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Autore: ferao    26/06/2014    1 recensioni
- Tosca…
- Godric. Lasciate che anch’io faccia le mie scelte. Voi avete deciso di allontanarlo, io decido di rivolerlo. E nulla può impedirmelo.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Godric, Tosca, Tassorosso
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
- Questa storia fa parte della serie 'Due interi'
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A quasi tre anni di distanza dalla stesura della storia principale, torno con un altro micro-seguito della serie Due interi. Questa flash contiene ovviamente dei richiami alla ff che dà il titolo alla serie, ma è comprensibile anche se letta da sola. Credo. Spero.
Enjoy ^^
Fera



L'attesa

 
È sempre difficile resistere alla tentazione di tornare.
(Alessandro Baricco)

 


- Tosca.
Il tono di Godric era sempre il solito: preoccupato, impensierito, anche un po’ seccato. Lei non ci badò e continuò a fissare l’orizzonte, ostinata.
- Tosca, andiamo… Non lo farete certo tornare così, lo sapete?
Avrebbe voluto ignorarlo, invece non poté fare a meno di alzare le spalle. - Lo so, Godric - rispose, sempre senza voltarsi. Sentì i passi del suo amico avvicinarsi alle sue spalle e chiuse gli occhi.
Quella scena… le ricordava un’altra scena, di tanto tempo prima. Di quando lì, insieme a lei, c’era Salazar. Era stato il giorno in cui si erano congedati, prima della partenza di lui per la Cornovaglia – lontano da lì, lontano dalle liti, lontano da tutto. Lontano da lei.
- A che vale allora il vostro struggimento? Amica mia, - Godric le mise una mano sulla spalla e la costrinse a guardarlo, - il comportamento di Salazar merita davvero la vostra sofferenza?
In realtà, Tosca non pareva soffrire affatto. I suoi occhi strabici erano miti e sereni, come sempre; sorrise all’uomo, poi gli prese la mano e se la tolse dalla spalla. - Non posso cambiare i miei sentimenti, Godric.
- Ma sono passati sei mesi. - Godric scosse la testa. Tosca era tanto dolce quanto caparbia, non c’era modo di spuntarla con lei in quei momenti. Se avesse deciso di restare giorno e notte a quel davanzale, l’avrebbe fatto senza battere ciglio. - Sei mesi, e lui non ha più dato sue notizie. Non ha scritto, non ha mostrato segni di ravvedimento… Non tornerà.
- Non potete averne la certezza.
- Non tornerà. Forse lo farà tra un anno, tra dieci, ma non sarà domani né domani l’altro. E questo voi lo sapete bene.
Lo sguardo di Tosca si abbassò, non riuscendo a sostenere quello di Godric. - Lo so, - rispose, - ma so anche un’altra cosa.
- Ossia?
- Che è difficile resistere alla tentazione di tornare. E presto o tardi anche Salazar cederà.
Rivolse un altro sorriso benevolo al suo amico, poi si voltò verso la finestra. - In qualunque momento accada, io sarò lì ad attenderlo.
- Tosca…
- Godric. Lasciate che anch’io faccia le mie scelte. Voi avete deciso di allontanarlo, io decido di rivolerlo. E nulla può impedirmelo.
Nulla poteva impedirglielo, davvero. Trattenendo la rabbia per l’ennesima discussione persa, Godric uscì dalla stanza sbattendo la porta con malagrazia. Tosca non se ne curò: osservava il sole tramontare lontano, illuminando di un glorioso arancione le montagne circostanti.
Chissà cosa stava guardando Salazar, in quel momento. Chissà se aveva un riparo, qualcuno che si occupasse di lui… Tosca non ne aveva idea, ma un giorno – chissà quanto lontano – Salazar sarebbe tornato e le avrebbe raccontato tutto. Le avrebbe detto di ogni locanda che aveva visitato, ogni persona che aveva incontrato, ogni occasione persa, ogni scatto d’ira trattenuto.
Sarebbe accaduto. Lei doveva solo aspettare.



 
   
 
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