Anime & Manga > Captain Tsubasa
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Autore: hikarisan    10/06/2014    2 recensioni
“Io ti amo Sanae, ma non è giusto chiederti di stare insieme. Non adesso.”
Tsubasa si dichiara a Sanae dopo essersi battuto con Kanda, ma non tutto va per il verso giusto. Loro due non si mettono insieme. Cosa succederà allora alla manager ed al capitano?
La storia è ambientata ai giorni nostri, dove la tecnologia ha preso il sopravvento.
Genere: Commedia, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“… E ti dicevo, sei ancora in tempo per le borse di studio, hai voti alti, il tuo ingresso sarebbe solo una formalità.”
 
“Kojiro, la pianti di fuorviare il nostro centrocampista?”
 
“Parliamoci chiaro, Taro crescerebbe di più sotto la nostra guida, e la Toho è una delle scuole più prestigiose di Tokyo.”


“Allora dovrebbe prendere la scuola di Misugi, quella sì che è ottima.”
 
Erano da quando si erano visti che battibeccavano sulla questione Misaki; Kojiro insisteva che dovesse considerare l’opportunità che la Toho offriva ai calciatori promettenti come lui, mentre Sanae insisteva che a Nankatsu si sarebbe trovato meglio, e che inoltre avrebbe dovuto prendere le redini della squadra una volta che il capitano avesse lasciato l’incarico. Ovviamente Taro già aveva le idee chiare al riguardo, ma il quartetto Toho non demordeva.
 
“Anego, solo perché tu non hai preso in considerazione la nostra proposta non significa che non possa farlo lui.”
 
“Avete paura di perdere senza Misaki?”
 
“Meglio amico che nemico.”
 
“Ora basta guerra, Taro sceglierà ciò che vuole.”
 
Misugi si frappose fra i due prima che la situazione degenerasse. Meno male che era un’uscita comunitaria, o con Hiyuga se le sarebbero date di santa ragione, con i caratterini che si ritrovavano. Si erano trovati in un localino del centro di Tokyo dopo cena, per bere qualcosa in compagnia e scambiarsi quattro chiacchiere, dopodiché Misaki sarebbe ritornato in hotel dove alloggiava con il padre, mentre le ragazze sarebbero andate a dormire da Yayoi.
 
“Come stanno gli altri giù a Nankatsu?”
 
“Oh, chi li ammazza quelli. Tutti meravigliosamente, soprattutto quando si parla di oziare… E sparlare.”
 
“Quante me ne hanno tirate dietro quando hanno saputo che volevo provare a soffiargli un giocatore?”
 
“Ancora ce l’hanno con te.”
 
“Ishizaki mi chiama tre volte al giorno per sapere se cambio idea, se proprio lo volete sapere.”
 
Povero Taro, era sull’orlo dell’esasperazione. Aveva tolto la suoneria al cellulare pur di non sentirli con la solita cantilena. Da questo punto di vista, Kojiro, Ken, Takeshi e Kazuki erano stati di sicuro più leali.
 
“Motivo in più per venire da noi.”
 
“Ricominci Kojiro?”
 
“Ce la fate a stare dieci minuti senza discutere? Kojiro, tu la volevi come manager della squadra poi!”
 
“Scherzi Misugi? Hai presente le divise e l’organizzazione della loro squadra? Noi andiamo in giro con tute spiegazzate e siamo sempre gli ultimi a fare e a sapere le cose.”
 
“Merito nostro, ovvio.”
 
Yukari non esagera, se non fosse per noi, quegli undici scapestrati si presenterebbero nudi alle partite, o non si presenterebbero proprio.
 
“Manager, li avete abituati male voi.”
 
“Si dovranno disabituare, forse né io né Yukari seguiremo la squadra alle superiori.”
 
“Davvero, e perché?”
 
“Io e Sanae vorremmo provare altri club.”
 
“Fantastico, abbiamo la Nankatsu in pugno… Taro, se ti segni a Tokyo possiamo anche sperare che non vengano proprio alle partite.”
 
“Ma quanto li gufi Ko?”
 
Scoppiarono tutti quanti a ridere, sapendo che Kojiro tutti i torti non li aveva. Ringraziò mentalmente tutti per aver evitato l’argomento Tsubasa; probabilmente Misugi e Misaki avevano semplicemente evitato, mentre Kojiro aveva probabilmente minacciato i suoi amici di non uscirsene con qualsiasi argomento che implicasse più di due, tre parole sul capitano. Decisero di fare un giro per il centro, prima che si facesse troppo tardi. Cominciò a battibeccare con Kojiro come al solito, e si distanziarono un po’ dal resto del gruppo.
 
