Libri > La piramide rossa
Segui la storia  |       
Autore: ambra_chiara    11/06/2014    1 recensioni
ATTENZIONE! CONTIENE SPOILER SUL SEGUITO: "IL TRONO DI FUOCO
"Ciao a tutti! Mi chiamo Ambra e sono una discendente di Cleopatra, seguo il sentiero di Sekmet e mi sono specializzata in poteri sanguigni, ovvero il controllo del sangue... tutto normale no?
Certo, soltanto che questa strana normalità verrà stravolta da una missione...
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------
Ciao a tutti! Questa è la mia prima storia su The Kane (mi manca ancora il terzo da leggere!) e spero che vi piaccia!
ringrazio tutti coloro che hanno la voglia di leggere, a presto!
ambra:_chiara
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
POV. GINEVRA
 
Aspettammo per un po’, dopo cinque minuti Ambra ritornò… era come se si fosse trasformata in Cenerentola, ma prima della trasformazione della fata.
“Eri così bella prima” le dissi, ora indossava una felpa larga grigia senza cerniera e dei pantaloni e un cappello entrambi mimetici anch’essi larghi con degli anfibi neri, ora sembrava quasi un militare.
“Hai la febbre?” chiese lei ridendo bonaria  “Non ero io, ora mi sento più a mio agio” dietro di lei comparve Connor, aveva una maglietta con le maniche corte bianca e dei lunghi jeans con delle scarpe da ginnastica e uno zaino in spalla: era davvero bello.
A Jaime mi sa che non gli stava tanto simpatico, perché lo guardava sempre con uno strano sguardo truce.
Mentre io ringraziavo Horus e Connor, Ambra si sistemava i capelli a caschetto mettendoseli  sotto al berretto, così che non le dessero fastidio.
“Grazie divino Horus, e scusa tantissimo per il disturbo e per l’inconveniente di Sekmet” aggiunse Ambra dopo il mio lungo e preparato discorso poetico.
“Non importa… Connor, mi raccomando” il ragazzo fece un lieve inchino e se ne andò non aspettandoci nemmeno.
Ambra salutò con la mano con le cicatrici e se ne andò, noi facemmo lo stesso.
“Dove si trova il palazzo di Thot?” chiese Ambra a Connor non appena fummo usciti dal palazzo, lui non le rispose ma continuò spedito a camminare sulla sabbia.
“Questo fiume, per quanto sia maledetto, conduce ovunque tu voglia, quindi basta seguire il suo corso per un po’ e arriveremo a destinazione” rispose pacato dopo un po’
“Horus poteva dircelo senza che tu venissi” disse Jaime mentre Am gli dava una gomitata
“Voleva tenervi sotto controllo” rispose tranquillo il ragazzo
“Perché non ci parli un po’ di te? Insomma, non sappiamo nulla sul tuo conto” continuò Am
“Sono un servitore di Horus”
“Grazie… fin lì ci arriviamo!” commentò Jaime
“Seguo il suo sentiero, mi ha scelto perché ero tra i migliori…” disse ancora Connor
“E cosa ci guadagni?” chiesi
“Imparo, quando me ne andrò sarò un mago completo” Ambra annuì soddisfatta dicendo:
“Quindi vieni dalla Brooklyn House?”
“La House che?” disse il ragazzo
“Non importa, da dove vieni?” continuò il suo interrogatorio la ragazza
“Vengo dalla tribù dei Mohawk”
“Sei nativo americano” dissi, lui annuì, Ambra aveva ragione a sbavare dietro di lui, oltre a essere bello aveva un fascino tutto suo, ricco di mistero.
“Io sono italiana, come Ginny” disse la mia amica.
Connor la guardò come se fosse la prima volta che la vide: “Sei la discendente di Cleopatra giusto?” la mia amica sbuffò
“Forse” era stufa di sentirselo dire “Amo leggere, scrivere e andare a cavallo, ma questo non l’hai capito” Jaime le mise una mano sulla spalla ma lei non se ne accorse nemmeno.
“Non vuole essere conosciuta solo per essere la discendente di Cleopatra” dissi
“Ma è quello che risalta più in lei” disse Connor “Forse perché le assomigli vagamente, il taglio degli occhi, i lineamenti”
“Non ti puoi fermare solo all’aspetto esteriore Connor” disse la ragazza saltellando “Se no avresti detto che Jaime è uno schifo”
“Spiritosa” disse il ragazzo
“Però l’ho conosciuto e ho scoperto che non fa totalmente schifo, ma è decente”
“Quale complimento!” disse facendo un mezzo inchino
“Ginevra è pure lei italiana e segue il sentiero di Anubi, è carina, simpatica, talentuosa, atletica e molto intelligente” mi presentò Ambra
“Io non mi definirei così” dissi “Anche se grazie”
“Ok, ok… è una ragazza malinconica, che trova libertà nei libri e nella scrittura (come la sottoscritta) ama la musica, le piace anche ballare ma non mi vuole far vedere come è brava!” disse facendo un smorfia.
Guardai in basso, per non incontrare lo sguardo indagatore di Connor, che ti entrava nell’anima con i suoi occhi profondi.
“E questo è Jaime, scocciatore per natura, ma simpatico quando vuole…” stava per continuare quando si bloccò e guardò il ragazzo
“Non so praticamente nulla su di te” lo disse in un tono talmente sorpreso, spiazzato e deluso  che il ragazzo le sorrise e si mise a rispondere a ogni sua domanda, mentre io parlavo con Connor.
