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Autore: heydrarry    21/06/2014    1 recensioni
 Al ballo scolastico c’è chi si annoia, chi fa scherzi e chi viene corteggiato. Ma Teri, Ria, Eles e Mel non avrebbero mai immaginato che sarebbero state inseguite da un mostro.
Le quattro ragazze si ritrovano in un nuovo mondo, con creature mitologiche e ragazzi provenienti dal futuro a cui si uniranno per evitare l’ennesima guerra tra gli dei dell’Olimpo.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'T.R.E.M'
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Capitolo 20

 

RIA

 

 

 

L’impatto del corpo di Eles contro il mio non fu piacevole. Sbattei la schiena contro la parete opposta e trattenni un’imprecazione.
La figlia di Apollo mi porse la mano e l’accettai, lasciando che mi aiutasse a rialzarmi in piedi. Sulla parete la luce accecante era sparita e al suo posto c’era un cerchio dorato.
Due ragazze comparvero nel cerchio. Sembravano essere in una stanza e noi vedevamo da fuori alla loro finestra.
Una aveva i capelli mori legati in una treccia, gli occhi grigi e la carnagione olivastra. L’altra aveva i capelli corti e neri, i lineamenti più duri. Quella con la traccia cullava un neonato dagli occhi verdemare e gli cantava una canzone su un salice ombroso in fondo al prato.
«Finnick, ma quello è...» sussurrò Aurora, sorridendo.
Finnick si avvicinò al cerchio e guardò quel bambino tra le braccia della ragazza.
«Katniss! Katniss, sono qui!» gridò Finnick.
Le due ragazze non si voltarono. Finnick fece per prendere la rincorsa e saltare nel portale.
«No, Finnick!» urlò Mel. «Se entri nel portale non potrai più tornare indietro!»
Niall e Teri fermarono Finnick, che piangeva e si dimenava. «Lasciatemi!»
Nonostante tutte le urla di Finnick le due ragazze e il bambino sembravano tranquilli.
«Sai, Finnick, tuo padre è stato un grande eroe» disse la ragazza con la treccia al bambino. «Porti il suo stesso nome, sai? Sono certa che sarebbe stato così felice di vederti. Hai i suoi stessi occhi.»
Le guance della ragazza erano solcate dalle lacrime, e anche Finnick non smetteva di singhiozzare.
«Perché non ci sentono?» chiesi a Mel.
«Eles, devi essere tu a parlare. Tu hai evocato il portale e se tu parli loro vedranno noi e ci sentiranno.»
«Oh, wow.» disse Eles. Le due ragazze si guardarono con aria interrogativa.
«Hai detto qualcosa?» chiese quella con la treccia all’altra.
«No, credevo che tu avessi parlato» ribatté l’altra.
«Ehm, sono qui. Katniss, Johanna, io sono Eles. Vengo dal passato.»
Katniss e Johanna si voltarono verso di noi e sbiancarono in volto. Johanna si portò le mani alla bocca e Katniss si affrettò ad appoggiare il bambino nella culla.
«F-Finnick?» balbettò Johanna.
«Johanna, Katniss! Mi hanno salvato. Mio fratello mi ha salvato dagli ibridi e mi ha riportato nel passato e ora sono intrappolato qui» spiegò in fretta Finnick.
«Tuo fratello?» chiese Katniss, con aria interrogativa. «Non sapevo nemmeno che ce l’avessi, un fratello. E come sei ritornato nel passato?»
«Non c’è tempo per spiegarvelo. L’unico modo per tornare nel futuro è che voi veniate qui, combattiate con me contro alcune...creature e poi potrò tornare con voi a Panem, vedere mio figlio e riabbracciare Annie. Vi prego, ragazze. Ho bisogno di voi»
Johanna e Katniss si guardarono.
«Lascio il bambino a Peeta e vado a prendere l’arco.» disse Katniss.
«La mia ascia è sempre qui» replicò Johanna, prendendo la sua arma.
«Bene!» esclamò Finnick, speranzoso. Katniss prese il bambino e uscì dalla camera. Tornò pochi minuti dopo e al posto del bambino aveva un arco e una faretra.
«Come funziona questa merda?» chiese Johanna, avvicinandosi al portale. Sembrava che ci separasse solo un vetro.
«Saltateci dentro» rispose Mel. «Prendete la rincorsa e saltate. Non vi schianterete.»
