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Autore: AliNicoKITE    19/06/2014    3 recensioni
Mi mettevo l'armatura seguendo l'esempio di Kay, ma la mia testa pensava ad altro.
Gambali.
Pensavo ad Iverson e agli altri,che dopo l'uscita di Rachel non mi parlavano quasi più. Una piccola lacrima.
Corazza.
Pensavo a mia madre, il suo simbolo impresso sull'armatura. Pensavo a Liv, a come fosse morta e da parte di chi.
Una altra piccola lacrima.
Elmo.
Pensavo a Nico, che prima di andare a prepararsi mi aveva parlato mentre mi abbracciava cogliendomi di sorpresa, io ancora in lacrime. Ti aiuterò Cleo,sistemeremo tutto.
Mi guardai allo specchio, asciugai le lacrime. Sorprendendo me stessa, vidi la mia bocca incurvarsi in un piccolo sorriso. Presi la mia spada e la misericordia e seguii Clash e gli altri senza guardarmi indietro.
***
Tre mezzosangue durante la guerra dei titani scompaiono misteriosamente. A nessuno importa: uno in più, uno in meno, che differenza fa?
Ma se la storia torna a ricordarti ciò che è successo, l'unica cosa che puoi fare è chinare il capo e aspettare che la tempesta arrivi.
Se poi ti chiami Cleo Nils e quei tre in più o in meno ti riguardano da vicino, allora è giunto il momento di vedere la vera baraonda.
***
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dei Minori, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3- Cleo Nils

