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Autore: Koori_chan    09/06/2014    2 recensioni
[L’Ottobre del 1703 era uno dei più caldi che la gente di Londra ricordasse.
Per strada i bambini correvano scalzi schiamazzando senza ritegno, e sul mercato si vendeva ancora la frutta dell’estate; il sole, che già aveva incominciato la sua discesa verso l’orizzonte, illuminava i dock di un’atmosfera tranquilla, pacifica, quasi si fosse trattato di un sogno intrappolato sulla tela di un quadro.]
Quando un'amicizia sincera e più profonda dell'oceano porta due bambine a condividere un sogno, nulla può più fermare il destino che viene a plasmarsi per loro.
Eppure riuscirà Cristal Cooper, la figlia del fabbro, a tenere fede alla promessa fatta a Elizabeth Swann senza dover rinunciare all'amore?
Fino a dove è disposta a spingersi, a cosa è disposta a rinunciare?
Fino a che punto il giovane Tenente James Norrington obbedirà a quella legge che lui stesso rappresenta?
E in tutto ciò, che ruolo hanno Hector Barbossa e Jack Sparrow?
Beh, non vi resta che leggere per scoprirlo!
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elizabeth Swann, Hector Barbossa, James Norrington, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Sesto~





La prima cosa a cui Elizabeth Swann aveva dovuto abituarsi una volta giunta a Port Royal era stata la luce.
Irriverente, dispettosa, regina indiscussa di ogni momento, la luce riempiva con prepotenza le giornate, costringendo Swann e il suo seguito ad adeguare al caldo umido della Jamaica le loro abitudini.
Tutto a Port Royal era diverso, inatteso, nuovo.
Il clima non aveva nulla a che vedere con i piovosi pomeriggi di Londra, la sabbia fine e bianca si lasciava trasportare pigramente dalla brezza in arrivo dal mare, rincantucciandosi negli angoli delle strade e accarezzando le palme, alte e sinuose sotto la loro corona di foglie verdi e lucide.
Il cielo terso e limpido della bella stagione era riuscito ad ammorbidire addirittura le preoccupazioni del Governatore, che aveva acconsentito affinchè sua figlia potesse, di tanto in tanto, abbandonare la grande villa sulla sommità della collina per scende in paese a giocare con la figlia dei Cooper.
Per Cristal Port Royal rappresentava il realizzarsi di un sogno: le stradicciole silenziose della città, più piccola e tranquilla della vecchia Londra, si erano rivelate perfette per i suoi giochi; spesso, quando Will finiva il suo turno di lavoro, i due uscivano a giocare e assieme perlustravano il borgo, facendo lunghe passeggiate sulla spiaggia o spingendosi in avanscoperta fino al Forte, dove soldati e marinai si affaccendavano a tutte le ore del giorno e della notte.
La figlia del fabbro adorava il Forte: il blocco centrale dell’edificio, adibito a quartier generale della Marina, era interdetto ai civili, ma l’accesso alla grande terrazza adiacente era libero, e per i ragazzi era un luogo perfetto dove trascorrere qualche ora in attesa che il caldo del mezzogiorno iniziasse a scemare.
Da lì si aveva una vista mozzafiato su tutta la baia, mentre i gabbiani facevano a gara di velocità lanciandosi in picchiata giù dallo strapiombo.
Spesso si dava appuntamento con Elizabeth proprio in quel luogo, e insieme ridiscendevano la strada che portava in paese chiacchierando animatamente e inventando mille avventure, seguite e controllate dall’occhio vigile del giovane Howard Smith, recentemente promosso a guardia del corpo di Miss Swann.
Fu proprio durante uno di quei pomeriggi di attesa che Cristal espresse per la prima volta il desiderio di imparare a tirar di scherma.
William avrebbe lavorato con suo padre fino al calar del sole, così Cristal si era data appuntamento con Elizabeth allo scoccare delle quattro, nella piazza di fronte alla chiesa. Stufa di attendere in casa, aveva ottenuto il permesso di fare una passeggiata fino al Forte e, baciata sua madre su una guancia, era schizzata via nell’afa del pomeriggio.
