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Autore: Elsker    21/06/2014    2 recensioni
«Pensavo che cambiare parole, avrebbe aiutato» si lagnò Louis, lanciando i popcorn rimanenti addosso a Harry. «Non apprezzi mai i miei sforzi quanto io apprezzo i tuoi!»
*
Elle aveva più o meno capito. Niall era il leader non dichiarato del gruppo, Liam il babysitter ormai sulla via della pensione, Louis il tenerone, Harry l'ingenuo e Zayn il buffone e quello più passionale (nel senso peggiore del termine).
*
Louis doveva farlo, doveva confessare i suoi veri sentimenti a lui che gli aveva dichiarato tutto il suo amore.
*
Harry si guardò intensamente nei propri limpidi occhi: la amava? La amava veramente?
*
Niall, incredulo, dischiuse le labbra per prendere fiato a fatica mentre reprimeva le lacrime. No, non poteva essere vero. No, non poteva essere lei.
*
{2 coppie het + 1 slash}
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

Titolo: Come l'Irlanda



Prologo


Una donna correva velocemente, stringendo al petto il fagotto che aveva tra le braccia.
Aveva in mente una meta precisa e nulla avrebbe potuto fermarla.
Doveva portare in salvo la sua bambina.
In realtà avrebbe voluto che la sua piccola crescesse al suo fianco, ma non poteva permettersi questo lusso, perché lei era in pericolo e sapeva già, in cuor suo, che sarebbe morta.
I suoi passi, seppure pesanti, scorrevano veloci sulla strada bagnata, il suo respiro era affannoso nella densa nebbia notturna e la sua vista offuscata, sotto il cielo cupo che l'accompagnava in quel triste addio.
Bimba mia, cresci forte... sappi che, nonostante io non ti starò accanto fisicamente, ci sarò e che il mio amore non morirà in questa notte d'addio, ma crescerà forte e rigoglioso all'ombra della tua vita, sempre con te.
Ti amo.
Adagiò lentamente il fagotto, dopo aver depositato l'ultimo bacio di addio sulle guance piene della sua bambina, e suonò il campanello.
Voltandole le spalle per sempre.


***


Dopo poco una signora che indossava un leggero kimono aprì la porta e prese tra le sue braccia quel piccolo fagotto fradicio, sospirando rumorosamente.
«Che c'è, mamma?» chiese un bimbo, aggrappato alla sue gambe, con due immensi occhi azzurro cielo.




Capitolo uno
La vincitrice del concorso




«Il concorso per essere la fortunata coinquilina degli One Direction è ancora aperto.
Migliaia e migliaia di ragazze da tutto il mondo stanno tentando di vincerlo, comprando scatole e scatole di cereali e inserendo il loro nome nelle urne da cui usciranno i nomi poi inseriti nella grande bussola d'oro a Londra. Tutti quei biglietti contengono il nome della potenziale ragazza che vivrà con loro per un anno! Chissà chi sarà la fortunata!»



