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Autore: brontolina12    26/06/2014    2 recensioni
100 anni sono un periodo molto lungo, soprattutto se passato in una gabbia. Lei lo sapeva molto bene. Ne aveva passate là dentro e senza la Banda non ce l'avrebbe mai fatta. Adesso era libera e nessuno le avrebbe mai fatto più del male ...
- Grazie ragazzi ...
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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~~Tomelilla adorava leggere il giornale di primissima mattina e il posto più indicato era la serra. Le piante e quel misto profumo di fiori rendevano tutto molto piacevole.
- Toc toc!
- Prego è aperto!- rispose ripiegando il giornale e posandolo sulle sue ginocchia – Felì! È già l’una, per caso?
- Oh, no! … è che Vaniglia ha i pidocchi!
- I Pidocchi?
- Si, oggi a scuola la preside Fulmini ha fatto un’ispezione tra i ragazzi ed è venuto fuori che Babù è affetta dall’epidemia – risposi avvicinandomi alla mia strega.
Tomelilla rialzò il giornale vicino agli occhi.
“ Come non detto Tomelilla. Vedo che preferisci leggere il giornale piuttosto di chiacchierare un po’ con me” sospirai girando i tacchi e incamminandomi verso la porta.
- Oh, Felì scusami tanto! È solo che … guarda! – girò il giornale e mi indicò un paragrafino in grassetto.

"Proprio durante una mattina felice e serena a FAIRY OAK, una grossa barca, fatta di legno massiccio, è arrivata a riva. Rovinata e con un profondo buco sulla parte inferiore dello scafo, se ne sta lì maestosa . Sono accorsi  i giornalisti, il sindaco, la sindachessa e alcuni cittadini del villaggio per capire qualcosa di più sulla misteriosa barca".
 
- Wow! – esclamai.
- Già, più tardi volevo andare a darle un’occhiata. Chissà da dove viene quella meraviglia!
Le sorrisi.
- Potremmo venire anche io e Pervinca, le ho promesso che sarei andata a prenderla e so che le farebbe molto piacere.
- Beh, perché no! – rispose lei togliendosi gli occhiali da vista.
- Allora a dopo! Adesso devo accompagnare Vaniglia e Dalia in farmacia.
Tomelilla mi fece un cenno di saluto con la testa e poi si dedicò alle piante.

Vaniglia se ne stava seduta sul primo gradino delle scale aspettando Mamma Dalia. Era triste quel giorno, forse un po’ arrabbiata con la sorte, che aveva voluto che le venissero i pidocchi. Pensai ad un modo per tirarle su il morale e siccome non sono molto brava ad improvvisare le dissi la prima stupidaggine che mi passò per la testa.

