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Autore: LunaMoony92    08/06/2014    3 recensioni
La guerra è finita da tre anni, Harry e Ron sono lontani per l'addestramento Auror, Hermione lavora al Ministero della Magia. Fred e George continuano con il loro negozio e la vita sembra essere tornata alla norma. Ma c'è qualcosa che lega Hermione e Fred, che nessun altro sa. Lei crede di esserselo lasciato alle spalle, ma si sbaglia. Una strana pergamena li farà riavvicinare...
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Lee Jordan | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Hermione si materializzò nella cucina di casa sua. Quella giornata era finalmente finita.
Era esausta e la sua mente lavorava freneticamente, cercando di rielaborare tutte le nuove informazioni che aveva ricevuto.
Aprì il frigo per prendersi da bere e si sedette sul tavolo, come faceva di solito quando era pensierosa.
Ron forse aveva un’altra, Harry si sarebbe sposato, Fred non si era presentato alla festa.
Niente di ciò che aveva previsto era successo.
Aveva immaginato che la serata sarebbe andata male, ma non fino a quel punto. L’assenza di Fred era stata un vantaggio, ma la freddezza di Ron e la notizia di Harry l’avevano decisamente scioccata, riuscendo a rendere una giornata orribile un vero e proprio incubo.
Finì di bere il suo succo di zucca e si rese conto che non sarebbe bastato per digerire la notizia che Ron la tradiva.
Aprì lo sportello in cui teneva i liquori per gli ospiti e prese la prima bottiglia che vide. Idromele barricato. Sarebbe andato bene.
Si versò un bicchiere del liquore e tornò al suo tavolo.
Era una vecchia abitudine che non riusciva a togliersi, forse non voleva farlo: le ricordava la sua infanzia.
Vuotò il contenuto del primo bicchiere e se ne riempì un secondo. Hermione non aveva mai amato gli alcolici, il massimo che si concedeva era un goccio nelle feste o ai compleanni, ma per quella sera avrebbe fatto un’eccezione.
Ron con un’altra. L’amore della sua vita che la tradiva con chissà chi.
L’aveva visto strano, l’ultima volta che era tornato per le feste, ma aveva attribuito il tutto alla stanchezza per gli allenamenti. Le era sembrato diverso anche nelle sue lettere, sempre più rade, sempre più corte, ma aveva giustificato il tutto come una conseguenza della distanza e dello stress.
E poi, prima l’aveva evitata come la peste, tanto per citare George. Un sorriso senza gioia le increspò le labbra. Aveva proprio ragione George questa volta.
Lo immaginava da tempo che qualcosa non andasse, ma non l’aveva mai voluto ammettere a se stessa.
Ormai non poteva più fingere, doveva affrontare la realtà. Ma cosa avrebbe fatto?
Avrebbe chiesto a Ron spiegazioni? O avrebbe fatto finta di nulla? Qual era la cosa giusta da fare? O meglio, esisteva una cosa giusta da fare?
Vuotò il secondo bicchiere e sentì la testa girarle leggermente.
“Meglio scendere dal tavolo” pensò.
Aprì lo sportello per posare la bottiglia e vide sbucare dal cassetto sottostante, un foglio di pergamena ingiallito. Stava per richiuderlo, quando capì di che foglio si trattava.
Era la pergamena di Fred.
La loro pergamena. Senza pensarci, la aprì. 
C’erano dei messaggi.
“Non mi hai più risposto, non è così che funziona. Le cose si affrontano  e si discutono.”
A cosa si riferiva Fred? Ah, si! La loro ultima discussione. Lei non aveva più risposto alle domande di Fred sul perché stesse piangendo.
“Non lo so nemmeno io perché” urlò, gettando la pergamena nel cassetto.
“Non lo so, non lo so perché!” si sedette a terra, con le spalle contro il muro e iniziò a piangere.
Piangeva per Ron, piangeva perché si sentiva in colpa, piangeva perché si sentiva sola, piangeva perché sentiva di avere bisogno di Fred ed era tutto terribilmente sbagliato.
 
 
 