Portò con sé un vecchio libro che ormai sapeva a memoria e quando giunse in vista del Forte accelerò il passo, ben decisa a sedersi accanto al parapetto per leggere in tranquillità.
Quando però fece capolino dal colonnato si accorse di non essere sola: James Norrington era in piedi al centro della terrazza, nella mano destra una spada sottile e affilata.
Si muoveva lentamente, con precisione, come in una danza, e la ragazzina comprese che doveva star studiando qualche figura del combattimento. Quell’eleganza la affascinava e la incantava, e fu per questo che dimenticò completamente ciò che si era prefissa di fare, rimandendo invece imbambolata accanto a una colonna, all’ombra del porticato.
Fu solamente dopo alcuni minuti di allenamento che il Tenente si accorse di lei e arrossì in maniera vergognosa.
- Ah! Miss Cooper, non… non vi avevo sentita arrivare! – esclamò, imbarazzatissimo.
- Siete lì da molto? –
Cristal scosse la testa, salutandolo con un lieve inchino. Da quando erano arrivati a Port Royal non avevano più avuto modo di discutere di pirati e affini, e il loro rapporto era tornato a somigliare a quello instaurato al compleanno di Elizabeth: rispetto, curiosità e complicità.
- Solo un paio di minuti… Siete davvero bravo, Tenente! – si complimentò muovendo qualche passo in sua direzione.
Il ragazzo fece spallucce e le rivolse un sorriso gentile.
- Sono solo semplici esercizi per mantenermi allenato… - spiegò con modestia.
Un sorrisetto gli si dipinse sulle labbra quando notò il guizzo di curiosità negli occhi della ragazzina.
- Mi piacerebbe tantissimo saper maneggiare una spada… - sospirò la figlia del fabbro con aria sognante.
Norrington si guardò intorno e notando che la terrazza era deserta si chinò verso la bionda, abbassando la voce in tono confidenziale.
- Se volete posso insegnarvi le basi… -
- Davvero lo fareste?! – esclamò Cristal come se le avesse offerto in dono la luna.
Quello scoppiò a ridere e le porse l’arma con cui si stava allenando.
- Fate attenzione, è molto affilata… - la ammonì.
Cristal gli rivolse uno sguardo colmo di stupore e gratitudine assime, poi afferrò la spada e la soppesò con cautela.
- E’ leggera… - osservò, le guance rosse dall’emozione.
- Adesso mettetevi in posizione di guardia e puntate la spada verso di me… - la istruì, indicandole la postura corretta e prendendo la punta della lama fra le dita, per guidarla nella giusta direzione.
Le insegnò alcune figure fondamentali e abbastanza semplici, divertito dall’entusiasmo con cui la bambina eseguiva ogni movimento, ma ben presto una voce sconosciuta li costrinse ad abbandonare il bizzarro allenamento.
- Buongiorno James! –
Cristal si voltò di scatto, paonazza, e nascose la lama dietro alla schiena, terrorizzata dall’eventualità che qualcuno potesse vederla impegnata a tirar di scherma.
Norrington fu svelto a riappropriarsi dell’arma e a rinfoderarla.
- Salve, Lucas! – salutò all’indirizzo di un giovane non molto alto, dagli occhi e i capelli castani.
Cristal lo squadrò da capo a piedi, infastidita da quell’interruzione. Sapeva benissimo che non avrebbe avuto altre occasioni di esercitarsi con la spada, e sperava che quell’idilliaco momento in compagnia di James dovesse non finire mai, ma a quanto pare quel Lucas aveva sentito un bisogno impellente di rovinare tutto.
- Bigodino… - biascicò fra i denti nel notare la sua divisa rossa da sottoufficiale. Lo odiava già.
Lo sconosciuto emerse dal colonnato con un grande sorriso amichevole stampato sul volto.
- Buongiorno signorinella… - la salutò.
- Miss Cooper, permettetemi di presentarvi Lucas Gillette, un mio… caro amico d’infanzia… - lo introdusse Norrington, sebbene alla ragazzina fosse parso che avesse esitato nel definirlo amico.