Katniss e Johanna studiarono un po’ sospettose Mel, ma poi fecero come aveva detto.
Mentre prendevano la rincorsa noi facemmo qualche passo indietro.
Katniss e Johanna uscirono letteralmente dalla parete mentre il cerchio dorato dietro di loro si chiudeva.
Caddero in piedi e poi si fiondarono ad abbracciare Finnick. Entrambe singhiozzavano. Doveva essere importante per loro.
Quando si staccarono dal figlio di Poseidone, si presentarono.
«Dobbiamo andare via» disse Niall. «Non è saggio restare qui».
Eles ci condusse per altri corridoi, diversi da quelli che avevamo già percorso, o almeno così mi sembrava.
«Eles, forse tu sapevi dove andare fino al punto in cui Crono ha lasciato il suo potere...Magari ora non...» dissi.
La figlia di Apollo mi guardò torva.
«Scusa!» replicai, ridendo.
Ad un tratto la terra tremò.
«Dobbiamo correre» annunciò Eles. Come se fosse una novità. Dietro di noi un rumore di ciottoli che cadevano si faceva sempre più forte. Imboccammo un corridoio. Le mie gambe ormai andavano da sole.
Ringraziai le driadi per aver insistito nel allenarmi alla corsa.
Eles frenò all’improvviso, e per poco non cademmo tutti.
Era un vicolo cieco e i ciottoli continuavano a cadere, bloccando il percorso dietro di noi.
Sul muro c’era una scritta in greco antico.
«Che diavolo è scritto?» chiese Johanna.
«Lasciate le armi se dall’ombra volete liberarvi.» leggemmo in coro.
«Impressionante» sussurrò Katniss. «Finnick, da quando sai una lingua antica?»
Ricordai che le due ragazze non sapeva che fossimo semidee. Gliel’avremmo spiegato presto.
«È la lingua parlata in un posto chiamato Grecia, ma era parata tantissima anni fa. Si chiama greco antico. Te lo spiego dopo» replicò Finnick.
«Dobbiamo lasciare le armi» disse Mel. «Altrimenti resteremo bloccati qui»
«Sì, ma dovremmo combattere una battaglia là fuori e le armi ci servono! Stupido muro» ribatté Niall.
Dieci punti dorati si illuminarono in cerchio sulla parete.
Una voce cortese rimbombò nel corridoio, mentre il soffitto continuava a cadere a pezzi.
«Dieci, nove...» cominciò a contare la voce femminile.
«Dobbiamo lasciare le armi!» gridai, cercando di sovrastare il rumore dei mattoni e la voce. «Altrimenti ce le toglierà e moriremo qui! Dobbiamo conficcare le armi nel muro, in corrispondenza dei punti dorati.»
«Otto, sette...»
Una freccia si conficcò in uno dei cerchi. Mi girai e vidi Katniss che riportava il braccio lungo il fianco e sorrideva per aver fatto centro.
Mel e Eles si affrettarono a fare lo stesso. Dalla freccia che aveva scoccato Eles cominciò a brillare un raggio di sole. Johanna, invece ficcò la sua ascia nel puntino dorato.
«Sei, cinque..»
Conficcai il coltello avvelenato nel punto dorato, mentre una sciabola nera sibilò accanto al mio orecchio e trafisse un altro dei punti dorati.
«Quattro...»
«Finnick!» gridai. «Lascia il tridente!»
Il figlio di Poseidone guardò il suo tridente, titubante, mentre Aurora e Rose trapassarono altri due punti della parete con le loro spade dorate.
«Niall, che aspetti?»
«Tre, due...»
Niall e Finnick conficcarono lo xiphos e il tridente nei due punti dorati rimasti giusto in tempo.
«Uno» concluse la voce.
I mattoni continuavano a cadere e ad avvicinarsi, murandoci vivi, mentre le nostre armi scivolavano nella parete come se stessero scendendo nelle sabbie mobili.
«Bella idea!» urlò Niall, guardandomi arrabbiato.
Ormai le frecce erano state sommerse dal muro, si intravedevano i pomoli delle else delle spade e il manico del tridente di Finnick.
«Mi dispiace!» gridai. «Vedevi un’idea migliore? Con nessuna delle nostre armi saremmo riusciti a sopravviver...»
Non finii la frase. La parete esplose tra polvere e ciottoli e volai in aria.
Il mio coltello fu spinto via dall’esplosione, ma fu come se il tempo rallentasse. Riuscii a chiudere le mie dita intorno all’impugnatura. Poi caddi per terra.

