi amori e l'attesa edizione del Torneo Tre Maghi alcuni dei protagonisti ritroveranno se stessi, altri capiranno cosa vogliono dalla vita...
Genere: Generale, Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hugo Weasley, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Lily: Always and Perfectly

“Chi esercita la perfezione,
non si può accontentare di niente di meno
dell'assoluta e totale
anarchia del cuore.

Quella è la vera perfezione.”

 

 

 

La fine delle vacanze rappresenta da sempre quel momento traumatico per milioni di studenti nel quale non si sa bene cosa fare della propria vita. Ci si ritrova scaraventati dalla dimensione idilliaca delle feste, tra i banchi, i compiti, i voti di fine semestre. Il cuore ancora sotto l'albero, e la testa invece concentrata a quello che più conta: voti, la vita, gli esami...tutto quello che compete a degli studenti. Richard e Hugo, avevano deciso di accantonare le ragazze per cercare conforto nello sport e nei libri, Lily sospirava di fronte alla pila di pergamene di fronte a lei, sbattendo la testa – quando nessuno era in vista – contro qualche scaffale della biblioteca. Scorpius dal canto suo aveva smesso di frequentare la biblioteca per il semplice fatto che gli sarebbe stato difficile concentrarsi con la rossa troppo vicino. Edward e Albus si erano chiusi nel ripasso ostinato e Zabini, aiutato dalle solerti gemelle aveva anche deciso di mettere in atto il suo piano, contro una Rose inutilmente convinta di poter gestire al meglio i suoi ormoni e il suo cuore. La perfezione è difficile da esercitare quando in realtà vorresti lanciare tutto dalla torre di astronomia.

 

LILY:

 

“Dovremmo smetterla...”

La mia voce risultava estremamente alterata, mentre baciavo per l'ennesima volta Scorpius al quale ero arpionata dopo l'allenamento di Quidditch. Ormai era diventata una specie di abitudine, litigare in campo per poi sfogare le frustrazioni in maniera decisamente più fisica. Le sue mani erano scivolate sotto la maglietta della divisa accarezzando la pelle sensibile alla base della schiena e il mio cervello era amorevolmente disconnesso da un po'.

“Dovresti...” Aveva interrotto il bacio solo per sorridere contro le mie labbra con la solita aria da stronzo “cercare di essere più convincente...”

“Fottiti Malfoy”

L'avevo spinto contro uno degli armadietti, facendolo ridere, trovandomi spiaggiata contro il suo petto scosso dalle risa.

“Come siamo irruente piccola Potter...è il tuo modo per dirmi che mi vuoi?”

Mi scostai indignata, passandomi una mano nei capelli, un tempo ordinati, e ora vagamente sconvolti dopo quindici minuti di pomiciamento. Cosa mi diceva il cervello? Ero Lily Potter non l'ultima delle sciacquette della scuola! Invece negli ultimi tempi non ero in grado di connettere i miei neuroni quando avevo vicino Malfoy. Porco Merlino! Ero diventata un'adolescente ormolesa...o peggio...innamorata.

Il solo pensiero mi fece aumentare il passo verso l'uscita diventata improvvisamente una fonte di salvezza dalla consapevolezza strisciante che si stava facendo strada nel mio cervello.

“Ehy...ma che ti prende?”

Con il maglione al contrario mi aveva seguito, correndo e saltando su un piede solo mentre si infilava una scarpa. Alla luce artificiale che illuminava il campo che stavo attraversando - praticamente di corsa - era ancora più bello di quanto avessi mai pensato. Possedeva l'eleganza di Edward, ma in lui c'era qualcosa di così freddo e scostante che nemmeno Zabini avrebbe mai potuto eguagliare. Era fuoco e ghiaccio, e io mi sentii sciogliere per qualche secondo.

“Merlinoooo”

Gli voltai le spalle senza nemmeno rispondergli, prendendo a correre sotto il suo sguardo completamente allibito.

Avevo appena lasciato Malfoy sul campo, ed ero scappata. Io, Lily Luna Potter mi ero appena comportata come una perfetta imbecille.

 

Stavo sbattendo di nuovo la testa contro il tavolo della biblioteca, il più appartato, nella sala di lettura più sfigata, che nemmeno i nerd volevano, mentre Hugo mi fissava con l'aria dispersa e preoccupata.

