Anime & Manga > Lady Oscar
Segui la storia  |       
Autore: _Fedra_    12/06/2014    3 recensioni
Parigi, settembre 2013.
Durante una festa a tema, una ragazza dai lunghi capelli biondi abbigliata in maniera incredibilmente realistica fa la sua comparsa tra gli invitati. Sembra molto confusa e spaventata, come se non avesse la minima idea di dove si trovi.
Solo Rosalie Lamorlière, appena arrivata da Francoforte, riuscirà a capire che la giovane in realtà è molto più vecchia di quanto vuole far credere, forse addirittura di un paio di secoli.
Genere: Angst, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bernard Chatelet, Marie Antoinette, Oscar François de Jarjayes, Rosalie Lamorlière
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


CAPITOLO 18
                       





 
Rosalie poteva definirsi in qualunque modo tranne che romantica.
Forse perché si era abituata ad associare qualsiasi tipo di sentimentalismo alla figura viziata e svenevole di sua madre.
Forse perché, vista la brutta fine che aveva fatto il matrimonio dei suoi genitori, non le andava di correre il rischio di impelagarsi in avventure simili.
Eppure quello che era accaduto quel giorno l’aveva visibilmente scossa nel profondo.
D’accordo, sapeva sin dal primo momento che Bernard era innamorato di lei.
Però nei primi tempi non aveva dato alcun peso alla questione.
Non fino a quando era diventata palese, almeno.
A quel punto, la ragazza aveva d’istinto tirato fuori gli artigli e ferito più in profondità che poteva.
Quando Bernard le si era presentato con quella faccia, con quegli occhi, il mondo intero aveva come preso fuoco.
Nessuno si era mai comportato in quel modo con lei.
Nessuno aveva mai osato tanto.
Questo la metteva in difficoltà.
E Rosalie odiava essere messa in difficoltà.
I giorni che erano seguiti erano stati i più strani della sua vita.
Improvvisamente si era come aperto un vuoto.
Lei e Bernard non si incontravano più, né lui l’aveva più cercata in alcun modo.
“Ti credo, l’hai praticamente ucciso!”, aveva commentato Oscar quando lei le aveva raccontato l’accaduto. “Però meglio così, dai. In fondo, è bene non illuderlo se non ti piace”.
“No, infatti”.
Almeno, Rosalie sperava che fosse così.
Peccato che spendesse la quasi totalità del tempo in cui si connetteva su Facebook a sbirciare il profilo di Bernard.
Non essendo nella sua lista di amici, poteva solo accedere a poche foto e visualizzare alcuni stati che risalivano a qualche anno prima, all’inizio delle superiori.
Allora i suoi capelli erano ancora più lunghi di quelli che portava adesso, ma molto più lisci e disordinati.
Quell’aria un po’ trasandata gli donava un certo fascino…
A quel pensiero, Rosalie chiudeva subito la pagina con uno sbuffo stizzito.
Non doveva e non voleva ridursi come sua madre, come Louis, come Maria Antonietta.
Non avrebbe mai sopportato di tollerare le loro stesse sofferenze.
Che stress, pensava con rabbia mentre cercava nel suo Ipod la canzone dei Rammstein con più tasso di sesso, violenza e perversioni varie.