- Lucas, questa è Cristal Cooper, la figlia del fabbro nonché cara amica di Miss Swann! – terminò le presentazioni con l’aria di chi avrebbe voluto essere in qualsiasi altro luogo eccetto quello.
- Quale onore, Christine! E che ci fai tutta sola al Forte? Oh, quel libro è per James? – domandò, chinandosi per raggiungere la sua altezza.
- Ehm… E’ Cristal… - gli fece notare, lievemente infastidita.
- E comunque il libro è mio. So leggere. – si sentì in dovere di specificare all’espressione stupita del marinaio.
Non le piaceva affatto il modo in cui si rivolgeva a lei, aveva l’impressione che la trattasse come una poppante. Certo,  solitamente i bambini ottenevano ben poche attenzioni, ma così era diverso, e dannatamente irritante.
- Ah, abbiamo a che fare con un piccolo genio! Anche James era così! Pensa che aveva solo tredici anni quando è partito per seguire i corsi a Londra! Tenente a soli diciotto anni… Sono certo che se quei dannati pirati non avessero massacrato i tuoi, ora tuo padre sarebbe davvero fiero di te, James! – esclamò, battendogli una sonora e sgraziata pacca sulla spalla.
Il gelo calò improvvisamente sulla terrazza.
Cristal alzò lo sguardo su Norrington, che lo puntò verso il mare.
Quella era una cosa di cui la giovane non era a conoscenza.
- Che c’è? Ho detto qualcosa di sbagliato? Oh, chiedo scusa, Cristal, ma non devi avere paura dei pirati… Qui a Port Royal non se ne vedono da secoli… - continuò Gillette, ingenuamente.
- Io non… - ribatté la bionda.
Avrebbe voluto dirgli che lei non aveva alcuna paura dei pirati, anzi! Eppure lo sguardo di James la ridusse al silenzio. Ora come ora la sola idea di salpare su una nave dalla bandiera nera la faceva sentire l’ultimo verme sulla faccia della terra.
Era dunque per questo motivo che James detestava tanto la pirateria!
Avrebbe voluto dire qualcosa, qualsiasi cosa per sbloccare quella situazione imbarazzante, ma non le veniva in mente nulla di conveniente.
Furono quattro sordi rintocchi di campana a salvarla.
- Sono già le quattro! Sono in ritardo! – esclamò muovendo qualche passo verso il colonnato.
- E’ stato un piacere, Signor Gillette! – mentì spudoratamente con un piccolo inchino.
- Tenente Norrington… - salutò poi, la luce nei suoi occhi spezzata dalle iridi velate del ragazzo.
- Buona giornata Miss Cooper, portate i miei saluti alla vostra famiglia… -  replicò educatamente.
La bambina annuì e con un sorriso imbarazzato si precipitò di corsa fino al luogo dell’appuntamento.
- Cristal! Stai bene? – domandò Elizabeth andandole incontro, Howard in piedi a qualche passo da lei.
- Sei bianca come un lenzuolo! – aggiunse in spiegazione.
La figlia del fabbro puntò lo sguardo a terra e la prese per mano, muovendo qualche passo lontano dalla guardia del corpo.
- Credo di… Norrington… Io… Se l’avessi saputo non avrei… - balbettò, ancora in imbarazzo.
- Cosa? – incalzò Lizzie.
- I suoi genitori. Perché non me l’hai detto? Oddio, gli ho detto cose terribili e lui… -
A quel punto la giovane Swann parve comprendere.
- Come l’hai saputo? Te l’ha detto lui? – si informò, seria come non mai.
Cristal scosse la testa.
- E’ stato un tizio, un certo Gillette… -
Elizabeth sospirò e si voltò per sincerarsi che Howard non fosse a portata d’udito. In ogni caso, per non rischiare, abbassò la voce e si avvicinò ulteriormente all’amica.
- Ascoltami bene, d’accordo? Questa è una storia di cui James non ha piacere che si parli, ma a questo punto non ha senso tenerla nascosta. Dopotutto qui a Port Royal tutti la conoscono… - incominciò, guadagnandosi la totale attenzione della biondina.