“Mi stai davvero inquietando Lils...cioè ma che cosa ti prende?”

“Non puoi capire”. La mia voce suonava come un lamento di una Banshee nella brughiera e se possibili vidi mio cugino sbiancare.

“E' così grave? Cioè più grave del fatto che la mia ragazza è a Dublino, che ho quindici anni e la vita sentimentale di un magibradipo? Che i Grifondoro hanno perso l'ultima partita, e che è stato il mio migliore amico a battermi? E che devo rimediare un pessimo voto in pozioni?”

Alzai di scatto lo sguardo dal piano di legno, visto che avevo ancora la fronte poggiata sul tavolo, per sorridergli triste.

“Più grave. E' una catastrofe di dimensioni dragonesce...è peggio di un ungaro spinato lasciato libero alla fiera del succo di zucca.”

Mio cugino sgranò gli occhi senza aggiungere altro, perchè proprio in quel preciso istante entro Molly, con la sua aria dolce e tenera e i libri sotto braccio.

“Haloa...”

Le rivolgemmo un cenno, tutti e due persi nella reciproca disperazione, mentre con aria tranquilla nostra cugina ci guardava come se fossimo alieni. Fu con un gesto delicato che ci porse due inviti sotto forma di cartoncini.

 

Festa delle Rune

martedì alle 21.30 al III piano

Aula Decimus Potionitus

Guest Star della serata e animatore del dibattito

Traductus Ieronimus Longfarm”

 

 

“Dammi almeno tre buone ragioni per le quali dovrei venire ad una..” Hugo si rigirava il cartoncino tra le mani senza capacitarsi dell'evento “..festa delle Rune. Io manco seguo il corso.”

“Perchè ti da crediti per i GUFO e perchè la organizzo io”

Molly aveva sfoderato la sua adorabile risposta con tanto di occhi da puffskein dolce e tenero che avrebbero ridotto chiunque in schiavitù.

“Dai Gu! Non puoi non venire...se vieni tu viene l'intera squadra di Grifondoro, e se vengono loro vengono le ragazzine sceme. E' un circolo e noi abbiamo bisogno di presenze.” Sporse il labbro con un leggero broncio – era una manovra che le avevo insegnato io e di cui andavo molto orgogliosa – facendogli anche la vocina triste. “ Non puoi esimerti.”

“Ha ragione Molly, Hugo...dobbiamo presenziare all'evento!” Qualunque cosa per non passare il tempo a fissare i compiti e a pensare Malfoy! Ero proprio alla frutta e dovevo assolutamente distrarmi con qualunque cosa e la Festa delle Rune mi avrebbe aiutato a non pensare a cercare di dare un senso alle mie giornate. E poi io seguivo il corso, e qualche credito in più mi avrebbe solo giovato alla media. Ultimamente mantenere l'eccellenza costante dei miei voti si stava rivelando più difficile del solito visto e considerato che avevo pensieri discordanti o peggio, passavo il tempo a pensare solo a Scorpius con il rischio di diventare la più grossa mentecatta dell'universo/mondo magico.

Hugo mi fissava vagamente sconvolto mentre Molly, al colmo della felicità ci aveva abbracciati promettendoci una serata fantastica.

“Non guardarmi così, lo facciamo perchè le vogliamo bene”

Il risposta ricevetti un grugnito. Forse me lo meritavo visto e considerato che avevo appena accettato di unirmi ad uno dei club più sfigati dell'interna scuola. Per mio cugino poi sarebbe stata una tortura, considerata il suo odio per le rune e per il fatto che zia Hermione ancora si lamentava per il fatto che aveva deciso di frequentare divinazione come materia a scelta.

Mi ritrovai a massaggiarmi le tempie, interrotta di nuovo da un verso disarticolato di Hugo, accompagnato dallo sbattere del libro sul tavolo.

“Basta! Adesso io vado a farmi una doccia e poi ti aspetto per andare insieme a questa cosa, ma sappi che se dopo non mi dirai immediatamente cosa ti passa per la testa, puoi anche cercati un altro cugino del cuore”.

Sul finale mi sorrise, come a sottolineare lo scherzo, ma non da meno mi sentii in colpa per tutto quello che stava succedendo.
“Ok! Ci vediamo dopo allora?”