- Babù, hai saputo della barca?
- La barca? Quale barca?
- Oh, non hai saputo. A me lo ha detto tua zia proprio qualche minuto fa! Devi sapere che una barca … - non riuscii ha terminare la frase che Dalia ci interruppe.
- Eccomi, sono presentabile ora? – disse facendo due giravolte su se stessa che si conclusero in un inchino.
Vaniglia la squadrò da capo a piedi e poi, con un sorriso soddisfatto, annuì. Io feci lo stesso.
- Perfetto, adesso tutte fuori di casa altrimenti la farmacia chiude e tu continuerai a grattarti la testa per il resto della giornata!
                                 ****
La classe 2°B della Horace McCrisp era una delle migliori classi della scuola. Quelli della 2°B non erano alunni eccessivamente chiassosi o maleducati, anzi erano abbastanza tranquilli.
Certo non mancavano i bigliettini nei compiti in classe o i suggerimenti alle interrogazioni, non mancavano le risatine e il piccolo gruppetto degli scalmanati; ma, in confronto alle altre, classi la 2°B era la migliore!
In questa classe erano capitate le gemelle e proprio lì, in quel giorno, Pervinca stava per affrontare Scarlet e dirle che aveva realizzato il  bozzetto.
Così le si avvicino con passo svelto, prima che la signorina Lilliflora entrasse in classe.
- Scarlet, visto che il nostro non è stato un vero e proprio “lavoro di squadra” ho deciso di disegnare la mia idea iniziale .
Le porse il disegno.
La faccia di Scarlet era indescrivibile! Il fumo le usciva dalle orecchie e non la avevo mai vista più arrabbiata. Il suo viso si gonfiò e io ebbi paura che sarebbe potuta scoppiare.
- COSA? COME HAI OSATO? DOPO TUTTO QUELLO CHE HO FATTO PER TE, MI TRADISCI COSI’?! – disse buttando fuori tutto il fiato che aveva.
Pervinca scoppiò a ridere e per poco non cadde a terra dalle risate!
- AHAHAH … e tu cosa avresti mai fatto per me, scusa? – disse poi, ritornando seria.
- COME ? E la merenda, il fatto che ti ho fatto colorare la locandina, ho messo a disposizione casa mia per te, ho scritto il tuo nome prima del mio sul foglio di carta … - tirò fuori una infinita lista di cosa che per Vì non erano di certo cose carine.
Pervinca sgranò gli occhi e all’improvviso tornò seria.
- Queste tu le definiresti “cose carine”? Insomma non mi hai fatto di certo grandi favori e poi sei stata tu ad insistere tanto per fare il progetto a casa tua, mica io!
La discussione si concluse con gli occhi accigliati di Scarlet e con Pervinca che andò a sedersi.
 La professoressa entrò con qualche minuto di ritardo.
- Scusate ragazzi, ma ho dovuto aiutare il signor Joe. Allora, voglio tutti i disegni sulla cattedra e vi darò un voto. Scrivete dietro nome e cognome, mi raccomando.
Tutti i ragazzi si alzarono e consegnarono il disegno all’insegnante.
Mentre gli alunni finivano alcuni disegni la signorina Lilliflora correggeva i loro lavori.
- Scarlet, questo disegno è fantastico! Quest’armonia di colori è un’idea davvero geniale! L’unica cosa è che qui manca il nome di Pervinca, non dovevate farlo insieme?
- Beh …- stava per spiegare Pervinca.
- In realtà Pervinca ha voluto farlo da sola e non sa con che tono … così mi sono attrezzata e ho fatto per conto mio! – esclamò soddisfatta.
- COSA? – esclamò Vì, balzando in piedi.
La signorina Lilliflora si abbassò gli occhiali e il suo sguardo era abbastanza confuso.
- Ragazze un momento! Fatemi capire … dunque, Pervinca Periwinkle ti sei rifiutata di fare il progetto con Scarlett?
- NO! – rispose secca – solo che, nel fare il disegno abbiamo avuto degli “scontri artistici”, ecco perchè abbiamo fatto due disegni diversi.
-  È così Scarlet? – disse Madama Lilliflora con tono un po’ severo.
- Si, è andata come dice lei – rispose  scocciata nell’ammettere la verità.
- Bene, ma ora vorrei sapere  quale di questi disegni  è il tuo Pervinca?
Vì si alzò dal banco e si diresse alla cattedra; rovistò velocemente nel mucchio di disegni che la ricoprivano , ma inutilmente. Il suo disegno non c’era.
Continuò a cercare, quando le cadde l’occhio sul disegno che la professoressa teneva stretto fra le mani, il disegno su cui c’era scritto … “ SCARLET PIMPERNELL”.
- Ecco il mio disegno! – esclamò indicandolo.
- Periwinkle questo è di Scarlett, c’è scritto il suo nome!
- No professoressa – rovistò ancora nel mucchio – questo è suo! – afferrò il disegno che il giorno prima avevano realizzato e lo consegnò all’insegnante.
- RAGAZZE! MI VOLETE SPIEGARE UNA VOLTA PER TUTTE COSA STA SUCCEDENDO?- gridò esasperata Madama Lilliflora.
- Professoressa, il disegno che ha in mano è mio! – ribattè Vì.
- NO, è mio!- insistette la vipera.
In quell’attimo di silenzio che seguì, Vì si mise a riflettere sull’accaduto.
Era stata lei, Scarlett. In quel microsecondo prima che l’insegnante entrasse in classe, in quel decimo di secondo prima che Pervinca tornasse a sedere, Scarlett aveva scambiato i disegni e aveva scritto il suo nome su quello di Vì. Doveva essere andata così.
- COME VOLETE VOI RAGAZZE! IO HO CERCATO DI ESSERE BUONA CON VOI, MA NON MI LASCIATE ALTRA SCELTA! DA OGGI SIETE IN PUNIZIONE, FINCHE’ NON SALTERA’ FUORI LA VERITA’! TUTTI I POMERIGGI VI PRESENTERETE A SCUOLA E AIUTERETE IL SIGNOR JOE CON GLI ANIMALI E CON QUALUNQUE COSA LUI DECIDA DI FARVI FARE! E SE QUESTA COSA ANDRA’ PER LE LUNGHE VI PRESENTERETE QUI ANCHE LA MATTINA PRESTO E AIUTERETE LE BIDELLE COL LAVORO!
Pervinca lanciò un’occhiataccia a Scarlet, che, da gran testarda, continuava a mentire.
Il suono della campanella rimbombò nell’aria. La classe si svuotò in un battibaleno e rimasero solo Vì e la piccola serpe.
- Sei contenta adesso?
- E tu sei contenta? Hai voluto fare la tua locandina Periwinkle, la colpa passa a te!
Pervinca si tappò le orecchie, prese lo zaino e si incamminò verso la porta.
Io la aspettavo fuori dalla scuola e cercavo di individuarla fra tutta quella scolaresca. Dopo un po’ la vidi. Le feci un segno, ma lei non mi badò: era troppo impegnata a camminare velocemente. Io la raggiunsi e la fermai.
- Vì, cosa è successo là dentro?
Cercò di scansare la domanda, ma io la fermai di nuovo. Grazie alle mie antenne, percepivo in lei una disperata voglia di piangere.
- Lascia stare Felì – tirò su col naso – ti racconterò tutto più tardi!
- Ok, ma adesso dobbiamo fare un salto in spiaggia, se non ti dispiace: tua zia ci aspetta già lì!
- In realtà un po’ mi dispiace! Cosa stiamo andando a fare in spiaggia?
- Beh, prima ci muoviamo e prima troverai la risposta alla domanda!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Okok! so già che molti di voi si staranno chiedendo "quando comincia l'avventura?" e avete ragione, ma vi chiedo di restistere ancora per un capitolo! Alcuni di voi troveranno inutile questa divagazione iniziale, ma tutti questi fatti stanno costruendo l'inizio dell'avventura. Perciò solo un capitolo ancora e poi la banda si occuperà di un'altro mistero ... Adesso però pensiamo al capitolo! mi scuso per il ritardo, ma ho avuto il saggio di danza. Già che ci sono mi scuso in anticipo per il ritardo del prossimo capitolo, ma parto per Milano.
Buona lettura <3


 
  
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