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Autore: Tomocchi    19/06/2014    2 recensioni
Un incontro avvenuto nell'infanzia.
Un incontro avvenuto per dovere, per suggellare un patto tra divinità, ovvero quelle della pace e della guerra.
Sensō ed Heiwa, in quanto novizie dee, dovranno affrontare delle prove per completare il loro percorso ma allo stesso tempo avranno a che fare con sentimenti forti e del tutto incontrollabili.
E il suo profumo. Oh, il suo profumo! Quella particolare fragranza di cui la ragazza odorava la mandava fuori di testa.
L’aveva sentito anche nel giardino della casata della guerra, era certa che fosse profumo di Azalea.
Genere: Avventura, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
Capitoli:
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PROFUMO DI AZALEA

Capitolo 3
Ferite

 

Erano passati un paio di anni da quella notte piena di sorprese.
Heiwa si era scoperta impacciata, evitava più volte lo sguardo di
Sensō anziché cercarlo come prima e soprattutto evitava ogni contatto con lei.
Ogni qualvolta che si sfioravano anche solo per sbaglio, l’albina saltava come una molla, allontanandosi sempre con qualche scusa per evitare di cedere a quei sentimenti che si erano rafforzati ogni giorno di più, conscia di non potersi lasciare andare a simili leggerezze durante un viaggio così importante.
Certo vi erano stati svaghi, divertimenti e incontri inaspettati –aveva rivisto i suoi cugini Hi, il novizio del mattino e Tsuchi, la novizia della terra- ma lei non era come Ho, il novizio del fuoco, che senza farsi scrupoli passava una notte di piacere sfrenato con chiunque volesse… d’altronde lui era anche detentore dei titoli della fortuna e del sesso… se solo lo fosse stata anche lei, e non così ligia al dovere!
Quei pensieri la stavano tormentando anche quel giorno di viaggio, incessanti e ininterrotti.
Scosse la testa, prendendosela tra le mani, biascicando qualche scusa agli altri prima di camminare e inoltrarsi ancora più nel profondo di quel boschetto in cui il gruppo si era accampato per riposarsi.
Si fermò in un piccolo spazio circolare, lasciandosi cadere sulla morbida erba verde, mentre cercava di fermare quella lotta interiore, ma un tocco sulla spalla la interruppe. Un tocco che si rivelò essere proprio di
Sensō.
L’aveva seguita, preoccupata, notando quanto l’altra sembrasse afflitta e tormentata da qualcosa, ma Heiwa sobbalzò, cercando di strisciare lontano da lei, lei che era la protagonista e la causa dei suoi pensieri.
“Si può sapere perché fuggi? Cosa ti ho fatto? Se hai qualcosa contro di me, dimmelo in faccia!”
La novizia della guerra era arrivata al limite.
Non capiva a che gioco stesse giocando la ragazza. Si era accorta del suo bacio, aveva sentito quelle labbra morbide sulle sue e quel sentimento aveva bruciato nel suo animo come un fuoco, mandandola in confusione e facendola riflettere per giorni, anni.
L'evento non si era più ripetuto, anzi, l’albina aveva iniziato ad evitarla e lei ne era rimasta ferita. Che fosse stato solo uno scherzo, una prova? Che le avesse fatto schifo? Non poteva sopportarlo.
E soprattutto non poteva sopportare di provare quell’affetto nei suoi confronti.
Un affetto che non sarebbe mai potuto sbocciare, di cui avrebbe potuto vergognarsi se la compagna l’avesse rifiutata.
Strinse le labbra, in attesa di risposta, ma la novizia della pace la fissava ad occhi sgranati con la bocca aperta, quelle guance rosee che la rendevano adorabile...
Non riusciva a togliersela dalla testa, non riusciva a far desistere quel desiderio nei suoi confronti.
Stava per aggiungere altro, quando dalla vegetazione uscì un ragazzino esile, dai corti capelli lilla e il vestito dello stesso colore. Heiwa lo riconobbe subito come Pan, il novizio dio della paura, i cui poteri erano ridurre ad uno straccio l’avversario proprio scatenando le sue stesse paure.
“Ma guarda chi abbiamo qui… Heiwa e Sensō! Che piacere vedervi, ma allo stesso tempo ho idea che dovrò mettervi fuori combattimento!” il ragazzino sorrise, allargando le braccia mentre un improvviso buio avvolgeva le due ragazze, che iniziarono a guardarsi attorno in cerca di una via di fuga, disperate.
La paura era il peggior sentimento che si potesse provare, il peggiore tra tutti.