“Contaci Lils, ma senza quella faccia da funerale! Sarà già abbastanza tragico ascoltare una conferenza sulle rune”

Lo osservai raccogliere le sue cose, e uscire di scena dopo aver depositato un piccolo bacio sulla guancia.

Rimasta da sola iniziai a rivedere la caterva di appunti per le varie lezioni e anche il materiale per il Torneo. Non ero molto convinta di cosa stessi facendo, mentre scorrevo con lo sguardo le possibili prove a cui ci avrebbero sottoposto. Lo stendardo che avevamo recuperato era stato riprodotto con dovizia di particolari, e alla fine era un semplice stemma della scuola. Sulla pergamena, in una raffinata miniatura animata, risaltavano le cuciture dorate del nostro motto ma più mi concentravo meno capivo come all'interno potesse esserci un indizio sulle prossime prove.

“Anche tu che ti ci arrovelli! Ho passato le vacanze a cercare di capire cosa ci sia dietro. Noi abbiamo il nostro stemma, quelli di Beauxbatons il loro, e lo stesso vale per i fanatici di Durmstrang.”

Osbourne era comparso nella saletta di lettura più sfigata, e indicando il posto lasciato libero da Hugo mi chiese se poteva sedersi. Non avendo valide scuse per dirgli di lasciarmi sola, risposi stentatamente al suo sorriso facendogli cenno di accomodarsi.

“Comunque ho una teoria...”

Mi trovai a sorridere alzando le spalle.

“Ciao anche a te Richard, io sto bene, tu? Passate buone vacanze?”

Lo vidi arrossire rapidamente.

“Scusami Potter, avrei dovuto essere più educato, ma è che ho questa idea che mi frulla per la testa da settimane. La McLean è un inutile, e con Zabini e Malfoy non mi trovo molto. Hugo non ha la testa al momento e quando ti ho vista mi sono affatturato da solo! Devo assolutamente discutere della mia teoria con qualcuno altrimenti rischio di implodere!”

A stento riuscii a trattenere una risata di fronte a tanta impazienza, e presa una piuma autoinchiostrante mi predisposi a prendere appunti circa la sua teoria.

“ Allora, la scorsa prova era sul senso di squadra, e dovevamo prendere decisioni in merito alla nostra sopravvivenza come team, e al nostro senso di appartenenza alla scuola. Non a caso abbiamo fatto lo stesso punteggio di quelli di Beaux, anche se noi ci siamo presi più tempo per arrivare tutti sani e salvi no?”

“Si, fin qui ci sono....”

Sembrava soddisfatto di se mentre mi mostrava il nostro stemma, direttamente sulle pagine del mio quaderno. “Il nostro motto è "draco dormiens nunquam titillandus", che in latino significa "non disturbare il drago che dorme".”

“Pensi che ci saranno dei draghi nella prossima prova? Ci sono già stati ventanni fa quando ha gareggiato mio padre...e anche otto anni fa. Sarebbe un po' ripetitivo non credi?”

Lo vedo sorridermi ancora più luminoso.

“Infatti non penso che saranno dei draghi, ma credo che dovremo affrontare i nostri "Antenati" o comunque dovremo avere a che fare con qualcosa che riguarda il modo stesso in cui Hogwarts è stata costruita, e allo stesso modo dovranno farei quelli di Beauxbatons.”

Iniziai a scrivere quello che mi sta dicendo e improvvisamente sentii che tutto ha un senso.

“Certo! Che stupida a non pensarci prima! La prova sul ghiaccio e il collaborare a squadre e non con un singolo campione! Ci stanno mettendo alla prova come team scolastico, e mettono alla prova il nostro senso di appartenenza! Dobbiamo reperire tutti i libri possibili su Hogwarts, sui Fondatori e su qualunque altra cosa si attinente. Sei un genio Richard!”

Si trovò nuovamente ad arrossire, anche se questa volta sembrava decisamente più sicuro di se.

“Secondo me è la chiave di tutto la scuola no? E anche la conoscenza delle altre quindi dovremmo fare una panoramica anche sulla situazione dei nostri avversari.”

