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Autore: HappinessNow    08/06/2014    4 recensioni
-Quel libro è scontato.- Mi spaventai a morte e lanciai un urletto stridulo.
Lo sconosciuto si girò e… bellissimo, occhi verdi capelli scompigliati, cos’era? Un angelo venuto a salvarmi?
-Tu chi sei?- Ero sconcertata, e spaventata, e meravigliata e…
-Mi chiamo Andrew, sono del Trinity- Disse svegliandomi, sono certa che la mia bocca abbia raggiunto il pavimento.
-Del Trinity? E dici che “Cime Tempestose” è un libro scontato?- Ribadii
-Sì, ed è scontato anche il fatto che ogni volta che ti succede qualcosa di brutto, vieni qui su questo ponte, cos’è, hai dimenticato di nuovo tua sorella?-
Life is...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 1. Sconosciuto.
 
Non so perché fossi scappata da quel ragazzo. Mi ricordo soltanto che la mia fuga doveva sembrare molto Beep-Beep di Wile E. Coyote.
Sono esausta, ma nonostante ciò riesco ad arrivare a casa. Dovrò affrontare mia sorella, e chiederle scusa. Ho sbagliato io, lo so, mi sono così lasciata prendere dalla disperazione per il test, che ho dimenticato totalmente mia sorella, e questo non va bene. Mi soffermo per qualche istante sullo zerbino e sulla parola incisa sopra, ormai logora e piena di povere.
“Happiness”
Già, la mia felicità è proprio così, consumata e resa appena visibile dal tempo. Non lo do a vedere, certo, ma mi sento una merda dentro, è come se fossi un fardello, un parassita che va eliminato. E’ da quando è morto papà che mi sento così. Sono passati cinque anni, cinque orribili anni, eppure mi sembra ieri.
 
-Papà ti prego, non lasciarmi. - Mi sentivo calpestata, avevo voglia di piangere, ma avevo finito ogni singola lacrima. La mia ancora di salvezza, l’unico uomo che io abbia mai amato mi stava abbandonando.
-Hela non esser triste. Lo sai che io sarò sempre con te, nel bene e nel male, non ti abbandonerò mai, anche se non sarò presente fisicamente, ti guarderò per sempre dall’alto- Un'altra pugnalata al cuore. “Hela”, così mi chiamava lui.
-Papà…-
-Piccola, mi devi fare una promessa grande grande. - Alzai gli occhi e notai che stava cercando di allungare la mano per prendere la mia. Scattai e gliela strinsi con forza.
-Prenditi cura di te stessa e delle tue sorelle, siate felici e andate a trovare vostra madre ogni tanto. - La rabbia affiorò nel mio corpo al sol pronunciarsi del suo nome, la donna che aveva preferito una bottiglia di vodka alla propria famiglia.
E fu così che si addormentò per sempre.
*Din-Don*
Era troppo tardi per scappare di nuovo.
La porta si aprì neanche cinque secondi dopo.
-Helena!- Eryn mi strinse forte, come se non volesse più lasciarmi andare.
-Mi hai fatto preoccupare un casino, non sparire più così ti prego!-
-Scusami Er, per tutto. - Abbassai la testa incapace di sopportare il suo sguardo triste.
-Oh piccola, scusami tu.- Mi strinse a sé ancora più forte. –Entra dentro, fa abbastanza freddo fuori. - Mi cinse la vita con un braccio, invitandomi a entrare.
-Sono stanchissima.-
-Ci credo, vieni ti accompagno a letto- Nel mio stato dovevo fare proprio pietà.
-Hai bisogno di qualcosa? Non so sei stata via tanto, hai fame? O preferisci un succo di frutta? O magari..- Basta tenermi tutto dentro.
-Non ce la faccio più Er, voglio avere una vita normale. Perché non possiamo?-
Sentii le lacrime scendere calde sulle guance. In certi momenti mi sento così debole, come se un soffio di vento bastasse per abbattermi.
-Se è per quello che ti ho detto oggi, scusami non intendev..- Non le lasciai finire la frase.
-No Er! Tu hai tutta la ragione del mondo. Io mi chiedo, perché non possiamo avere una famiglia normale? Con una madre e un padre, e svolgere in nostro dovere da figlie, e non fare noi da genitori?!- Mi sentivo una tale egoista, ma dovevo dirle quello che provavo, infondo era mia sorella.
-Hele, non siamo gli unici in questo mondo ad avere una situazione familiare disastrosa, e ci sono persone che stanno peggio di noi. E’ questo ciò che ho imparato col tempo, e vorrei che anche tu lo capissi. E poi, non ce la caviamo mica male.- Aveva ragione, aveva tutta la ragione di questo mondo.
-Ti voglio bene Er.-
-Oh piccola, anche io.-
E fu così che ci addormentammo.
 