Parlammo soprattutto di cosa gli chiedeva Horus, della sua situazione, è rimasto li per qualche mesetto, poi mi raccontò della sua famiglia e della sua tribù, che viveva a stretto contatto con la natura, e io gli raccontai della mia storia, sorvolando la morte di mia madre, ma gli raccontai tutto sull’Italia, sul viaggio mio, di Ambra e di Jo, ascoltava con molta pazienza, iniziava a interessarmi quel ragazzo.
POV. AMBRA
 
Mi resi conto che non sapevo nulla su Jaime, la cosa mi dispiacque moltissimo:
“Jaime, mi dispiace così tanto!”
“Tranquilla Am, non è mica la fine del mondo” stetti zitta e lo fissai poi iniziai con le domande:
“Passione?”
“Credo la musica” mi rispose
“Suoni qualche strumento?”
“Chitarra e un po’ il pianoforte e il violino” ne rimasi sorpresa
“Complimenti! E cos’altro ti piace fare?”
“Fare dello sport, o guardare dei film” disse “Ma Ambra, non devi per forza farmi un interrogatorio, insomma c’è un ragazzo carino davanti a te, perché non parli con lui?” chiese con un tono tra il dolce e l’amaro.
“No, vorrei conoscerti meglio, tu sai quasi tutto di me ma non so nulla di te”
“Tu sei una molto aperta e espansiva” scossi la testa
“Solo con le persone di cui mi fido” Jaime guardò in basso, stava arrossendo? “ti sei guadagnato la mia fiducia, non devi vergognartene”
“No è che…” alzai un sopracciglio “Niente, fidati, allora… cosa vorresti sapere?”
“Colore preferito?”
“Azzurro. Tu?”
“Rosso” dissi “Animale?”
“Mucca” lo guardai un attimo “Scherzo, aquila, tu?”
“O gatto o cavallo, non so mai decidere” risposi sorridendo “La tua famiglia?” chiesi, ma lui impallidì e si fermò anche, per poi ricominciare qualche secondo dopo.
Rimasi zitta attendendo una sua risposta, che non arrivò
“Scusa” dissi
“No, scusa io…” mi rispose non guardandomi “Te lo dico stasera ok? Quando loro due dormono” disse indicando Connor e Ginevra davanti a noi due.
“ok, va bene, grazie”
“Niente” cambiai subito discorso: “Ti piace Ginny?”
“Cosa?” chiese preso alla sprovvista, poi abbassò la voce “Un po’ credo, ma non lo so, credo che la risposta però sia si…”
“Tranquillo il tuo segreto è al sicuro” dissi con un sorriso, per un po’ divenni gelosa e ci rimasi male della risposta, ma scacciai subito questi pensieri.
“E a te piace Connor?”
“Lo conosco da così poco, però devo ammetterlo, è come se ci fosse stata una scintilla, ma non lo so” risposi a bassissima voce.
Rimanemmo zitti per un po’, poi Jaime disse quasi in un sussurro: “Mio padre…” mi avvicinai per sentire meglio “… era un soldato, mia madre non era tanto a posto, aveva degli attacchi di panico, però papà la calmava, solo che non c’era sempre, doveva partire per andare in missione, era un capitano: così c’erano interminabili mesi che rimanevo con mia madre, a pregare che non avesse qualcuno dei suoi attacchi” sospirò e tremò “c’è ne è stato qualcuno, ma nulla di che… solo specchi rotti e piatti caduti, non era pericolosa per me, ma per se stessa. Un giorno gli assistenti sociali arrivarono e mi presero con loro, mia madre era disperata, non capivo perché mi separavano dalla mia famiglia. Poi capii, potevo restare con i miei genitori finché c’era mio papà, che sempre, anche se al telefono o in video chat riusciva a calmare la mamma, ma lui era morto in una missione per colpa di una mina antiuomo, avevo undici anni, mi diedero a una famiglia affidataria, era composta da grandi maghi, per questo capirono che ero un discendente dei faraoni, da parte di mamma…”
“tu credi che i suoi problemi erano dovuti a qualcosa che c’entrasse con la magia o qualcosa del genere?” chiesi, lui annuì
“Poi mi portarono alla Brooklyn House così che potessi stare in un luogo sicuro e potessi imparare” mi veniva voglia di abbracciarlo, però non lo feci e mi accontentai di mettergli una mano sulla spalla e prendergli la mano.
“Grazie” mi disse “Sai tu sei la prima a cui lo racconto, Am”
“Sono onorata, e grazie a te per esserti fidato, non lo dirò a nessuno” non so come mai le parole che aveva appena detto mi fecero sentire così bene “Come è questa famiglia affidataria?”
“Bellissima, ho due genitori amorevoli e un cane bellissimo” disse sorridendo ancora, ci guardammo negli occhi e poi…
Scoppiammo a ridere come degli idioti! Non aveva senso quella risata, ma ci voleva proprio.
Connor e Ginevra ci guardarono, tolsi la mia mano da quella di Jaime e dissi tra una risata e l’altra: “Connor quanto manca?”
“Ancora un po’, ma è meglio accamparci per la notte”
“Non è un posto pericoloso?” chiese Jaime ancora ridacchiando un pochino
“Si, ma staranno alla larga dal corpo ospite di Sekmet” smisi di ridere.
“Come fai a saperlo?” chiesi preoccupata
“Intuito” Ginevra lo osservò con le braccia conserte ed egli, sotto al peso degli occhi indagatori  della ragazza confessò: “Ok, me l’ha detto Horus”.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > La piramide rossa / Vai alla pagina dell'autore: ambra_chiara