“Sicuro, hai ragione! Dobbiamo assolutamente trovarci a discutere della cosa, e soprattutto dobbiamo cercare di tenere la McLean sotto controllo visto che delira di ritirarsi, cosa che tra l'altro non è possibile visto il tipo di contratto che abbiamo sottoscritto”

Lo vidi sbuffare anche se con fare rassegnato allargò le braccia “Ok, le posso parlare io se vuoi. Non penso che tra di voi scorra buon sangue, e nemmeno con Hugo. E i tuoi compagni di casata non sono conosciuti per essere il massimo dell'affabilità”

Alzandomi in piedi mi sporsi per posare un bacio sulla sua guancia. Profuma leggermente di liquirizia.

“Sei un vero santo Richard! E ti devo un favore, quindi se mai dovessi decidere di chiedere di uscire a Molly, sappi che ti aiuterò”

Scostando lo sguardo si alzò a sua volta scuotendo la testa.

“Lei non pensa a me in quel modo, è ancora presa dalla scuola, e in senso positivo eh!” Alzando le mani mi fece capire immediatamente che non stava per nulla criticando il modo di vivere di mia cugina.

“A lei piaci, come amico e come persona. Forse dovrebbe solo vederti in una vesta diversa, o sentirti più partecipe delle sue cose. Lei a malapena ha preso il brevetto di volo, e non ci capisce molto di quidditch, anche se adora fare il tifo. Coinvolgerla, magari spiegarle quello che non afferra visto che non gioca e...” tirai fuori dalla tasca il volantino della Festa delle Rune “magari farti vedere partecipe delle sue iniziative!”

Grattandosi la testa, espresse tutti i suoi dubbi per quello che era sicuramente l'evento sociale meno affascinanti tra quelli proposti.

“La Festa delle Rune? Io...sono un Corvonero ma odio davvero Antiche Rune, ma posso provarci, se per Mol è importante.”

Gli diedi una pacca sulla spalla, per poi raccogliere le mie cose preparandomi ad una fuga repentina verso il mio dormitorio.

“Certo che ci tiene! Andiamo io e Hugo, quindi ti considero arruolato nel gruppo! Ci vediamo in Sala Grande finita la cena così andiamo insieme!”

 

Con addosso un paio di jeans neri e un maglione di cashmere rosa pallido aspettavo al fondo della Sala Grande di essere raggiunta dai miei due cavalieri per la serata. Da vera codarda che mi ero dimostrata essere, avevo sistematicamente evitato la nostra sala comune e anche la cena, comparendo esclusivamente all'ingresso una volta che la maggioranza della gente aveva già finito di mangiare. Lanciai una rapida occhiata al tavolo serpeverde e non vedendo Scorpius tirai un rapido respiro di sollievo. Mi sentivo già abbastanza in colpa per averlo mollato negli spogliatoi il giorno prima, e non avevo la più pallida idea di come rispondere agli sguardi che ogni tanto mi lanciava nei corridoi. Ignorare mi sembrava davvero l'unico modo per non fare la figura della demente più di quanto avessi già fatto. Inutile dire che non sapevo davvero che avvincini pigliare.

“Ohi Lils!” .Passandomi una mano davanti al viso Hugo cercò di richiamare la mia attenzione. “Hogwarts chiama Lily, Lily rispondi!”

Storsi il naso, recuperando un po' del mio solito buon senso “Stavo solo pensando Hugie! Cosa che dovresti fare anche tu alle volte...andiamo su!”

Richard e mio cugino si scambiarono un'occhiata divertita, affiancandomi per andare a quella cavolo di festa delle Rune. Anche loro avevano dismesso la divisa per optare per jeans e felpa della scuola Hugo, e pantaloni di velluto blu e maglione grigio Richard.

“Cosa dobbiamo aspettarci? La noia più totale?” Hugo sembrava davvero affranto.

“Dai, non può essere peggio della giornata di orientamento postscolastico” Con una pacca sulla spalla il suo migliore amico cercava di tirarlo su di morale salvo poi scomporsi per una spallata piuttosto potente del mio adorato grifondoro.

“Ric, tu sei così allegro solo perchè vedrai Molly! Anzi, Lily” richiamò la mia attenzione fermandosi proprio di fronte alla all'Aula del III piano “consigli per il nostro Richarduccio?”

Scoppiai a ridere, prima di spingerli entrambi ad entrare.