Nelle serate peggiori, la ragazza passava direttamente ai loro video su Youtube, tendendo l’orecchio continuamente per paura che qualcuno entrasse in camera sua e la sorprendesse con le mani nel sacco.
Il momentaneo sollievo che le dava la sua band preferita aveva però breve durata.
Bernard le mancava.
Le mancava terribilmente.
E lei si sentiva una terribile stronza ad averlo trattato in quel modo così crudele.
Doveva affrontare la questione alla radice.
E, per riuscirci, aveva urgentemente bisogno del parere di un altro maschio.
Uno di cui si fidasse ciecamente.
Ciao, Louis. Senti, ho un problema: ho ferito terribilmente una persona a cui voglio bene. Un mio amico. Come faccio a farmi perdonare? Guarda che è un po’ suscettibile, aveva scritto una sera all’amico.
Il ragazzo ci aveva messo un po’ a rispondere; poi le era arrivato il lapidario messaggio:
Parlagli.
Fosse facile!, aveva pensato Rosalie imprecando fra i denti.
Possibile che non ci fosse altra soluzione?
I giorni passavano e Bernard le mancava sempre più.
Le dispiaceva, ormai non aveva più senso non ammetterlo.
Che ragazzo fortunato!, si diceva spesso, pensando che una simile situazione aveva raramente esiti felici.
Bastava pensare a Luois e Lucile.
Ormai Rosalie era nauseata da se stessa.
Quella situazione era diventata insopportabile.
Fu così che, quel grigio martedì mattina, Rosalie si avviò a passo di marcia verso Bernard, in fila da solo davanti al self-service della mensa scolastica.
Nel vedersela comparire davanti così, senza preavviso, per poco Bernard non si rovesciò addosso il suo pollo fritto con le patatine.
“Ciao”, balbettò, cercando di sfoderare un sorriso convincente.
“Senti, avevo bisogno di parlarti”, buttò lì Rosalie con quello che doveva essere un tono dolce e conciliante.
“Va bene. Ehm, ti siedi con me?”.
“No, no, ho Louis che mi aspetta”.
Nel vedere il biondo e occhialuto Louis che prendeva due posti isolati, Bernard diventò di un allarmante color verde palude.
Per fortuna, Rosalie ebbe il tempismo di notarlo.
“Oggi la sua ragazza non è venuta”, si precipitò a riparare.
L’ipotetica presenza di una ragazza sembrò calmare Chatelet.
“Oh, è fidanzato?”, domandò in tono speranzoso.
“Veramente no. Però è molto innamorato, questo sì. Spero solo che lei si svegli, prima o poi”.
Nel pronunciare quella frase, Rosalie divenne improvvisamente paonazza.
Solo allora si rese conto di essersi incamminata su una strada pericolosa.
Anche Bernard parve dello stesso avviso, perché aveva improvvisamente preso a fissare il pavimento di linoleum.
“Cos’è che dovevi dirmi?”, domandò dopo un po’.
“Che mi dispiace per come ti ho trattato”.
Allo sguardo carico di speranza che Bernard le rivolse immediatamente, Rosalie si affrettò ad aggiungere:
“Intendevo dire, potremmo almeno provare ad essere amici, va bene? Tutto qui”.
“Oh”.
Il ragazzo sembrava confuso.
“Be’, meglio di niente”, borbottò.
“Puoi aggiungermi su Facebook, se vuoi. Ciao”.
Detto questo, Rosalie si allontanò il più veloce che poteva, le orecchie in fiamme.
Spero solo di non pentirmene, pensò con una stretta allo stomaco mentre raggiungeva Louis dall’altra parte della mensa.
 
