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Autore: Wise girl    07/06/2014    1 recensioni
Fiction ispirata al film "l'ultimo dominatore dell'aria" per quanto riguarda il corso della storia non anticipo niente, dico solo che non sarà uguale al film. Ho messo ispirato solo perché l'ambientazione è la stessa, ovviamente i personaggi sono Jacksoniani(?).
Bene dopo questa "formidabile" introduzione lascio a voi giudicare, buona lettura.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rachel's pov

Tre punti di vista


Rachel's pov


Ormai era già da tre giorni che contavo le ore che passavano, quanto tempo ci sarebbe ancora voluto per il ritorno di Percy, soprattutto dopo quel bacio? Per lui avrà significato qualcosa? Ormai l'alba del terzo giorno dopo la "pausa di riflessione" che si era preso l'Avatar, stava sorgendo.

Sentì delle grida da fuori della mia tenda e uscì precipitosamente.

Vidi in lontananza un cavallo completamente nero: galoppava verso di noi, più si avvicinava più intuivo chi lo cavalcava.


"Ah, finalmente è tornato...si sarà chiarito le idee o gliele chiarisco io?!" disse Clarisse preparando le mani a pugno e posizionandosi di fronte a me.

"Calma Clarisse...beh Rachel, avevi ragione, è tornato" commentò Silena affiancando la ragazza.

"Lo so" ribattei con un sorriso.


Percy scese dal cavallo, come e dove avesse trovato un cavallo non lo so, ma appena sceso tutti gli si fiondarono addosso.

"Dove sei stato?" "perché ci hai messo così tanto?" "cosa pensi di fare?" e un sacco di altre domande uscivano da ogni bocca della nazione.

Riuscì finalmente a farmi spazio fra la folla, ma proprio mentre stavo per aprir bocca Percy parlò.


"Ho avuto tempo per riflettere e posso assicurarvi che...che..." Percy fece un respiro profondo "...ci ho messo così tanto perché, sono stato catturato da...una ragazza della nazione dell'aria, ma..."

"È riuscito a scappare" incalzò una voce tra la folla.

"No! Mi ha liberato lei stessa dopo qualche tempo" corresse lui.

Il modo in cui Percy nominò "una ragazza della nazione dell'aria e mi ha liberato lei stessa" mi suscitò rabbia ma anche un po' di gelosia: l'aveva detto con un tono di grande stima.


"Menzogne! L'avrà fatto per farci abbassare la guardia e poi attaccarci assieme alla sua nazione e privarci delle poche cose che ci restano" urlò la voce di Clarisse tra la gente.

"Vero, è pur sempre di un altro distretto!" approvavano altre voci.

"Basta!" gridò Percy "…vi ho detto questo per dimostrarvi che anche le altre nazioni iniziano ad essere stufe dei conflitti…per lo meno alcune e questa è la prova: quel gesto non può essere stato solo di compassione".


A quel punto non ci vidi più: come poteva difendere una ragazza che conosceva appena e per di più di un altra nazione.

"Secondo me L'Avatar potrebbe avere ragione" fu Silena a parlare.

"Si, certo, parla una ragazzina!" Annunciò un uomo.

"Perc...l'Avatar ha narrato questa storia e se è qui per raccontarcelo vuol dire che quello che dice è la verità" disse mettendo d'accordo la nazione.


Percy sorrise a Silena come per ringraziarla e lei chinò la testa.


Poi Percy aggiunse “Però basta con il lei, ora usiamo il tu anche per l’Avatar, siamo tutti uguali”.


Annabeth's pov


Ero ancora incerta di quello che avevo fatto: stava per sorgere il sole, Ottaviano si sarebbe svegliato e mi avrebbe chiesto dell'Avatar prigioniero.

Io che gli avrei detto? Semplicemente “mi spiace è scappato?”. Perché l'avevo fatto? Perché avevo incontrato quel ragazzo? Perché 3 giorni fa non mi trovavo nei confini della nazione invece che sulle sponde dello Stige? Si, perché io penso sempre di portare avanti le cose senza l'aiuto di nessuno, ma di solito non agisco mai prima di pensare? Questa volta però ho liberato Percy senza pensare neanche un minuto alle conseguenze.