“No, nessun consiglio, solo...sorridi e mostrati incredibilmente interessato. E sul finale vai a congratularti con Molly per l'uscita dell'evento!”

Incredibilmente, la notizia che tre campioni e sportivi avrebbero preso parte alla festa, aveva richiamato più gente del previsto. Aula Decimus Potionitus era strapiena, al punto che la Chang aveva dovuto trasfigurarla per aumentarne le dimensioni, di fronte ad un estasiata Molly che , insieme al Club delle Rune (un gruppo sparuto di secchioni senza speranza), ultimava gli ultimi preparativi prima della conferenza di Traductus Ieronimus Longfarm. In un vero brodo di giuggiole, la professoressa di Antiche Rune Ipazia Tuttologas, la vicedirettrice di grifondoro, andava in giro sorridendo e facendo accomodare chiunque arrivasse. Era una donna carina, sulla quarantina, con un gran sorriso e i capelli castani strianti di bianco. Inutile dire che non aveva mai visto tutta quella gente ad uno dei suoi corsi. Hugo si sistemò tatticamente vicino alla porta, attorniato dal resto della squadra di quidditch grifondoro venuta a caso, probabilmente convinti si trattasse di una festa vera. Richard ci salutò per sedersi con alcuni compagni, sorridendo a mia cugina e salutandola con la mano. A me non restò che prendere posto dal lato opposto rispetto a Hugo, sempre in ultima fila. Evitavo sistematicamente anche Helena e Sophia, proprio per evitare domande sul mio comportamento insensato degli ultimi giorni, quindi non mi restava che sorbirmi tutta la conferenza in solitudine. Solitudine comunque relativa, visto che diversi miei compagni di casata, saputo della mia partecipazione, avevano deciso di presenziare. Mi trovai a sorridere della mia influenza, soprattutto quando la mia battitrice, la Bulstrode, si sedette proprio la fila avanti a me, seguita dal rimpiazzo di Cassandra, Eliza Penhallow del terzo anno. Ebbi un momento di panico non appena arrivarono anche Flint e tutto il resto della squadra, compresi Edward e Scorpius. Tirai un lungo respiro e mi preparai a quella che sarebbe stata la serata più lunga della mia vita. Era la prima volta che non sapevo come affrontare una situazione. Infondo si trattava solo di mettere dei paletti, chiarire con me stessa che forse ero davvero troppo presa. Non si trattava solo di un senso di possesso, del tipo che Malfoy era mio e ciao, ma anche di capire come conciliare tutto con i miei “doveri” da brava Potter. Ero la figlia del bambino sopravvissuto, il capitano 'femmina' della squadra di quidditch ed ero anche una serpeverde. Dovevo giocare la mano con attenzione, o rischiavo di perdere tutto e soprattutto rischiavo di finire preda di un vero e proprio tartassamento di pettegolezzi. Uno dei motivi per cui ero diventata la regina di ghiaccio era poter almeno controllare cosa dicevano di me. Non potevo permettere che le voci sfuggissero la mio controllo. E ora? Con lui seduto a due posti da me, il volto serio e infastidito, non sapevo cosa fare. Mi costrinsi a concentrare l'attenzione sui relatori, ascoltando quasi due ore di dibattito sul mondo della traduzione e sull'uso delle rune per gli incantesimi difensivi. Il dibattito mi mise ko. Hugo si era addormentato varie volte, svegliato dai compagni e da Richard a colpi di palline di carta. Quando un applauso segnò la fine della serata ero pronta a scappare a gambe levate senza parlare con nessuno. Evitare le sorelle Zabini sarebbe stato difficile in camerata ma potevo usare la tecnica dei gerbilli nani e fingermi morta/addormentata. Ero quasi riuscita a scivolare quando una Molly entusiasta, con Osbourn al seguito mi placco sul posto.

“LILS!!! Hai visto quanta gente? Pensa che sul dibattito di oggi scriveranno sulla rivista ''Runologo Oggi''! Sono così contenta”

“Ehm...si....anche io, è stato proprio bello, ma devo scappare a letto che domani c'è lezione.”

“Si! Certo! Ne parliamo domani a pranzo?”