~~New York
Cleo stava camminando. Aveva le lacrime agli occhi.
Stronzi,stronzissimi- continuava a pensare-Non piangere,risparmiatelo.
Stava andando a casa dopo otto ,otto, ore di scuola. Avrebbe dovuto essere una bella giornata,normale almeno e invece…  bam! Quattro ore di servizi socialmente utili per punizione. Che merda.  Ed è  anche il mio compleanno. Merda,merda,merda!
Di solito non si lasciava mai andare così tanto,fino ad arrivare a piangere e ad insultare il mondo, però aveva davvero toccato il fondo questa volta.  Cleo era entrata a scuola ripromettendosi di essere gentile e attenta alle lezioni,ma soprattutto non aggressiva. Doveva stare seduta buona buona  non sentendosi come una tigre in gabbia e  insultando chi le rivolgesse la parola. Insomma, non doveva essere sé stessa. Ci aveva provato. Ci provava sempre ,il giorno del suo compleanno. Ci cascava ogni volta. Ogni volta, si illudeva di potercela fare. La psicologa della scuola diceva che era un caso disperato. Senza speranze. Forse aveva  ragione.
Era la seconda ora, storia. La professoressa recitava con tono incolore le pagine da studiare per la lezione successiva e la classe era quasi in preda al letargo ma si sforzava di restare desta: la professoressa Vlansjikov, russa,alta,magra come uno stecco,con la faccia  bella come uno sputo in un occhio, era nota per farla pagare moltissimo agli alunni disattenti. Le sue punizioni preferite, che assegnava solo agli alunni peggiori, quelli della ‘’lista nera’’, erano l’assegnazione di ore di servizi socialmente utili,da due a quattro. I più fortunati dovevano pulire i bagni,tanto per rendere l’idea.  Cleo stava scrivendo diligentemente i compiti sul diario, cercando di ignorare gli insulti scritti su ogni pagina. Un regalino da parte di Gustav e Coleman. Una piccola descrizione di te,mostro. Ogni insulto era accompagnato da un disegno osceno. Cleo sentiva la rabbia montarle nel petto, ma riuscì a  stare zitta. Si guardò intorno … e sorrise. Un sorriso freddo,che sapeva di rivincita. Per la prima volta, la Tombers, la ragazza più antipatica di sempre, che guarda caso ce l’ aveva, anche lei, con Cleo, aveva fatto un passo falso. Stava leggendo. Durante la spiegazione della  Vlansjikov. Poteva fargliela pagare. Vendetta. Fece finta di chinarsi a prendere una invisibile matita sul pavimento per vedere cosa la Tombers  stava leggendo. Una lettura interessante, se sfidava la Vlansjikov pur di vedere come terminava la storia.  Rimase delusa,aveva tolto la copertina. Poco male. Via alle danze,Tombers.                       
Appena la professoressa si girò verso la lavagna le fregò il volume. La Tombers seppe stare zitta: sapeva che il girarsi della Vlansjikov significava essere scoperta, quindi morte. O forse no?
-Professoressa, Nils sta leggendo un libro durante la sua lezione.
Fu troppo. Cleo esplose. Fece tutto senza pensare. Tirare il libro sulla testa della Tombers, picchiarla,picchiare anche Gustav,già che c’era, per il ‘’regalo’’di compleanno … tutto. Finì in presidenza, e poi dritto a pulire i vetri dell’enorme facciata, mai lavata dall’inaugurazione della scuola,  settant’anni più o meno calcolò Cleo dalle incrostature.  Si era sentita uno schifo e i suoi propositi erano svaniti in una nuvola di polvere.
Un lieve tocco sulla spalla la riportò al presente. Era un ragazzo,bello da mozzare il fiato, per il giudizio di Cleo. Lei  paragonò  subito il colore dei suoi occhi al cielo notturno limpido senza luna, di quel nero impenetrabile che a Cleo piaceva tanto. I capelli erano neri, pure loro, ma al sole sembravano avere riflessi rossi,  come capita con i mori particolarmente scuri. La pelle era diafana e sembrava non avere mai visto il sole. Era alto come lei, normale per un maschio di quindici/sedici anni circa ipotizzò, il fisico era asciutto e la bocca piegata in un sorriso sghembo.
-Ehilà. Cleo Nils,giusto? Nico di Angelo,figlio di Ade, qui per portarvi al Campo Mezzosangue,cara semidea.
-Aha. Capito tutto. Sei fuori signor di Angelo.
E continuò a camminare. Venne presto raggiunta da Nico, che sembrava confuso,seccato ma anche stranamente curioso.
-Come fai a sapere il mio nome? – chiese Cleo,che si era accorta solo in quel momento di quella stranezza.-Vai alla mia scuola? Sei della Kennedy school?
-Intendi dire quel rudere che hai dovuto pulire? No, io non frequento scuole. A parte i corsi di greco antico e quelli per imparare a squartare mostri. aggiunse nella sua mente senza osare pronunciare  quella frase: Cleo sembrava sconvolta anche solo dalla sua introduzione,anche se non voleva darlo a vedere.
- Mi-mi hai visto  pulire i vetri? MI SPIAVI?? Stai rischiando grosso amico è bene che tu lo sappia. N-non c’è bisogno di un’altra persona che mi umilii! 
-Umiliare?-disse Nico spiazzato da quel miscuglio di rabbia e tristezza.
Cleo si mise a piangere. Non ce la faceva più a trattenere le lacrime. Cadde in ginocchio sull’asfalto,senza preoccuparsi di Nico, che la guardava con tenerezza,come se gli ricordasse qualcosa quella scena.
***
Le aveva spiegato tutto,dopo che si era calmata. Non ci era voluto molto perché smettesse di piangere: già dal primo singhiozzo aveva cercato di frenare la rabbia per l’umiliazione ricevuta. Nico aveva avuto tatto,cosa strana per lui. Aveva portato Cleo in un parchetto lì vicino,per far sì che la gente non vedesse una ragazzina parlare ad una persona invisibile ai mortali. Sarebbe finita male per lei altrimenti. Mentre le parlava di déi,guerre,morti con una familiarità strana per un sedicenne, Cleo aveva semplicemente annuito quando lui le chiedeva se stava bene e guardato il vuoto con una espressione indecifrabile anche nei momenti in cui parlava delle cose più strane e terribili. Alla fine  del discorso gli aveva creduto. In fondo tutti i mezzosangue sanno nel profondo qual è la verità. Si era alzata e senza dire una parola aveva gettato il telefonino nel bidone.
Nico aveva capito solo allora che Cleo aveva modi tutti suoi di dimostrare le sue emozioni.
-Perché lo hai fatto???
-Fino a qualche minuto fa avevo due genitori normali. Ora tu mi dici che uno dei due ha tradito l’altro con un dio o una dea.  Preferisco scomparire senza lasciare nulla dietro di me che mi ricordi casa.
A Nico faceva male vedere una persona così … fragile. Solo per quello senza pensarci un attimo la abbracciò e viaggiò nell’ombra tenendola stretta,come se temesse vederla cadere in mille pezzi.
Cleo era stata troppo scioccata per scostarsi dall’abbraccio. Nico odorava di bosco e nelle sue braccia si sentiva bene,protetta. Solo una parte di lei invece voleva picchiarlo per ciò che stava facendo e per il fatto che,lo capiva solo adesso, quel ragazzo aveva cambiato la sua vita. Chi dei suoi genitori le aveva mentito ogni giorno? Chi era dei due che aveva tradito l’altro? Pensò a sua mamma, Jane, e a suo padre, Arthur. Jane che non sapeva cucinare ma si ostinava ogni domenica a provare a sfornare una torta commestibile. Arthur che guardava sua madre con affetto anche quando gli serviva un grumo nero insapore. Mamma e papà. Mamma,papà ,lei e Liv,sua sorella maggiore. La famiglia Nils. 
Liv. Liv, tu lo sapevi?
Un pensiero orrendo prese forma nella sua mente. Liv era davvero sua sorella? No,no,no,no doveva esserlo. Non dopo l’affetto che le aveva dimostrato ogni giorno prima di sparire per sempre. Non doveva pensarci nemmeno. Adesso doveva andare avanti. Nico le stava offrendo una nuova possibilità,una nuova vita. Poteva per una volta essere accettata per come era. Poteva avere … amici. Era un pensiero troppo bello. Ce l’avrebbe fatta. Lo sapeva. Strinse forte Nico finché si ritrovò di nuovo con i piedi a terra. Si scostò velocemente ma sorrise al ragazzo.
-Grazie signor Di Angelo.
Nico notò subito la nuova luce che animava gli occhi marroni nocciola della ragazza. Forse, forse, Cleo non era fragile come sembrava, capì il figlio di Ade.  Forse,forse, bastava un po’ di affetto per risvegliare la vera Cleo.
 
 
 
NOTA DELL’AUTRICE
Ehilà gente! La tanto attesa Cleo Nils si fa finalmente sentire!  Spero vi piaccia questo capitolo da adesso in poi diventerà tutto moolto più interessante! Vi è piaciuta la descrizione di Nico? Non è proprio il massimo ma mi è venuta così… VI PREGO SIGNORI RECENSITE ANCHE SOLO PER CRITICARE UN BACIONE A TUTTI SCUSATE IL RITARDO!!!!!!
AliNicoKITE
   
 
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