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Autore: metaldolphin    12/06/2014    2 recensioni
Ho scritto questa storia un po' di tempo fa, arrabbiata dopo una lite con perfetti estranei su un famoso social network a proposito degli sbarchi provenienti dall'Africa che interessano la mia regione.
Pochi giorni dopo averla terminata, l'ennesimo naufragio tramutatosi in strage e il quasi consecutivo incidente nella miniera turca, mi ha fermato nella pubblicazione per una mia forma di rispetto, dato che questa è pur sempre una FF con i personaggi di un mangaanime.
Chi mi segue sa che spesso uso questo mezzo per lanciare dei messaggi e questa storia, più di altre, è stata scritta appositamente a tale scopo.
Voglio sottolineare che il parere espresso è mio (anche se pare concordare molto con le intenzioni del creatore della serie) e non intendo offendere le idee di nessuno, soltanto esprimere le mie. Sottolineo che non è un'esposizione legata alla politica, ma soltanto a personali sentimenti umani.
Dopo queste puntualizzazioni doverose, tornando alla trama, la Ciurma dovrà affrontare ostilità e difficoltà, nel confrontarsi con persone e situazioni particolarmente dure, che li riguarderanno anche in prima persona, facendo emergere consapevolezze e sentimenti nuovi.
Non mi resta che augurarvi una buona lettura.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Alla fioca luce della lampada, Zoro si sollevò, appoggiando il gomito sul materasso, con un ghigno.

Non si accorse dell’espressione seria di Nami; guardando il vassoio disse: -Dopotutto il Cuocastro serve a qualcosa!
-Sta’ zitto, Zoro!- lo rimproverò lei.

Scrutandola, lo Spadaccino le chiese: -Ma che ti prende?
Era sconcertato da quel repentino cambiamento di umore.
-In cucina c’era Brook. Mi ha detto che se non fosse stato per Sanji, saresti rimasto in miniera… solo grazie alla sua disperata insistenza sono riusciti a tirarti fuori! Quindi vedi di essere più gentile con lui e di ringraziarlo, appena ne hai l’occasione.

Dopo essere rimasto in silenzio per qualche minuto, cercando di digerire la notizia, Zoro le chiese, con ironia: -E dovrei farlo nello stesso modo che ho usato con te?
In risposta lei lo schiantò contro la paratia, poi lo guardò male e disse: -Credo che basti un “grazie” e un po’ più di rispetto da parte tua.

Finalmente serio, lui annuì e Nami lo lasciò in pace, consapevole del fatto che la scena del compagno era dovuta all’imbarazzo che seguiva le recenti rivelazioni sull’amico.

Mangiarono in silenzio, punzecchiandosi giusto un po’, poi dormirono vicini, il resto della notte, felici al pensiero che quella sarebbe potuta diventare una piacevole routine.


Al mattino seguente, la Navigatrice annunciò la magnetizzazione del logpose e che si poteva salpare.
I più attenti si stupirono della serietà dello Spadaccino nei confronti del Cuoco, che comunque non si illuse, vedendolo così vicino alla rossa. Ma nessuno commentò nulla in proposito, a personale salvaguardia, e prima di riprendere il mare, i Pirati vollero accertarsi della situazione tra profughi ed isolani.

Rincuorati dagli accordi raggiunti tra le due parti, salparono in un gioioso sbracciarsi della folla che si era radunata sulla riva per salutarli.

Rufy rimase appoggiato al parapetto, guardando i vecchi barconi abbandonati sulla riva come grossi cetacei arenati.
Sorrideva.
Anche questa volta, nonostante il tragico svolgersi della vicenda, le cose si erano risolte per il meglio, anche per la sua Ciurma: tra Navigatrice, Spadaccino e Cuoco sembrava essersi stabilita una sorta di tregua.

Aveva lasciato che fosse Sanji ad insistere per la salvezza di Zoro, ma neanche lui avrebbe mai lasciato il suo primo compagno sepolto vivo nella miniera e se non fosse intervenuto il Cuoco sarebbe intervenuto comunque….

Ma lasciandolo sfogarsi, aveva avuto due conferme, una diretta ed una indiretta: Sanji teneva a Zoro, nonostante tutto, e Nami provava un profondo sentimento per lo Spadaccino testardo, ricambiata.

Lo guardò sudare con i suoi pesi in mano, seduto sul ponte, vicino alla sdraio della ragazza e si chiese se quel testone si rendeva conto di quanto fosse amato in quella strana compagnia.
Il Capitano si strinse nelle spalle e si avviò alla polena.

Ogni giorno era un passo in più verso la loro meta e crescevano in età, forza e spirito.
Magari anche in saggezza… lui ci provava, pensò, sotto al vecchio cappello di paglia che gli copriva il capo.

Passò davanti alla porta che conduceva in cucina e l’intero equipaggio gli sentì urlare: -Sanji! Ho fame!

Tutto era tornato a posto, almeno per il momento, in quella Ciurma unita, i cui componenti venivano da varie isole, avevano culture diverse, abitudini differenti ed un personale modo di vedere il mondo che li circondava.
Ma sapevano lavorare insieme ed avevano una completa fiducia nei compagni: erano un ottimo esempio per tutti quelli che non credevano che l'umanità fosse unicamente tale e basta.
Non contava niente altro: pelle, lingua, razza, abitudini, costumi.... si era tutte persone!




Voglio ringrziare Piper_Parker e Daliaetedera per aver recensito.
SpitFireScar e zoro28, per averla messa tra le preferite
e arcangela8, Aregilla, Piper_Parker, Shenke89, yasuko, zipi89, per avela messa tra le seguite.
Saluto tutti coloro che hanno seguito in silenzio questa storia, la più difficile da affrontare tra quelle che ho scritto sinora.
Saluto e mando un bacio alle ragazze del Midori Mikan che ho dovuto lasciare a malincuore: ogni tanto, in incognito, passo comunque, non vi ho dimenticato! ;)
   
 
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