Quando riaprii gli occhi vidi il cielo scuro. Chissà per quanto ero rimasta svenuta. Un altro giorno andato, pensai. Ma avevamo trovato altre due guerriere.
«State tutti bene?» chiese una voce femminile. Mi sembrò fosse Rose. Tenevo stretto tra le mani il mio coltello.
«Credo di avere ancora la testa attaccata al collo» mormorai, cercando di alzarmi.
La schiena protestò per lo sforzo, ma mi rimisi in piedi.
Eravamo fuori dal Labirinto, nella riserva dei Quileute, La Push. C’era un falò acceso in lontananza e molte persone erano lì intorno. Pensai a qualche tradizione della riserva. Guardai i miei amici. Finnick, Teri, Katniss e Johanna erano ancora svenuti, ma tenevano stretti tra le mani le loro armi.
«Solo io sono riuscita a recuperare la mia spada nell’esplosione?» chiese Rose, mettendosi seduta sul prato e massaggiandosi le spalle.
«No, anch’io ci sono riuscita.» rispose Aurora, guardando ammirata la sua spada.
Niall si alzò con non poca fatica.
«Dobbiamo tornare dai Cullen» disse. «Siamo rimasti molto nel Labirinto. Lì il tempo passa più in fretta anche se non ci si diverte. Sbrighiamoci».
«Niall, non sarà facile trasportare quattro ragazzi svenuti alti e muscolosi» osservò Mel, alzandosi in piedi e pulendosi i jeans.
Eles mise la sua freccia un po’ bruciacchiata sulla punta nella faretra e controllò lo stato del suo arco. Sorrise. Non l’aveva rotto.
«Sono ancora privi di sensi?» chiese Eles. «Fammi dare un’occhiata.»
Eles si avvicinò a Katniss e le misurò il battito cardiaco dal polso. Poi fece lo stesso agli altri tre.
«Il battito cardiaco è rallentato, ma stanno recuperando. Noi siamo rimasti svenuti solo per qualche minuto perché siamo più piccoli. L’esplosione sembra aver avuto un effetto più forte sui più forti del gruppo. Teri sarà la prima svegliarsi, Finnick l’ultimo»
«Complimenti, dottoressa!» esclamò Niall, sorridendo. Eles ricambiò il sorriso, un po’ imbarazzata.
Teri si risvegliò in modo più brusco rispetto agli altri. Borbottò dei “no” e poi aprì gli occhi di scatto e urlò: «Gregor!»
La sua mano era stretta intorno alla sua spada.
Si guardò intorno, con il fiatone.
«L’esplosione...» mormorò. «Sono riuscita a recuperare la sciabola mentre saltavo via»
«Sì, tutti ci siamo riusciti. Ho recuperato la freccia al volo» disse Mel, dandole pacche rassicuranti sulle spalle.
Teri guardò Mel e poi l’abbracciò forte. La figlia di Atena restò un po’ sorpresa per quell’abbraccio. Teri non era una ragazza affettuosa.
Teri si alzò, un po’ barcollando, e abbracciò tutti.
«Siete vivi» sussurrò.
«Hai chiamato Gregor» dissi. La figlia di Ade annuì.
«Il Campo era stato attaccato da strani ragni enormi. Mi catturavano e mi costringevano a vedere ogni singolo Mezzosangue ucciso.»
Anche Katniss, Johanna e Finnick si risvegliarono urlando un nome, ma non ci spiegarono cos’altro avessero visto nel sogno.
Si pulirono i vestiti e poi tornammo nelle auto, diretti al noleggio.
Andai in macchina con i tre guerrieri futuri e con Eles.
Finnick raccontò tutta la storia, degli ibridi, di Percy, del Campo Mezzosangue ma la cosa che sorprese di più le sue amiche fu la sua discendenza da Poseidone.
«Io ho sempre pensato che ci fosse qualcosa di divino in lui» disse Johanna, facendoci ridere.
«Bene, ragazze. Siamo arrivati al noleggio» annunciò Finnick. «Riponete le armi.»

