Serie TV > Austin & Ally
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Autore: Graffitisuimuri    11/06/2014    1 recensioni
#Tratto dal primo capitolo.
E’ incredibile quanta roba si possa accumulare in un solo anno. Sorprendente, invece, che avessi rinunciato a un viaggio in una sperduta località del Brasile insieme a mia madre solo per tornare a Miami. Io che da quella città ero letteralmente fuggita, nella quale non avrei mai più voluto mettere piede. Avevo perfino giurato a me stessa che nessuna supplica o preghiera mi avrebbe smosso da questa mia decisione. Invece, eccomi i qui, nel tentativo di ficcare nella valigia oltre che ai vestiti anche i sentimenti.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ally Dawson, Austin Moon, Dez, Nuovo personaggio, Trish
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2.
 
<< Allora, come va? >>.
Niente.
<< C’è un sole magnifico oggi non trovi?>>.
Ancora nulla.
<< Hemm, voi per caso una tazza di caffè? >> .
Questo era il mio patetico tentativo di intavolare una discussione con il ragazzo per il quale meno di un anno prima avrei fatto di tutto. Austin mi guardava con lo stesso sguardo che mi aveva rivolto all’aeroporto qualche ora prima: puro e semplice astio.  Contando che poi non mi aveva parlato per tutto il tragitto fino a casa, tranne per rivolgermi quella frase intrisa di ironia appena mi aveva vista – ma dico io, poteva mai beccarmi in un momento peggiore?. Dio doveva proprio avercela con me.
Eravamo soli nella cucina di casa mia, immersi nel più completo silenzio. Mio padre era al Sonic Boom ad impacchettare gli ultimi strumenti, Daz e Trish erano sul divano del salotto a guardare la puntata pomeridiana di Beautiful scambiandosi tenere effusioni – si, si erano messi insieme. Piccolo dettaglio che avevano deciso di nascondermi. Gareth, intelligentemente, si era rifugiato nella mia stanza con la scusa di mettere a posto le valigie.
Cosa credevano di fare lasciandoci soli in cucina? Perché, accidenti lo avevano portato con loro?. E, soprattutto, perché Gareth non scendeva da quella cazzo di stanza?.
<< Beh, a me il caffè va. Ne faccio un paio di tazze >>  aprì la dispensa alla ricerca delle cialde. Non le trovai, evidentemente mio padre aveva smesso di comprarle poco dopo la mia partenza. A lui il caffè non piaceva.
Mi voltai nuovamente, mi stava ancora fissando senza dire una parola con quegli occhi castani che mi avevano fatto innamorare, quegli stessi occhi che, un tempo, mi avevano guardato con tanta dolcezza e che adesso erano freddi e duri.
Sentivo un tremendo bisogno di piangere.
<< Allora, stai con quel Gareth adesso? >>. Annuii.
<< da quanto tempo? >>.
<< Quasi otto mesi >>.
Scese di nuovo il silenzio.
<< E sei felice con lui? >> . Che razza di domanda era?.
<< Certo che sono felice >>.
Strinse le labbra.
<< Bene. Sono contento per te >>.
<< Ok >> .
Ennesimo silenzio imbarazzante.
 
La porta si aprì con un leggero cigolio. Ci girammo di scatto per edere Gareth che faceva il suo ingresso nella stanza. Spostò lo sguardo da Austin a me e viceversa.
<< hemm >> mugolò <<  se stavate discutendo io posso anche andare >> di sottecchi mi lanciò un occhiata che voleva dire: “ tutto bene?”. Risposi stringendo le labbra. << No, non ti pr->> e mentre provavo a tirarmi fuori dalla situazione spinosa che si era andata creando Austin si mise in mezzo << veramente io e Allyson stavamo parlando. Non è che potresti lasciarci in pace? >> cosa era questo? Un attacco di gelosia tardiva?.
Lo fulminai con lo sguardo, ricevendo un occhiataccia a mia volta.
<< Io e Austin abbiamo finito di parlare. per quanto mi riguarda puoi anche entrare >>.
<< Non abbiamo finito un bel niente Allyson! >>  un brivido mi scosse. Austin non aveva mai urlato con me, neanche una volta. Adesso quella figura fremente a pugni chiusi che mi fissava con, non dico odio, ma qualcosa di molto simile ad esso negli occhi non assomigliava nemmeno vagamente al ragazzo che avevo conosciuto anni prima. Era un estraneo e la cosa mi confondeva e spaventava.
Mi morsi il labbro inferiore e trattenni a stento le lacrime cercando di trovare le parole adatte per rispondergli.
<< Hey amico, datti una calmata >> Gareth fece un passo in avanti frapponendosi tra me e quello sconosciuto che aveva le sembianze di Austin.
<< Non chiamarmi amico e non dirmi di stare calmo! >>.
<< Austin! >> gracchiai, trattenendo a stento i singhiozzi. I suoi occhi si poggiano su di me, mi fissarono un istante mentre venivano attraversati da un emozione alla quale non sapevo dare nome.
<< Io … al diavolo! Me ne vado! >> a passo veloce attraversò la cucina e uscì.
A quel punto scoppiai in lacrime.
 