Tutto quel discorso che aveva fatto sulle varie nazioni e il fatto che mi aveva salvata, sicuramente era stato quello.


I miei pensieri furono interrotti da mio fratello che mi mise una mano sulla spalla.

"Malcom, vuoi farmi prendere un infarto!" strillai.

"Shh non urlare, dov'è l'Avatar?".

Io lo guardai, ma prima di aprir bocca la voce di Ottaviano prevalse, porgendo a me e a mio fratello la stessa identica domanda che mi era stata posta poco prima.


"Ottaviano, ero io di guardia, ma ad un certo punto è riuscito a usare i suoi poteri per liberarsi " disse Malcom, prima che potessi dire la verità.

"Tu hai fatto cosa!?" Urlò furente quest'ultimo avvicinandosi sempre di più a mio fratello.

"No fermo" lo pregai mettendomi in mezzo "…è colpa mia: ero io di guardia" continuai spaventata.

Passò neanche un secondo che mi ritrovai 5 dita rosso fuoco sulla guancia.

"Tu ragazzina insolente! Prima ci dici di aver catturato l'Avatar dell'acqua e poi lo lasci scappare così?! Che razza di di...ma del resto c'era da aspettarselo da una donna" dichiarò disgustato, poi rivolse la parola a Malcom "specialmente da tua sorella Chase".


Poi si diresse verso i cavalli per slegarli mentre io trattenevo mio fratello che bramava uno scontro con Ottaviano.

"Muovetevi" disse poi porgendoci le briglie del cavallo di Malcom.

"Torniamo nella nazione?" Azzardò a chiedere mio fratello.

"No andiamo a riprenderci il prigioniero che tua sorella ha fatto scappare" rispose acido.

"Ma è mattina; sarà già arrivato alla nazione" mi intromisi io.

"Taci!" mi rimproverò Ottaviano.

"No Ottaviano taci tu, la ragazza ha ragione e se si trova li noi siamo in netta minoranza rispetto alla nazione...torniamo a casa" disse Jason parlando per la prima volta.


"Non si ottiene niente senza combattere!" Replicò Ottaviano.

"Su questo deciderà mio padre, non hai ancora questo potere" ribatté Jason facendo partire il cavallo.

Ottaviano emise un ringhio di disapprovazione, ma lo seguì facendoci un cenno per stargli dietro.

Mi sistemai sull'unico cavallo rimasto dietro a mio fratello e continuammo il tragitto.


Malcom’s pov


Non potete immaginare quanto fossi confuso in quel momento, il mio cervello non sapeva se trasmettere in tutto il corpo la vergogna che provavo per mia sorella, la rabbia che avevo nei confronti di Ottaviano o la paura che preservavo nell’immaginare cosa sarebbe successo a me e ad Annabeth, una volta tornati a mani vuote alla nazione.


Sei arrabbiato ?” mi sussurrò la voce di mia sorella da dietro.

Forse…un po’” risposi.

Grazie per avermi difeso”.

Si però alla fine ci hai rimesso tu, perché ti sei messa in mezzo?”.

Ci fu un minuto di silenzio in cui si sentì solo il rumore degli zoccoli dei cavalli sul terreno.

Mi sembrava giusto dire la verità” disse poi con un tono che non mi convinceva fino in fondo.


Poi i cavalli si fermarono di colpo e delle frecce si impiantarono nel terreno, il cavallo di Jason si impennò e l’arciere colse il momento per scoccare una freccia che si conficcò nella spalla del ragazzo che cadde da cavallo.

Sbrigatevi, affrettiamo il passo!” urlò Ottaviano, aumentando la velocità.

Io agì di istinto, diedi a mia sorella le redini, afferrai Jason e lo aiutai a salire sul suo cavallo.


Ormai gli assalitori erano vicini: diedi un colpo al cavallo che partì al galoppo seguito da quello di mia sorella; per nostra fortuna gli assalitori erano a piedi.

Ma l’aver seminato i nostri nemici non aiutava a rendermi più tranquillo e la paura di cosa ci sarebbe accaduto aumentava costantemente, man mano che ci avvicinavamo ai confini della nazione.


  
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