- Il padre di James, l’Ammiraglio Norrington, era un vecchio amico di mio padre. Fu trasferito a Port Royal alle dipendenze del vecchio Governatore, e sua moglie partì con lui. James nacque in questo luogo, dove visse fino all’età di tredici anni. Fu allora che suo padre riuscì a farlo imbarcare per Londra, dove iniziò a seguire i corsi per Ufficiali. Mio padre si offrì di garantire per lui e gli mise a disposizione un nostro vecchio possedimento poco lontano da casa nostra. Per quanto ho memoria James ha sempre fatto parte della nostra famiglia, in un certo qual modo. All’inizio eravamo gli unici che conoscesse a Londra, nonostante non ci avesse mai visto di persona. Due anni dopo il suo arrivo a Londra i Norrington decisero di venire a trovarlo, approfittando, credo, della scusa di una visita di cortesia a mio padre. A cinque giorni dalla partenza la loro nave fu attaccata dai pirati e tutti i viaggiatori furono massacrati senza pietà. Pochi sopravvissero all’attacco, e qualcuno si premurò di scrivere una lettera a James per comunicargli l’accaduto. Non lo ha mai fatto pesare in alcun modo, ha sempre tenuto tutto quanto dentro, ma persino io mi ero accorta di quanto soffrisse. Dopotutto aveva solamente quindici anni… - spiegò con un sospiro.
Cristal si morse un labbro, mortificata.
- E’ per questo che detesta tanto i pirati… - osservò.
Elizabeth annnuì, lo sguardo spento da ricordi spiacevoli.
- E’ sempre stato uno studente brillante, ma tutti ci siamo accorti che da quel giorno il suo impegno è aumentato notevolmente. Credo che non avrà pace finchè la pirateria non sarà solo un ricordo… -
Ci fu un lungo e denso momento di silenzio, poi Cristal decise di cambiare discorso.
- Sai, oggi mi ha insegnato a tirar di scherma! – esclamò, il suo solito sorriso di nuovo ad illuminarle l’espressione allegra e vispa.
- Chi, James? – Elizabeth, proprio come l’amica, parve dimenticare quella brutta storia e strabuzzò gli occhi, stupita dalla notizia.
- Ah, Lizzie, è divertentissimo! – cinguettò l’altra, mimando le mosse che il Tenente le aveva appena insegnato.
A quel punto un rumore di passi prese a risuonare sul selciato.
- Hey, Cris! Da quando sai combattere? – Will se ne stava in piedi alle loro spalle ed esibiva un sorrisetto divertito.
- Da oggi! In guardia, Turner! Ti sfido a duello! – e, ridendo, fece un piccolo affondo e gli punzecchiò i fianchi, mentre l’apprendista fabbro cercava di scansarsi ed Elizabeth faceva il tifo un po’ per l’una e un po’ per l’altro.
Come al solito, un buon gioco era stato in grado di far dimenticare loro ogni preoccupazione…
Quella sera stessa, a cena, Cristal aveva il profondo desiderio di imparare a tirar di scherma come si deve, adducendo la scusa che per un buon pirata era d’obbligo saper maneggiare una spada e che quella era un’occupazione che anche Will avrebbe volentieri intrattenuto. Marion aveva inarcato un sopracciglio, neanche poi troppo stupita dallo zelo che la figlia mostrava nei confronti di attività prettamente maschili, ma non era riuscita a imporsi sul marito che, divertito dalla prospettiva, si era subito offerto come insegnante di scherma per i due ragazzini.
- Jim, se in paese dovessero venirlo a sapere… - aveva argomentato la donna, severa e un po’ preoccupata dall’eventualità.
- Marion, sono solo dei bambini che vogliono divertirsi un po’! Nessuno farà obiezioni, stai tranquilla… -
E così, fra gli allenamenti di scherma segreti tenuti ogni giorno nel retrobottega e le passeggiate in riva al mare dove Will insegnò a Cristal a nuotare, fra i pomeriggi trascorsi con Elizabeth nei quali le due avevano finito per rendere il giovane Howard parte dei loro giochi e le ore trascorse in tranquillità al Forte in cerca di un po’ di frescura, due anni passarono veloci e più o meno tranquilli.
