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Autore: Fantasiiana    16/06/2014    4 recensioni
Se tenete alla vostra sanità mentale vi consiglio di NON LEGGERE questa storia.
Fatti e persone presenti all'interno di essa NON sono puramente casuali, purtroppo.
Se avete un po' di sale in zucca, CONTINUATE A SCORRERE LE STORIE, NON FERMATEVI! (Per la vostra sicurezza).
Se siete degli squilibrati, CONTINUATE A SCORRERE LE STORIE, NON FERMATEVI! (Per la vostra sicurezza).
Se siete ragazzi razionali, che non credono a forze sovrannaturali o che possano minimamente esistere altre creature al di fuori dei mortali, PERFETTO! Potete leggere quanto volete, sempre che lo vogliate, ma se la storia comincia a piacervi: FERMATEVI! (Per la vostra sicurezza).
Ah, dimenticavo, sono Adèl Raicemond e, purtroppo, non sono una persona normale. Non proprio...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ade, Annabeth Chase, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Veniamo salvati da delle suffragette impazzite






Il viaggio andò più o meno bene. Potreste pensare che l'unico aspetto negativo fosse la presenza di quella puzza e di quel caldo infernale, ma non è così. Potreste credere, allora, che fosse il fatto di essere un po' emarginata dagli altri, dato che Percy e Annabeth non facevano che discutere, ridere e discutere in continuazione, e dato che Nico aveva trovato, chissà dove poi, il coraggio di aprire una conversazione con Cecil, per quanto stentata devo ammetterlo, invece di lanciarle occhiate e basta. Ma non è così, no. Questi fatti erano soltanto piccole scocciature, ma davvero non me la presi molto, nooooo!
Il vero aspetto negativo era la brutta visuale dei due tizi sui divanetti dall'altro capo del vagone. Uno era perennemente chinato sul sacchetto del vomito, l'altro sonnecchiava a bocca aperta, con la bava che gli colava lungo il collo e una mosca che gli volava sopra la faccia. Avevano una stazza abbastanza evidente e calcolai che, in piedi, sarebbero riusciti a toccare il soffitto. Erano palesamente fratelli. Avevano entrambi occhiali a sfera, apparecchio, brufoli, un principio di baffi sotto il naso, monociglio particolarmente sviluppato e incurato (c'era di sicuro della vita lì dentro!!! Ho visto una pulce suicidarsi da là sopra!) e uno strano abbigliamento da bambino spocchioso: maglietta arancione a righe rosse, bermuda stretti verdi, calzettoni viola fino al ginocchio e scarpe marroni. Accanto a loro, non capivo se erano bambini o adolescenti, vi era una donna (perchè era una donna, vero? Con quei baffi non riuscivo a capirlo) più grossa e alta di loro, ma tremendamente somigliante. Aveva un vestito rosa con fiori bianchi e gialli disegnati sopra, un cappellino di paglia che gli copriva il viso con un nastrino rosa e un paio di margherite appassite legate sopra. La cosa più assurda era che con quelle sue dita grassocce e... bè, enormi, riuscisse a lavorare a maglia ad una velocità incredibile. E, ovviamente, doveva proprio lavorare ad un "qualcosa" di rosa e di lana, che strisciava a terra. Se non si fosse capito: odio il rosa. Troppo prevedibile, eh? Almeno fate finta di essere sorpresi! Solo un pochino! No? Vabbè, comunque, eravamo sul treno con questi tre tipi.
Dato che dovevamo attraversare mezza America (ditemi che l'ho azzeccata, non sono mai stata una cima in geografia!) ci impiegammo più di un giorno ad arrivare, purtroppo.
Al secondo giorno di viaggio, facemmo scalo a Saint Louis. Avrei voluto sgranchirmi un po' le gambe, prima di arrivare nel deserto dove dubitavo avremmo beccato aeree di sosta comode, ma Percy e Annabeth mi costrinsero a rimanere con loro in treno. Così, restammo lì ad aspettare la partenza, con i due ventenni a guardarsi intorno nervosi.
Al terzo giorno cominciai davvero a perdere la pazienza. Mi alzai di scatto, mi guardai intorno e... mi risedetti con un ringhio di frustazione.
Percy, Annabeth, Nico e Cecil mi guardarono come se fossi pazza, e così il resto del vagone.