 
“Fratellino, sono tornato!” disse George rientrando nell’appartamento che condivideva con il fratello.
“Freddie! Dove ti sei cacciato?”
Fred era completamente sbronzo, sdraiato per metà sul divano e per metà sul tappeto.
“Ma come ti sei ridotto? Non posso lasciarti solo che ti trasformi nello zio Billius?” disse George, con un tono di voce volutamente alto.
“Sta un po’ zitto! Ho mal di testa!” riuscì a sbiascicare Fred.
“Chissà perché! Ti sei scolato una bottiglia di Fire Whiskey!” disse George, mentre sfilava dalle mani del fratello la bottiglia ormai vuota.
“Allora, non vuoi sapere com’è andata?”
Fred mormorava insulti contro il fratello, intimandogli di stare zitto.
“Ok, ok ti dico tutto, se insisti” continuò George, ignorandolo completamente.
“Allora, Ronnino piccino è stato più freddo di un ghiacciolo stasera, non si sono neanche baciati. La mamma era così felice di vederlo che non ha nemmeno fatto storie sulla tua assenza.”
“Non ti ho chiesto nulla io, lasciamo in pace.” disse farfugliando Fred.
“Adesso arrivo a lei non essere impaziente. Le ho chiesto se avesse notato che mancavi tu e mi ha gentilmente mandato a quel paese. Si vede che ti ama fratello!” disse ghignando George.
Stava per continuare, ma un cuscino lo colpì in pieno viso.
Fred si era alzato barcollando ed era andato in bagno a vomitare.
“La prossima volta vieni anche tu, così magari concludi qualcosa con la Granger!” gli urlò George, scappando nella sua stanza.
“Sei uno stronzo!” gli rispose Fred tra un conato e l’altro, ma stava sorridendo.
Ron era freddo con Hermione. Non era mai stato bravo a nascondere le cose e un allontanamento così repentino poteva voler dire solo che aveva qualcosa da nascondere.
Negli anni passati, infatti, Ron era stato tutt’altro che freddo con Hermione. Dopo l’imbarazzo che c’era stato all’inizio della loro relazione, Ron aveva preso coraggio e, per il gusti di Fred, si dimostrava anche TROPPO affettuoso con lei.
“Lui non se la merita.” disse tra sé e sé.
Poi si guardò allo specchio.
“Forse non me la merito nemmeno io.”
 
 
 
 
Hermione era a letto e non riusciva a dormire. La faccia di Ron e quella di Fred continuavano a sovrapporsi nei suoi pensieri facendola agitare. Stanca di girarsi nel letto, scese in cucina a cercare la pozione SonnoSenzaSogni.
Il suo pensiero andò alla pergamena. Qualcosa di inspiegabile le diceva che doveva rispondere a Fred, senza aspettare ancora.
Scosse la testa, era uno sbaglio. Che senso avrebbe avuto? A cosa sarebbe servito?
La sua scorta di pozione era finita e per prepararne una dose, servivano almeno 2 ore.
“Ok, io ci ho provato” disse le ragazza e tornò nella sua camera,  decisa a dormire almeno qualche ora prima di andare a lavoro.
 
 
 
 
 
Fred era a letto e non riusciva a dormire. La faccia di Hermione che baciava Ron continuava a riempire i suoi pensieri facendolo agitare. Stanco di girarsi del letto, si alzò. Aprì il cassetto del comodino per controllare la pergamena. Magari Hermione aveva risposto.
La aprì e, deluso, la richiuse subito. Nessuna risposta, niente di niente. Spense la luce e si rassegnò al fatto che per quella notte non avrebbe chiuso occhio.
 
 
 
 
Erano le 05:00 e il sonno tanto agognato non era ancora arrivato. Il pensiero della pergamena e delle parole di Fred si era fatto posto tra quello del tradimento di Ron e del matrimonio di Harry. Impossibilitata a fare qualcosa per quegli ultimi due pensieri, decise di mettere a tacere quello su cui poteva agire.
Tornò in cucina, intinse la sua piuma color porpora nell’inchiostro e iniziò a scrivere la sua risposta.
“Non mi è successo niente di che. Mi sono sorpresa solo del fatto che dopo tutti questi anni ancora riesci a capire quando c’è qualcosa che non va o ti nascondo qualcosa e mi è venuto da piangere. Sarà stato tutto il discorso che stavamo facendo, sarà che mi ritrovo a pensare a come sarebbe la mia vita se avessi fatto scelte diverse. Comunque sia, è tutto ok, non ti preoccupare e scusami per il ritardo della risposta. Buonanotte.”
Stava rileggendo un’ultima volta il messaggio, quando notò che alcune lettere stavano già spuntando sotto ciò che aveva appena scritto.
“E perché mi hai evitato per due giorni e se ti cercavo non rispondevi?”
“Ho avuto da fare.”
Risposta rapida e lapidaria. Hermione chiuse la pergamena.
Era stata una pessima idea scrivere a Fred. E poi perché lui aveva risposto immediatamente, come se stesse aspettando solo quello?
Hermione chiuse gli occhi e desiderò di essere rimasta in Australia con i suoi genitori. Quanti problemi avrebbe evitato.
 