“… Come va con il decerebrato?”
 
“Hai grande stima del capitano della Nazionale.”
 
“Dal punto di vista calcistico nulla da eccepire. Sul lato sentimentale è carente però, te l’ha sempre dimostrato, e tu non hai voluto vedere.”
 
“Grazie Kojiro, tu sì che sai come tirarmi sul il morale.”
 
“Non ti sto tirando su il morale, ti sto aprendo gli occhi. Sei una ragazza così intelligente, vuoi davvero continuare a vivere un amore a metà? Al signor capitano si è risvegliato il tarlo della gelosia, ma con che diritto la esercita? Se ne è sempre sbattuto le palle, ora che parte decide che, FORSE, è il caso di dirti che ti ama, ma non abbastanza. Avrà anche due gambe d’oro, ma ha il cervello di un bradipo ed il cuore di una pietra.”
 
“Sei in vena di complimenti oggi.”
 
“Non sto scherzando Sanae.”
 
“L’ho capito Kojiro, da quando ha chiarito ho deciso di metterci una pietra sopra. Esiste solo Sanae ora.”
 
“Sanae, allontanati dalla squadra di calcio, per l’amor del cielo! Tutto lì ti ricorderà Tsubasa, e per quanto tu voglia bene a quei ragazzi, te ne devi staccare.”
 
“… No, questo non lo trovo giusto. Rimarrò lì, ma non seguirò la squadra di calcio. Il bene che voglio ad ognuno di loro prescinde da Tsubasa, e lo stanno capendo. Quando lui se ne andrà tutto andrà meglio.”
 
“… Già è qualcosa. Confida in Taro, saprà stupirti, anche se è il miglior amico di quella capra… Una volta che il capitano parte, Taro Misaki sarà una figura a sè… Non che lui sia più maturo in fatto di sentimenti, da quel poco che so ha lasciato una ragazza a Parigi senza dirle nulla riguardo i suoi sentimenti, ma sono solo voci di corridoio, non so come sia andata la cosa… Però Taro non ha conosciuto la madre, quindi questo sicuramente influirà sul suo rapporto con l’altro sesso.”
 
“Tsubasa è proprio stupido di suo insomma.”
 
“Brava, cominci a ragionare.”
 
La ragazza rise di cuore, sentendo il ragazzo spararne una dietro l’altra verso Tsubasa.
 
“… Sii più donna Sanae, e meno bambina. Vieni a Tokyo più spesso, ti divertirai qui con noi. E non c’è bisogno che vai sempre a dormire da Aoba, a casa mia c’è un letto disponibile in camera di mia sorella… Anche il piccoletto sarebbe disponibile, ma Takeshi ha una specie di  cotta adolescenziale per te, meglio non alimentarla.”
 
“… Povero Takeshi, è così dolce.”
 
“Troppo, per essere un ex ragazzo del meiwa.”
 
Continuarono a parlare del più e del meno, almeno fino a quando non fu il momento di tornare a casa.
 
 
 
 
 
Misugi le aveva appena riaccompagnate a casa, si erano dirette tutte e tre in camera dopo aver dato la buonanotte ai signori Aoba che le avevano attese alzati; il signor Aoba era così protettivo nei loro confronti, le aveva prese per figlie acquisite, e finché non erano al calduccio nel letto al piano di sopra non sarebbe andato a letto.
 
“Allora, allora, di cosa hai parlato con Hiyuga?”
 
Yukari partiva subito alla carica, curiosa com’era; raccontò la conversazione, tralasciando la parte in cui le veniva detto che Sawada aveva una cotta per lei, non le andava di raccontare una cosa privata, già il fatto che Kojiro se l’era fatto sfuggire era troppo.
 
“Mi sta sempre più simpatico quel ragazzo. Burbero ma simpatico.”
 
“Non è burbero, lo dipingono gli altri così.”
 
“Già lo difendi? Che coppietta romantica!”
 
“Piantala Yukari, siamo troppo simili!”
 
“… Sanae… Perché non approfondisci l’amicizia con lui?”
 
Le due ragazze si voltarono verso l’amica con gli occhi spalancati; Yayoi era sempre stata quella ottimista, aveva scusato Tsubasa in ogni modo… Ed ora incitava l’amicizia con il capitano della Toho?
 
“Yayoi, stai bene?”
 
“… Ne ho parlato con Jun e… Pensiamo tutti e due che il fatto che lui ti provochi ti faccia più che bene. La sua amicizia ti aiuta ad essere una Sanae più combattiva. Ti ci trovi bene con lui no? Tira fuori la vecchia Anego.”
 
