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Autore: arangirl    05/06/2014    4 recensioni
Jaime è un ex atleta che dopo la perdita della mano destra ha perso anche se stesso. Brienne è una soldatessa al fronte, senza nessuno ad aspettarla a casa.
Un programma di scambio lettere farà incontrare (o forse scontrare) le loro vite, ma forse non tutto il male viene per nuocere...
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brienne di Tarth, Jaime Lannister, Loras Tyrell, Renly Baratheon, Tyrion Lannister
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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"Tarth dovresti smetterla di sparare a caso durante gli allenamenti, i proiettili costano." "Ne riparleremo quando ti salverò quel delicato posteriore che ti ritrovi Tyrell, tiri come una femminuccia." La zona risuonava di colpi d'arma da fuoco ed entrambi avevano dovuto urlare per parlarsi a pochi centimetri di distanza, ma ormai era un'abitudine quotidiana. Senza Loras che la faceva sentire incapace la sua mira peggiorava a vista d'occhio. Lui era sempre stato bravo, uno dei tiratori migliori che Brienne avesse mai avuto il piacere di incontrare, ma nemmeno lei scherzava. Per quattro anni di seguito aveva vinto il premio come miglior tiratrice del reggimento prima di andare oltreoceano, e nemmeno ora si smentiva. Sentiva lo sguardo di Renly dietro di lei, e si sentì tranquillizata dalla sua presenza. Dopo tutti quegli anni passati assieme era diventato come un fratello per lei, nonché suo unico punto di riferimento da quando suo padre era morto. Si rendeva conto lei stessa di non essere una persona facile, chiusa in se stessa e abbastanza schiva, ma lui era riuscito a guardare oltre la prima impressione, e lei l'avrebbe sempre silenziosamente ringraziato per questo. Anche Loras le voleva bene in fondo in fondo, ma così come lei, non l'avrebbe mai ammesso. 

Mentre sparavano la stanchezza e lo stress degli ultimi giorni le scivolò via mentre si rilassava nel metodico gesto di mirare, sparare e ricaricare. Era nata per fare il soldato, era l'unica cosa che le veniva davvero bene, l'unica cosa che sentisse veramente sua. Pensò al padre che si era inizialmente opposto al suo volere di arruolarsi, a come si era fatto convinto dopo aver visto la felicità che dava alla figlia. Le si formò un leggero groppo in gola al suo ricordo, al pensiero che lui non era più a casa ad aspettarla. Avrebbe voluto essere una figlia migliore, dargli dei nipoti, stargli accanto mentre finiva la sua vita, ma erano tutte cose che non aveva potuto fare, e certe notti questo non le dava pace. Mirare, sparare, ricaricare. La sua mente tornò alla lettera che aspettava una risposta, chiusa nel suo armadietto vicino a letto, all'enigmatico Jaime Lannister e al suo sarcasmo autodistruttivo. Cercò di immaginarselo, ma l'unica cosa che rimaneva fissa nella sua mente era il moncherino che portava alla mano destra. Aveva riletto la sua lettera parecchie volte, ma non era riuscita a scrivergli un'adeguata risposta; quell'uomo la sorprendeva ogni volta di più.
"Tarth scendi dalle nuvole!" La voce di Loras risuonò forte accanto a lei, e si rese conto di essersi fermata. Ricominciò di nuovo, cercando di allontanare tutti i pensieri. Mirare, sparare, ricaricare. Era tutto ciò che le serviva in quel momento.
 
*
 

20 Marzo 2002

Al Signor Jaime Lannister,

devo dire che la sua ultima lettera mi ha sorpreso. Non vi credevo capace di pensieri tanto profondi, cos'altro nascondete dietro la maschera della maleducazione?
Devo confessarvi che i vostri auguri sono stati gli unici che ho ricevuto, ormai penso che i miei compagni mi considerino al loro pari a tal punto da essersi dimenticati che sono una donna; il fatto che io sia decisamente poco femminile non aiuta. Comunque non oserei mai rifiutarli, volendo vederli come un incentivo a rispettare il genere femminile. Non vorrei sembrare tediosa su questo, ma penso non possiate nemmeno immaginare il genere di fastidi che il mio essere donna mi procura in questo ambiente. Per quanto riguarda la vostra menomazione, anche se non ho mai provato una cosa simile sulla mia pelle, l'ho vista molte volte succedere attorno a me. Non è un lavoro facile quello del soldato, e le menomazioni sono tristemente comuni. Quello che lei descrive è quella che noi chiamiamo la "sindrome dell'arto fantasma", quando nella nostra mente vediamo e sentiamo ancora ciò che abbiamo perso, incapaci di accettare il fatto che non ci sia più. Ma ci sono molte altre ragioni per cui vivere, mi rifiuto di credere che una mano sia così fondamentale superare l'importanza stessa dell'individuo. Vi immagino seduto su un divano polveroso a piangervi addosso, pensando a ciò che avete perduto. Non avete un po di onore? Di amor proprio? Alzatevi e fate qualcosa, qualcosa di utile. Non scrivetemi la vostra prossima lettera finché non lo avrete fatto, non vi risponderò! E vi assicuro che sono brava a capire le bugie.
A presto,
Brienne Tarth


