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Autore: Mariam Kasinaga    18/06/2014    2 recensioni
Darui si appiattì nell’ombra del corridoio, quando sentì i passi frettolosi di alcuni soldati camminare nella sua direzione. Il rumore metallico delle loro armature risuonava nel silenzio, mentre le loro voci si sovrapponevano una all’altra: “Sua Maestà è morto! Dobbiamo trovare il Principe!” continuavano a ripetere.
Genere: Fantasy, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MENZOGNE E SANGUE SPORCO


Capitolo 1: Il terzogenito ucciderà il re

Darui si appiattì nell’ombra del corridoio, quando sentì i passi frettolosi di alcuni soldati camminare nella sua direzione. Il rumore metallico delle loro armature risuonava nel silenzio, mentre le loro voci si sovrapponevano una all’altra: “Sua Maestà è morto! Dobbiamo trovare il Principe!” continuavano a ripetere.

Il ragazzo aspettò che il drappello si fu allontanato ed uscì dal proprio nascondiglio d’oscurità, senza riuscire a trattenere un sorriso: era difficile persino per il migliore dei guaritori riconoscere veleno che aveva utilizzato, lo stesso adoperato dai barbari dell’Ovest, poiché faceva presentare tutti i sintomi di una morte naturale. Non era stato difficile penetrare nella stanza del re, attendere un suo attimo di distrazione ed avvelenare il bicchiere di vino che era solito bere ogni sera.

Dagli appartamenti del defunto reggente provenivano gli strazianti pianti delle dame di compagnia e dei dignitari, svegliati e condotti a palazzo dalla Guardia Reale. Darui si calcò il cappuccio del mantello sul volto e cominciò a camminare a grandi passi verso la piccionaia: una parte di lui voleva correre ad annunciare al suo Signore che il loro piano era perfettamente riuscito, che Re Eon ora giaceva senza vita nel suo letto, mentre, in attesa che Sir Galad fosse tornato dal suo viaggio ai confini del regno, sarebbe stato il Principe terzogenito ad assumere la reggenza.

Il ragazzo si fermò, imponendosi di stare calmo: non doveva attirare l’attenzione, soprattutto ora che il castello pullulava di soldati. Sarebbe stato difficile persino per lui spiegare la propria presenza in quell’ala del castello, a quell’ora di notte. Non aveva timore che la Guardia trovasse Dwen prima di lui, sottraendogli il piacere di comunicargli ciò che era successo. Loro l’avrebbero cercato nella sua stanza, poi nella Sala del Consiglio, qualcuno avrebbe proposto persino il giardino, ma soltanto lui sapeva dove si trovava il Principe in quel momento.

Nonostante la differenza d’età era come se fossero cresciuti insieme, uno allenandosi a tirare coltelli, l’altro a studiare la politica del Regno, uno per essere un assassino, l’altro per diventare Re.

Uno al servizio dell’altro.

Darui conosceva ogni cosa del Principe, ogni più piccolo aspetto della sua personalità: l’aveva visto disperarsi alla morte della madre e della sorella, l’aveva osservato quando studiava nella biblioteca fino a notte fonda, l’aveva ascoltato lamentarsi di come suo fratello fosse soltanto capace di mulinare una spada sopra la sua testa, aveva sorriso quando si congratulava per ogni missione portata a buon fine e aveva sopportato i suoi repentini cambi d’umore. Dwen utilizzava la sua intelligenza ed il suo carisma per farsi strada tra gli intrighi di corte, mentre Darui, grazie a tutti i suoi allenamenti, poteva sopperire alla corporatura gracile e alla salute inferma del suo Signore.

Lo trovò nella piccionaia, come aveva previsto. Per un attimo, guardò quanto assomigliasse all’uomo che aveva appena ucciso: la vita esile, troppo per un uomo di trentacinque anni, i morbidi capelli biondi che scendevano fino alle spalle e, nonostante ora fossero rivolti verso la finestra, due enormi occhi verdi che parevano sempre scrutare le persone fin dentro l’anima.

Darui si schiarì la voce. “Mio Signore, vostro padre è morto. La Guardia Reale vi sta cercando per nominarvi reggente” spiegò. L’altro fece un lieve cenno d’assenso con il capo, continuando a guardare la cittadella che si diramava aldisotto del castello. “Sospettano qualcosa?” domandò, voltando leggermente il busto verso di lui. L’altro scosse la testa, avvicinandosi ulteriormente.

"No, Vostra Maestà” rispose, assaporando come quelle due ultime parole risuonassero alla flebile luce della luna.
Dwen si lasciò sfuggire un sorriso, scompigliandoli delicatamente i capelli neri.
“Sono solo un reggente. Chiama i nobili, riunisci il Consiglio e fai scrivere una lettera per richiamare mio fratello. Dopotutto, è lui l’erede al trono” concluse, congedandolo con un gesto della mano.
L’assassino aprì la bocca per aggiungere qualcosa, ma la richiuse subito dopo. “Come desiderate, mio Signore” mormorò, inchinandosi profondamente. Non appena Darui si fu allontanato, l’intero corpo del Principe venne scosso da un fremito, prima di irrompere di una risata. Fu costretto ad appoggiarsi al muro con la schiena, mentre tentava di riprendere il controllo, temendo che qualcuno lo potesse sentire.
Chiuse gli occhi e si passò una mano sul volto: il Trono della Terra dei Due Soli era ormai nelle sue mani. 

   
 
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