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Autore: roxy_xyz    12/06/2014    6 recensioni
Quando ero piccola, mi bastava alzare gli occhi, fissare intensamente il soffitto e sperare che Lui mi sentisse, in modo da poter finalmente dormire senza pensare al mostro che, probabilmente, stava dentro l’armadio e che non aspettava altro per uscire e divorarmi.
Non c’era nessuno che potesse aiutarmi ora.
C'ero solo io e il mio Purgatorio.
Ero sola dentro l’armadio

|Harry/Hermione|(20 gr. di) Angst|(30 gr. di fluff)|(50 gr. di) Introspettivo| (una spolverata di) Dark|
Genere: Dark, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Sorpresa | Coppie: Harry/Hermione
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'We'll be together in the dark'
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VII

 

VII

 

 

 

#Andare avanti

 

 

“Hai ricevuto posta?” Harry era entrato in cucina e mi aveva trovato seduta e con una lettera in mano.

Si e no,” avevo risposto.

“Hermione l’enigmatica!” aveva scherzato lui, cercando di capirne di più.

“È un invito di matrimonio da parte di una mia ex compagna di classe.”

“Hai intenzione di andarci?” mi aveva chiesto, con un pizzico di curiosità.

“A dire il vero la odio e lei odia me. Non capisco proprio perché me l’abbia inviato.

Era vero, Loren Steel aveva reso quegli anni odiosi e terribili, mettendomi in imbarazzo quasi ogni giorno e trovando ogni pretesto per ridicolizzarmi e sottolineare quanto fossi una nullità rispetto a lei.

“Quando si sposa?”

Guardai Harry per capire quali fossero le sue intenzioni. “Domani. Perché?”

“Perché ci andremo e…”

“Non se ne parla neanche, Harry!” Non avevo intenzione di presentarmi alla cerimonia, come se in passato non fosse successo nulla. Lei non era una mia amica e io non ero una persona ipocrita.

“Potresti avere la possibilità di vedere cosa vuole, sapere il motivo dell’invito. E poi, serbare rancore non serve a nulla.

“Harry il pacifista!”

La mia replica non aveva fatto altro che suscitare la sua ilarità. “Non nasconderti, Hermione. Tu sei splendida, mostrati anche agli altri. Il bello di essere adulti è proprio questo: quei maltrattamenti, quella solitudine, quegli anni ci hanno resi più forti e siamo quello che siamo grazie ad una Loren o a un Dudley. È tempo di andare avanti e poi…”

“Cosa?”

“Scommetto che è diventata una cicciona e non ha un lavoro!”

“Ti sbagli, è sempre bellissima e ha aperto uno studio medico. I soldi le sono sempre piovuti addosso.” Mia madre mi aveva tenuto aggiornata su ogni cosa, anche sulle notizie meno rilevanti.

“Oh, avanti Hermione! Noi ci andremo, la saluterai e poi ci dirigeremo verso il buffet.

“Cosa?” L’avevo guardato stralunata, sperando di aver sentito male.

“Mi tieni a stecchetto da un mese… ho fame, muoio di fame.”

“Sei incredibile, Harry.”

“Lo so, incredibilmente sexy.”

“Mi hai convinto, domani andremo alla cerimonia.”

“Ti sei arresa, eh?”

“No, è che non abbiamo nulla in frigo e ora non ho proprio voglia di andare a fare la spesa.”

“E di cosa hai voglia?” Il suo tono di voce era improvvisamente cambiato.

“Baciami e dimmi che sono bella, anche se indosso una vecchia tuta e ho i capelli disastrosi.”

“Aspetta che tolgo gli occhiali, allora…”

 

 

 

Harry era lì, davanti a me, seduto sulla spiaggia e intento a giocare con la sabbia.

Non riuscivo a credere ai miei occhi e per un attimo pensai che fosse un altro gioco di illusione, dopotutto lui si trovava su un letto di ospedale. Fu solo quando mi vide e mi sorrise che capii quanto fosse stupida e limitativa la mia logica. Lui era lì, davanti a me e io non smettevo di farmi domande inutili e che non sarebbero servite a nulla.

I miei piedi si mossero da soli e presto mi ritrovai a correre. Harry. Harry. Harry!

Mi avvicinai e, istintivamente, allungai le mani verso il suo viso. Era così pallido e magro, lontano dall’essere quell’uomo massiccio e forte che adorava prendermi in giro.

“Harry?”

“Cosa ci fai qui, Hermione?”

Non mi aspettavo la banda o il tappeto rosso, ma neanche quella freddezza nei miei confronti. “Ti stavo cercando.”

Mi aveva guardato ancora una volta prima di alzarsi e di allontanarsi da me, e io ero scattata in avanti, temendo di perderlo quando finalmente l’avevo trovato.