Mentre Jaime leggeva la lettera, si ritrovò a notare per la prima volta la scrittura di Brienne. Era estremamente delicata, un corsivo leggero ma non frivolo come di solito trovava la scrittura femminile. Chiaro e semplice, come sembrava essere lo stile di comunicazione del cadetto Tarth. Sorrise fra se pensando a come era riuscito ad ottenere una conversazione così profonda da un inizio burrascoso com'era stato il loro. Il discorso di Brienne non gli era nuovo, ma erano stranamente di conforto a Jaime, che di solito odiava ricevere parole del genere. Eppure non c'era ombra di commiserazione nelle frasi di Brienne, solo comprensione. Ritornò al punto della lettera che l'aveva più punto sul vivo. "Onore" disse sovrapensiero ad alta voce, e il gatto acciambellato accanto a lui emise un basso miagolio "Cosa? Pensi anche tu che debba trovare dell'onore? Sembra che arrivino solo gatti malandati a casa mi.." si fermò un attimo, come colpito da un intuizione geniale. Si alzò di scatto e andò verso una delle vecchie librerie in salotto, e recuperò un oggetto che non usava da anni. Ritornò verso il divano soffiando via la polvere dalla vecchia Polaroid, sperando funzionasse ancora. Scattò una foto al gatto mentre quello lo guardava con espressione annoiata e quando la piccola foto uscì dalla macchinetta la guardò con espressione compiaciuta; aveva paura che usando solo la sinistra sarebbe venuta mossa, invece era perfetta. "Nella mia prossima lettera dirò a Brienne che ho fatto il mio primo atto utile: ho trovato Onore." Il gatto iniziò a fare le fusa, quasi compiaciuto del nome assegnatoli. Squillò il telefono, e Jaime lasciò andare la macchinetta fotografica per rispondere "Pronto?" "Jaime..." il cuore di Jaime si fermò per un momento nell'udire la voce di sua sorella; erano quasi due mesi che non si faceva sentire "Chi non muore..." "Smettila di fare il bambino. Non tutti possono passare le proprie giornate sul divano, sono stata impegnata." "Beh, allora a cosa devo il piacere della tua chiamata?" "Volevo sapere se potevo venire la prossima settimana. I bambini chiedono di te." "Certo, immagino che Joffrey muoia dalla voglia di vedere l'inutile storpio." "Ti ha chiesto scusa per quella battuta infelice, non l'ha detto con cattiveria. E poi io ho una riunione di lavoro, mi serve qualcuno che controlli i Tommen e Myrcella, lui sarà a scuola." "Ah ecco il vero motivo, dovevo immaginarlo. Il buon vecchio Jaime è sempre pronto quando Cersei chiama, no?" Il silenzio colpevole dall'altro capo della linea diede a Jaime un pizzico di soddisfazione, almeno si rendeva conto del suo comportamento. "Portali quando vuoi, come hai detto tu passo le giornate sul divano, non ho altro da fare. Salutami quel grassone di tuo marito." Attaccò prima che Cersei potesse aggiungere altro, e ritornò  verso il divano. Lo stancava sempre litigare con sua sorella, ma ormai era l'unica cosa che facevano. Finché lui era famoso e ammirato da tutti il loro rapporto era stato idilliaco, lei lo portava su un vassoio d'argento e lui, ovviamente, lo adorava. Ma ora ogni volta che si incontravano sentiva il suo sguardo andare inevitabilmente alla sua parte mancante, mentre lei lo aiutava a costruire il muro che lui aveva eretto per tenersi distante da tutto e tutti. Pensò che forse l'unica soluzione era bere fino a smettere di pensare, ma si ricordò di dover ancora dare una risposta a Brienne. Forse dopo, pensò prima di mettersi a scrivere.


*

31 Marzo 2002

Cara fanciulla,

accetto la tua sfida. E ti dico subito che ho assolto il compito che mi avevi assegnato con velocità sorprendente. Ho trovato l'onore perduto, anzi ho trovato Onore. Anche se il mio onore in questo caso è rappresentato dal gatto malandato, ammaccato e guercio che ho accolto in casa mia. E' davvero brutto, ma mi fa compagnia. Mi risulta difficile credere che con un carattere come il tuo ti faccia problemi per un po di difficoltà aggiuntiva, anche se riesco ad immaginare che non sia facile per una donna. Prendo come esempio mia sorella, che per diventare socia dello studio legale in cui lavora ha dovuta fare il quadruplo della fatica dei suoi colleghi uomini, e ancora adesso deve combattare con i denti per tenerlo. Per fortuna lei è una stronza, e gli viene abbastanza naturale. Forse questo non c'entra con te, e l'ho scritto solo per poter dare della stronza a mia sorella; lo è davvero. Anche se non riesco a smetterle di volerle bene nemmeno quando mi tratta come un cane. Ma perché ti sto parlando di questo? Penso di essermi meritato una ricompensa per lo sforzo compiuto, vorrei sapere qualcosa di te. Hai sempre voluto fare il soldato? Come sei finita così lontana da casa? Cercherò intanto altri compiti utili per poterti rispondere con la massima velocità concessa ad un monco.
A presto, 
Jaime Lannister

Ps: Vorrei un sincero parere sul gatto, sembra abbastanza amichevole da tenerlo o devo temere per la mia incolumità?


Brienne fissò per un momento la foto di quello che era probabilmente il gatto più brutto che avesse mai visto in vita sua. Aveva l'espressione annoiata e fissava l'obiettivo come per chiedere al padrone se non aveva di meglio da fare. Si immaginò Jaime, o almeno i suoi contorni ombrosi, cercare di scattare una foto al gatto in posa con la sola mano sinistra, e si mise a ridere al solo pensiero. Prese la foto del gatto e l'appese all'armadietto, scrivendo sotto "L'Onore di Jaime Lannister." 
  
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