 
Austin’s point of view.
 
Fuori il sole era quasi calato e il celo era tinto di una meravigliosa tonalità rosso-arancio.
Quanto tempo eravamo rimasti soli in quella cucina a fissarci?.
Ally non era cambiata poi così tanto dall’ ultima volta che l’avevo vista – un anno prima, nella sala dove prima componevamo. Il giorno in cui aveva deciso di dirmi che partiva.
 
<< Ecco fatto! Adesso anche l’ultima melodia è finita! >> avevamo appena finito di mettere a punto una nuova melodia per una nuova canzone che avrei cantato nel mio primo tour negli Stati Uniti. Ero all’apice della gioia, finalmente il mio sogno si stava avverando e io non vedevo l’ora di vederlo realizzato.
In più, le cose tra me e lei andavano più che bene.  Certo, c’era ancora la questione Kira da chiarire del tutto, ma sembrava che Ally fosse disposta ad aspettare un altro po’.  Il tempo di guadagnarmi la fiducia del signor Star così da poter lasciare Kira senza troppe ritorsioni.
<< Hey Ally, ci sei? >> la scossi per un braccio cerando di farla tornare alla realtà. Da un paio di giorni era strana, taciturna. Da quando la conoscevo era sempre stato un  tipo riservato e tranquillo ma quel mutismo non era affatto normale. Non con me almeno.
<< Oh, si certo … scusa Austin, pensavo >>. Aggrottai le sopracciglia << si può sapere che hai? Sei più strana del solito >>. Lei sospirò scuotendo la testa a destra e a sinistra.
<< Austin, devo dirti una cosa … ascoltami bene >> piantò il suo sguardo nel mio.  Aveva una strana espressione, come se avesse paura di dirmi qualcosa.
<< Io domani parto, vado via, a New York. La MUNY mi ha accettato e …. >> rimasi di sasso, letteralmente spiazzato da quella rivelazione. << E noi!? >> chiesi in un impeto di ira << che cosa ne sarà di noi? >>.
Si mordicchiò il labbro inferiore << quale noi Austin? Tu stai con Kira >>.  Aprì la bocca per ribattere ma non trovai niente da dirle.
<< Non puoi farmi questo Ally! Non adesso che sto realizzando il mio sogno e ho bisogno di te più che mai >>. Un lampo di ira le attraversò le iridi nocciola. << E i miei di sogni eh Austin!? Non pensi mai che io desideri qualcos’altro oltre che farti da paroliere!? Sei un egoista >>.
Scattai in piedi << Ah, sarei io l’egoista!? Sei tu che te ne stai andando Ally! >>. Sbattè il palmo sul pianoforte << credi che per me sia facile vivere qui Austin? Credi che sia facile vedere te e Kira Star spalmati l’uno sull’altro mentre io me ne sto in disparte aspettando che tu prenda una maledetta decisione!. Sono stanca, stanca di tutto questo.  Non ho scelta >>. Si era alzata in piedi e mi fronteggiava con lo sguardo, uno sguardo disperato. Ero  stato io a ridurla così.
La presi per le spalle e la spinsi contro il muro facendo aderire il suo corpo col mio.
<< Hai scelta >> le sussurrai a pochi centimetri dalle sue labbra << c’è sempre una scelta >>. Sentì il suo palmo contro il mio petto come per respingermi  << ti prego Austin, non rendere le cose più complicate di quello che già sono. Domani Trish mi accompagnerà all’aeroporto e me ne andrò >>. Mi allontanai di qualche passo << Trish sa che te ne vai?  >> annuii << anche Daz lo sa >>. Alzai il sopracciglio << quindi ero l’unico a non sapere di tutta questa storia? >>.  Ally voltò lo sguardo << te l’avrei detto … >> bisbigliò. Le presi il mento e la costrinsi a guardarmi << e quando? Domani mattina? Quando non ti avrei trovato in sala prove? >>. Serrò le labbra << Austin … >>. La lasciai andare.
<< Non aggiungere altro, ho capito. Buon viaggio Ally >> detto questo uscii dalla stanza.
 