Spesso Cristal, di ritorno dal mercato assieme a sua madre, incontrava Joshamee Gibbs e si fermava a scambiare qualche parola.
Adorava quando l’uomo le raccontava le sue storie piene di avventure e di pirati, e anche Marion sembrava apprezzare la fantasia del marinaio.
Immancabilmente, la ragazzina riproponeva la narrazione ad Elizabeth, e insieme si divertivano ad impersonare i protagonisti delle varie avventure.
Era capitato che il Tenente Norrington le avesse sorprese nel bel mezzo di un arrembaggio, e se la figlia del Governatore decideva saggiamente di far finta di niente e sospendere il gioco, la stessa saggezza non si poteva certo attribuire a Cristal.
Testarda, aveva finito per convincersi del fatto che l’astio di Norrington nei confronti della pirateria fosse eccessivo e privo di qualsivoglia discernimento.
- Non tutti i pirati sono uguali, non tutti sono malvagi! – argomentava sempre, già sul piede di guerra, mentre l’amica tratteneva il respiro, incapace di frapporsi fra i due.
- In base a quale esperienza pronunciate simili giudizi, Miss Cooper? – ribatteva Norrington con scherno.
- Quando diventerò un pirata tratterò i nemici con rispetto e giustizia!- spiegava la ragazzina, quasi si trattasse di una sorta di promessa solenne.
- Quando diventerai…! Ti rendi conto di quello che dici?! –
- Prima o poi dovrai darmi ragione! - e finivano entrambi per perdere le staffe e passare dal voi a un ben meno rispettoso tu.
In tutto quello il giovane Howard non poteva fare a meno di ridacchiare sommessamente.
- Che c’è da ridere? Non starai mica dalla parte di quello là! – sbottava la ragazzina, ormai era entrata in confidenza con la guardia, quando il Tenente se ne andava.
Quello si toglieva sempre il cappello e, arrossedo appena, si passava una mano fra i corti capelli pel di carota.
- Fra te e Norrington non so davvero chi la spunterà! – commentava mentre, con un occhiolino all’indirizzo di Elizabeth, faceva scoppiare entrambe in una risata liberatoria.
Nessuno di loro, né Cristal, né Elizabeth, né Howard, né tantomento Norrington, sotto il sole cocente dell’estate giamaicana, avrebbe mai potuto immaginare che, a distanza di tre anni, quelle risate sarebbero state solamente un ricordo amaro e lontano…












 
Note

Buonsalve a tutti!
Lo so, in questo capitolo non succede assolutamente niente. Non vogliatemente, è che per questa storia ho da mettere tanta di quella carne al fuoco che ho bisogno di un po' di capitoli per non incasinare tutto quanto.
Il "protagonista" di questo capitolo, bisogna dirlo, è Norrington, del quale scopriamo qualcosina di più. Mi diverto tantissimo a scrivere di lui, e adoro vederlo sotto luci diverse. Ad esempio questo suo slancio di umanità nel far giocare Cris con la sua spada... Molto poco Norrington, direte voi.
Beh, sono d'accordo. Ma James ha moltissimi lati nascosti che emergeranno pian piano, e dopotutto qui è poco più che un ragazzino, anche se spesso lui è il primo a dimenticarsene...
In più è spuntato il caro(???) Gillette, un personaggio che combinerà diversi pasticci nella nostra storia!
E Howard... Oh, per colpa di qualcuno mi sono innamorata del caro Howard, temo lo rivedremo presto! XD
Come ho subdolamente insinuato nel finale, però, le cose non sono destinate a procedere tranquillamente come è successo finora, e già dal prossimo capitolo una gran bella tempesta inizierà a profilarsi all'orizzonte...
A proposito, sta per entrare in scena, anche se indirettamente, il personaggio che tutti aspettiamo(?).
Grazie mille a chi legge, recensisce ecc... Chiedo scusa se la faccenda qui procede a rilento, ma sono esigenze di copione... T.T
In ogni caso vi voglio bene, sappiatelo. <3
Alla prossima marea! ~

Kisses,
Koori-chan
  
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