-Sono stanca di restare qui rinchiusa come un animale da circo in gabbia! Voglio aria!- mi lamentai agitandomi.
Nessuno seppe cosa dire.
Scossi la mano facendo segno di lasciar perdere e mi voltai verso il finestrino, dando le spalle a tutti e mandando al Tartaro le coppiette, quel caldo e tutti i treni del mondo (tranne quello per Hogwarts, si intende). Il paesaggio, poi, non aiutava. Stavamo attraversando il deserto e all'orizzonte c'erano solo tante dune di sabba e montagne rosse. Niente di più. Mi presi la testa fra le mani. Maledetta impulsività, maledetto tutto! Mi sfilai le cuffie dalla tasca e me le infilai nelle orecchie, sparandomi a tutto volume nella testa Demons degli Imagine Dragons. E mi calmai un po'.

Eravamo alla mattina del quinto giorno e cominciai a pensare che qualcosa non andava. Insomma, non che fossi un genio, ma ci voleva davvero così tanto per attraversare l'America? Tanto valeva farsela a piedi, no? In teoria saremmo già dovuti essere arrivati...
Guardai fuori dal finestrino. Ancora deserto. Ma non finiva mai?
Cercai gli occhi di Nico, ma si era addormentato. Allora mi rivolsi ad Annabeth, che scoprii già intenta a fissarmi. Stavo per parlare ma mi indicò con un cenno l'altro lato del vagone, verso i posti della famiglia gigante e terribilmente schifosa.
Mi rivoltai verso Annabeth, interrogativa, ma lei si mise una mano sopra il pugnale, indicandosi l'indice dell'altra mano senza però staccare gli occhi dai miei. Allora capii.
Mi sfilai l'anello, balzando in piedi e premendo sul cristallo nero.
Oblio si allungò, ma con mia grande sorpresa, solo la famiglia prese a scalpitare nervosa, i passeggeri rimasero completamente immobili. Allora vidi i loro occhi. Erano bianchi, completamente, senza pupilla.
-Sono soggetti a qualche incantesimo!- disse Annabeth indignata, scattando in piedi al mio fianco. -Anche il conducente, con ogni probabilità. E' da ieri che il treno non fa che cambiare rotta. Stiamo girando intorno!
Tirai un sospiro di sollievo: almeno sapevo di non essere impazzita!
Cecil svegliò Nico, mentre Percy estraeva Vortice, puntandola al collo della signora in rosa.
-Che diavolo avete fatto?- chiese minaccioso e un po' mi stupii: era sempre stato così gioviale e gentile... Ora sembrava un'altra persona.
-Giovanotto! Ti sembra questo il modo di trattare una signora?- lo richiamò la donna guardandolo con odio, mentre i bambini troppo cresciuti prendevano a sbattersi la testa a vicenda, l'uno contro l'altro, piangendo e urlando.
-Lei non è una signora! E' una Lestrigone!- continuò Percy, premendo la lama di bronzo nel triplo collo taurino della... "donna".
-Ebbene, piccolo dio, ci sei arrivato finalmente! Cominciavo a preoccuparmi!- lo derise la vecchia lanciando occhiate nervose alla spada e cominciando a sudare.
-Tritaossa! Schiacciafegati!- chiamò poi, e i bambini corsero ad afferrare Percy per le braccia. Sentii un inconfondibile "crick" e vidi la schiena di Percy contrarsi mentre un gemito gli sfuggiva dalle labbra.
Feci per corrergli in aiuto, ma Annabeth mi trattenne. Era sbiancata.
-Ottima scelta, piccola dea. Ora non dovrete far altro che rimanere qui buoni mentre noi vi mangiamo- disse avvicinandosi a Percy.
-No!- urlai divincolandomi, ma la stretta di Annabeth era come una catena. Mi voltai verso Nico e Cecil, ma loro mi guardarono senza battere ciglio.
Vidi Percy accasciarsi al suolo, sorretto solo dai mostri. Come li avevano chiamati? Lestrigoti? Lestrigiobi? Lestrifobi?
-Uff, odio la carne che non si dibatte- si lamentò la donna. -Prendete quella!- Mi indicò. -Lei è perfetta!
Feci per sollevare la spada, ma quei cosi furono più veloci a spingere Annabeth e ad afferrarmi le braccia.