Heiwa sentì la risata di Pan come un’eco lontano in quel silenzio assordante, sentiva dei brividi percorrerle la schiena semi nuda mentre si stringeva le braccia al petto, mentre gli occhi saettavano da una parte all’altra in quello spazio completamente nero.
Ad un tratto scorse una figura stesa e tremolante nel buio, una figura che, mano a mano che si avvicinava curiosa, si rivelò essere ancora Sensō.
La ragazza corvina era a terra, sopra una pozza di sangue, che tossiva e ansimava in cerca d’aria, il viso sporco e in certe parti tumefatto.
“Sensō!” esclamò l’albina, accorrendo al suo fianco e tentando di voltarla, con delicatezza, per aiutarla.
Doveva guarirla, doveva guarirla subito!
Anche se erano immortali, il dolore era uguale per tutti e soffrire in quella maniera portava alla pazzia, o peggio, al coma eterno…
Erano compagne, erano legate da un patto di reciproca alleanza, ma non avrebbe permesso in ogni caso che la persona che amava soffrisse in quel modo.
Inspirò ed espirò forte dal naso, cercando di calmarsi per ricordare la formula esatta per guarirla, ma i pensieri preoccupati e ansiosi per la ragazza affollavano la sua mente di continuo, facendola cadere nel panico ogni volta che riusciva ad uscire da quello stato dopo un paio di respiri.
L’incantesimo continuava a sfuggirle, la risata di Pan era tornata e la distraeva sempre più, senza contare che aveva iniziato a sentire pure altre voci.
Voci dei parenti di Sensō che la accusavano di essere venuta meno al patto, voci che la denigravano e la incolpavano della sua fine di divinità e della scomparsa di tutta la casata.
Una responsabilità che la stava schiacciando, che la stava facendo piegare su se stessa come un riccio nel tentativo di difendersi, di conservare lucidità.
Non riusciva a capire se era realtà o finzione, se l’amata era stata colpita davvero o se era solo un’illusione…
Con la testa che le scoppiava, Heiwa chiuse gli occhi e iniziò a gridare, gridò quanto poté per potersi liberare di tutto quello che stava passando, gridò finché ebbe voce, gridò talmente forte da essere fastidiosa anche per le proprie orecchie.
E mentre gridava, fredde lacrime iniziarono a rigarle il viso, panico e colpa che le stringevano il cuore in una morsa talmente forte da mozzarle il fiato, da renderla nulla se non un solo corpo fatto di carne.
Senza Sensō lei non esisteva.
Senza Sensō lei non era nulla.
Senza Sensō lei non aveva alcun valore.
Senza Sensō, senza la sua forza, lei non aveva obiettivi.
Si era totalmente annullata per lei, dipendeva dalla novizia della guerra in tutto e per tutto, quasi fosse stata la sua linfa vitale.
Boccheggiante e senza più voce da tanto che aveva gridato, ebbe la forza di rialzare appena il capo e guardare la compagna ancora stesa a terra in quella pozza dello stesso colore del suo vestito.
Scossa da brividi si avvicinò e la abbracciò, sentendo il freddo del corpo gelarle il sangue.
Pianse ancora, a singhiozzi irregolari, abbandonandosi del tutto…
“Heiwa!”
Quella voce…
“Heiwa!”
Così familiare e imperativa…
“Heiwa, per la miseria, ti avevo detto di smetterla di fare la piagnucolona!”
La novizia della pace ebbe un senso si vertigini e l’attimo dopo si ritrovò sdraiata a terra, con la faccia appoggiata sull’erba, di nuovo nello piccolo spiazzo del boschetto.
Uno stivale rosso dalla suola nera le negava buona parte della vista, ma mai visione fu più bella.
A fatica, Heiwa cercò di mettersi seduta nonostante la testa le girava, ma una presa forte del braccio la rimise perfino in piedi.
“Sen…” pronunciò il suo nome con voce tremante, ma la corvina non le diede nemmeno il tempo di dirlo per intero perché la strinse forte a sé, talmente forte che poteva sentire il profumo della sua pelle.
Di nuovo quel dolce profumo di Azalea.
L’odore parve avvolgerla come una coperta, rassicurandola che era tutto a posto.
Preso coraggio, la ragazza la strinse forte di rimando, toccandole schiena, spalle e braccia nel tentativo di sincerarsi che fosse reale, viva.
“Sensō… credevo… credevo di averti…” le parole le morirono in gola, non sapeva cosa dire se non che era felice di sentirla di nuovo tra le sue braccia.
“Era un’illusione. Lo sai che Pan sfrutta le paure…”
“Ma perché ci ha attaccate? L’esame non prevede scontri tra di noi…”
“Ma chi punta ad essere il re delle divinità sì.”
Heiwa si ammutolì di colpo, mentre la sua mente le passava timidamente un ricordo dove sua madre le spiegava un piccolo particolare del loro mondo.