 
 
-Professore, ho intenzione di recuperare il mio voto in matematica.-
-E cosa hai intenzione di fare?- Il prof. Nolan è uno dei professori più arroganti ed odiosi di questa scuola, e ci ha provato con almeno l’80% delle professoresse. Come si può trovare attraente un professore così? Insomma è brutto ed assomiglia ad una palla da bowling , ed è un professore di MATEMATICA, la materia più odiata da tutti.
-Mi interroghi! Andrò bene!- Stavo per mettermi in ginocchio e supplicarlo.
-Assolutamente no, se non vuoi peggiorare la tua situazione, e non voglio scendere ai numeri relativi con te, anche perché un voto al di sotto di “F” non esiste. -Perché non provi ad ingaggiare qualcuno per aiutarti a recuperare? Così nel prossimo compito prenderai un voto migliore?-
-Non posso permettermelo economicamente.- Non voglio essere bocciata! NOOO!
-Arrivederci professore.-
Mentre stavo per varcare la soglia della porta, sentii un sospiro provenire dalla sua bocca.
-Senti Evans, hai dei voti perfetti in tutte le altre materie, non voglio che la mia ti rovini, quindi sarò costretto a farti un favore.-
-La ascolto- Dissi incitandolo a parlare.
-Ho un figlio che frequenta il Trinity, ed è molto bravo nella mia materia. Ti farò avere delle lezioni di recupero. Fatti trovare domani sera alle 6 a casa mia, ti scrivo la via su un pezzo di carta.- Avevo le lacrime agli occhi, oh che uomo bellissimo e gentile mi viene voglia di rotolare per la gioia.
“Strike, palla di grasso! Conquisterò il mondo! Muahahaha.”
-Grazie professore! Ci vediamo domani!- Dico con un falso sorriso prendendo il pezzetto di carta.-
-Ad una condizione!- Mi girai di scatto confusa. Oddio non vorrà mica dei servizi sessuali per questo favore, bleah.
-Mi dica.-
-Non ci provare con mio figlio.- Oddio ma perché ultimamente i mafiosi mi perseguitano! Prima mia sorella, poi il professore.
-Non si preoccupi, non accadrà mai.- Già me lo immagino il figlio del prof, una mini palla di grasso con gli occhiali e con un quaderno di matematica che porta ovunque, e avrà sicuramente un alito di fogna! Che schifo, sto riconsiderando l’idea di darmi dare ripetizioni.
 
 
-ALEEEE!- Gridai in vista della mia migliore amica.
-Hele!- mi venne incontro abbracciandomi. –Perché sei così contenta?- Mai più abbracciarla, stavo morendo soffocata!
-Il prof. Nolan ha detto che mi farà dare delle ripetizioni da suo figlio!-
-Oh che bello! Finalmente recupererai!- Perché avevo l’impressione che spruzzasse cuoricini e fiorellini profumati ovunque? –Oddio te lo immagini? Come sarà brutto questo ragazzo? Chissà se assomiglia al padre!- Disse con la sua risata principesca. Ecco perché tutti i ragazzi le cadevano ai piedi; emanava gioia ovunque. Io sembravo un punto nero in confronto a lei.
-Speriamo non gli puzzi l’alito!- Guardai l’orologio. –Ale devo scappare, vado a prendere Ellie. Ci sentiamo per messaggi!-
 
Salii sull’autobus e mi misi le cuffiette nelle orecchie, toccai con un dito “Don’t look back in anger” degli Oasis. Gran bella canzone.
 
10 Maggio 2014 17:52
Oddio stavo per suonare alla porta del mio prof di matematica. Per un secondo lo immaginai in tutina da casa intento a fare le faccende domestiche, quel pensiero semplicemente disgustoso sparì quando il mio dito si posò sul campanello.
Dopo qualche secondo la porta di aprì rivelando…
Cosa?! Stessi capelli castano scuro scompigliati, ed uno sguardo da far sciogliere perfino il ghiaccio del Polo Nord. Che ci faceva un angelo nella casa del diavolo?
-Ohh, tu devi essere la mia nuova alunna. Vedrai che ci divertiremo un mondo assieme.-
Okay stavo per collassare.
   
 
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