“E credi sia un bene?”
 
“Sì. Lui non è come noi, le cose te le dice dritte in faccia, ed il fatto che sia un ragazzo ti sprona.”
 
“Anche Ishizaki mi provoca.”
 
“No, Ishizaki ti protegge. Anche Jun crede che sia meglio che tu non segua il club di calcio alle superiori… Hai mai pensato a cosa vuoi fare da grande.”
 
“… No, però…”
 
“Però?”
 
“…”
 
Si erano messi a studiare in camera della ragazza, Sanae aveva simulato una sottospecie di verifica al ragazzo per verificare se fosse effettivamente in grado di sostenere le gli esami a cui i professori lo avrebbero sottoposto per vedere se era in pari con il resto della classe. Lei era seduta alla scrivania a correggere, mentre lui si guardava in giro curioso.
 
“Sono belle quelle foto, veramente artistiche.”
 
“… Detto da il figlio di un pittore è un onore.”
 
“Beh, i quadri e le foto sono diversi tipi di arte. Mi piacciono tutti e due, anche se in maniera diversa… Chi le ha fatte?”
 
“Le ho fatte io, qualche anno fa.”
 
Il ragazzo la guardò stupefatto.
 
“Sanae, sei un’artista.”
 
“No, non credo.”
 
“Scherzi? Queste foto sono stupende!  Vieni a parlare con mio padre se non sei convinta! Molti pensano erroneamente che un pittore odi la fotografia,mentre in realtà le cose sono più vicine di quanto si pensi. Spesso la visione è la stessa, è il modo in cui la rappresenti che cambia.”
 
“… Non credo di essere così brava.”
 
“Mi piace fare foto… Mi è sempre piaciuto.”
 
“E perché hai smesso?”
 
“Non avevo tempo.”
 
“In effetti, alle gite sei sempre tu che fai foto, e le fai anche bene, ci spendi tanto tempo con Photoshop e filtri.”
 
“Perfetto, sai cosa fare allora.”
 
“… Ci devo riflettere.”
 
Il discorso si chiuse lì. C’era da risolvere un problema alla volta.
 
 
 
 
*Kojiro ci ha provato con lei?*
 
Il capitano sapeva essere petulante se voleva. Il ruolo da migliore amico cominciava ad essere pesante anche per lui.
 
*Non è affar tuo.*
 
*Ma da che parte stai?*
 
*Dalla parte che ritengo migliore per te e per lei. Lasciale il diritto di vivere.*
 
Il capitano non rispose al messaggio, segno che aveva desistito, ed era meglio così. Prima si abituava all’idea e meglio era. Stava per spegnere il cellulare, quando gli arrivò un altro messaggio.
 
*Fai in modo che Sanae non faccia la manager l’anno prossimo. Prendi il ruolo di capitano e buttala fuori dalla squadra.*
 
*Tranquillo, Sanae ci stupirà tutti quanti. E’ una ragazza intelligente e forte… Al contrario tuo e di Tsubasa, io le lascio libertà di scelta. Kojiro Hiyuga, parla chiaro e dimmi perché lei ti sta tanto a cuore.*
 
*… Assomiglia a Naoko. E Naoko non deve soffrire. Se per una volta scindessi il ruolo di tua madre da quello delle altre donne, magari riusciresti ad affezionarti a qualche figura femminile.*
 
“Stronzo.”
 
Per quanto Hiyuga fosse stronzo, non sparava mai a caso, beccava sempre dove non doveva. Sapeva benissimo che l’abbandono della madre aveva influito sui suoi rapporti, appena aveva capito che il genere femminile non gli era più tanto indifferente aveva sempre evitato di affezionarsi troppo, anche perché non durava mai più di qualche mese in un posto. Con i maschi era più semplice, ma alle femmine si sovrapponeva sempre la madre, e quindi la paura costante dell’abbandono. Quando si era fermato tre anni in Francia aveva sperato fino all’ultimo che quella per Azumi fosse un’infatuazione di poco conto, ma più andava avanti e peggio era, soprattutto quando si accorse che anche lei provava qualcosa. Ma la paura dell’abbandono era troppo forte per poter affrontare una relazione a distanza, e la decisione di tornare in Giappone del padre era stata profetica. Sentì il cellulare vibrare e lo riprese in mano.
 
*Mi dispiace, ma è ora che anche tu affronti i tuoi fantasmi.*
 
 
 
 
Spero di aggiornare con sempre più frequenza.
Ringrazio chi mi segue, la nuova Sanae mi sta prendendo parecchio.
A presto.
HK^^
  
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