“Fermati, ti prego!” Le mie dita si era strette intorno al suo polso.

“Non hai pensato che forse non volevo essere trovato?”

Cosa stava dicendo? No, quello non poteva essere lui. Non l’uomo che aveva sempre lottato per il bene e che aveva deciso di tornare indietro quel giorno a King’s Cross.

“Non capisco…”

Dimenticami, Hermione. Sarebbe il tuo più grande affare.”

Sentii il sangue salirmi alla testa e le mie unghia graffiarono la sua pelle. “Non potrei mai farlo, tu sei la mia vita e lo sai benissimo. Vieni con me.”

“Vattene via. Nessuno ti ha chiesto di venire e di salvarmi, come in una di quelle stupide favole. Si era liberato della mia presa e continuato a camminare sempre più velocemente.

“Sbaglio o stai scappando da me?

“Hai sempre avuta troppa immaginazione. Non ne ho passate già abbastanza? È così strano che io voglia solo dormire? Lasciami in pace, ti prego.”

“No!”

“Hermione, svegliati e torna a vivere.” Non l’avevo mai sentito così arrendevole, neanche quando su quella rampa di scale decise di lasciarmi indietro, perché lui si sarebbe sacrificato per tutti e non avrebbe permesso a me, come a nessun altro, di morire al suo posto. Non più. Era tempo di morire per Harry Potter. Come ora, su quella spiaggia infinita e desolata.

“Non ce la faccio, ho bisogno di te,” ammisi in un soffio.

“Non è vero, sei sempre stata tu la più forte, la più intelligente. Senza di te, sarei morto al primo anno.”

“Smettila di dire certe scemenze! Non credi veramente alle cose che dici, giusto? Io, te e Ron siamo sempre stati una squadra. Senza di te e Ron sarei morta per mano di quell’enorme Troll di montagna che voi avete affrontato con uno degli incantesimi più innocui e che, per giunta, non riuscivate ancora a padroneggiare bene. Non è questione di chi-ha-salvato-chi, ma di quanto siamo importanti l’uno per l’altro. Io ti amo Harry Potter e da quando sei su quel letto di ospedale io ho smesso di vivere. Tu sei la mia unica ragione per andare avanti e per non gettare la spugna. Avevo urlato, come non mi succedeva da tanto, messo a nudo ciò che avevo cercato di nascondere agli occhi di Molly e di tutti i miei amici. Io non volevo vivere senza di lui, senza l’unica persona che mi faceva sentire speciale.

“Tu sei Hermione Granger e so che non ti arrenderesti per nessuna ragione al mondo.”

“Invece sì! Perché io non sono sempre stata così, mi hai reso tu forte e testarda… io sono ancora quella bambina brutta e magra che non risponde agli insulti delle sue compagne di classe.

“Non c’è più nessuna Loren Steel a torturarti.”

“Hai ragione, ora ci sei tu.”

Aveva cominciato a torturarsi i capelli, un gesto che faceva solo quando era nervoso.

“Perché non capisci, Hermione? Troppe volte ho rischiato di morire, troppe volte hai sofferto per me. Io non ti merito, ecco.”

“Se c’è una persona di cui mi sono sempre fidata, sei tu, Harry. E questa maledetta spiaggia non segnerà la tua fine. Oh sì, ti impedisco di passare la vita qua, come un eremita insieme a Piton e a parlare di cose senza senso con Silente!”

P-Piton? Silente? Cosa stai dicendo?”

Puntai l’indice contro il suo petto. “ Tu, mio caro, passerai la vita con questa brutta megera e ti proibisco di arrenderti proprio ora, altrimenti…

Era comparso un piccolo sorriso sul suo viso. “Cosa?”
“Leggerò tutte quei romanzetti rosa, seduta al tuo capezzale. Sappilo, Harry Potter, perché Voldemort ti sembrerà poco pericoloso rispetto a me!”

Il sorriso era sempre più ampio. “Cosa devo fare con te?”

“Amarmi e restare con me.”

Avevo allungato la mano, in attesa di una sua decisione che forse avrebbe segnato per sempre la mia vita, chiedendo a quell’uomo così buono di farci tornare a casa. Insieme.

“Vieni con me, Harry Potter.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NdA: Che dite, farà la solita vittima o alzerà il suo bel culetto per andare con Hermione? Se c’è una cosa che odio del suo personaggio è proprio questa sua presunzione nel credere che le persone starebbero meglio senza di lui e che nessuno dovrebbe sacrificarsi per lui. Matricella, che nervoso mi fa venire! Comunque, spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e che non lancerete pomodori verso la sottoscritta.

Visto che il prossimo giovedì sarò un tantinello impegnata, l’ultimo capitolo sarà pubblicato martedì 17. A prestissimo!

   
 
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