Non andai a salutarla ne il giorno dopo all’aeroporto ne provai a cercarla nei mesi seguenti. Ero troppo arrabbiato e orgoglioso per parlarle. Quando la rabbia fu scemata accarezzai l’idea di poterla chiamare, anche solo per sentire la sua voce. Ma non lo feci, a fermarmi questa volta la paura.  La paura che lei fosse ancora arrabbiata con me, che avesse qualcun altro. Ed avevo ragione.
Presentarmi all’aeroporto senza preavviso non era stata poi una cosi brillante idea.
Chiusi la porta di casa alle mie spalle e mi andai a stravaccare sul divano di pelle del salotto. Nel silenzio della casa – ormai vivevo da solo da circa sei mesi – mi resi conto che c’era qualcuno, oltre me.
Afferrai uno dei ninnoli costosi che mia mamma aveva comprato per arredare la casa – mi pare fosse un vaso – e salì le scale nel più completo silenzio. 
Lo scricchiolio del parquet proveniva dalla mia camera. Alzai il vaso sopra la testa e mi fiondai nella stanza. << Aaaaaaah! >> mi bloccai di colpo << e tu che accidenti ci fai qui? >> Kira Star era seduta sul imponente letto matrimoniale e mi guardava con un mezzo sorriso sulle labbra. << Ciao Austin, sono contenta di rivederti anche io >>. Poggiai l’oggetto che avrei dovuto usare come arma sul cassettone di fianco alla porta << avresti potuto anche avvertirmi che saresti venuta. Stavo per colpirti! >> scrollò le spalle << e come avrei potuto fare scusa? Hai lasciato il cellulare qua >> mi lanciò il telefono che afferrai al volo infilandomelo in tasca << e in più non volevo disturbare il tuo magico incontro Ally.  Come è andata? >> crollai sul letto di fianco a lei senza dire una parola. << oh, non è andata tanto bene eh? >> si accoccolò al mio fianco premendo il suo naso contro il mio collo << dai raccontami. Che è successo? >>.
Nell’ultimo anno io e Kira ci eravamo avvicinati molto, logico visto che mi aveva seguito durante tutto il tour. Anche se la nostra relazione era terminata l’affetto che ci legava l’uno all’altro non era per niente scomparso. C’era un qualcosa che ci legava, quel qualcosa che mi aveva impedito di sprofondare nella depressione più nera dopo la partenza di Ally. Le dovevo molto.
<< E’-è venuta con il suo ragazzo … >> biascicai mentre stringevo il suo esile corpo contro il mio. Mi carezzò i capelli scendendo fino alla guancia << oh Austin >> mi strinse più forte << andrà tutto bene vedrai, tornerà da te >>. Scossi la testa << no, non lo farà Kira >> mi voltai verso di lei << non lo farà >> gemetti. Mi voltai nella sua direzione e premetti le mie labbra sulle sue  e non dovetti aspettare molto  per scatenare la reazione delle sue. << Hai me >> sospirò << hai me, adesso >>. Feci scendere le dita lungo le lunghe gambe affusolate fasciate da uno stretto pantalone bianco << Kira … >> sussurrai. Gemette sulle mie labbra mentre cercava di sbottonare la camicia che portavo in dosso. Arrivai alla zip dei pantaloni e gliela abbassai, poi li feci scendere con delicatezza. Continuammo a spogliarci fino a quando non ci ritrovammo completamente nudi e ansanti l’uno sul l’altro << Avevamo detto che non sarebbe più successo Austin >>  ansimò lei a pochi centimetri dalle mie labbra. Affondai il viso tra i sui capelli << è l’ultima volta, lo giuro Kira. Ti prego … >> la stavo letteralmente supplicando.  Cedette, tornando a baciarmi.
Così successe. 








Angolo autrice.
Salve a tutti gente!  Ecco al secondo capitolo di  " Come back to me " .
Come avete notato gli animi  sono un po' tesi e in più Austin e Kira hanno un rapporto che va ben oltre l'amicizia. Vi prego, non mi linciate ma questo capitolo era necessario. Non poteva essere subito tutto rosa e fiori no?.
Spero che anche questo capitolo vi piaccia.
baci.
piccola98. 
  
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