***



«Ancora, ancora!» pretese Elle, schiacciata sul pavimento dal peso di Davey.
«Sicura?» chiese lui, alzando un sopracciglio, dubbioso.
«Sì, perché io voglio finire sopra di te!» ribatté lei, stizzita.
«Per oggi basta: sei abbastanza stanca» le fece notare lui, scostandole una ciocca bagnata dalla fronte imperlata di sudore.
Guardò profondamente negli suoi occhi marroni così simili ai suoi...
«Per oggi abbiamo finito» concluse, alzandosi con un balzo.
«No, no, invece!» Elle gli saltò addosso, facendolo cadere a terra.
Agilmente, con poche mosse, finì sopra di lui.
«Colpo basso: ero distratto.»
«Un combattente ha sempre i sensi all'erta» lo schernì, sdraiandosi sul pavimento accanto a lui. «E tu sei uno tra i combattenti più bravi che io conosca.»
«Ah, sì?» chiese lui e, girandosi verso di lei, si mise da un lato in modo da poterla vedere. «Non sono il più bravo? Sono il campione nazionale!»
Elle gli rivolse uno sguardo ironico. «Ricordamelo ogni volta che vinco contro di te. Non tutti battono il campione nazionale»
«Ciò significa che non potrò dirlo più, perché io non perdo mai contro di te. Che ne dici?» fece il segno di mostrarle i suoi bicipiti.
Elle allungò una mano per fargli il solletico.
«No, no ti prego no...» scongiurò lui, alzandosi per scappare da lei.
«La vincitrice di oggi è Elle O'Ryan» gridò trionfalmente, saltando sul letto.
Mentre i due creavano una confusione frastornante, la madre bussò alla porta e, non udendo alcuna risposta, aprì la porta senza attendere oltre, entrando con un vassoio ricolmo di biscotti, fatti in casa, al cioccolato.
«Perché ogni volta che vi lascio da soli a studiare, degenera sempre fino a questo punto? Finite sempre per mettervi le mani addosso e annientarvi a vicenda!»
«L'istinto dell'io combattente» rispose la figlia, cercando di essere seria.
«È lei, che, sadica, non riesce a resistere un secondo senza farsi battere!» aggiunse lui con un grande sorriso ironico.
«Ora fate la merenda da bravi bambini e finite la vostra ricerca. Io devo uscire» raccomandò la madre, appoggiando il vassoio sul basso tavolino in stile giapponese.
«Certamente» rassicurò la figlia. «Grazie mamma.»
«Grazie Angie» ripeté Davey, prendendo posto accanto al tavolino.
«Ultimamente mi pare sempre così stanca...» commentò lui dopo che la porta fu richiusa alle spalle della gentile donna.
«Sta anche dimagrendo tantissimo: sarà lo stress» Elle scrollò le spalle per nascondere la sua preoccupazione. Da mesi, ormai, sua madre perdeva peso e vitalità e le sue occhiaie si erano fatte sempre più evidenti... era come se stesse invecchiando sempre più velocemente.
Davey addentò un biscotto. «Mm... buono! Accendiamo la televisione!» cercò di catturare l'attenzione dell'amica in modo che non pensasse a cosa negative. La conosceva benissimo: la scrollata di spalle non era mai positiva.
«Guarda quei buffoni» le indicò la televisione che trasmetteva un telegiornale. Vi era un giornalista che parlava degli One Direction. “A quanto pare la vincitrice di oggi è Elle O'Ryan.”
«Cosa?!» per poco Davey si strozzò con il biscotto. «Anche tu hai comprato quei cereali per partecipare all'estrazione?» all'espressione incredula del ragazzo, Elle scoppiò in una risata fragorosa.
«Sì, poi mi offrirò come volontaria per colonizzare Marte! Guarda, piuttosto mi trasferisco sulla Luna. Sai quanti Elle ci saranno fra tutte le ragazze indemoniate per loro?» rispose tranquillamente, girando e rigirando il biscotto in mano. Stava ancora pensando a sua madre: davvero non riusciva a capire cosa avesse... era così assente ultimamente... era come ammalata, eppure continuava a insistere sulla sua salute di ferro.
Pare sia una ragazza irlandese che abita in uno tranquillissimo paese d'Irlanda, a Clonmel, chissà come cambierà la sua vita. A patto che, ovviamente, venga accettata dalla terribile band” continuò la cronista dopo aver divagato su altre informazioni che riguardavano il concorso e il suo sponsor.
«Oh, per caso conosci un'altra Elle, che abita in questa stessa città?» Davey per lo shock, le aveva afferrato le spalle e la stava scuotendo piuttosto violentemente.
Lo sguardo spento di Elle si posò sul televisore. “Ha diciassette anni e frequenta l'istituto St Mary.”
«Comincio a preoccuparmi» ammise lei. «Però io non ho né comprato quegli cereali, né tanto meno inserito il mio nome in una urna.»
Elle alzò gli occhi al cielo come colta da una fastidiosa illuminazione. «Clary» sussurrò minacciosa, prendendo il cellulare dalla scrivania.
Cercò nella rubrica il numero dell'amica e attese, battendo impazientemente i piedi sul pavimento.
«Pronto» rispose una voce, dall'altro capo, accompagnata da uno degli immancabili pezzi degli One Direction.
«Ciao Clary. Sei stata tu, vero?» chiese, cercando di respirare profondamente. Inspira ed espira.
«A fare cosa, cara?»
«A mandarmi all'inferno! Perché cavoli hai messo pure il mio nome?!»
«Senti, sto facendo yoga, non è un buon momento... eh, cosa mamma? Vuoi che ti aiuti a preparare la cena?! Arrivo subito! Scusa tanto, El, ma devo scappare... ci vediamo domani!» disse e riagganciò frettolosamente.
La ragazza, furiosa, buttò il cellulare sul letto.
«Che ha detto?» le chiese Davey, accarezzandole la schiena per calmarla un po'.
«È colpa sua, semplicemente colpa sua» si sedette sul letto e si mise la testa tra le mani. «Che seccatura... chissà cosa succederà adesso.»
«Nulla, basta che tu faccia finta di nulla e non succederà niente. O almeno spero. Non penso che questa faccenda sia così grave. Tanto non sei la prima ragazza a esser stata scelta dalla sorte: se ne dimenticheranno. Quei palloni gonfiati hanno trovato un modo per essere ancora più al centro dell'attenzione con questo impensabile concorso. Trovano sempre un modo per far parlare di loro, sempre e solo loro.»
«Spero sia come dici tu... dai continuiamo con la ricerca, Davey» Elle si alzò per raggiungere la scrivania ove vi era appoggiato il computer.
«Fino ad ora abbiamo scritto: “Il vulcanesimo è un fenomeno”.»
«E dovremo proseguire con “L'attività vulcanica di Elle è impressionante! Non si sa come possa accumulare tanto gas dentro di sé perché si crei quella pressione che rende possibile che erutti ogni giorno...”».
«Fai pena» gli diede un pizzicotto sul braccio, sghignazzando.
«Almeno stai ridendo. Se queste frasi stupide hanno questo effetto su di te, ne vale la pena.»
Allungò un braccio e l'avvolse in uno stretto e caldo abbraccio.