 
Tornammo a casa Cullen a piedi. Rosalie e Esme furono felici di rivederci, Alice di meno. Bé, non potevo mica essere simpatica a tutti. Ci accomodammo sul divano mangiando la pasta che Rosalie aveva preparato.
Carlisle, Emmett, Edward e Jasper raggiunsero il salotto.
«Così sono queste le creature che seguono le mode di Capitol City?» chiese Johanna. «Si modificano la pelle geneticamente così che possa brillare?»
Finnick per poco non si strozzò con il cibo per trattenere le risate e Katniss rise così forte che finì per lacrimare.
«Oh, andiamo!» esclamò Jasper. «Smettetela con queste battute sulla nostra pelle!»
«Scusate» disse Finnick. «Ma è una cosa che voi vampiri capirete nel futuro, quando gli Stati Uniti diventeranno Panem. Effettivamente voi a Capitol City vi trovereste bene.»
«Okay, cambiamo discorso!» intervenne Emmett. «Voi siete i rinforzi?»
«Con loro vinceremo» risposi. «Loro sono quelli di cui parla la Profezia.»
«Fantastico. Allora sarà meglio che vi spieghi il piano.»

«Il nostro obiettivo è proteggere Bella, il vostro uccidere i neonati affinché negli Inferi tutto torni normale.» iniziò Edward.
«Collaboreremo con i nostri nemici mortali, i licantropi, per adempiere al nostro obiettivo. Bella starà in montagna con me e uno dei licantropi, Jacob che coprirà il suo odore, ma Alice sa già che non basterà.»
«Non ci interessano i tuoi drammi, abat-jour» disse Johanna. Edward sembrò trattenersi da alzare gli occhi.
«Noi uccidiamo l’esercito di Victoria e magari anche lei, ma se la tua ragazza è indecisa tra un ghiacciolo fatto di glitter e un lupo un po’ troppo cresciuto non sono problemi nostri»
Per la prima volta vidi sul volto di Edward un’espressione sbigottita. Ma si riprese subito.
«Victoria cercherà noi ed è affamata di vendetta. Non affrontatela da soli. Non vi sto sottovalutando, Katniss, so quanto forti e preparati siate ma concentratevi sui neonati. Voi siete un esercito formidabile, molto di più di quello che ci aspettavamo e vi ringraziamo per aver attraversato un intero continente o un portale temporale per aiutarci. Ve ne sono davvero grato».
I suoi occhi dorati erano tristi ma determinati. Mi dispiacque per lui e sperai che andasse tutto come voleva, anche se la mia opinione su chi avesse subito il vero torto non cambiava.
Mi sentii comunque molto onorata dalle sue parole. Edward ci sorrise appena, poi riprese la sua espressione dura.
«Attireremo i neonati con l’odore di Bella nella radura. Sarà più facile per tutti combatterli» proseguì il vampiro.

«La battaglia sarà domani».

 

 

Spazio autrice
Rieeeccomi, pepz!
Scusate per il ritardo, ma c’è una serie tv che mi sta prendendo e mi dimentico sempre di aggiornare.
La storia sta più o meno per finire. Dopo il prossimo capitolo, restano solo due o tre capitoli di conclusione, che pubblicherò tutti insieme.
Ringrazio la mia costante lettrice Kalyma P Jackson e vi invito a leggere la sua fan fiction, che è davvero stupenda e originale.
Bacioni!

 

   
 
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