 
 
 
 
La prima settimana di vacanza di Ron era passata in fretta. Aveva passato la maggior parte del tempo alla Tana ed era andato a trovare Bill a Villa Conchiglia dove era rimasto per due giorni.
Molly gli aveva chiesto più volte se con Hermione andasse tutto bene.
Solitamente, quando tornava nei periodi di vacanza, passava la maggior parte del tempo con lei, facendosi vedere a casa soltanto per qualche pranzo. Tutti avevano notato che c’era qualcosa di strano nel suo comportamento e come dargli torto? Qualcosa c’era, ma Ron non ne aveva parlato con nessuno, nemmeno con Harry. Due mesi fa, quando era tornato a casa per le vacanze, si era reso conto che i sentimenti nei confronti di Hermione erano cambiati. All’improvviso si  sentiva in imbarazzo a rimanere solo con lei o a tenerle la mano in pubblico e non sapeva spiegarsi il perché. Forse era solo colpa della lontananza a cui erano costretti ormai da tempo, ma sentiva che niente era più come prima.
Durante gli altri giorni di vacanza, Ron si era sforzato di comportarsi come al solito per evitare di rovinare le feste alla sua famiglia ed a Hermione. Tutti si aspettavano che quando avesse finito l’accademia si sarebbero sposati, ma lui, in quel momento, non si sentiva più sicuro di niente.
Da quando era tornato all’Accademia, non aveva smesso di pensarci, finendo per escludere Harry e passare molto tempo da solo. Hermione nelle sue lettere era sempre la solita dolce ragazza che gli scriveva che gli mancava e che lo amava, ma Ron non poteva fare a meno di pensare che qualcosa in lui fosse cambiato.
La sera che era tornato, una settimana prima, era deciso a parlarle, ma vedendola aveva subito cambiato idea.
Hermione gli aveva offerto di andare a stare da lui ma aveva rifiutato, con la scusa che Molly lo volesse vicino. Ma dopo una settimana di fuga, quella sera si sarebbero visti e Ron era deciso a chiarire la faccenda una volta per tutte.
 
 
 
 
Dopo una settimana in cui Ron aveva reclinato ogni invito di Hermione, finalmente quella sera si sarebbero visti. Hermione si sentiva agitata. Aveva deciso che avrebbe chiesto a Ron se era vero che la tradiva, non sopportava di non sapere.
Si stava mettendo il giubbotto, quando Ron suonò il campanello. Appena la vide, rimase senza fiato.
“Sei bellissima Herm” disse imbarazzato.
La ragazza arrossì e lo fece accomodare.
“Allora, dove vuoi andare stasera?” disse lui, un po’ nervoso.
“Non lo so, credevo che andare a mangiare qualcosa a Diagon Alley non sarebbe una cattiva idea, no?”
“Ok, allora. Se sei pronta, andiamo.”
Hermione chiuse la porta e, dopo aver preso la mano di Ron e averla stretta saldamente alla sua, si smaterializzò.
Passarono una serata tranquilla, come non gli succedeva da ormai tanto tempo. Hermione era piena di attenzioni verso Ron e questo lo sorprese piacevolmente. Forse, dopotutto , si sbagliava.
Decisero di materializzarsi qualche isolato più lontano dalla casa di Hermione, per poter fare una passeggiata e parlare un po’. Hermione guardava Ron. Non poteva credere che lui l’avesse tradita, non ci voleva credere, ma non poteva vivere col dubbio. Così prese il coraggio a due mani e disse:
“Ron, ho notato che sei strano con me in questi giorni. Mi stai evitando, così  mi sono chiesta se c’è qualcun’altra.”
Il tono di Hermione era innaturalmente calmo e lento, come se la sua voce fosse stata registrata.
Ron strabuzzò gli occhi.
Hermione gli stava davvero chiedendo se avesse un’altra. Certo, Hermione non era una stupida e aveva notato il suo allontanamento. Avrebbe voluto dirle la verità, che si sentiva confuso e che non sapeva bene cosa provasse per lei, ma poi, dopo averla guardata negli occhi, vedendola triste e fragile come poche volte era successo, non ne ebbe la forza.
“Ma cosa ti salta in mente! Io, un’altra? Non lo farei mai, Herm. Credevo ti fidassi di me.” le disse.
“Io, io mi fido di te. E’ solo che, sei così freddo con me e le tue lettere…” disse balbettando la ragazza.
“Sono solo molto stanco Hermione, davvero. Non potrei mai tradirti.”
Ed era vero. Ron aveva amato per anni Hermione, senza nemmeno rendersene conto  e, anche se adesso non ne era più tanto sicuro, certo era che non l’avrebbe mai tradita.
Rincuorata dalle sue parole, lo prese per mano e insieme tornarono a casa.
“Dormi con me stanotte?” gli disse.
“Devo andare da Bill, ha bisogno di aiuto per dei lavori. Tornerò presto però, te lo prometto.”
Le diede un lieve bacio a fior di labbra e, girando su se stesso, svanì nella notte.
Hermione sospirò.
Ron non la tradiva, ma lei sentiva che c’era qualcosa di diverso in lui.
“Sarà che ho solo paura di perderlo.” pensò e, un po’ più serena dei giorni precedenti, andò a dormire.
  
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