-Lasciatemi!- urlai, pronta a tirare calci, ma vidi Percy scattare in piedi, posizionarsi dietro la Lestrigone e circondarle il collo con la spada. Non ci poteva credere. Aveva finto!
-Una solo mossa falsa e direte addio alla vostre... Ehm... Bella mamma!- intimò lui.
I bambini ripresero a piangere, inondandomi con le loro lacrime giganti.
Mi lasciarono, ma prima che potessi spostarmi, si abbracciarono, con me ancora in mezzo.
Mi sentii soffocare. Se non siete mai stati abbracciati da due bambini grassocci e puzzolenti formato extra large, credetemi, non è piacevole.
-Ehm... Percy... Piccolo grande aiuto...- chiamai senza fiato.
Vidi con la coda dell'occhio Nico e Cecil che aiutavano Annabeth ad alzarsi.
-Non puoi uccidermi!- urlò la madre.
-Ehm... Invece posso- rispose Percy, appena confuso. -Ma tanto per curiosità, perchè non potrei?
-I miei piccoli! Chi li aiuterà a difendersi? Il mondo è un posto orribile per i cuccioli di mostro!
-Cuccioli?- chiesi cercando di respirare. Annabeth e Cecil cercarono di tirarmi fuori o spostare i baby Lestrigoni, ma niente da fare: erano due montagne di lardo e lacrime.
-Come si rompe l'incantesimo sui mortali?- chiese Nico avvicinandosi a Mamma Lestrigone.
Lei parve esitare. -Non... Non si può!
Nico portò la punta della sua spada nera in mezzo agli occhi della donna.
-Come.
-Se noi scendiamo dal treno.
-Bene. Allora vi facciamo strada. Richiama i tuoi "pargoli".
La donna ubbidì, poi, abbracciandoli e sospinta dalle spade di Nico e Percy, andò verso l'uscita del vagone.
-Aspettate!- esclamò Cecil. -Non... Non vorrete gettarli dal treno!
I due si guardarono.
-Cecil...- tentai di dire io, ma lei mi interruppe.
-Lo so che sono dei mostri e che hanno tentato di ucciderci. Ma loro sono dei cuccioli e... Sarebbe un omincidio!
Guardai Percy e Nico, che guardarono Annabeth che sorrise annuendo.
-E va bene... Ho visto più volte una cittadella qua intorno. Aspettiamo di raggiungerla e lasciamoli lì.
Cecil sospirò, sorridendo grata.

Non so quanto tempo ci volle, ma alla fine vedemmo la cittadella.
Era uno di quei paeselli che si vedono nei film western e non avevo completamente idea di che diavolo ci facesse lì, dato che eravamo nel bel mezzo del nulla.
La cosa strana era che gli edifici erano tutti completamente rosa, con singolari lenzuoli rosa appesi alle finestre, decorati con quelli che all'inizio scambiai per strani simboli psichedelici rossi ma che poi si rivelarono lettere di cui però non distinsi il significato: non c'è niente di più brutto delle scritte rosse su sfondo rosa per i dislessici!
Comunque, una volta arrivati, ammaccammo il tasto di fermata d'emergenza del treno. Il contraccolpo fu così forte da farci cadere faccia a terra. Quando mi rialzai, però, scoprii che ero stata l'unica deficente a cadere. Yeah...!
Le porte si spalancarono all'improvviso. Stavo per uscire, ma un altro grosso Lestrigone mi parò la strada, stritolandomi nella morsa del suo pugno.
Repressi a stento un urlo.
-Sciocchi! Non sapete che noi non viaggiamo mai da soli?- rise Mamma Lestrigone.
-Lasciatela o stritolerà questa qui e mi ci farò una spremuta di ossa!- minacciò l'altro Lestrigone.
Okay, l'idea della spremuta non mi allettava.
Un altro Lestrigone entrò saltellando e afferrò Cecil con due mani, facendola urlare. Ero quasi sicura che l'avrebbe schiacciata, se non si fosse accorto di Annabeth e non avesse provato ad afferrarla, ma la figlia di Atena era preparata.
Schivò il suo attacco e sfruttò la goffagine del tipo per posizionarsi dietro la sua schiena e pugnalarlo col suo pugnale.
Il Lestrigone si disintegrò.
-Junior!!!- urlò il Lestrigone più grande, stritolandomi ancora di più. Mi sentii mancare.