***
 
Maria Antonietta sollevò lo sguardo dal grosso manuale di storia moderna che teneva sulle ginocchia.
Era stata tutto il pomeriggio a leggere, in attesa che Oscar ritornasse dalla palestra, e iniziava a vederci doppio.
L’arciduchessa si strofinò nervosamente gli occhi appannati.
Che stesse rischiando di diventare cieca?
Cercando di scansare anche quella preoccupazione, la ragazza chiuse prudentemente il libro e lo appoggiò sul divano.
Era arrivata all’affare della collana, in cui alcuni intriganti personaggi della corte avrebbero tentato di coinvolgerla in una truffa spaventosa.
Negli ultimi giorni, Maria Antonietta aveva scoperto delle cose a dir poco scioccanti sul suo futuro.
Dal principio aveva avuto un vero e proprio attacco di panico nel constatare che sarebbero trascorsi sette lunghi anni prima che lei e Luigi riuscissero ad avere un figlio, anche se non si sarebbe trattato subito dell’erede al trono.
Sarebbe salita al trono a vent’anni, dopo che Luigi XV sarebbe morto di vaiolo e la Du Barry sarebbe stata allontanata definitivamente da Versailles (arrivata a quel punto, l’arciduchessa si era lasciata sfuggire un sospiro di sollievo).
Le malelingue a corte non sarebbero cessate, anzi, sarebbero aumentate spaventosamente con i continui sperperi che la giovane regina avrebbe fatto per via dei suoi folli acquisti e la sua insana passione per il gioco.
Maria Antonietta dovette rileggere più volte i capitoli in cui si parlava di questo suo lato oscuro.
Per quanto la riguardava, un simile aspetto non la rispecchiava affatto, anzi, trovava assai deplorevole che una sovrana si comportasse in quel modo vergognoso.
Si costrinse a indugiare su tutte le perfide caricature che i suoi detrattori avrebbero diffuso sotto il suo naso negli anni a venire.
Una di particolare successo la raffigurava in vesti di struzzo, con la piccola testa incipriata che ammiccava stupidamente in cima a un collo lunghissimo.
E poi ci sarebbe stata la passione per Fersen, il vero Fersen.
I due si sarebbero scritti in segreto durante la lontananza di lui e si sarebbero frequentati di nascosto nel corso dei suoi brevi periodi di permanenza a Versailles.
Sembrava che tra i due si sarebbe instaurata una relazione irresistibile e travolgente, che sarebbe stata tollerata silenziosamente dallo stesso Luigi.
Anzi, si vociferava addirittura che Maria Teresa, la sua primogenita, sarebbe stata in realtà figlia del conte Fersen.
Maria Antonietta storceva puntualmente il naso davanti a tutte quelle insinuazioni.
La sua ferrea educazione cattolica le impediva di avere relazioni extraconiugali e per di più sapeva bene che ai suoi tempi il vero amore era solo una cosa che si leggeva nei libri.
I matrimoni si stipulavano per interesse politico ed economico, a prescindere dai sentimenti reciproci degli sposi.
E poi, a detta di Maria Antonietta, questo Fersen non era poi così eccezionale, o almeno i ritratti non gli conferivano la dovuta giustizia.
Ogni volta che leggeva il suo nome stampato con l’inchiostro, la ragazza avvertiva un’involontaria stretta allo stomaco.
Non poteva fare altro che pensare ad Axel.
Non importava se fosse già impegnato con un’altra donna.
Non importava se lei, Maria Antonietta d’Austria, non se lo potesse permettere.
Axel era sempre nella sua testa ed ella aveva ormai rinunciato definitivamente a scacciarlo.
In qualche modo, il giovane rappresentava il suo unico aggancio con il passato.
Lui sapeva.
Maria Antonietta sospirò.
Erano già le sette.
Oscar non sarebbe ritornata prima di due ore.
Dopo essersi stiracchiata pigramente, l’arciduchessa ritornò alla sua lettura.
Il capitolo seguente parlava dell’imminente riunione degli Stati Generali.
 
***
 
Stava ormai calando la sera quando Nanny uscì finalmente dalla buca della metropolitana e si incamminò per il boulevard striato dal rosso del tramonto.
Non avrebbe mai creduto che un giorno sarebbe ritornata lì, dopo tutti quegli anni.
Non le era mai piaciuto avvicinarsi al castello di Versailles, specie dopo l’esperienza avuta durante le riprese della Rivoluzione francese, men che meno di notte.
L’anziana donna si poteva definire in tutti i modi meno che paurosa.
Eppure, quell’episodio l’aveva davvero scossa, suo malgrado.
Ricordava ancora le immense sale della reggia stipate di costumi, cavi e aggeggi vari che servivano per le riprese.
Era andata a preparare un abito destinato a Jane Seymour, che avrebbe dovuto interpretare Maria Antonietta.
E aveva trovato lei.
Erano rimaste sole a guardarsi negli occhi, una più esterrefatta dell’altra; poi la giovane donna bionda le aveva parlato.
Non sapeva come, ma in quella sera di quasi trent’anni prima una ben più giovane Nanny aveva avvertito tutti i capelli rizzarsi sulla sua testa per lo spavento.
Era stato come assistere al ritorno di un morto dall’oltretomba o all’apparizione di un fantasma.
Quella donna non era lì per recitare.
Quella donna era lì perché quella era sempre stata casa sua.




Buonasera a tutti! :)
Come vedete, le sorprese non sono ancora finite.
Rosalie sta iniziando finalmente a fare i conti con i suoi sentimenti. Riuscirà Bernard a fare breccia nel suo cuore di ghiaccio?
Nel mentre, sta emergendo pian piano il segreto di Nanny?
Ebbene sì, non è la prima volta che le porte del tempo si aprono a sporposito, ma non voglio anticiparvi nulla!

Come sempre, ecco il link della mia pagina Facebook, dove potrete trovare tutti gli aggiornamenti: 
https://www.facebook.com/LeStorieDiFedra?fref=photo

A giovedì prossimo :D
Baci!

P. S. qualcuno di voi era martedì a Milano per i Linkin Park?

F.
 

 



 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: _Fedra_