“C’è bisogno sempre e comunque di un capo, Hecchan. Così, oltre all’esame, è possibile anche proporsi come Re o Regina di noi divinità.”
“E come è possibile mamma? Ma quanti esami ci sono da fare?” la piccola Heiwa sbuffò sonoramente, incrociando le piccole braccia al petto.
Altro che pace, sentiva solo parlar di battaglie. Per questo il suo pensiero corse a quella bambina che sarebbe stata sua compagna, Sensō…
La donna le sorrise dolcemente, prendendola tra le braccia. Una delle rarissime occasioni che la piccola novizia si godeva quando poteva.
“Mentre viaggerete, sarete sempre giudicati. Noi genitori vi guarderemo da quassù, per vegliare e per osservare le vostre capacità. Il più forte, il più responsabile e altre qualità che fanno un buon re le vediamo dai vostri comportamenti, trent’anni di viaggio ci servono anche per capire quale di voi è il più adatto a guidarci...”

Era vero.
Loro avevano avuto la fortuna di allearsi con alcuni dei loro compagni, ma altri non erano dello stesso avviso e ci tenevano a dimostrare quanto erano forti da soli.
Pan, insieme a Uragiri, il dio dell’odio, era sicuramente tra i novizi più pericolosi.
“Come hai fatto a liberarti di lui?” domandò l’albina, osservando il corpo del ragazzo tramortito, abbandonato a terra.
Sensō lo guardò a sua volta con una smorfia, stringendosi nelle spalle: “Ho semplicemente tenuto a mente che in quello spazio buio c’erano soltanto falsità –a quella frase Heiwa si sentì sciocca nell’aver pensato che fosse stato tutto reale- e, a fatica, sono riuscita a colpirlo. Quando poi si è distratto, sono uscita da quel limbo che crea e l’ho definitivamente battuto.” E le mostrò un pugnale, facendole intendere che aveva usato l’impugnatura di tale arma.
“Spero che Virtus venga a recuperarlo al più presto…”
Virtus era il novizio dio del coraggio, nonché compagno di Pan, un ragazzo dai capelli castani piuttosto alto e, al contrario della sua natura, un po’ timoroso e sempre riguardevole nei confronti degli altri.
Come se fosse stato evocato, il novizio uscì dalla boscaglia col fiato corto, guardandosi attorno finché non si rese conto che Pan era lì a terra.
“Pan!” si fiondò subito vicino al compagno, prendendolo in braccio come se fosse stato una principessa da salvare, cosa che fece sorridere appena la novizia della pace e quella della guerra.
“Sta… sta bene?” chiese Virtus alle due ragazze, che annuirono.
“Ci ha attaccate.” Precisò Sensō, per farlo sentire in colpa, ma Heiwa continuò il discorso: “Non gli abbiamo fatto troppo male, è solo… svenuto. Ma è meglio che ve ne andiate, prima che vi vedano gli altri.” Sussurrò, facendo segno con la mano di muoversi e il ragazzo dai capelli castano chiaro annuì più volte e le salutò, riconoscente.
Lo sguardo preoccupato e amorevole che Virtus rivolse a Pan era intenso, talmente intenso che fece arrossire di imbarazzo le due novizie.
Una volta sole, Sensō occhieggiò più volte la compagna, prima di inspirare e porre una domanda che le ronzava in testa da quando l’aveva liberata.
“Cosa… cosa hai visto, laggiù?” domandò, con un tono disinteressato, ma che in realtà non lo era, oh, se non lo era.
Heiwa si voltò a guardarla, le guance che le imporporavano il viso mano a mano che il tempo passava.
E ora, cosa le avrebbe detto?

 

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Parla Tomocchi:
Siamo alle battute finali! Il prossimo capitolo è l’ultimo y.y mi pare. O il penultimo. Devo ancora decidere se piazzarci un epilogo o meno, e soprattutto se inserire una parte o meno…
La parte del combattimento è stata omessa, lo so, ma ho preferito concentrarmi su Heiwa e sulla sua paura che sull’azione… ho fatto bene? Male? Ditemi lol.
Ma passo ai ringraziamenti! Un grazie a Manny_chan e Soheila per aver recensito l’ultimo capitolo, un grazie a Erzi, Ignis_eye, Soheila, mariaconce95 e Zeta81 per aver messo la storia nelle seguite (siete tantissim*!) e a furaibo, nana yagami, mariaconce95 e Zeta81 per aver messo la storia tra le preferite, adirittura *//* sono davvero contenta che piaccia. <3
Un grazie sempre e speciale a faith_bella che mi ha suggerito lo scontro, a Soheila che mi segue e mi bacchetta –e meno male lol- e a Manny, che ha sempre creduto in questi personaggi più e prima di chiunque altro, fin da quando sono nate. <3
Alla prossima! :3

   
 
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