Percy e Nico erano impegnati a tenere a bada Mamma Lestrigone e i suoi piccoli che strepitavano come in gabbia, Annabeth e Cecil erano tenute lontano dalla mano del mostro, così dovetti agire da sola. Tesi la mano e feci scattare Oblio proprio sul collo del Lestrigone, che si disintegrò, facendomi crollare a terra. Sapete, ero proprio stanca di quelle relazioni con il suolo!
Altri Lestrigoni, almeno una decina, si riversarono nel vagone e la situazione si fece più complicata del previsto.
-Okay, piano B- esclamò Percy, mentre raggiungevo gli altri.
-Non ci sono via di fuga, non possiamo scappare!- protestai.
-Le finestre!- urlò Annabeth. -Rompiamole!
Ubbidimmò senza protestare.
Ci slanciammo con tutto il nostro peso e le nostre armi contro i vetri e ottenemmo solo di graffiarli appena. Annabeth imprecò in greco antico. -Sono a prova di proiettile!
Ci voltammo a fronteggiare i primi Lestrigoni, ma ne facemmo fuori solo uno dopo cinque minuti, in cui eravamo già esausti. Per fortuna che lo spazio era piccolo, altrimenti saremo stati già ossa da spolpare! In un attimo di pausa, mi sembrò di scorgere delle persone muoversi fuori dal treno, ma quando mi rivoltai non c'era nessuno. Purtroppo non ebbi il tempo di indagare perchè il Letrigone con cui stavo lottando riprese a incalzarmi ringhiando.
Ero sfinita e non solo io. Cecil aveva provato a difendersi, ma ora stava quasi per essere schiacciata da uno di quei mostri; Percy, Nico e Annabeth continuavano a combattere ma erano impalliditi per lo sforzo e sembrava che dovessere svenire da un momento all'altro. Era la nostra fine...
Le gambe mi cedettero. Vidi il Lestrigone sollevare le mani chiuse in un unico pugno, pronto a schiacciarmi, ma un grande fischio fermò tutti. La finestra esplose e si riversarono coriandoli rosa dappertutto.
-Potere alle donne!!!- urlò una voce e donne vestite con pepli greci bianchi e rosa entrarono come furie dall'entrata del vagone. Sbaragliarono i Lestrigoni colpendoli con lance e spade.
Da qui è tutto confuso. Ricordo solo una puzza terribile, ma penso sia stato il tanfo dei Lestrigoni. Comunque, non potei indagare oltre perchè mi accasciai al pavimento e caddi nel buio più profondo.




Angolo Autrice
Okay, vengo in pace!!! Deplorevole da parte mia presentarmi ora dopo quasi due mesi di assenza, lo so, ma in mia difesa voglio dire che è tutta colpa della scuola, ecco! Okay, non avete voglia di sentire le mie scusa.
Ciancio alle bande... No, era bando alle ciance, e andiamo a chiare le solite cose da chiarire, e poi potete dare via al linciaggio^^
Dunque, vi avviso che se volete sapere, così per curiosità, quanto tempo ci vuole in treno per arrivare da una città all'altra, Google non lo sa u.u No, perchè ci ho messo un'eternità per arrendermi all'idea e capisco che può essere dura... Comunque, ho ripreso Il Ladro di Fulmini (che gli dei lo benedicano) fra le mani, e dopo averlo adorato-contemplato per trenata dieci minuti buoni, mi sono andata a cercare la parte dove diceva che arrivavano a Saint Luois dopo due giorni di viaggio, quindi facendo un rapido calcolo, con la cartina davanti, ho pensato che ne dovessero impiegare altri due per arrivare a Phoenix. Infatti poi non ci arrivano u.u Colpa mia, colpa mia!
Vediamo... Che altro... Mmh... Niente. Solo che -e stavolta lo giuro sullo Stige- pubblicherò più in fretta d'ora in poi^^ Anzi, sapete cosa? Comincio oggi stesso a digitare l'altro capitolo. Così vediamo un po' di capirci qualcosa su queste suffragette che no, non sono le Cacciatrici... purtroppo.
Ehm, ehm, ho detto abbastanza^^''
Un bacio e a prestooo!

Ps: l'estate è cominciata *^* Potrò leggere ogni secondo di ogni minuto di ogni ora di ogni giorno di ogni settimana di ogni mese di tutta la mia vita vacanza!!!

  
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