“Ovvio, a domani! Notte a tutti e due, e salutatemi Hugo”

Richard annuii, prima di mettersi a parlare fitto fitto con mia cugina. Era partito all'attacco con i miei auguri e la mia benedizione.

Con la coda dell'occhio vidi Nott ridere insieme a Edward, e sospirai di sollievo vedendo che Scorpius non c'era più. Raddrizzai le spalle, recuperando il solito sorrido accondiscendente prima di avviarmi per i corridoi.

Avevo appena messo piede sulla scala che portava ai sotterranei, quando questa decide di deviare percorso, depositandomi ad un corridoio del primo piano.

“Merlino!”

Volevo solo raggiungere il mio letto e riposare il cervello in subbuglio e ora anche la scuola cospira contro di me. Mi avviai per usare una delle scale di servizio prima di bloccarmi sul posto. Sul primo gradino della rampa trovai Scorpius, seduto ad aspettarmi. Feci per voltarmi e tornare sui miei passi ma venni bloccata dalle sue parole.

“Oltre che codarda sei anche incoerente Potter”

Non era una domanda ma una constatazione, e ci volle tutto il mio autocontrollo per raggiungerlo, sedendomi accanto a lui. Non potevo evitarlo altre ventiquattro ore.

“Probabile, ma se anche lo dicessi in giro non ci crederebbero”

“Lo sapremmo noi due no? E mi pareva avessimo chiarito che l'interesse che tu hai per me e io per te è decisamente più importante di quello che pensa il resto del mondo”

Il tono della sua voce trasudava confusione, e un po' di rabbia trattenuta. Non risposi, alzando appena le spalle in un gesto di noncuranza”

“Perchè sei andata via? Mi sembravi piuttosto partecipe anche tu negli spogliatoi, e quindi se non volevi andare avanti non avevi che da dirlo! Non ho mai fatto pressioni a nessuna...”

Era ferito e confuso, la sua rabbia più che giustificata dal mio comportamento. Mi faceva sentire in colpa, quando anche io ero arrabbiata con lui per come mi faceva sentire. Amavo la mia famiglia, amavo sapere di essere al di sopra di tutti, la sensazione di essere indipendente e soprattutto intoccabile. Dovevo esserlo, per non farmi schiacciare dal mio nome e dalle aspettative. Dall'altro lato ero seduta con l'unico ragazzo che poteva capire come mi sentivo. Era un Malfoy e allo stesso modo la gente si aspettava qualcosa da lui.

“Vuoi parlarmi? O avere il buon gusto di rispondermi!”

Il mio silenzio lo stava facendo arrabbiare ancora di più, e non so dove trovai il coraggio di alzarmi, per guardarlo negli occhi. Mettendomi frontale potevo vedere i suoi occhi grigi osservarmi con attenzione spasmodica, il piccolo tic alla mano destra che stringeva a pugno qualche secondo nei momenti di nervosismo.

“Vuoi una risposta?!” Il mio tono apparentemente calmo nascondeva la concitazione dei miei stessi pensieri. “Bene! Avevo bisogno di rimettere in ordine i miei pensieri, perchè quando sono con te non riesco a tenere tutto sotto controllo. Perchè ho paura che la confusione che mi provochi distrugga quello che ho costruito con cura, perchè sono una Potter e non posso perdere il controllo pomiciando negli spogliatoi. Ho paura di te, e vorrei tanto non provare quello che sento ora. Ho paura anche che prima o poi smetterai di provare la stessa cosa, ho paura di essere totalmente incoerente. Ho paura di non saper giocare la partita con te, e che tu abbia già vinto.” La mia calma strideva sempre di più con le mie parole, ed esplose quando ammisi a me stessa e a lui. “Ho paura di essermi innamorata di te, e ho altrettanta paura che a breve lo capiranno tutti”




 



 

Spazio personale:
Un mese fa ho annunciato che avrei interrotto questa storia. Bene, non sono stata capace di farlo, e una volta ripreso a leggere i miei appunti e tutto quello che avevo scritto mi è tornata prepotentemente la voglia di scrivere e di ultimare quello che avevo iniziato. Spero che possa piacervi, e spero di aggiornare presto. Colgo l'occasione per scusarmi con quante hanno atteso un sacco di tempo, sperando che ci sia ancora qualcuno desideroso di leggerla. Un abbraccio a tutti!

  
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