***



«Eh, che ne dici, vuoi passare una notte di fuoco con me?» chiese Zayne, alzando e abbassando sensualmente le sue sopracciglia.
«Ehm...»
«Non dirmi che la risposta è no» proseguì, avanzando verso di lei. Ad ogni centimetro guadagnato, abbassava sempre più la sua canottiera bianca che aderiva perfettamente sul suo fisico asciutto. Si leccò lentamente le labbra, prima di sporgersi verso di lei con l'intenzione di baciarla.
La ragazza, che ormai era rifugiata nell'estremità più lontana del divano, lo guardava inorridita.
Ad un certo punto si mise a urlare e scappò a gambe levate.
Zayn si baciò i bicipiti, soddisfatto: le ragazze erano fatte così. C'erano quelle che non facevano altro che fare sogni erotici su di loro e che, una volta che offrivano il loro corpo, scappavano come delle capre da un lupo affamato.
«Ecco, fatto. Un'altra scappata. Sono stato veloce stavolta, eh?» chiese a Niall che era seduto sulla poltrona a giocare il suo gameboy.
«Bravo... chissà come se la stanno cavando gli altri...» Niall fu interrotto dal rumore di uno scoppio che proveniva dalla cucina.
«Direi egregiamente» aggiunse dopo aver visto un'altra ragazza fiondarsi verso il salotto da una della camere di sopra.
«Aspetta! Aspetta! Non scappare! Devo ancora finire!» urlava Harry, correndo sulle scale, dietro a una ragazza con metà testa rasata e con i capelli restanti, color arancio, bruciati. «Hai promesso che mi avresti fatto finire la mia pettinatura nuova! Aspetta!».
La ragazza, rimasta con un solo sopracciglio, gli rivolse un ultimo sguardo inorridito per poi scomparire alla velocità della luce.
«Lei è la settima. Oggi hanno estratto l'ottava: ancora una e riotterremo la nostra agognata libertà» commentò Niall.
«Già... all'inizio non pensavo che delle fans potessero essere così fastidiose. Ma quelle là ti seguono ovunque! Una era pure nascosta nel mio bagno! Ed io ero entrato per fare il mio bisognino!» si lamentò Louis che li aveva raggiunti nel salotto.
«Ah, io me sono trovata una nuda nel letto» rincarò la dose Liam.
«Perché non è successo a me una cosa simile? A me una mi fotografa ogni due secondi... di giorno era sopportabile, ma di notte i flash sono fastidiosi» aggiunse Zayne.
«Sapete quando arriva la nuova vincitrice?»
«Mi pare si chiami Elle... che nome particolare... ed è irlandese» li informò Niall.
«Be', dopo aver mandato via delle squilibrate mentali arabe e indiane, credo che potremo farcela» Liam annuì convinto.
«Arriverà entro la settimana, perciò nel frattempo armiamoci di forconi e progettiamo nuovi malefici piani! Yup!» concluse entusiasta Zayn, baciandosi, ancora una volta, i bicipiti.




Angolino mio:
Ciao! Spero vi sia piaciuto questo capitolo!
Scoprirete fra moltissimi capitoli ciò che stavano facendo Davey ed Elle.
Spero che l'idea del concorso vi sia piaciuta. Dovrei aggiornare al più presto, solo dopo aver capito se la storia è degna, altrimenti la lascerò archiviata per poi riscriverla quando sarò migliorata.
Grazie per aver letto.
Saluti.
Elsker.





   
 
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